
Motor Valley a rischio con l’elettrico? Guarda la Porsche, caro ministro Cingolani. Non solo non teme la rivoluzione a batterie, ma la cavalca con grandi risultati.

Motor Valley a rischio? Se ci arrocchiamo sì…
Ha fatto scalpore l”allarme lanciato dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, sul futuro della Motor Valley emiliano-romagnola. Il succo del suo discorso è stato: se la UE conferma gli obbiettivi al 2030 e al 2035, con un progressivo passaggio all’elettrico, la Terra dei Motori rischia l’estinzione. Con marchi come Ferrari, Lamborghini & C. a subire i contraccolpi dell’addio a cilindri e pistoni. “Se noi oggi pensassimo di avere una penetrazione del 50% di auto elettriche d’emblée, non avremmo neanche le materie prime per farle, né la grid per gestirla. Su un ciclo produttivo di 14 anni, pensare che le nicchie automobilistiche e il supersport si riadattino è irrealistico“, ha detto. Ma siamo sicuri che sia proprio così? Ci sono due modi per subire le rivoluzioni tecnologiche in arrivo. Uno è arroccarsi sul passato, difendere l’esistente e magari cominciare a chiedere fondi pubblici per continuare a fare quel che si è sempre fatto. Un altro invece…
Motor Valley a rischio? La Porsche con la Taycan…
Un altro invece è cavalcarlo il futuro e accettare la sfida delle nuove tecnologie a viso aperto. Cercando di cogliere anche le opportunità che si aprono, oltre alle oggettive criticità, che sono tante. Purtroppo l’industria italiana negli ultimi decenni non ha scelto questa seconda strada e dichiarazioni come quelle del ministro non aiutano a cambiare approccio. Tutta l’Europa è sulla stessa barca, ma altrove stanno già lavorando da tempo al cambiamento, raccogliendone i primi frutti. Per esempio la Porsche, che già nel 2019 ha lanciato il suo primo modello elettrico (sei anni prima della Ferrari, attesa per il 2025). E che ha appena annunciato i risultati di vendita del primo semestre 2021. Udite udite, l’elettrica Taycan vende ormai quanto la mitica 911 (19.822 consegne contro 20.611). E soprattutto ha già immatricolato in metà anno quanto ha fatto in tutto il 2022. Un trend impressionante, per un modello il cui listino va da un minimo di 89 a un massimo di 184 mila euro. Non un’utilitaria, insomma.

Bisogna crederci e c’è già chi si sta muovendo
Detlev von Platen, responsabile Vendite&Marketing di Porsche, spiega. “Il tasso di elettrificazione sta crescendo ovunque. Questo conferma il percorso intrapreso con la nostra strategia. In Europa, circa il 40% delle auto attualmente in consegna ha un motore elettrico, che si tratti di un elettrico puro o di un ibrido plug-in. La nostra massima priorità continua ad essere quella di realizzare i sogni dei nostri clienti“. Lasciando apertamente intendere che i sogni dei clienti possono essere esauditi in elettrico. Anzi, forse di più, visto che la Porsche sta per lanciare il suo secondo modello a batterie, la Macan, e ha tutta una gamma in arrivo. Del resto a Sant’Agata Bolognese, in casa Lamborghini, la pensano esattamente come in Porsche (entrambe le marche fanno parte del Gruppo VW). E nella Motor Valley c’è tutto un fiorire di aziende vecchie e nuove che si stanno buttando sull’elettrico, anche se il ministro non lo sa. Noi ne stiamo scattando una fotografia attraverso lo studio che presenteremo il 27 ottobre a KeyEnergy-Ecomondo. Ah, il ministro è invitato, naturalmente…
Ahia, calma calma calma, si entra su un terreno minato che non può essere visto da una singola angolazione, precludendo a prescindere altre soluzioni. Punto primo, vietate auto DIESEL E BENZINA dal 2035, non il motore termico. Punto secondo, apertura ufficiale dalla commissione EU agli e-fuel. Con questi due punti di partenza di può intavolare una discussione che va al di là delle proprie ideologie, che si sa, se applicate senza rigor di logica portano solo a scelte stupide. Il ministro ha ragione, indipendentemente che si sia d’accordo con altre sue dichiarazioni. La motor Valley vive di motori termici, è piena di ottimi artigiani, case automobilistiche e di componentistica che vengono studiate ed invidiate da tutto il mondo; la tradizione dell’auto è nel loro DNA ed è incredibile anche solo pensare che non si possano sfruttare nuove forme di carburante sostenibile per poter continuare una tradizione riconosciuta ed apprezzata da giovani e meno e pressoché in ogni luogo del pianeta. Stiamo parlando dell’apice dell’ingegneria e la massima tecnica per quanto concerne i motori a combustione, non certo di auto ad uso comune. L’innovazione farà sicuramente parte dei piani strategici di queste realtà, l’auto elettrica offre delle buone basi per preparare le future super ed hypercar, che però andranno ad affiancare le più classiche ed ammirate auto a pistoni. Affiancare e non sostituire, perché lo sviluppo permetterà di avere carburanti carbon free Che, anche inquinando in fase produttiva, verranno usati solo su auto che veramente rappresentano il fulcro del motore ruggente.
