Il vice-premier Matteo Salvini (credit foto: Ministero delle Infrastrutture e Trasporti).
Milioni di disoccupati con l’elettrico: il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, la spara grossa sui pericoli legati alle decisioni UE sul 2035.
Salvini vive l’auto elettrica come una pistola puntata alla tempia dell’industria italiana.
Milioni di disoccupati “solo per avere un Paese green”, dice il ministro
Il leader della Lega dice di volere evitare di “avere tra qualche anno un Paese green ma con milioni di disoccupati“. Come fare, dunque? È “fondamentale che l’Europa lasci la libertà ai singoli Paesi di decidere come arrivare a questa transizione”, ha spiegato il ministro e vicepremier, intervenendo a un convegno di Federmotorizzazione nella sede della Regione Lombardia. Il tema era appunto lo stop alla vendita di veicoli non elettrici (con l’eccezione anche degli e-fuel) a partire dal 2035. “Come governo italiano stiamo combattendo per la neutralità tecnologica e il bio-carburante“, ha proseguito il ministro. Spiegando che sul fronte delle tecnologie, “tutto solo elettrico non è transizione, significa mettersi mani e piedi in mano alla Cina“. Salvini ha sottolineato che comunque entro il 2026 a livello europeo “ci sarà la possibilità di fare il tagliando a queste norme che, così come sono scritte, non aiutano niente e nessuno“.
Quando la smetterà il vice-premier di fare propaganda?
È desolante sentire un personaggio che ha le responsabilità di Salvini, numero due del nostro governo, dire cose maldestramente inesatte. In gioco non ci sono milioni di posti di lavoro, le stime più catastrofiche (peraltro già ampiamente smentite) hanno parlato di 170 mila posizioni a rischio. Senza contare quel che si potrebbe fare (e che in tutta Europa si sta facendo, in Italia no) per creare nuove opportunità di lavoro legate proprio agli investimenti sull’elettrico. Fa sorridere, infine, l’appello all’Europa a lasciare “libertà ai singoli Paesi di decidere come arrivare a questa transizione”. Come al solito ci sentiamo europei solo quando ci conviene. E vogliamo fare come ci pare anche su materie come questa di stretta (e ovvia) competenza della UE. Se davvero si voglio tutelare i posti di lavoro, bisognerebbe smetterla con la propaganda e cominciare a lavorare seriamente su questa transizione. Come sta facendo la Spagna, per esempio.
—————————–
Capire l’auto elettrica divertendosi, con video di pochi secondi: guarda gli shorts di Paolo Mariano
E’ una sparata talmente grossa che anche da un punto di vista propagandistico è una cretinata. Perché se voleva consenso non li troverà 1 milioni di voti dopo questa affermazione.
La popolazione anziana ha il diritto di votare chi vuole.
Il problema è che la popolazione anziana ha bisogno di una sanità pubblica funzionante ed accessibile e questo gruppo politico tra tagli alla sanità pubblica (apertura a quella privata accessibile solo ai ricchi) e politiche industriali non lungimiranti rischia di rendere troppo poveri quei giovani che dovranno pagare le pensioni agli anziani oltre ad incrementare l’inquinamento che farà ammalare anche la popolazione anziana.
Era per dire che parla solo per prendere voti.
Ti dirò di più, a mio padre anziano e poco tecnologico non farei mai prendere un’auto elettrica, almeno non oggi.
Per il resto condivido tutto il tuo ragionamento.
Non puoi costringere a far prendere un’auto elettrica un anziano (già oggi in molti si rifiutano di usare gli smartphone).
Però è innegabile che un’auto elettrica è molto più intuitiva da guidare.
Io prima o poi un mezzo tipo 500e o XEV yoyo la farò provare a mia madre che è degli anni 40, anche perché se ci pensi bene i quadricicoli diesel che si vedono in giro (simili per semplicità e categoria alla yoyo) sono guidati per la maggior parte proprio da anziani.
Il 90% dei commenti che ho letto finora sono di persone che, come me, pensano che Salvini sia un incompetente: e questo è sufficiente per essere sicuri che non ci sbagliamo.
