Il Mobilize Duo è già storia. A pochi mesi dal debutto commerciale, Renault ha deciso di fermarne subito la vendita del suo nuovo quadriciclo elettrico. Non è sostenibile dal punto di vista economico.
La scelta, arrivata direttamente dal nuovo amministratore delegato François Provost, segna la fine anticipata del quadriciclo elettrico pensato come erede del Twizy. E, più in generale, mette un punto alla strategia Mobilize Beyond Automotive. Un dietrofront rapido e netto, che suona come l’ammissione di un errore.
Il Duo era arrivato nelle concessionarie solo la scorsa primavera, ma i numeri – evidentemente – in questi mesi hanno parlato chiaro: il modello non è sostenibile dal punto di vista economico. Renault ha quindi scelto di non insistere, senza tentare un rilancio sotto altri marchi del Gruppo.

Anche Mobilize chiude i battenti
A monte della decisione di Provost, lo smantellamento dell’intera divisione Mobilize Beyond Automotive, nata per esplorare nuove forme di mobilità urbana ed elettrica. Il Duo ne era il prodotto di punta, nonché l’unico vero erede di quel Twizy che fu pioniere del segmento dei quadricicli elettrici oltre dieci anni fa.
La mossa sorprende soprattutto per la rapidità: meno di un anno di vita commerciale è un tempo estremamente breve, anche per un prodotto di nicchia. Evidentemente, il nuovo management ha ritenuto che non ci fossero margini di recupero, preferendo tagliare subito le perdite.
Un mercato che esiste, ma non per Renault
Il paradosso è che la domanda per i quadricicli elettrici non manca affatto, soprattutto in Europa e in Italia. A dimostrarlo è il successo della Citroën Ami, che dal 2020 ha superato 85.000 unità vendute, diventando un vero fenomeno urbano. A essa si sono aggiunti derivati come la Fiat Topolino, rafforzando ulteriormente il segmento.
Renault, che con il Twizy era stata apripista, si è ritrovata questa volta a inseguire. Il Duo doveva essere la risposta: abitacolo chiuso, autonomia superiore ai 150 km, maggiore comfort e persino un airbag, elemento raro in questa categoria.

Buone idee, ma scelte sbagliate
Sulla carta, il Mobilize Duo aveva diversi argomenti a favore. Nella pratica, però, alcune scelte progettuali e commerciali lo hanno penalizzato. Le due sedute in tandem, ad esempio, risultavano poco pratiche per l’uso quotidiano urbano. Ma soprattutto, a pesare è stato il prezzo.
Il listino partiva da 9.990 euro per la versione limitata a 45 km/h e arrivava a 12.500 euro per quella da 80 km/h. Una cifra difficile da giustificare, considerando che una Citroën Ami parte da 8.190 euro e che, con somme simili, è possibile trovare citycar elettriche usate come la Twingo, vere automobili a tutti gli effetti. In un segmento ultra-sensibile al prezzo, il Duo è apparso troppo sofisticato e troppo costoso per il suo pubblico potenziale.
Un’occasione mancata. Forse una versione semplificata…
Per i mercati – tra cui quello italiano – in cui i quadricicli elettrici stanno trovando spazio soprattutto tra giovani e mobilità urbana condivisa, l’uscita di scena del Duo lascia l’amaro in bocca.
Una versione semplificata e più economica avrebbe potuto cambiare il destino del progetto. Renault, invece, ha scelto la via più drastica: chiudere tutto, senza tentativi di riposizionamento. Una decisione coerente con una fase in cui il Gruppo sembra voler concentrare risorse e investimenti su auto elettriche “vere” e più redditizie, come le nuove compatte e i modelli di segmento superiore.
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