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Mobilità elettrica: sfatiamo i falsi miti con l’aiuto di A2A

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Il Gruppo A2A risponde ad alcuni dei principali dubbi che ancora persistono attorno al mondo della mobilità elettrica. Consumi, autonomia, ricariche: le fake news da sfatare.

Veicoli con scarsa autonomia, costi di listino troppo elevati, infrastrutture di ricarica deboli e poco capillari sul territorio. Queste sono solo alcune delle considerazioni più comuni che emergono quando si parla di mobilità elettrica. Il dibattito attorno al tema dello sviluppo della mobilità green resta acceso e coinvolge da vicino molte realtà che in questo mondo ci lavorano.

Come il Gruppo A2A, azienda italiana impegnata nel settore energetico e ambientale, che ha deciso di dare una propria risposta ad alcuni interrogativi riguardanti le presunte criticità del mondo a zero emissioni, evidenziandone invece i benefici.

Pochi concetti chiari, per “sfatare alcuni dei falsi-miti” che ancora girano attorno al tema della mobilità elettrica e che, almeno in Italia, sono un ostacolo importante alla sua piena realizzazione. Vediamoli.

A2A: “L’autonomia è adatta alla routine quotidiana”

1) L’energia prodotta per alimentare le auto elettriche è quasi esclusivamente proveniente da fonti fossili. Quindi anche le EV inquinano.
Gli operatori di ricarica sono molto attenti a questo aspetto. Tutte le colonnine A2A sono alimentate con energia 100% rinnovabile, coperta da certificati di origine (Garanzie di Origine – GO, rilasciate dal Gestore dei Servizi Energetici).

Inoltre, i veicoli elettrici non producono emissioni dirette di gas inquinanti, come anidride carbonica (CO), ossidi di azoto (NO) e particolato, che sono dannosi per la salute e lambiente.

Infine, sono molto più silenziosi rispetto a quelli a combustione e quindi contribuiscono alla riduzione anche dell’inquinamento acustico. Migliorando la qualità della vita, specialmente nelle aree densamente popolate delle città.

2) L’auto elettrica ha poca autonomia.
L’autonomia delle auto elettriche è cresciuta notevolmente negli ultimi anni, con molti modelli in grado di coprire tra 300 e 500 km con una singola carica. Considerando che la percorrenza media di un’auto tradizionale è tra i 40 e i 70 km al giorno, l’autonomia delle EV è adatta alla routine quotidiana per la maggior parte delle persone.

La range anxiety (ansia da autonomia) è una paura diffusa e uno dei principali freni all’acquisto di un veicolo elettrico, ma le sue ragioni sono poco fondate ad oggi. L’infrastruttura è infatti in continua crescita. Le stazioni di ricarica veloce si stanno diffondendo progressivamente, così come altre soluzioni di ricarica lenta sono sempre più capillari nelle città. In aggiunta, tutti i principali operatori del settore hanno piani di lungo periodo di espansione della propria rete.

Anche A2A si muove in questa direzione con una visione ampia: da una parte proponendo hub di ricarica in alta potenza da collocare negli snodi stradali ad alta percorrenza, dove poter fare il pieno di energia velocemente. Dall’altra con le infrastrutture di ricarica a bassa potenza, come le City Plug, ideali per i centri urbani come alternativa alle wallbox domestiche, fungendo da ricarica “di quartiere” perfetta per sessioni lunghe e notturne.

Colonnine A2A in forte espansione

3) L’assenza di colonnine è un problema per le auto elettriche.
In Italia lo sviluppo della rete sta proseguendo con costanza: ad oggi* ci sono oltre 60mila punti di ricarica, 48mila in corrente alternata e oltre 12mila in corrente continua. Il 42% delle autostrade è già dotato di infrastrutture di ricarica.
Il nostro è quindi tra i primi Paesi a livello europeo per rapporto tra auto elettriche e punti di ricarica.

A2A sta contribuendo attivamente alla crescita della rete, con i suoi oltre 2.000 punti di ricarica già diffusi in tutta Italia e un piano di espansione che li porterà a oltre 26.500 al 2035.
Le City Plug su Milano rappresentano un esempio particolarmente virtuoso: le infrastrutture di ricarica sono pianificate con una walking distance di 10 minuti massimo da ogni abitazione: un progetto che la supporterà nell’affermarsi come città all’avanguardia per la diffusione della mobilità elettrica, alla stregua di altri importanti centri europei e internazionali.                                                    *Dati a novembre 2024

4) Ricaricare una vettura elettrica ad una colonnina pubblica è molto costoso.
Ricaricare un’auto elettrica è più economico rispetto all’uso del carburante, specialmente per chi ha accesso ad una stazione di ricarica domestica o utilizza energia solare.

Con l’incremento della diffusione di vetture elettriche, anche il costo delle ricariche alle colonnine diminuirà, grazie all’aumento del loro utilizzo da parte degli e-drivers.