Io la mia opinione l’ho già espressa il 12 aprile con uno scritto che VaiElettrico mi ha gentilmente pubblicato (https://www.vaielettrico.it/la-resistenza-al-vento-del-cambiamento/).
Per chi non l’ha letto ripeto ancora qui, che le auto elettriche indipendentemente dal volere di Salvini, ben presto (e certamente molto prima del 2035) avranno ancora maggior autonomia, si caricheranno ancora più velocemente e costeranno meno delle corrispondenti termiche e quindi anche chi oggi è un NO BEV finirà per scegliere una BEV magari solo perchè più economica di una termica.
Quindi il mercato si sposterà automaticamente per opera degli stessi automoblisti verso la nuova tecnologia ed allora serviranno più tecnici elettrici/elettronici che non meccanici.
Un politico intelligente quindi, alla luce di queste considerazioni, dovrebbe mettere in guardia i cittadini e cercare di incentivare la trasformazione anche delle competenze piuttosto che tentare, certamente senza successo, di frenare il progresso per conservare competenze che presto finiranno per diventare inutili.
Se Salvini fosse vissuto negli anni 60 sono certo che avrebbe tentato di fermare il diffondersi dei computer per proteggere i ragionieri! Ma vi sembrano possibili simili idiozie?
Premesso che non voglio difendere Salvini ma ripeto qui quello che ho sempre sostenuto su questo bel sito. Ovvero che la politica sta sempre un passo avanti a noi. Sempre. Non si arriva a fare il ministro (in nessun governo di destra, sinistra o centro) senza avere capacità. Anche perché nel nostro sistema a parlamentarismo puro c’è il vaglio del PdR sulla nomina dei ministri. Poi l’antipatia è altra cosa. E sarà quindi la politica che decide. E secondo meno man mano che si avvicinano le elezioni europee del 2024 si vedranno molti riposizionamenti nell’industria automobilistica. Quelli cari miei vendono macchine e non immagino il CEO della Volvo (esempio a caso) che non dorme la notte perché preoccupato del CO2 e del clima. Se cambia aria politica e maggioranza EU questi mollano le elettriche come una patata bollente. Da qui il cautismo di questo governo che cammina in parallelo cin alte nazioni dubbiose.
Sfortunatamente per noi, di politici e ministri incompetenti ne abbiamo avuti a bizzeffe. Come dimenticare il tunnel fra il CERN ed il gran sasso della Gelmini!!!! Lo stesso Salvini quando parla di auto elettriche ne spara una più grossa dell’altra. Nella migliore delle ipotesi sono incompetenti, ma temo ci sia anche una grande dose di disonestà.
Per me un politico ha molto sviluppata l’intelligenza di capire gli umori della gente (è quella che lo fa eleggere).
Poi però servirebbero anche tante altri tipi d’intelligenza per essere un buon politico ed ad oggi in Italia non ho idea se riusciamo a contarli sulle dita di una mano (basterebbero anche solo quelli).
ho seri dubbi che accadrà un cambio radicale,
che vinca la destra o la sinistra
il cambiamento climatico è qui per rimanere, efuori dai confini nostrani il tema è molto più sentito.
certamente declinato in maniera diversa tra destra e sinistra, ma ben presente: i tedeschi non dimenticano in fretta le alluvioni di arweiler del 2021, gli spagnoli la siccità in Andalusia, per dire.
e inoltre immaginare che fuori dai confini ragioni o come noi è la solita visione provinciale all’italiana, che porta a legnate, figuracce ed errori strategici, non ultimo quello sui biocarburanti, dove qualcuno credeva e crede tutt’ora di infilarli in qualche maniera, anche senza nessuna logica sulle emissioni.
per cui mi aspetto un eventuale cambio di modalità operativa, ma di certo nessun rallentamento dopo il 2024.
non capirlo oggi sarà la pietra tombale sull’Italia per i prossimi 20 anni.