Anche Porsche, se ne è parlato molto anche si questo sito, proporrà dei carburanti sintetici per le auto meritevoli, perché la nicchia esiste e sempre continuerà ad esistere, indipendentemente dalle proprie ideologie.
Concludendo sarebbe come , forse così anche i più testardi ed irriducibili ci arrivano, chiedere alla Rolex di produrre solo smartwatches ed eliminare completamente gli orologi meccanici. Ma voi vi rendete conto che pur essendo incredibilmente più prestazionali, funzionali e precisi gli orologi di lusso vengono ancora prodotti con gli stessi metodi di 200 anni fa? E non mi pare che i giovani amanti della tecnologia schifino un Rolex per il quale pagano fior di soldi. La tradizione è un valore fondamentale che non deve mai venir cancellato, quanto piuttosto affiancato o modellato dall’innovazione.
Standing ovation per te , g.r.
Mi considero ancora “giovane”: i 12 cilindri Lamborghini, fantastici, si, ma presto dovranno appartenere al museo e a qualche rassegna di auto storiche.
Mi auguro che tutti i giovani lottino per il cambiamento climatico e contro lo status quo di 37 milioni di veicoli a combustione interna.
Poi vabbè, chi può un Rolex se lo conceda, in confronto ad un auto emette pochissime emissioni…
Per salvare le nostre industrie dobbiamo muoverci in anticipo rispetto al cambiamento non in ritardo. Troppo difficile da capire per un ministro?
Il sogno nel cassetto di Cingolani é di togliere gli incentivi alle elettriche dal 2022. Vediamo se ci riuscirà. Io temo di sì.
Toglierli no perchè anche se le aziende le vendono in altri paesi in italia ci sono le filiali delle case e posti di lavoro….. quindi credo li ridurranno cercando di rallentare il tutto come sembra vogliano fare ad esempio non rifinanziando il decreto agosto cioè quello che porta gli incentivi da 6k a 10k (parliamo con rottamazione). Forse nella sua mente si ma nella realtà credo sarà molto molto difficile che non rifinanzierà…
CONCORDO!
Gli ordini che arrivano a Cingolani dall’industria italiana sono di togliere gli incentivi alle elettriche e spostarli su diesel e benzina.
Non è detto che ci riesca in toto, ma starà probabilmente studiando con Draghi e Giorgetti come fare.
Ad esempio potrebbero lasciare scoperti alcuni trimestri, molto facile.
Contemporaneamente cercheranno, come dici tu, di ridurli. In quel modo le vendite crollerebbero perché EV sono ancora cari.
Speriamo bene perchè siamo l’unico (grande) paese che spesso fa ridere, tutti hanno (o quasi) hanno programmato per gli anni a seguire e noi ancora giochiamo se farli arrivare fino a fine anno… Io per questa cosa sono veramente incavolato all’ennesima potenza perchè bloccare o rallentare qualcosa che ancora deve svilupparsi per bene è da folli con grosse ripercussioni nel futuro. Ma si sa che l’italia da 30 anni a questa parte è lasciata andare alla deriva fra tassazione e burocrazia!