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20 COMMENTI

  1. Punto 1 nulla da contestare.
    2) Soggettivo, dipende dai bisogni personali. Rimane vero che tanti di quelli che lamentano una scarsa autonomia delle BEV, probabilmente rientrerebbero in un range chilometrico che gli permetterebbe di gestire un veicolo a propulsione elettrica.
    3) Se è vero che in italia il numero di colonnine è molto alto in relazione al parco auto circolante è anche vero che sono quasi tutte concentrate nelle grandi città. Fate un giro in una zona come la Valchiavenna, per citare un luogo che conosco bene e troverete chilometri di nulla inframezzati da colonnine AC in punti perlopiù scomodissimi.
    4) E’ una barzelletta? La ricarica alle colonnine, supercharger esclusi è totalmente antieconomica.
    A tal proposito il falso mito era: “Ricaricare una vettura elettrica ad una colonnina pubblica è molto costoso.” Io qui leggo due parole: “colonnina” e “pubblica”. A2A terapia tapiocacizzando, risponde che se si carica a casa è molto conveniente…
    Sui prospetti per il futuro riguardo ai costi delle ricariche, meglio non fare previsioni, lo sa bene chi frequenta questo forum…
    Quindi boh, su 4 critiche mosse, A2A a mio avviso ne sconfessa sì e no due. Bene ma non benissimo

  2. Il futuro è l auto elettrica. Comperate l auto elettrica. Poi quando i problemi di costo, autonomia, costo e tempo di ricarica saranno risolti, forse la comprerò anch io.

  3. Quando per fare 300 km si perde circa un’ora e trenta per ricaricare e ci lascia più di 50€ ne riparliamo. E parlo di colonnina da 110kw!

  4. Sul fatto che le autostrade siano coperte al 40 e passa % ho seri dubbi. Basta scorrere qualsiasi app per vedere che da Milano a Reggio Emilia non se ne trova nemmeno una. E parliamo della A1!!

    • Da Reggio Emilia a Milano ci sono 4 aree di servizio: Parma, Fiorenzuola, Somaglia e San Zenone. Tutte (quattro su quattro) hanno un impianto di ricarica HPC Free to X. Lei è la prova vivente della differenza tra chi disserta di auto elettriche dalla poltrona e chi le usa tutti i giorni.

  5. Con il gpl non hanno aspettato che il numero di auto aumentasse.
    Lo hanno reso economico sin da subito, il resto è andato avanti da solo
    Se si aspettano che uno compri un auto con la speranza che poi il costo della ricarica diminuisca, direi che possono aspettare all infinito

  6. Ne approfitto per togliermi un dubbio (ammetto di non avere molta esperienza).
    Fino a poco tempo fa si poteva lasciare la sera l’ auto a caricare presso uno stallo pubblico e poi prenderla carica la mattina; se non ho capito male ora gli operatori obbligano a spostare l’ auto entro un tempo massimo dall’avvenuta ricarica, pena sanzioni pecuniarie.
    Ciò implicherebbe doversi alzare la notte per spostare l’ auto o la mattina, se si ritarda per qualche motivo, doversi scapicollare per evitare sanzioni.
    Ritengo che non sia così, altrimenti la ricarica notturna sarebbe possibile solo per una minoranza che comunque rischierebbe ogni volta sanzioni salvo preoccuparsi di calcolare bene i tempi.

    • Dalle 23 alle 7 l’auto può restare collegata anche finita la ricarica, senza penalità. Poi ha un’ora di tempo, fino alle 8, per spostarla.

      • Veramente si paga se si lascia l’auto oltre il tempo di ricarica. Basta guardare una app qualsiasi per accorgersene.

        • Lei guarda le app (senza capirle, evidentemente). Io ricarico abitualmente di notte alle colonnine quick in corrente alternata. Se insiste le invio le fatture.

  7. Avete dimenticato un particolare…il costo d’ acquisto della BEV…reanult 5 a 35.000 euro, fiat 5000 a 37.000 euro e da li a salire.
    Quanto costa un auto BEV con 500 km di autonomia?
    Ai posteri l ardua sentenza.

  8. Sul fatto che sia più conveniente rispetto ad un motore a combustione parliamone,e che il costo alle colonnine con il tempo possa scendere parliamone anche…ho una Honda-e da quasi tre anni ,sono molto contento dell’acquisto fatto, perché l’auto a me piace molto.In questo periodo il costo di ricarica alle colonnine è passato da 0,35/0,65 a 0,65/0,98…mi sembra in costante e sconsiderato aumento. Tra l’altro ci sono sempre meno tariffe agevolate in abbonamento disponibili.

  9. CARA A2A !!! Dato che sei fornitore e ne hai tutto l’ interesse, organizza un reparto dedicato all’ installazione nei box condominiali di wallbox private. Perche non è accettabile sentirsi dire da un colosso come voi, o meglio dall’ ing. che avete incaricato di fare il sopralluogo: Troppo complicato nei condomini, non abbiamo interesse… E PROPRIO NEI CONDOMINI CHE DOVRESTE AVERE TUTTI GLI INTERESSI A INSTALLARE WALLBOX E FAR FARE CONTRATTI CON VOI!!!!

  10. ATTENZIONE : A2A propone una offerta abbastanza interessante interessante (0,425 €/kWh) per chi ha un contratto fornitura per casa

      • No ,deve vendere energia elettrica….in questo caso un servizio per le auto elettriche, quindi le pone solamente sotto aspetti positivi che per carità ci sono ,ma non ci sono solo quelli….

        • Ma non ha evidenziato aspetti positivi, piuttosto confutato i luoghi comuni sulle BEV che comunque continuano a imperversare nonostante tutto.
          Poi è normale che un’azienda promuova il suo prodotto, ma questo non invalida quanto correttamente riportato. Il problema è chi risponde con battute anziché con elementi oggettivi e verificabili a sostegno delle proprie tesi.

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