Salvini dovrebbe preoccuparsi prima dei milioni di morti causati dall’inquinamento prodotto dai suoi benamati motori a combustione interna, quelli costano allo stato molto più di 170.000 prepensionamenti.
arriveremo agli scontri. sociali.
e fisici.
tra gli addivanati
e le nuove leve, che non si berranno in eterno la favoletta di essere fancazzisti perché non accettano un lavoro a 3 euro l’ora, perché non accettano che il mondo vada a putt.ane perché i primi non accettano di mettersi in gioco.
capiterà, è già capitato, si potrebbe evitare ma “chi sta bene non si muove” e fa tanti bei discorsi sui tempi compatibili, se persona civile, fa discorsi piagnoni e sovranisti contro la Cina di turno, se ignorantone da bar
La teoria che il progresso tecnologico, in questo caso l’avvento dell’auto a batteria, faccia perdere posti di lavori è vecchia di 250 anni. Nasce con la rivoluzione industriale nella seconda metà del 700′ ed ha un nome ben preciso si chiama Luddismo. Il Luddismo è il movimento operaio che distruggeva le macchine per la tessitura accusate della crisi economica e della disoccupazione degli operai tessili. Da allora la popolazione modiale è cresciuta esponenzialmente e il progresso tecnologico ha fatto passi da gigante, eppure non ci sono miliardi di disoccupati. In pratica la storia ha più volte dimostrato che il progresso tecnologico non crea disoccupazione, anzi crea nuova occupazione attraverso nuove figure lavorative. Purtroppo questi concetti non sono nè di destra nè di sinistra, perchè Romano Prodi ha detto le stesse cose. Sarebbe il caso forse di investire soldi per un piano industriale che preveda la formazione di nuove figure lavorative e comprenda l’aiuto alle piccole medie imprese italiane a convertirsi alla nuova tecnologia, piuttosto che continuare ad opporsi a una decisione a cui non si può tornare indietro, anche per i cambiamenti climatici in atto.
Milioni di disoccupati con l’elettrico;
che si aggiungono ai milioni di maniscalchi disoccopati
di fine ottocento
con i reletivi spingitori di cavalieri
Salvini ha Ragione , si perderanno posti di lavoro ,
non perchè sono auto elettriche , perchè sono 40 anni che con l’automazione si toglie gente dalla catena di montaggio ..
se le aziende non ladottano l’automazione massiva , perdono competitività e chiudono .
se la dirigenza politica fosse meno ottusa , scoprirebbe che l’ECONOMIA GREEN genera ALTRI posti di lavoro
l’ECONOMIA CIRCOLARE
impone la nascita di nuove aziende per il recupero e il reciclo dei materiali ,
che le aziende OLD si sognano
ma per immaginare il futuro , bisogna avere un QI ,
niente di eccezzionale ..
basta appena sopra la media
Salvini non è nuovo a queste sparate a cominciare da quelle sui migranti che garantiva il rimpatrio totale di tutti i clandestini quando sarebbe andato al governo.
Ma uno di questi disoccupati a scrivere il decreto attuativo del bonus colonnine non lo possono mettere? Sono 18 mesi che quelle 2 paginette scritte in bell’italiano devono essere emesse.
“Quando la smetterà il vice-premier di fare propaganda?”, piuttosto mi chiederei quando la smetterà questo “signore” di fare politica e darsi alla macchia… A questo individuo non è chiaro che è proprio l’ostacolo alla transizione energetica che lascerà a casa milioni di lavoratori e che le case automobilistiche si sono già poste degli obiettivi verso una transizione irreversibile all’elettrico.. povera Italia…
Essendo una discussione dall’impronta politica e partendo dal presupposto che non Stimo Salvini mi pongo e vi pongo però una domanda.
Ma Enrico Letta poi l’ha comprata la BEV?
La domanda che io mi pongo in realtà è diversa…ovvero come ricollochiamo in170000 che perderebbero il posto che al 99% non sono giovani ma che nella maggior parte dei casi hannobparecchi anni sulle spalle???? Ed i benzinai?? Quelli che hanno le pompe in proprio??? Ho un amico poco più 45 enne che ne ha una.ha cominciato a lavorare a 18 anni nel settore e poi con i sacrifici ne ha acquistata una.ora si vede male da qui a 12 anni…
in un paese socialista a economia pianificata la domanda non si pone nemmeno: non si fa innovazione perché quei 170mila perderebbero il lavoro, quindi si pianifica lo status quo e si impedisce qualunque innovazione, tecnologica, sociale, economica: e allora niente coppie di fatto, niente chat gpt, niente Uber.
esattamente quanto successo a metà anni 70, in Occidente prendevano piede i computer (con Olivetti a contendere il primato a IBM, non so se rendo l’idea) e con l’ovvia conseguenza di perdere lavoro per chi produceva macchine da scrivere (Olivetti da lì veniva ma non si mise a frignare, by the way) e per chi le usa, per gli archivisti e per gli impiegati destinati alla dattilografia in genere: o settori che si opponevano al cambiamento divenivano le macchinette da film, i dipendenti delle poste dei film di Fantozzi per capirci.
in URSS insistettero con carri armati e acciaio e industria pesante.
