Tira una brutta aria per i monopattini elettrici. Crescono gli incidenti e il malcontento di chi li considera mezzi pericolosi. Alcune città ne vogliono limitare la circolazione mentre si attende il via libera ai nuovi obblighi introdotti dal Codice della Strada.
Forse prefigurarne un declino è prematuro. Certo è che oggi il settore dei monopattini elettrici, a livello globale, non se la vive bene. Stretti nella morsa di normative di utilizzo sempre più stringenti, amministrazioni cittadine che via via ne voglio limitare, o addirittura vietare, la circolazione, il futuro di questi mezzi a zero emissioni non è poi così roseo come ci si poteva prefigurare fino a poco tempo fa.
Protagonisti di un boom repentino ed esteso negli ultimi anni, oggi i monopattini sono sempre più “chiacchierati”, spesso al centro di aspre critiche legate al reiterato abuso del loro utilizzo in città. Dinamiche che ruotano attorno al tema sicurezza ma non solo, che ora rischiano di minare profondamente il settore.
Una “condivisione” selvaggia
I segnali di una certa insoddisfazione generale sono già evidenti. E hanno un peso. Ad essere finiti sotto la lente d’ingrandimento sono soprattutto i servizi di condivisione pubblica dei monopattini, i cosiddetti operatori in sharing, il cui numero è aumentato in maniera esponenziale specie nelle grandi città, portandosi dietro parecchi problemi di gestione.
In molti casi il tentativo di regolamentarne l’uso in strada da parte delle amministrazioni locali non ha avuto l’esito sperato. E così, un mezzo di trasporto green nato con uno scopo utilitaristico si è trasformato in oggetto di un Far West incontrollato.
Tanto che alcune capitali europee, non ultime Bruxelles e Roma, hanno deciso di dare un giro di vite importante riducendo i monopattini in circolazione e imponendo regolamenti più stringenti agli operatori. Addirittura Parigi ha fatto tabula rasa, abolendo del tutto lo sharing elettrico dopo un vero e proprio plebiscito popolare.
Controlli e regole ferree bastano?
In Italia i fatti di cronaca con protagonisti in negativo i monopattini, e i loro conducenti, non sono poi così sporadici. Anzi. Così come crescono i comuni che intendono mettere un freno alla loro proliferazione.
Dopotutto, gli incidenti, anche gravi, persistono, e il coro del malcontento cresce di intensità. In generale, quello che traspare è una certa insofferenza verso mezzi considerati invadenti e pericolosi, che il più delle volte mettono a repentaglio la sicurezza degli utenti della strada, pedoni compresi.
Le critiche principali ruotano attorno all’eccessiva velocità e al parcheggio selvaggio. Tra monopattini che ‘sfrecciano’ indisturbati, slalomeggiando tra le macchine, spesso in contromano o in aree pedonali, tra soste non consentite e mezzi abbandonati ovunque, da più parti si invocano regole più ferree.
Quanto potranno esserlo le norme che entreranno in vigore a breve con il Nuovo Codice della Strada – al vaglio del Parlamento – sarà il tempo a dirlo. Di certo, obblighi impattanti come quello del casco (per tutti), dell’assicurazione e di una sorta di targa per poter circolare sono stati inseriti proprio allo scopo di disciplinare il più possibile un settore ritenuto da più parti fuori controllo. Con sanzioni rilevanti (fino a 400 euro) in caso di illecito.
Un aiuto alla mobilità green
Il dibattito sul tema è caldo. Perché, come contraltare, il pugno di ferro sui monopattini, per quanto ritenuto da molti ormai indispensabile, potrebbe altresì scoraggiare potenziali acquirenti, frenando così nel lungo periodo la diffusione della micro-mobilità green nelle città.
Ecco perchè, per evitare ciò, c’è chi ritiene che norme più severe e controlli maggiori debbano essere necessariamente accompagnati da un lavoro mirato delle amministrazioni per rendere le città quanto più strutturate ad accogliere una mobilità dolce diffusa. Che difenda il ruolo funzionale dei monopattini elettrici, certo, ma anche quello di biciclette ed eBike.
In questo contesto, estendere e migliorare la rete cittadina con percorsi dedicati e corsie riservate può aiutare a rendere la convivenza in strada fra veicoli e pedoni più sicura. Allo stesso modo, anche lo sviluppo tecnico e tecnologico degli stessi monopattini, oggi più evoluti di ieri, può certamente portare benefici alla causa della sicurezza.
La vera discriminante è, piuttosto, il comportamento umano. Che fa tutta la differenza del mondo, nel bene e nel male. E su questo, anche i tanto bistrattati monopattini elettrici possono farci poco.
Perché contro il monopattino elettrico in Italia è stata lanciata una campagna ideologica e politica da parte di una ben determinata area.
