Motowatt W1X, elettrica francese con due motori

La prima motocicletta a zero emissioni della startup francese Motowatt si presenta con doppio motore e ciclistica non convenzionale. W1X è personalizzabile e sarà sulle strade tra un anno.

Sapersi distinguere in un mercato in piena espansione come quello della mobilità elettrica su due ruote è forse la cosa più complicata per le nuove realtà che vi si affacciano. Per le numerose startup nate negli ultimi anni finire nell’anonimato è molto facile, e questo vale soprattutto per chi produce motociclette elettriche di puro ambito urbano, un settore ormai sempre più “affollato”. Qui, puntare sull’innovazione sta diventando vitale.

Tra le nuove realtà europee che provano a fare qualcosa di diverso c’è anche Motowatt, startup francese che ha appena lanciato la sua prima moto a zero emissioni. Si chiama W1X, una sorta di scrambler che presenta alcune peculiarità insolite per il settore, a partire dalla presenza di due motori elettrici.

Due ruote motrici

L’idea di una moto elettrica a trazione integrale è venuta ai due fratelli fondatori dell’azienda, Henri e Olivier Rabatel, che hanno voluto realizzare una due ruote green “quanto più sicura ed efficiente” in strada, badando poco ai fronzoli stilistici quanto più ai dettagli tecnici non convenzionali.

Nelle intenzioni, la presenza di due motori a flusso assiale, uno su ciascun mozzo delle ruote, dovrebbe infatti garantire trazione e stabilità ottimali su tutte le condizioni stradali, migliorando così la sicurezza. Con più potenza distribuita ma senza appesantire la moto, che si aggira attorno ai 178 kg.

Oltre al doppio motore, la moto si caratterizza anche per altre componenti interessanti: come il robusto telaio in acciaio, i bracci oscillanti monobraccio e il sistema di sospensione anteriore di tipo Cantilever.

Stile minimal e personalizzabile

La W1X si presta poi ad adattarsi alle esigenze dei suoi possessori. Ad esempio, il sistema frenante può essere aggiornato con componenti Beringer, gli ammortizzatori regolati a seconda del carico e c’è anche la possibilità di montare cerchi e pneumatici più grandi di tipo scrambler.

Previsti anche equipaggiamenti pratici per gli spostamenti urbani, come il bauletto posteriore amovibile e il box serbatoio dove depositare il casco.

Come detto, a livello di puro design stilistico i francesi hanno scelto la semplicità, puntando su altro per farsi notare. Non si hanno ancora molti dati sulle prestazioni: sappiamo solo che W1X raggiunge i 25 kW di potenza massima (11 kW nominali) e ha fino a 130 km di autonomia dichiarata. In Italia è guidabile con patente B o A1.

In quanto a prezzi e disponibilità, Motowatt W1X sarà preordinabile sul sito francese dal mese di marzo e le prime consegne previste nel gennaio 2025.
Il prezzo di partenza è di 15.000 euro.

Interessante sapere che Motowatt, azienda nata nel 2020, progetta e produce tutto in Francia ed è membro dell’iniziativa France System 2030, una massiccia campagna di investimenti del governo francese per le aziende innovative che guardano al futuro.

Visualizza commenti (13)
  1. Mettere il motore davanti serve solo a rigenerare. Se metti trazione davanti cadi…possibile fare un errore di queste proporzioni? L’attrito davanti deve essere tutto usato per la direzione.

    1. E perchè mai? Sono sinceramente curioso.
      Spoiler, secondo me se è fatto bene funziona.
      Ok, per farla bene come dico io ci vuole un giroscopio, ma ormai non è più fantascienza come anche solo 25 anni fa. 😉

    2. dipende da come “tarano” il sistema, tra piattaforma inerziale e centralina motore… (stesso lavoro che fa sulle auto: ripartizione continua della coppia su le 2 ruote).

      prima della BEV avevo Jeep 4×4 170cv a gasolio; ogni tanto mi divertivo a mettere a display la ripartizione della coppia tra le 4 ruote … persino su terreni asciutti, a qualunque velocità, vedevo oscillare la ripartizione tra assi ant/post … in effetti mi trovavo molto bene, in 5 anni ho “piallato” 2 treni di gomme.. facendo pure i drifting ..
      l’avevo soprannominata “la Giulietta Alta” .

  2. La trazione integrate, se ben supportata dalla piattaforma inerziale di controllo, è sicuramente un plus; mi preoccupa la durata dei motori nei cerchioni …. sulle strade italiane prenderebbero più colpi che alla Parigi-Dakar … vabbè che rotore+statore non son complessi come un termico … ma alla lunga … il dubbio mi resta..

      1. Per prezzi e autonomia la situazione al momento è quella che è, purtroppo bisogna dare tempo al tempo io mi limitavo ad osservare lo schema tecnico che continuo a ritenere interessante nella sua particolarità

    1. /// un’estetica avvilente \\\ E pensare che il sito del costruttore la descrive come raffinata e moderna al tempo stesso 🤔 Se non altro il finto serbatoio è amovibile in optional.. Purtroppo anche l’ingombro della batteria incide sull’impatto visivo ma se non altro con la contropartita di un’autonomia (a norma WMTC) non disprezzabile.

        1. /// a me pare la figlia della MZ ETZ \\\ In effetti trovo una certa somiglianza.. Con un pizzico di “effetto BMW” dato dal simil-Telelever all’anteriore 🤔

          1. Alessandro D.

            -In effetti trovo una certa somiglianza..-

            Andiamone fieri pero eh? 😀

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