10 anni dopo Reagan minacciava Gorbaciov con le Guerre Stellari, figlie dei computer, l’Unione Sovietica aveva i carri armati di prima e le stava prendendo in Afghanistan, altro che guerre stellari.
come sia andata a finire, con i trattati Start e la disgregazione dell’URSS è storia ben nota.
quindi: con questa sparata
Salvini
da che parte si pone?
ma soprattutto:
che fine faremo?
chi avrebbe immaginato, tra la gente comune, 20 anni fa, una de-industrializzazione come quella che stiamo vivendo da 10 anni?
eppure le politiche del tempo lì portavano, con ponti impossibili e chiacchiere da bar al Governo.
che fine faremo?
e finisco per passare per liberista, io, che liberista proprio no.
La deindustrializzazione dell’italia se non ricordo male (e correggetemi se sbaglio) è proprio figlia in buona parte delle politiche CDX dei governi passati (ma non solo ovviamente).
Ricordo una legge che permetteva ai semilavorati provenienti da altri paesi (extra UE) di poter essere finti in italia e ricevere lo stesso l’etichetta “made in italy”,
Ricordo 20 anni fa e forse più la Ermenegildo Zegna (che non aveva bisogni di migrare in Cina per avere profitti) che prese (come direbbe Biff) “armi e ritagli” e si trasferì, portando il materiale di qualità e un certo numero di istruttori/controllori di qualità, facendo chiudere una serie di laboratori d’eccellenza e seminando disoccupazione in tutta la zona di Trivero, Valle Mosso ecc.
A valle di questo evento andai nel solito negozio/outlet Zegna dove da 30 anni mio padre ed io ci servivamo e cercai di prendere in considerazione solo ciò che aveva ancora l’etichetta (pur simbolica) “made in italy”, ma le possibilità erano veramente poche. A quel punto venni avvicinato dal responsabile del punto vendita che mi disse: “ma cos’è che cerca”? Ed io gli dissi che cercavo capi prodotti in italia e lui mi rispose: “lei non deve fossilizzarsi nel made in italy, ma andare oltre e vedere il made in Zegna”.
Da quel giorno divenni cliente (per quel che mi posso permettere) di Diego Della Valle.
E chiudo scrivendo: abbiamo regalato ai paesi in via di sviluppo (e non solo) le produzioni di abbigliamento, elettronica, attrezzature ecc. come mai ora per le batterie (presenti da anni su telefonini, p.c., ed elettronica/attrezzatura domestica e non) tutto questo caos?
Ora siamo schiavi degli arabi e di tanti altri paesi che hanno il petrolio, perché invece di fare questioni non ci attrezziamo per essere noi leader dell’elettrico e delle sue batterie?
I benzinai non avranno nulla da temere visto che le auto continueranno a bruciare benzina per parecchi anni dopo il 2035, sarebbe bello se si capisse che non vendere qualcosa non significa buttare al macero tutto ciò che è stato venduto e che sarà usabile fino a quando i proprietari vorranno. L0amico benzinaio, se non lo ragià fatto, potrebbe dotare il distributore di una rivendita alimentare, o quello che gli piace di più, di postazioni di lavoro e di colonnine per la ricarica veloce così gli automobilisti si fermeranno ancora da lui a far rifornimento e nel frattempo potranno mangiare qualcosa e se serve potranno lavorare da remoto. Questo è un esempio di come i benzinai potrebbero adattarsi al cambiamento.
…sulla questione “posti di lavoro” non mi esprimo…
Sicuramente, però, dal momento che l’elettrico non è per tutti e continuerà a non esserlo a lungo, non vedo perché dobbiamo contribuire ad insaponare la corda alla quale noi stessi dovremo poi impiccarci nel 2035.