In Francia li hanno ridotti qualche mese fa. E’ normale che sia così: l’incentivo è più alto all’inizio e poi va a diminuire. Altrimenti non si spiega perché alcune elettriche francesi in Italia a listino costano più che in Francia …
Cingolani non ti curar di loro ma guarda e passa oltre 😂😂😂😂😂😂😂
Non penso che il mondo rallenti perchè Cingolani, con sguardo triste e preoccupato, annuncia che alla nostra bella Motor Valley 15 anni non bastano per adeguarsi. Per fortuna gli imprenditori italiani sanno reagire alle situazioni (magari con un pò in ritardo, ma poi in genere lo fanno anche bene), per cui voglio comunque essere ottimista. Resta la tristezza per avere alla guida politica questi personaggi (e mettiamoci pure anche Giorgetti, quello contro il 5g) che anziché motivare e suonare la carica (anche facendo di necessità virtù), evocano bagni di sangue e sciagure sociali, giusto per terrorizzare e deprime un paese già abbastanza provato. Visto che comunque alternative non ce ne sono, resta da chiedersi che senso ha questa battaglia (pro-petrolieri) già persa in partenza, utile solo per farci restare indietro.
E basta parlare di lobbisti da quattro soldi. Probabilmente costui fa anche il troll sui forum green per bloccare il cambiamento.
Il responsabile della restaurazione si chiama Mario Draghi. Aprite gli occhi!
La ringrazio per l’articolo, dott. Tedeschini, ma c’è qualcuno nel suo staff che ritiene il Ministro Cingolani un soggetto di “assoluta onestà intellettuale”.
Invece, a mio parere, dato la elevata formazione scientifica del dott. Roberto Cingolani, sospetto la sua malafede e come ho scritto via e-mail al suo collega (da cui non ho avuto alcuna risposta), vorrei ricordare le aperture di questo Ministro agli inceneritori, la sua posizione sulla plastica monouso, le sue dichiarazioni in merito al “bagno di sangue” delle rinnovabili, il taglio di finanziamenti per i Parchi Nazionali…
Senza dimenticare che ha definito alcuni giornali possedere un atteggiamento “leggermente terrorista” (riferendosi all’argomento inceneritori), alla faccia della libertà di informazione (fonte: Il Fatto Quotidiano).
Ci resta da sperare solo che l’UE stessa faccia pressioni al nostro Governo per sollevarlo dal suo incarico!
Mi spiace, ma per questa persona provo solo un disarmante e profondo disprezzo.
Il MITE é stato consegnato da Draghi alIe lobby del petrolio. Avete ancora qualche dubbio?
Quello del “suo staff” che non le ha risposto privatamente, caro Christian, sono io e sono il cofondatore di Vaielettrico. Noi non scambiamo mail con i lettori, ma discutiamo in pubblico in questo blog. E in pubblico, su questo blog, le avevo già detto che ogni critica e ogni valutazione è ammessa, nei dovuti toni. Sul ministro Cingolani, in particolare, i toni di alcuni commenti stavano scadendo all’insulto gratuito e non lo consentiremo. Che lei lo contesti va bene, che dica di disprezzarlo no. Che lo accusi di malafede nemmeno. E non gli attribuisca posizioni che non ha mai espresso, tipo il “bagno di sangue” delle rinnovabili.
“Potrebbe essere un bagno di sangue”. Roberto Cingolani è chiaro: in un’intervista alla Stampa… scusi il refuso, il Ministro chiamava in causa la transizione energetica (quindi sottintese le fonti rinnovabili).
Avete fatto anche voi un articolo in merito il 2 luglio: Il ministro della… maledizione ecologica. da Redazione.
Forse mi sbaglio io, ministro innocente come acqua di sorgente?! Sorgente in un Mondo che sarà diventato un posto invivibile e irrecuperabile ed il Genere Umano (forse) estinto. Sono pessimista? Forse solo un pò troppo realista, se non interverremo al più presto contro lo scempio che stiamo facendo sulla Terra… non estiste un pianeta B!
Non avremmo fondato Vaielettrico se non avessimo condiviso l’allarme per il futuro del Pianeta e sostenuto la transizione energetica. Ciò non vuol dire ignorare i molti problemi che comporterà. Per i quali non esiste una soluzione unica e una ricetta magica. la discussione è aperta, non sull’obiettivo finale ma su come raggiungerlo. E tutte le rivoluzioni hanno fatto vittime.
Quando soffia il vento del cambiamento i saggi costruiscono mulini. Gli stolti costruiscono mura.
Niente, non ce la fate, ogni cosa che dice cingolani non va bene; paragonare la ns motor valley alla Porsche poi….
