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 Morand eTechnology: ricarica flash con gli ultracondensatori

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Morand eTechnology ha presentato un pacco batteria a ricarica ultraveloce. Utilizzando innovative celle a ultracondensatori ibride (HUC) sviluppate da Sech SA in combinazione con controller avanzati, può permettere a una piccola city car  di fare il pieno in 72 secondi. A detta della startup tecnologica svizzera Morand, eTechnology «ha il potenziale per rivoluzionare la mobilità».

 
Morand eTechnology
Un prototipo da 7,2 kWh è stato in grado di ricaricarsi all’80% in 72 secondi. Fonte: Morand

Ma eTechnology è progettata per molte altre applicazioni che richiedono ricariche rapide e frequenti. Per esempio droni, e-bike, e-scooter e robotica.

In test indipendenti di Geo Technology, il sistema di Morand ha dimostrato la capacità di ricaricare un’unità di test da 7,2 kWh al livello del 98% in 120 secondi, fino a 900 A/360 kW. E all’80% in 72 secondi, al 100% in 2,5 minuti.

Secondo Morand questi tempi di ricarica non si applicherebbero ai pacchi batteria più grandi, superiori a 100 kWh, utilizzati nei veicoli elettrici più esigenti. Ma con ricariche così veloci le grandi batterie e le conseguenti grandi autonomie potrebbero  essere superflue. Basti pensare che una Citroen Ami, che dispone di un paccho batteria di 5,5 kWh, in meno di due minuti incamererebbe circa 70 km. Resta però da vedere come le performances di eTechnology cambiano scalando a batterie adeguate ad autoveicoli per usi extraurbani e autostradali.

Morand eTechnology

«I test _ sostiene poi Morand _ hanno dimostrato la capacità della nostra eTechnology di completare più di 50.000 cicli. L’unità di test più longeva si sta ora avvicinando a 70.000 cicli». Questo significherebbe una longevità delle nuove batterie ibride di oltre 10 volte superiore alla migliori batterie tradizionali.

Inoltre, a differenza delle tradizionali batterie agli ioni di litio, eTechnology richiede poco litio o cobalto. Usa un po’ di litio, ma i componenti principali sono alluminio, grafene e carbonio. Morand eTechnology dice anche di aver creato una soluzione più sicura, che  impedisce in modo permanente qualsiasi propagazione del fuoco all’esterno del veicolo .

Un altro aspetto importante è che la tecnologia impiegata da Morand è efficiente anche a temperature estreme.

Ora Morand sta lavorando con un partner per produrre le sue batterie su scala industriale e spera di avvicinare l’eTechnology alla parità di prezzo con le soluzioni agli ioni di litio tradizionali.

«Grazie all’estrema durata e ai tempi di ricarica sorprendentemente rapidi, la nostra eTechnology brevettata ha un vasto numero di possibili applicazioni _ ha affermato il fondatore e amministratore delegato Benoît Morand _. Mentre molte di queste tecnologie vengono annunciate e non vanno oltre, oggi stiamo lanciando eTechnology con sistemi funzionanti in azione. Il nostro programma di test e sviluppo è stato esteso, ma abbiamo anche verificato le nostre affermazioni con test indipendenti. Ora ci stiamo concentrando con il nostro partner di produzione per cercare ulteriori investimenti e finalizzando accordi per una serie di applicazioni chiave, inclusi droni ed e-bike“.

Morand ha sviluppato anche un avanzato sistema di recupero energetico ibrido, sempre utilizzando gli ultracondensatori. Fondata da ingegneri di Formula 1 e World Endurance Championship, ha sede a Vuadens, in Svizzera, a meno di un’ora da Berna.

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9 COMMENTI

  1. Ottimo sistema per immagazzinare l’energia di una frenata rigenerativa.
    Molto meno buono per ricaricare una batteria dalla rete: per caricare 7,2 kWh in 2 minuti serve una colonnina da 250 kW di potenza .
    Per caricare 4 di queste batterie in contemporanea serve un megawatt.

  2. Cosa impedisce di installare 10 batterie da 7,2 kWh in auto?
    Cosa impedisce di progettare auto e colonnine con più più prese di ricarica?
    La faccio semplice… è il bello della vita 🙂

    • È che non sono batterie vere e proprie ma condensatori ultra rivoluzionari, probabilmente quando il sistema scala di dimensioni il beneficio della soluzione va a scemare, ma non è così chiaro se il problema sia della soluzione adottata o semplicemente perché per mantenere quei tempi di carica su batterie da 50/70kwh servirebbero potenze immani alle colonnine.
      C’è anche da vedere la loro capacità di mantenere la carica per lunghi periodi, che è il principale tallone d’Achille dei condensatori tradizionali.
      È sicuramente interessante vedere un approccio diverso alle ricariche, certi servono colonnine da 350kw per avere quei tempi su una batteria da 7kwh, ma per carità, a tendere dovranno essere tutte molto alte, va bene la carica casalinga ma cmq esistono meno della metà dei garage per ogni auto circolante, o si tappezza ogni mq di colonnine lente o qualcuna lenta e tante fast che necessitando di 2/5 minuti ad auto non saranno aree di sosta ma vere e proprie stazioni di rifornimento al pari dei benzinai.

    • E poi scopri che quel che chiami “batteria” è già un pacco di batterie… quindi più batterie… 🙂 Stiamo già usando batterie in parallelo come suggerisci. Il limite non è dato da più “prese” in parallelo.
      Non mi esprimo sul limite in questo caso. Rischierei di dire castronerie non essendo esperto. Ma “farla semplice” non significa che lo sia. 🙂

      • In realtà basterebbe caricarle in sequenziale.
        Sono 3,6 kWh al minuto di ricarica, se ne avessi 72kWh servirebbero 20 minuti. Un pochino meno di una Tesla ad un costo probabilmente elevato MA con 70.000 cicli di ricarica…
        Sicuramente trovano un utilizzo congeniale in qualche cosa di particolare.

        • Infatti, l’azieda è la prima a dire che l’impiego ideale è nelle due ruote, nelle city car e nei droni. Sulla longevità andrei cauto in attesa di dettagli sull’architettura delle nuove celle. Forse i 70 mila cicli valgono per gli ultracondensatori che, se ho ben capito, sono solo uno dei componenti della batteria ibrida.

        • Fosse possibile caricarle come se fosse batterie diverse e farle lavorare poi in parallelo…
          Sarebbe come fare il pieno di benzina.
          Un’auto ogni 6 minuti e via.

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