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Monopattini sui marciapiedi: a Roma per il 33% è legale

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Qui e sotto tre immagini dei corsi organizzati da UNASCA e Voi Technology.

Monopattini sui marciapiedi: a Roma il 33% dei ragazzi che hanno partecipato al modulo sulla sicurezza UNASCA-Voi Technology pensa che sia legale…

monopattini sul marciapiedeMonopattini sui marciapiedi e su strade interdette

Il modulo di formazione sulla guida sicura dei monopattini in città è stato già integrato nei corsi di 244 autoscuole italiane, 70 delle quali a Roma. Arrivando a interessare circa 2.000 corsisti romani. A questi ultimii, prima del corso, è stato chiesto di partecipare a un test sulle regole di circolazione e parcheggio. Con risultati sconcertanti:

  • Il 33% non conosce i requisiti che deve avere un monopattino per poter circolare (devono aver ottenuto l’omologazione CE ed essere dotati di frecce direzionali).
  • Il 33% non sa che è illegale circolare in monopattino sui marciapiedi e su qualsiasi tipo di strada urbana (possono circolare solo sulle strade il cui limite di velocità sia entro i 50 km/h, nelle aree pedonali, ovunque sia consentita la circolazione delle bici).
  • Il 31% non sa che può circolare in aree pedonali, ma che deve mantenere una velocità massima di 6km/h (che si riduce automaticamente nei monopattini in sharing).
  • Il 25% non sa che non è consentito parcheggiare i monopattini sui marciapiedi. Un altro 25% non conosce cosa sia la distanza di frenata dei monopattini.

monopattini sul marciapiedeScarsa conoscenza anche dell’effetto di sostanze alteranti

Altra cosa preoccupante che è emersa: il 25% degli studenti non sa cosa sia il tempo di reazione e che questo aumenta se si guida sotto l’effetto di sostanze alteranti. Insomma c’è molto da fare, sul piano teorico e delle dimostrazione pratiche. Dopo due mesi di collaborazione fra  UNASCA e Voi Technology,  il primo corso pratico di guida dei monopattini nella città di Roma nei pressi dell’Autoscuola Tiburtina Valeria. A seguito dei test teorici, le autoscuole aderenti hanno fornito ai corsisti il modulo di formazione aggiuntivo, che continuerà ad essere distribuito per tutto il 2022. Con la possibilità di testare le conoscenze acquisite attraverso la prima e unica scuola guida digitale e gratuita, Ride Like Voila, sviluppata da Voi Technology. Secondo i due partner, in fatto di sicurezza, la formazione è l’unica soluzione per creare una cultura della condivisione dello spazio pubblico fra pedoni e differenti mezzi di trasporto.

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8 COMMENTI

  1. Affermare che non è possibile con il monopattino passare sul marciapiede mi sembra una legge illogica. Posso capire citta come Roma dove i marciapiedi sono molto affollati… ma non in tutta Roma solo al centro!!!. Ma in altre citta dove ci sono i marciapiedi e spesso sono vuoti, obbligare a passare sulla strada è SOLO un pericolo aggiuntivo di incidente per gli automobilisti che non sanno spesso come evitare il monopattino (senza fermarsi), per cui il rischio di incidente nelle strette strade delle citta Italiane è altissimo(spesso poi mancano anche i marciapiedi). Basterebbe il buon senso! Chi va in monopattino sul marciapiede e vede situazioni con molti pedoni o anziani, potrebbe scendere e andare a piedi. Tra l’altro nella mia citta metà di molti marciapiedi sono divenute piste sia ciclabili che per pedoni.

  2. Vorrei proporre queste stesse domande ai guidatori di:
    +Furgoni per consegne
    +biciclette a pedalata assistita
    +ciclomotori e/o scooter
    +guidatori di auto.
    Non penso di ottenere risposte molto diverse :-))

  3. Infatti il problema non è il mezzo di per se ma la scarsa attività elettrica del cervello di molti (non tutti per fortuna) che lo utilizzano. Che non si informano. Non si pongono il problema se possono o meno lasciare il mezzo in mezzo al marciapiede. Se devono rispettare quei segnali luminosi strani che regolano la viabilità (verde, arancione, rosso). Se, se, se… Fino a quando succede qualcosa e loro convinti affermano “io non sapevo…”. Per non parlare dei soliti che se redarguiti da qualcuno “civile” rispondono “io faccio quello che ca…. mi pare e se non ti togli di mezzo ti spacco la faccia”.
    Quindi la colpa non è del mezzo ma dell’utilizzatore

  4. C’e’ qualcosa che stride molto sulla regolamentazione in materia, l’altro giorno parlavo col vicino di casa che stava rientrando monopattino alla mano, gli ho chiesto: Ma quel monopattino ha due ruote? si non ha pedali? si, ha un acceleratore sul manubrio? si è legale? si l’ho comprato a Media….d (per non fare pubblicità) Quindi tutto ok!
    Ma le biciclette elettriche vendute in italia (la minuscola è voluta) on possono avere l’acceleratore sul manubrio altrimenti sarebbero motorini quindi andrebbero omologati, targati e assicurati, quindi inutilizzabili per il motivo per cui sono state costruite (almeno le MTB per percorrere sentieri in montagna dove sono vietati i mezzi a motore) Ma non solo: con la MTB normale in pianura posso tranquillamente andare a 30-35 Km/h mentre dopo i 25-26 Km/h con quella elettrica (comprata in un negozio di una catena francese molto in voga) dopo quella velocità il motore mi frena al punto tale sfiancarmi dopo pochi secondi. Siamo proprio il paese delle banane, basti pensare che per la legge i due mezzi sono entrambi fuori norma, ma siamo anche il paese che ha inventato lo sciopero bianco: Applicare la legge senza se e senza ma, sistema perfetto per fermare tutto.

    • In realtà la bici elettrica dopo i 25km/h smette di spingere col motore elettrico, non è frenata è solo la sensazione di dover spingere coi propri muscoli.

      Ho provato la mountain-bike elettrica di mia moglie e mi sono stupito al contrario di quanto a motore spento mi sembri una bici normale. Solo il peso incide in salita, mentre nei tratti pianeggianti speravo i 30km/h facilmente, certo io sono allenato.

      Ipotizzo la creazione di una nuova categoria di mezzi, la bici con acceleratore e se ipotizziamo velocità maggiori penso che casco e assicurazione bisognerebbe metterle tra gli obblighi.

  5. In qualsiasi ambito, se dai ad una persona uno strumento senza spiegare come usarlo e cosa non fare, ognuno fa di testa sua, poi se ne vedono le conseguenze

  6. Non capisco l’accanimento su di uno strumento che se usato nel modo giusto è semplicemente più che fenomenale. Sono tutti a puntare il dito, ma mi sembra che sia pieno di bambini che guidano bici senza casco, o che vanno in due. Per non parlare di chi sfreccia contro mano, che non rispettano i semafori o peggio ancora come molti rider che oramai fanno della strada ciò che vogliono. Quindi per questo motivo non capisco perché volere frecce casco etc. La stragrande maggioranza delle bici è perfino prima delle semplici luci anteriori. Piuttosto che fare questa guerra ai monopattini, togliamoli da quelle persone che in virtù del fatto che lo noleggiano per pochi minuti si sentono in dovere di testarli manco fossero stuntman.

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