Murtas RRX. Moto francese con batteria semisolida a 6.900 €


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La Murtas RRX è la nuova moto elettrica 125 di Murtas Motorcycles, un roadster elettrico con numeri interessanti anche per un pendolarismo a breve raggio.

Murtas è un brand francese fondato da Patrice Murtas, ex Ducati ed Ex CEO Vmoto Francia. In gamma ha già due veicoli, uno scooter e una piccola enduro stradale. A queste ora si aggiunge anche la Murtas RRX, una moto elettrica progettata e disegnata in Francia con l’idea di alzare un po’ asticella delle moto da città. Sì, perché comunque di moto da città parliamo, ma con questi numeri la RRX offre qualche libertà in più. Si presta sia per l’uso quotidiano in città sia per le uscite su percorsi extraurbani.

Prestazioni e motore elettrico

Sotto la carena, la Murtas RRX monta un motore elettrico brushless da 11 kW nominali (20 kW di picco) con una coppia massima di 118 Nm. È in grado di scattare da 0 a 50 km/h in 2,4 secondi. La velocità massima è di 135 km/h, con possibilità di raggiungere 155 km/h in modalità pista. Tre le modalità di guida disponibili  (Eco, Normal e Sport) con in più la marcia indietro per facilitare le manovre.

Autonomia e ricarica veloce

Il cuore della moto è una batteria semi-solida GANFENG da 8,76 kWh. Murtas dichiara un’autonomia fino a 190 km in condizioni ottimali. Il sistema di gestione intelligente monitora ogni cella e mantiene la temperatura ideale, garantendo prestazioni costanti. La ricarica può avvenire con presa domestica da 220 V in circa 5 ore oppure tramite colonnina Type 2 a 3,3 kW in poco più di due ore e mezza.

Ciclistica e sicurezza

La Murtas RRX ha una forcella rovesciata da 38 mm, ammortizzatore posteriore regolabile e pneumatici Pirelli Diablo Rosso su cerchi da 17 pollici. L’impianto frenante è dotato di ABS e dischi da 300 mm all’anteriore e 220 mm al posteriore.

Tecnologia e comfort

La dotazione tecnologica include display LCD con funzioni AI, connettività Bluetooth, app dedicata per il monitoraggio, cruise control, antifurto elettronico e porta USB per ricaricare smartphone e accessori. La sella a 800 mm di altezza è studiata per una posizione di guida comoda anche per le persone meno alte.

Prezzo della Murtas RRX

La Murtas RRX ha un prezzo di listino di circa 6.900 euro, con garanzia di due anni senza limiti di chilometraggio sia sulla moto sia sulla batteria. Abbiamo contattato direttamente il produttore per sapere quando potremo vedere le Murtas RRX in Italia e ci ha risposto che ad oggi non hanno ancora un distributore ufficiale ma chi volesse può acquistarle in Francia contattandoli direttamente (contact@murtasmotorcycles.com).

 

Visualizza commenti (26)
  1. proprio oggi parlavo con alcuni ex colleghi di moltissimi anni fa quando era in Aprilia; con alcuni di questi avevamo lavorato assieme fino a qualche anno fa poi , allettati da buone opportunità,loro hanno migrato verso la Fantic per seguire gli sviluppi della parte moto elettrica, oggi so che anche Fantic col prodotto moto elettrica sta per mandare a gambe all’aria l’azienda . Vabbè la Fantic non è la Piaggio, non è la Guzzi, neanche come la Vogel ma tutti quelli che si buttano sulla moto elettrica finiscono male….. Continuiamo a far moto che funzionino con il buon vecchio petrolio che la gente le compera e ne è soddisfatta

      1. Non si parla di vivere nelle caverne ma di un prodotto, motocicletta, che in elettrico nn ha appeal. Trovi un brand valido che produca qualcosa di equiparabile ad in Kawasaki,Honda 1000 o BMW GS 1200 rre che non sia praticamente fallito

        1. sei talmente fissato con questa cosa del fallimento che non ti accorgi dell’evoluzione costante delle moto elettriche. Questa ha elettrolita semisolido: la batteria pesa meno e dura di più. percorre fino a 190 km e costa 7000 euro (senza essere cinese !). il primo scooter in grado di fare 100 km con una carica costava 10000 euro 15 anni fa. Ma tu continua con il fallimento…se non ti annoi…

          1. Alessandro D.

            Mi perdoni Marco, lei è una persona ragionevole, ma probabilmente per la sua totale estraneità al mondo delle due ruote non riesce a cogliere la giusta prospettiva.

