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Monopattini. Giaretta: “Una legge per fare propaganda e post sui Social”

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Con Andrea Giaretta (Assosharing) cerchiamo di approfondire le nuove regole del Codice della Strada che riguardano i monopattini elettrici.

Il nuovo codice della strada è in vigore da meno di una settimana e già sembra ci sia bisogno di una messa a punto, tra emendamenti e decreti attuativi. Cerchiamo di fare chiarezza sulla parte che riguarda i monopattini elettrici insieme ad Andrea Giaretta, Vicepresidente di Assosharing.

La questione più spinosa per lo sharing è ovviamente l’introduzione dell’obbligo del casco anche per i minorenni. Ne abbiamo già parlato diverse volte riportando dati di incidentalità e di mortalità; trattando il tema non solo in termini di innegabile utilità, ma anche provando a calare nella realtà una norma del genere.

Proprio da qui inizia la nostra chiacchierata con Andrea Giaretta. Dalla considerazione che i servizi di sharing non hanno l’obbligo di fornire il casco mentre chi li utilizza invece deve indossarlo. Un cortocircuito risolvibile solo ipotizzando che gli utenti acquistino un casco e lo portino con sé ogni volta che forse utilizzeranno uno monopattino in sharing.

Andrea Giaretta

“C’è uno scollamento: noi per legge non possiamo mettere alcun tipo di addobbo al mezzo – spiega Giaretta -. Non c’è un sottosella, non c’è un bauletto. Ci sono solo un palo e una tavola. Fisicamente non c’è un modo di mettere un casco. Il tema è che bisogna capire la morfologia del mezzo e capire cosa è sicuro e cosa no. Non si può al contrario pensare cosa è sicuro e cosa no stravolgendo la morfologia… o fregandotene. È sbagliato! Prima si pensa a quali sono i vincoli dell’oggetto che stai normando e da lì magari decidi piuttosto di ridurre la potenza.

È stata scritta una legge che non è combaciante con la realtà dei fatti. Perché  è stata fatta una misura ideologica o quantomeno disinformata. Non ci si è posti il problema di capire come funziona il servizio e quali sono i vincoli pratici e la fruizione reale. È una legge di tipo propagandistico che è stata fatta per fare dei post sui Social. Non è stata fatta con l’ottica di analizzare un problema”.

E in tema di sicurezza? 

“Lo sharing non è in grado di fornire un casco e quindi (se devo risolvere un problema di sicurezza, ndr) riduco la potenza o le aree di operatività, come fatto in altri Paesi. Con queste soluzioni è possibile creare un sistema che porta a zero la mortalità. In Italia è già così da due anni e mezzo!”.

Per i parcheggi ci sono nuove regole?

“In realtà no! Ci sono solo più cose da scrivere su Facebook. Però le regole di parcheggio sono le stesse dal 2021 e man mano le città stanno creando infrastrutture. Sono stati erogati fondi del PNRR per infrastrutture e tutte le città si stanno muovendo.

Ovviamente il parcheggio dei monopattini rimane un tema attuale, ma questa legge è solo di natura propagandistica. Perché dice cose che c’erano già o ne demonizza altre con spirito molto punitivo, che è un po’ il trade mark del salvinismo, non capendo che quello che genera è un boomerang. Se proibisco troppo poi succedono cose sotto traccia, si perde il controllo e si incentiva l’utilizzo clandestino (illegale, ndr). Diventa troppo difficile seguire le norme e non c’è alcun incentivo a seguire le regole. Mi aspetto che a breve ci siano degli emendamenti per riportare questa legge nei canali della realtà”.

Aumenterà l’attenzione da parte di chi controlla?

“Dovremo vedere che linea vorranno seguire le amministrazioni, anche perché quello che hanno detto più o meno tutti è che ci sono grossi profili di inapplicabilità proprio da un punti di vista giuridico. Un velocipede non può ad esempio essere trattato in due modi diversi. Quindi è incostituzionale avere regole diverse tra monopattini e bici. Quindi bisogna anche capire il profilo di legittimità di questo tipo di normative. È una situazione molto confusa”.

Cosa vi aspettate per il futuro?