Questo personaggio non é un ministro. É un lobbysta messo lì per fermare il cambiamento. Messo lì da Draghi. A Draghi dei cambiamenti climatici non importa nulla.
Bisogna contestualizzare il tutto e non piantarsi sugli estremismi (elettrico si, elettrico no).
La via maestra, l’unica tecnicamente fattibile e che sia sostenibile per : supply chain, lavoratori, clienti(si troveranno a pagare prezzi più alti a parità di segmento), emissioni da produzione di energia elettrica, è nel medio periodo una coabitazione dell’elettrico con altre soluzioni ibride.
Il Ministro ha giustamente fatto notare che il 2030 è dietro l’angolo… è impensabile credere di poter convertire l’industria Automotive, dell’energia elettrica, della sua distribuzione e sovvertire le abitudini di mobilità della popolazione europea e mondiale in 9 anni.
Il ritmo con cui dovremmo incrementare la produzione di energia pulita per arrivare a target è attualmente insostenibile.
La stessa Porsche sta investendo tantissimo in carburanti sintetici.
L’elettrico”per decreto” è concettualmente sbagliato. Bisogna invece obbligare con la normativa Euro 7, le case a trovare soluzioni per rendere pulita la gamma di veicoli in vendita attraverso elettrico, ibrido con combustibili verdi, idrogeno e qualsia altra soluzione possibile.
La Porsche aveva (ha) a listino un berlinone 4 posti e diversi suv: tutti facili da portare in elettrico. La 911 non è elettrica. Per questo in Italia vedo facili da portare in elettrico il brand Maserati (che infatti è quasi pronto) o il suv Ferrari. Non vedo come una F8 tributo oggi possa passare in elettrico. Per queste auto servono le batterie a stato solido
Il ministro Cingolani è terrorizzato e con lui faremo pochissima strada. Le auto ormai sono dei computer con le ruote e se non capiamo in fretta che dobbiamo produrre batterie e tecnologia (processori, chip) in Europa e in Italia davvero diventiamo una colonia Cinese. I posti di lavoro se mettiamo le fabbriche non si perderanno, anzi.
Si infatti è lo stesso esempio di fabbriche automotive di 20 anni fa e quelle attuali con tutti i robot che assemblano uguale proprio…. Ormai se ne parla sempre con più insistenza dicendo che gli operai di linea scompariranno, facendo posto a coloro che controlleranno le macchine e faranno manutenzione quindi se prima ne avevi 1000 oggi ne avrai 200 con qualche picco durante la manutenzione!
Cingolani è un essere (a mio avviso amorale) che ha un solo scopo, tirar fuori tutte le argomentazioni possibili per osteggiare l’auto elettrica in quanto lui è uomo di fiducia dell’Eni.
Ma il problema non si ferma qui, chi lo ha messo li è come lui se non peggio, altrimenti non ci sarebbe in quella posizione.
Il problema è che il petrolio è un grosso generatore di lucro, tangenti, speculazioni e siccome come noto l’italia è un paese clientelare per i politici fermare questo flusso di denaro è un incubo.
Con la mobilità elettrica questo flusso si riduce ai minimi termini.
Poi loro parlano sempre dei posti di lavoro, ma fondamentalmente non gliene frega un tubo.
Come dalle mie parti dove le aziende petrolifere avvelenano e uccidono in quanto hanno il permesso di inquinare e se qualcuno si lamenta subito il politico di turno con aria da gran signore dice: “eh dobbiamo salvare i posti di lavoro”, – tutte balle deve salvare le royalties e tutto il flusso di denaro che loro fanno arrivare alla politica, in bianco ed in nero – ci sono aziende non petrolifere che hanno chiuso mollando a casa il doppio delle persone e nessuno a detto nulla.
Analizzate la questione Moby Prince e capirete a cosa possono arrivare i politici pur di salvare i loro amici petrolieri.
E’ successo anche a me che che la rata risultasse più alta di quella pubblicizzata quando ho acquistato le e-Golf, questo accade perché la pubblicità si riferisce all’acquisto del modello base, senza optional e senza servizi.
Consiglio e di acquistare sevizi inutili come i tagliandi, tanto per una EV costano poco
Lasciar stare agli optional inutili
Così l’anticipo e la rate saranno inferiori, ma mai uguali a quelle pubblicizzata se si prende un modello superiore a quello base.