            Potrei dirle che lei è talmente fissato con l’idea dell’evoluzione costante e della tecnologia fine a se stessa da non accorgersi che indipendentemente da essa, per questo tipo di prodotto, fatto in questo modo e con questi presupposti (e cioè in ultima analisi pensando alla moto come ad un’automobile a due ruorte) semplicemente non esiste una clientela, e in particolare una clientela disposta a spendere le cifre che vengono richieste.
            Cosa che senza malizia è stata dimostrata diverse volte anche qui dentro: se parliamo di moto, quelle elettriche non le vogliono nemmeno coloro che l’auto elettrica ce l’hanno già.
            Qualcosa di più gli scooter.

            Riassumendo: lei può fare quello che sulla carta è di gran lunga il miglior prodotto del mondo, ma se nessuno vuole comprarlo (per x mila motivi che non analizziamo qui) ha ragione Eraldo: il suo prodotto commercialmente è un fallimento.

            Tempo verrà, ma non sarà solo una questione di sviluppo tecnologico. Si deve creare un prodotto desiderabile, e ad oggi il confronto diretto è ancora troppo stridente e soprattutto si insiste tenacemente su aspetti che interessano la clientela meno di zero.

            Detto questo, capisco perfettamente che in un contesto come quello di Vaielettrico la cosa possa risultare difficile da accettare o anche solo da inquadrare (basta vedere i commenti all’articolo delle “auto divertenti”…) ma i numeri quello dicono.
            Il mercato delle moto “vere” elettriche semplicemente non esiste, e vale zero anche laddove quello delle auto elettriche ha una sua consistenza.

      2. Fra l’altro (ammesso che sia vero) se basta un modello di moto elettrica a mandare gambe all’aria un produttore significa che quest’ultimo non se la passava bene per altri motivi..

        1. sicuramente la moto elettrica ti aiuta notevolmente ad affossarti se già te la passi non molto bene, per gli altri che si sono dedicati esclusivamente a fare moto elettrica gli esempi di fallimenti si sprecano: Lightning Motorcycle, Energica, Curtiss motorcycle,Z Electric Vehicl e, la Zero motorcyle che sta a galla solo per le ingenti somme che gli arrivano dalla Hero

    1. Zero motorcycles fa solo moto elettriche e non fallisce. Probbilmente sei tu che capisci solo di pistoni e petrolio e ti senti inadeguato per tutto il resto.

      1. La Zero Motorcycle ha Hero MotoCorp, Polaris ed Exor come finanziatori, nelle top 30 di vendite fine 2024 elettriche “0”; come ho già scritto Zero è forse una mosca bianca al momento , altre case di “sole moto elettriche” sono defunte …. ma che te lo dico a fà, forse tu manco la guidi una moto e non capisci quello che il 99% degli utilizzatori di moto vuole (rumore, sgasate, velocità/prestazione di contro non gliene frega nulla della co2 del costo della benzina e di quanto fa con un litro ) sai è il cliente che comanda su ste cose e qualsasi produttore di qualsiasi oggetto se non propone alla sua nicchia di clienti ciò che vogliono crea un prodotto fallimentare

  2. Alessandro D.

    A prescindere dal prodotto, visto il nome prevedo che in qualche maniera queste moto impressioneranno tantissimo il pubblico di Roma (Li Murtàs…)

    Al netto della battuta:

    1) si può caricare alle colonnine
    2) con 11 kw si guida con patente B
    3) va in autostrada (più che altro tangenziale, ma è lì la cosa utile)
    4) almeno i 135 li vede e non i soliti 110/120 con vento a favore
    5) a 6900 euro non è regalata, ma se uno ci fa davvero anche commuting tutto sommato ha un senso e qualche 100 euro l’anno di costi di gestione si risparmiano.

    Non mi fa certo impazzire, ma io direi promossa. Li Murtass.

