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Monopattini elettrici, Rimini gioca d’anticipo

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Rimini gioca d’anticipo. Sarà la prima città italiana ad avviare la sperimentazione della mobilità “dolce”, cioè a dare il via libera alla circolazione di monopattini elettrici, segway e hoverboard. Ma è anche la prima, e per il momento l’unica, ad avvertire che non tollererà più nessun abuso.

E di abusi, a Rimini come a Milano, Riccione e Roma, se ne vedono già tanti. Helbiz ha già piazzato i suoi veicoli in strada e già li noleggia in sharing, seguita nel capoluogo lombardo da Lime e Dott. E’ assolutamente illegale. Il decreto che ne autorizza l’uso su suolo pubblico, infatti, è stato firmato ma non è ancora stato  pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Dal giorno della pubblicazione, poi dovranno trascorrere 15 giorni prima dell’entrata in vigore, e ancora ogni Comune dovrà decretare il disco verde con una delibera di Giunta che fissi aree di circolazione, modalità di utilizzo, cartellonistica.

L’assessore Roberta Frisoni

Rimini gioca d’anticipo. La settimana scorsa l’Assessore alla mobilità Roberta Frisoni ha dato il via alle manifestazioni di interesse fra tutte le società intenzionate a lanciare il servizio di sharing nella capitale della Riviera. Si sono presentate praticamente tutte quelle pronte a sbarcare in Italia. Ha già predisposto anche la delibera da sottoporre alla Giunta. «Ma non potremo approvarla _ spiega _ fino a quando il decreto entrerà in vigore. Calendario alla mano, si andrà almeno a fine mese. Nel frattempo non tollereremo abusi». L’Assessore l’aveva detto un mese fa, quando Helbiz piazzò i primi monopattini sul Lungomare. E’ servito a poco: turisti e riminesi hanno cominciato a prelevarli e a scorazzare  per tutta la città. Fanno lo stesso i molti che ne hanno acquistato uno di proprietà. La moda dilaga, incurante del rispetto del Codice della Strada.

«Ora passerò dagli avvertimenti ai fatti _ avverte l’Assessore _: ho in tasca una diffida ufficiale che emanerò da qui a qualche giorno. Da quel momento i vigili saranno tenuti a sanzionare ogni utilizzo illegale dei mezzi. Mi dispiace essere costretta a questo, ma mi sento responsabile dei possibili rischi per clienti e pedoni». Siamo al paradosso. Nessun’altra città, infatti, è altrettanto interessata all’avvio della mobilità “dolce”, invasa com’è dalle auto lungo le principali vie del “passeggio”, e  nessun’altra è altrettanto impaziente di autorizzarla: «Siamo una città particolare _ aggiunge la Frisoni _. Se non partiamo in agosto, con il pienone di turisti, tanto vale saltare direttamente alla Pasqua dell’anno prossimo».

Dunque morde il freno, gioca d’anticipo  e conta i giorni, senza per questo rinunciare al rispetto dei tempi burocratici. «Possiamo solo ridurre al minimo quelli di nostra competenza, e così abbiamo fatto. Il giorno in cui il decreto entrerà in vigore  approveremo la delibera in Giunta e assegneremo le concessioni per lo sharing alle società selezionate».

Rimini ha intenzione di autorizzare due o tre società, per un totale di un migliaio di veicoli in sharing, che potranno salire a 4 mila in piena stagione e in week end particolarmente affollati per fiere o ponti. Quindi uno dei requisiti richiesti alle società di sharing è la flessibilità. Le aree di libera circolazione saranno il  Lungomare (fino a Riccione), una zona delimitata del Lungomare Nord e due piste ciclabili di raccordo con il Centro storico.

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