“Per ora le aziende di sharing stanno aspettando di guardare i numeri e si sta anche cercando un dialogo con il Governo, visto che il Ministero (dei Trasporti, ndr) è molto polarizzato, per capire quale sia la strategia del Governo e degli altri partiti su questo tema. Anche in considerazione del fatto che gli altri due partiti di maggioranza avevano già portato in fase di approvazione parlamentare degli emendamenti su queste specifiche tematiche. Emendamenti che sono stati fatti ritirare dal Ministero (dei Trasporti, ndr) però gli altri partiti di maggioranza avevano espresso alcune perplessità durante l’iter di parlamentare”.

C’è quindi ancora spazio per riparlarne?

“Il dato di fatto è che questa legge così non sta in piedi. Non è un tema di ottimismo, è un tema di necessità: la questione targa va specificata, l’assicurazione va emendata perché fa riferimento all’RCAuto che non è applicabile ai velocipedi. Infine per il casco bisogna capire in quali contesti e in quali non sia obbligatorio.

Orami è una battaglia ideologizzata. Ma volendo considerarla non ideologizzata bisognerebbe partire dalla realtà e il punto di atterraggio più sensato è definire un perimetro all’interno dei quali i velocipedi sono ‘safe’ e un perimetro ‘no safe’. Faccio l’esempio delle eBike. Possono avere al massimo una potenza di 250 W e un’assistenza non oltre i 25 km/h, poi ci sono biciclette elettriche che eccedono una o entrambi questi limiti e allora in questo caso scatta l’obbligo di casco, targa e assicurazione (come per i ciclomotori, ndr). Bisogna stabilire una linea rossa anche nel caso dei monopattini”. 

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5 COMMENTI

  1. Non ho mai usato il monopattino, ma ritengo sia utile per una mobilità non inquinante, veloce e sicura.
    I problemi dei monopattini dipendono da:
    1) guida nel traffico, accanto ad automobili, pullman e camion.
    2) condotte scorrette da parte degli utenti (usarlo in due o in modo imprudente, andare sui marciapiedi….) ed inesperienza: il maggior tasso di incidenti si registra, ovviamente, durante le prime 3 volte di utilizzo.
    3) parcheggio selvaggio, cioè senza criteri e senza alcuna regola.

    Quando mi trovavo a Valencia, due anni fa, ho riscontrato un utilizzo rilevante da parte dei cittadini, che lo usavano nelle numerose ciclabili, protette da cordoli. La maggior parte, se non quasi tutti usava il casco. Non so se ci fosse l’obbligo.

    La norma che mi sconcerta maggiormente è il fatto che i monopattini non possano utilizzare le ciclabili. Perché???

    • Perchè lo scopo della legge non è la regolamentazione, ma l’eliminazione.
      Solo che non si hanno gli attributi di farlo apertamente, prendendosene la responsabilità e gli eventuali schiaffi (metaforici).
      Peraltro riguardo al parcheggio, chi ne ha utilizzati a noleggio avrà notato che per terminare il viaggio (e quindi bloccare il tassametro) si deve essere in una zona geolocalizzata come adatta e quindi fare una foto di come/dove si è parcheggiato.
      Trovare un nemico e usarlo come fonte di distrazione, tattica antica ma evidentemente ancora utile. Il passaggio dell’intervista in cui si fa notare che essendo per la legge un velocipete, quindi equiparabile a bicicletta, rimane la mia speranza: quando la massa di feci si riversasse sui pedalomuniti ci sarebbe da farsi grasse risate.

    • // i monopattini non possano utilizzare le ciclabili \\
      Secondo il commissario capo Lenti si possono usare le piste nei centri abitati https://www.ilsole24ore.com/art/monopattini-14-dicembre-casco-assicurazione-freni-e-frecce-obbligatori-ecco-tutte-nuove-regole-AGtZ6wiB

      // per la legge un velocipete, quindi equiparabile a bicicletta \\
      Secondo la legge 160/2019, cosí come modificata dalla legge 177/2024 in oggetto, i monopattini sono equiparati ai velocipedi solo sotto certi aspetti (comma 75-quinquies)

      • Per essere piú precisi, la non completa equiparazione dei monopattini ai velocipedi è stabilita dall’articolo 14 della legge 177/2024 che modifica l’articolo 1 della legge 160/2019

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