    1. Alessandro, rispondo qui alla sua risposta al mio commento precedente, perchè non appare l’opzione “rispondi” , quindi mi scuserà il piccolo casino.
      Non rispondo in contrapposizione, perchè quello che dice lei è sensato, ma rispondo per aggiungere un aspetto: voi parlate da motociclisti fatti e finiti, ma tra gli adolescenti o comunque persone che si avvicinano alla moto per la prima volta, forse non ci sono tutti questi pregiudizi e”necessità” del motociclista termico. è giusto proporre questi modelli per formare un’utenza nuova che sente il mezzo in modo diverso , in tutti i sensi. Dire che è un prodotto con dei limiti, di nicchia, che non vende e che il progresso tecnico non serve alla bisogna è negare la banalità arcinota che nessuna tecnologia ha conquistato il mondo in 2 giorni e che i neo patentati di oggi hanno il diritto (vorrei dire anche il dovere ma ok..lasciamo perdere) di poter diventare motociclisti semplicemente diversi. In fondo è successo più volte anche tra i fruitori di auto termiche: molti odiano il cambio automatico, da noi si vende poco ma dall’altra parte dell’Atlantico ce l’hanno tutti.
      Quindi, se il progresso di queste due ruote non soddisfa noi, non è affatto detto che non soddisfi chi non ha ancora schemi precostituiti in testa.

      1. Alessandro D.

        Di quel che dice, non ne sono molto convinto per diversi motivi.
        Ma evito di tediarla coi più tecnici e mi limito a dire uno dei principali (a mio avviso): chi progetta queste moto elettriche non ha ancora iniziato ad usare il cervello (ignoro i motivi) chiedendosi seriamente “Cosa potrebbe piacere ai miei clienti? Cosa posso inventarmi per andare incontro alle loro aspettative?”
        Al contrario continua imperterrito a dire “van fatte così e se non ti piacciono peggio per te”.
        I risultati li vediamo.

        Con le moto è dannatamente più complicato rispetto alle automobili, posto che l’architettura del motore e il numero dei cilindri in una moto ne determinano “l’anima” e in ultima analisi la ragion d’essere.
        Le moto elettriche tutt’al più possono essere equiparate a dei plurifrazionati, e non è detto che sia un male eh? Ma gli amanti del mono e dei biclilindrici sarebbero fregati per esempio.

        Ma al di là di questo: ciò che mi lascia più perpleso è che io sono convinto (CONVINTO) che lavorando bene si potrebbero avere dei prodotti interessanti già oggi.
        Cosa che invece non accade, perchè si insite a parlare di connettività, di software, di TCO, di assenza di rumori e vibrazioni, addirittura di guida autonoma (su una moto!!!! Che si usa per il piacere di guidarla!!!!!) e di tutto il bel campionario che ha pienamente senso parlando di una Tesla Model 3.
        E anche questa Murtàss tutto sommato non si sottrae a quanto appena detto.

        E’ questo (fra i tant argomenti) quello che principalmente “rimprovero” all’attuale produzione.
        Una sostanziale schizofrenia che porta a proporre la Nutella ai diabetici e la bistecca al sangue ai vegetariani.

        Tante cose si potrebbero (e dovrebbero) fare subito, senza aspettare che si formi una nuove generazione “vergine”.
        Anche perchè glielo dico subito e senza tema di smetita: poi ci vogliono almeno 20 anni. Ce lo insegna il passaggio delle 125 da “potenza libera” (le famose Cagiva Mito, Aprilia RS etc etc) a “potenza limitata” di 15 kw.
        Da che cambiò il regime, nel giro di 18 mesi si smise di vendere le 125 e non se ne vendette praticamente più nessuna per circa 20 anni.
        Per tornare ad avere un mercato contraddistinto da interesse tangibile per le 125 si dovette cioè attendere che nascesse e crescesse un’intera generazione che certe 125 da 35 cavalli non le aveva mai viste nemmeno per sbaglio.
        Se parliamo di un settore solo, tutto sommato si può sopportare.
        Diverso parlare della totalità del mercato.
        E mi creda sarebbe quello che succede: per 20 anni si smetterebbe di vendere moto, forse solo scooter.
        Davvero facciamo saltare un intero settore industriale. Glielo ripeto senza timore: le moto “vere” elettriche fatte come le fanno oggi non le vogliono nemmeno quelli che l’auto elettrica ce l’hanno già e ne sono contenti, non si vendono nemmeno con gli incentivi al 30% (visto gli anni scorsi).

        E’ per questo che se davvero si vuole esplorare anche quella direzione, le moto elettriche vanno fatte “appetibili” da subito.
        A mio avviso qualcosa si può fare.
        Peccato che nessuno lo stia facendo.