Io credo che (forse in modo maldestro) Salvini & C. vogliano soltanto sostenere che la transizione debba essere sì “dinamica”, ma su tempi compatibili con la realtà economico-infrastrutturale e, soprattutto, SOCIALE del Paese.
Realtà, quest’ultima, che non è certamente rappresentata da chi frequenta abitualmente questo blog, ovvero rispettabili persone che, dalle loro villette con garage e fotovoltaico, non fanno altro che dare del “cavernicolo” a chi l’elettrico semplicemente non può permetterselo……
guarda:
per le villette garage-e-fotovoltaico dovresti guardare alla Brianza e al Bresciano, storici feudi leghisti.
qui scrive gente che ha la villona come gente che vive in affitto, certe sensibilità all’innovazione e all’evoluzione sono trasversali, non è necessario fare la spesa da Eataly per rispettare un pelo di più l’ambiente.
“forse basta uscire dalla comfort zone”
Ma nemmeno quello, mario milanesio, nemmeno quello!
Io e mia moglie siamo normali lavoratori dipendenti e viviamo in un appartamento con garage in un normale condominio.
Con appena 26.000 euro – tra sconto pronta consegna e incentivi statali e comunali con rottamazione della termica di 15 anni che usavo prima – dal 1° giugno 2022 sono passato ad una paciosa Renault Zoe, perfetta per le mie esigenze.
Con altri 1.150 euro ho adeguato (con certificazione) l’impianto del garage e installato una wallbox, e ogni 8-10 giorni l’auto si ricarica di notte mentre io dormo beatamente.
Morale: esattamente come facevo prima, ora faccio in elettrico il mio solito tragitto casa-lavoro e, avendoci ormai preso confidenza, anche le gite domenicali e anche ricaricando quando necessario.
Se sono uscito dalla mia comfort zone, io non mi sono accorto di nulla!
Ed è proprio questo che, come capita a Guido Baccarini, mi fa arrabbiare: tantissime persone sono in condizioni “normali” simili alla mia e potrebbero tranquillamente già oggi passare ad un’utilitaria elettrica, mentre la realtà è che non vogliono nemmeno fare lo sforzo mentale di “guardarci dentro” per valutare la cosa con la loro testa.
Avvilente.
situazione quasi analoga alla mia, stessa macchina paciosa, un po’ meno cara perchè km zero, niente incentivi, ricarico più sovente di te ma ho un fotovoltaico dai miei genitori.
sono un insegnante, lo stipendio è quello che è, ho amici che anche di recente hanno strabuzzato letteralmente gli occhi quando gli ho detto le cifre: non mi lamento, dico che è una indecenza leggere di certi stipendi ai manager pubblici e tratta scuola, sanità e tutto il resto in questa maniera, e mi dico anche che se non mi piace tocca a me cambiare, ho una laurea e posso usarla. che io cambi o meno, resta una indecenza.
detto questo
penso che la comfort zone per l’italiano medio sia la paura di cambiare, di osare, di rischiare, cattolicamente e catodicamente imbambolati in trasmissioni televisive che sono specchio di questi tempi, ancorate rigidamente ai programmi e ai clichè degli anni ’90 e 2000, come se 25 anni non fossero mai passati.
in Italia guardiamo a quanto stavamo bene ieri e cerchiamo di riproporlo, non riusciamo proprio a prendere in considerazione quanto potremmo stare meglio domani cambiando: “eh, ma poi sei sicuro?”, “eh, la fai facile, ma poi?”
e anche io, in fondo, faccio parte di questo sistema. infatti sono ancora qui, con questo stipendio indecente.
non la vedo per niente bene per il futuro.
Sugli italiani hai purtroppo ragione. Triste, ma vero.
A te, invece, che hai già fatto il primo passo – il più difficile, cioè renderti conto della tua situazione -, auguro di fare anche il secondo e di uscirne al più presto.