A questo però vanno aggiunte due problemi reali:
– L'”invasione” indiscriminata e irrazionale dei sevizi di sharing (fortunatamente i conti hanno sfoltito un bel po’, e chi è rimasto sta prendendo coscienza di dover gestire meglio al cosa)
– La guida indisciplinata di tanti possessori privati.
– A ciò si aggiungano anche molti mezzi non a norma che non vengono sanzionati a dovere (ancora ieri, ho visto un tizio girare per milano col monopattino col sellino).
Personalmente, lo trovo un mezzo molto intelligente (pur con molti limiti) che utilizzo molto volentieri.
Forse il problema è che i servizi di sharing hanno preferito proporre una flotta basata sui monopattini (anziché sulle ebike) in quanto evidentemente piú economici da acquistare e manutenere, di conseguenza hanno invaso le cittá con questo tipo di veicolo mettendone in luce i limiti amplificati dall’indisciplina degli utenti. Spero che prima o poi si diffondano i monopattini con una ciclistica piú adeguata alle strade nostrane e che chi di dovere controlli maggiormente il rispetto delle regole.
Eh certo, ha ragione il nostro Ministro Salvini… molto più sicuri i suv… ma per favore!
Il mezzo di per sè potrebbe essere geniale, ma al solito è chi lo usa che lo rende pericoloso.
Ad esempio, quando un monopattino centra un pedone che racconta: “Un amico fraterno mi ha detto “ti ho riconosciuta dai capelli”; oggi l’ortopedico è stato ottimista su praticamente tutto quello che è strettamente di sua competenza. Ma non è riuscito a nascondere l’orrore alla vista della situazione del viso (anche se il chirurgo è stato bravissimo). Ora sono meno ottimista, ho anche pianto.
Vedi: https://wp.me/pjP1E-xD8
Pensa che succede quando un pedone è centrato da un auto…
Pensa che succede se un’auto è centrata da un camion.
Se andiamo avanti ad esempi, non si fa altro che spostare il problema un poco più in là, ma in questo caso l’argomento era il monopattino.
Volendo dire, pensa che succede quando una bici investe un pedone: https://wp.me/pjP1E-pX1
o viceversa quando un pedone fa cadere uno in bici: https://wp.me/pjP1E-po0
Mi dispiace per la triste vicenda del blog ma non demonizzerei il veicolo in sé.. Non credo che sarebbe stato piú molto piú facile ottenere un risarcimento da parte del delinquente in fuga se quest’ultimo fosse stato alla guida di un veicolo a due ruote targato (intestatario irreperibile, mancanza di assicurazione, …)
Il monopattino elettrico, per quanto personalmente lo trovi anche simpaticissimo, per sua stessa natura è un oggetto intrinsecamente pericoloso. Velocità relativamente elevata in rapporto alle ruote piccole e ad una avancorsa minima lo rendono soggetto a cadute semplicemente devastanti anche in presenza di un piccolo dosso o di una qualsivoglia buca anche di minima profondità.
Se vogliamo parlare di mobilità dolce, personalmente sarei dell’idea di spingere con molta decisione sulle biciclette elettriche. Ugualmente valide allo scopo e mille volte più sicure a livello di dinamica. Ne ho una, molto semplice, e la trovo assolutamente geniale. Poi chiaramente questo è solo un mio punto di vista.
Vero che intrinsecamente pericoloso ma ,per me, ancora più vero quanto scritto in fondo all’articolo.
Io sono dispiaciuto per questa situazione perchè è un oggetto intelligente, si può mettere in baule o nel treno per poi arrivare a destinazione mentre l’e-bike è più ingombrante da trasportare (poi costa mooolto di più).
In famiglia abbiamo un monopattino e diverse volte ha fatto la differenza, p.e al mare per fare un salto veloce in farmacia/alimentare o per un tagliando auto ice con fermo giornaliero e ritorno a casa in autonomia.
Alle, solo perchè sei tu, ti confido il rebrand, così per ridere: Ducati.
Si potrebbe anche dire che, tra i giocattoli in garage, abbiamo anche una Ducati elettrica 🤣
Tu scherzi, ma io ogni tanto penso al Guzzino elettrico del futuro…
https://wide.piaggiogroup.com/articles/corporate/moto-guzzi-da-record-piccolo-grande-guzzino/foto1.jpg
/// in rapporto alle ruote piccole e ad una avancorsa minima \\\ Infatti secondo me i servizi di sharing avrebbero dovuto preferire modelli con ruote piú grandi e con maggiore avancorsa, del resto si tratta di veicoli che non devono essere portati a mano sui mezzi pubblici (come spesso quelli personali) e che quindi non richiedono una compattezza estrema. In questo modo si ridurrebbe molto il divario con le ebike e si accontenterebbe chi non vuole pedalare per un motivo o l’altro..