        1. Non sono così sicuro che ci vorrebbero 20 anni per una nuova generazione di motociclisti. Bisogna vedere il contesto. Quando sono sparite le 125 a potenza libera, i parametri per giudicare un mezzo sia a due che a 4 ruote erano cavalli e livello di lusso. Oggi le cose sono diverse o per lo meno sono in divenire. Sul dettaglio della guida autonoma per le moto sono d’accordo con lei…una vera boiata. Per il resto, sono certo che il numero dei cilindri determini l’anima di una moto….termica. Una moto elettrica avrà un altro tipo di anima

          1. Alessandro D

            -Una moto elettrica avrà un altro tipo di anima-

            E siamo d’accordo, ce lo stiamo dicendo almeno da tre scambi. DI sicuro non … l’anima de li mortacci in piedi e addormentati che gli vogliono dare oggi, costose peg perego per (molto) abbienti adulti “urbani”, che vogliono essere connessi per chattare e navigare online con la realtà aumentata dentro il casco, mentre sono in sella a farsi la loro mirabolante avventura su due ruote “casa-lavoro-apericena” per massimo 10 km al giorno dopo aver calcolato il TCO e determinato a priori le proprie necessità di mobilità.

            Il primo passo (oltre a quello di smettere di drogarsi ovviamente) sarebbe quello di rendersi conto che quel cliente non esiste, al pari degli unicorni alati.

            Il secondo (ma capisco che diventa complicato per gente che è convinta di rappresentare il futuro) sarebbe quello di chiedersi con umiltà “chi sono quelli che fino ad oggi hanno veramente comprato le motociclette coi soldi e non a parole? Cosa piace davvero a quella gente lì? Come posso darglielo e in che misura con una moto elettrica?”

            Il resto son cose già dette

          2. Alessandro D

            Comunque al di là di tutto: confronto secco.

            La KTM DUke 125 è una moto comparabile a questa Murtas elettrica.
            Prestazioni simili, layout paragonabile, stessa collocazione nel mercato, stessa clientela di riferimento.
            La KTM costa l’un per l’altro 6000 euro.
            Quindi, come vede, a livello di fondamentali ci saremmo anche, l’ho detto subito.

    1. che memoria, bravo
      in pratica se ho capito è una (per me anche bella) moto cinese che in italia spacciano per assemblata in Italia e in Francia per assemblata in Francia, forse perché fa più “moto” se non dicono che è orientale 🙂

    2. Alessandro D.

      Vedo solo ora.
      In effettimi pare identica.
      Ma proprio uguale uguale.

      Il che mi provoca decine di malevole e malpensanti domande posto che Hurba, poco meno di un anno fa, ne annunciava la commercializzazione in Italia ad un prezzo quasi doppio (12900 euro) rispetto a questa Murtas (6900)
      Del resto, che “l’elettrico” qui in Europa sia la truffa commerciale del secolo lo vado dicendo da un pezzo e continuo a pensarlo.

      Quindi è ufficiale: è proprio il caso di dire “li mortacci!!!”

      1. più che l’elettrico, rivenditori-importatori che sulle novità dalla cina sperano di fare il colpaccio

        PS.. fai caso 10 mesi fa il rivenditore italiano la annunciava 8800 euro con incentivi, 12900 senza.. forse parte del gonfiaggio prezzo stava nella generosità degli incentivi

        PS.. 6900 attuali in Francia, ma non commentavo perché non sò se intendono senza incentivi, o sono sottintesi degli (ance modesti) incentivi magari presenti in modo stabile e prevedibile in Francia?

        1. Alessandro D.

          -più che l’elettrico, rivenditori-importatori che sulle novità dalla cina sperano di fare il colpaccio-

          Ma ovvio, lapalissiano.

      2. comunque in 10 mesi la moto pare aver perso 6 kg, magari batteria ritoccata in meglio, ora la dichiarano a 169 kg, a me parrebbe buono come peso o sbaglio?

        1. Alessandro D.

          – me parrebbe buono come peso o sbaglio?-

          Per quel che deve andare quel trespolo, pesasse 20 kg in più o in meno di 169 kg, scommetto che in marcia lei e molti altri non sapreste cogliere la differenza. 😛
          Piuttosto con quell’ hardware dovrebbero farci un T-Max elettrico. Ne uscirebbe un prodotto molto più sensato.

  3. Non c’è mai stata una categoria moto da città, esistono gli scooter e le moto , due distinte categorie , a lavoro ci puoi andare indifferentemente con un 50, un 500 o un 1500 di moto a seconda dei gusti personali ; io sono sempre dell’opinione che moto è moto e non deve sottostare ad alcuna limitazione . Sarebbe come cercare di vendere il tofu per del parmigiano reggiano 36 mesi

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