Aspettate che tutto il gruppo vag smetta di fare auto ICE e che quindi tutti i fornitori non serviranno a nulla, poi ne riparliamo.
C’è un autorevole studio inglese che conclude affermando che se la transizione all’elettrico viene ben gestita, porterà solo nel Regno Unito 100.000 posti di lavoro netti in più. Le auto le sappiamo fare, e possiamo competere tranquillamente coi cinesi. Sono anni cruciali, da affrontare con coraggio.
Dai siamo SERI!!! Speriamo che non credete a queste ricerche strambe approssimative, fra poco vi faranno credere che gli asini volano dai su! Ricordatevi che qualche tempo fa uscirono delle ricerche dicendo che le auto elettriche inquinavano di più nel ciclo vita.. quando tutti gli altri studi dicono il contrario!!!
E aggiungo, se con una comoda berlina elettrica da famiglia da 130.000 eur, ottima per andare a fare la spesa, si coprono i 400 metri in poco più di 9 secondi, la motor valley se non virerà all’elettrico potrà solo soddisfare i nostalgici del brum brum, sarà un mercato di nicchia che con il passare degli anni, man mano che (per raggiunti limiti di età) i predetti affezionati non avranno più la patente finirà per chiudere.
Purtroppo i petrolieri sono avidi e senza scrupoli, per soldi farebbero qualunque cosa contro la vita umana, contro il pianeta, contro tutto.
Moby Prince.
Imbarazzante veramente. Stanno correndo a 200 orari in direzione di un muro bello duro e continuano a negare o a posporre il problema.
La politica in italia è stata sempre quello che è quindi stendiamo un velo pietoso, ma sappiamo che con l’elettrico ci saranno molti molti meno posti in meno per una semplice questione di logica essendo più semplice e meno complessa quindi più facile d’assemblare e manutenere, chi dice il contrario ci dovrebbe spiegare su che basi. Non a caso si parla d’idrogeno apposta per mantenere più posti di lavoro possibile quindi ci sarà un motivo…. Chi lavora nell’automotive sa dove sta andando il mondo………….
chi dice “idrogeno” lo fa per far tirare avanti il più possibile la carretta alle compagnie petrolifere. Si riempiono la bocca di “eh ma c’è l’idrogeno verde” e poi vedrai invece come verrà prodotto in realtà l’idrogeno (oltre a essere comunque una toppata incredibile almeno per l’automotive).
Esatto caro Mau.
Ma……io penso che comunque tutti in elettrico non ci potremo andare….salta la luce già ora con i condizionatori accesi….come potremo disporre dei milioni di kW necessari a tutti per ricaricare l’auto all’uscita dal lavoro?….riattiviamo il carbone?….o il nucleare?….booooo
Andy, non vorrei sorprenderla, ma qualcuno ha già pensato a fare questi calcoli. 🙂 ne abbiamo parlato diverse volte.
Ricordo anche che l’auto elettrica non sarà una esclusiva disponibile solo in Italia, ma in molte altre nazioni anche extra europee. Dunque, se in Italia (o, più in generale, anche in altre nazioni) non si svegliano fuori, rischiano di perdere il treno e di prendere una bella mazzata.
È senza dubbio vero che il passaggio all’elettrico farà perdere posti di lavoro, non per questo la meccanizzazione agricola degli anni 40-50 è stata osteggiata pensando che, se si sarebbe fatto tutto a mano, si sarebbe conservato il posto di lavoro. A mio parere l’Europa è in pauroso ritardo rispetto agli asiatici nella progettazione/produzione di EV, la politica non deve osteggiare questa transizione ma accompagnarla nel migliore modo possibili, i Cinesi arriveranno comunque, che noi saremo pronti oppure no, e se non saremo pronti cosa faremo? Tasseremo le importazioni, e i Cinesi in tutta risposta cosa faranno? Staranno a guardare? In non la penso così. 14 anni sono pochi per prepararsi al switch-off? Probabilmente si, e quindi anziché prepararci ci lamentiamo delle possibile conseguenze? Siamo già falliti ancora prima di iniziare.
La stessa semplice questione di logica ci porta a dire che le elettriche costeranno meno delle auto con motore tradizionale. Stesso discorso per l’idrogeno. Ciò che costa e inquina di più verrà spazzato dal mercato, che piaccia o meno.