Ai cambiamenti climatici non gliene frega niente dei “tempi compatibili con la realtà economico-infrastrutturale e, soprattutto, SOCIALE del Paese”. 5 regioni in stato di emergenza per la siccità mentre contemporaneamente la mia Emilia Romagna veniva sommersa da piogge torrenziali. Se la temperatura media annuale continua ad aumentare, si scioglierà il permafrost siberiano. E verrà liberata una quantità di metano in atmosfera che provocherà l’IRREVERSIBILE surriscaldamento del pianeta Terra con l’ESTINZIONE di milioni di specie e la sopravvivenza di una élite ricchissima che potrà permettersi di vivere nella sua bolla climatizzata, altro che rispettabili persone con le villette e il fotovoltaico.
Personalmente continuo a sostenere che tutti quelli che hanno il garage e girano con una segmento D (prezzo medio del segmento: 40.500€, ci prendi una Model 3) e non fanno 1000 km al giorno DEVONO passare all’elettrico subito: non mi pare che rappresentino il 3 e rotti % della popolazione, ma molto, molto, molto di più. Eppure non lo fanno. Salvini, per esempio. Abbiamo un problema culturale, prima di tutto. Dovuto, anche, a quelli come Salvini. Oggi non è per tutti, ma è per tanti. Tanti che non si muovono di un millimetro. Se quei tanti non si muovono oggi, tutti gli altri che oggi non possono tarderanno ulteriormente e semplicemente smetteranno di usare qualsiasi veicolo, un giorno: e la colpa sarà di quelli come Salvini che hanno fatto di tutto per rallentare una transizione NECESSARIA e inevitabile. Prima passa all’elettrico chi può, prima potrà farlo a prezzi più convenienti chi oggi non può.
E, per inciso, stiamo parlando di una decisione presa nel 1997 (26 anni fa) a Parigi dall’Europa. E ora, 26 anni dopo, qualcuno dice che non ci sono i “tempi compatibili”?
Tutte queste st…upidaggini sono becere scuse per non dire le cose onestamente: “abbiamo guadagnato comodità e benefici a scapito delle altre persone e del pianeta, ma col cavolo che facciamo anche solo un passettino indietro.”
Altrimenti non si spiega perchè le idee anti-BEV (ma sarebbero gli stessi discorsi su altri argomenti simili e sensibili per le loro orecchie, come gli allevamenti intensivi o i vestiti super-cheap prodotti in Asia) accumunino sia gli analfabeti – e qui sarebbe anche comprensibile, visto il lavaggio del cervello costante e incessante di figuri come il citato nell’articolo – ma anche di persone istruite e con tenori di vita benestanti. Semplicemente, nascondono dietro le solite mille scuse (devo fare 2000 km al giorno ai 130, e che faccio se mi sta morendo la suocera e devo correre da lei a 200km da casa mia, e allora i bimbi delle miniere di cobalto in Congo, e simili) il fatto che a quel benessere non si vuole rinunciare nemmeno un pò, ma veramente poco poco. Perchè non si sta chiedendo di vivere come uno del Malawi o del Bangladesh, ma magari solo di mangiare meno carne rossa così da ridurre gli allevamenti intensivi, o in questo caso di fermarsi 20 minuti invece di 3 per caricare energia in auto. Orrore! Ma sei matto? Maledetto radical chic, io ho un lavoro “vero”! E anche l’operaio in affitto nel bilocale fatiscente degli anni ’60 (con tutto il rispetto) nel suo piccolo, alle comodità non rinuncia: ok, non può comprarsi la BEV, ma le belle bisteccone grondanti prese al supermercato? O l’aifon di ultima generazione del quale sa usare giusto l’app per telefonare, o feisbuc per condividere dati personali cliccando a caso ovunque? “Inizino prima gli altri a cambiare”!
Ormai ho smesso anche di avere empatia per queste persone, perchè con tutta l’informazione “onesta” disponibile in rete, se ad oggi ancora hai certe idee è perchè hai deciso di tenere gli occhi chiusi e goderti il tuo piccolo orticello felice, fot..dotene di tutti gli altri, figli compresi. I “tempi compatibili” per queste persone corrispondono alla loro aspettativa di vita. “Dopo di noi, il diluvio” disse Luigi XV.
Certo, una percentuale della popolazione italiana “ancora” la BEV non riesce a comprarsela, ma quanti dicono che il motivo è questo? Quelli dell 12% di parco circolante con un valore di acquisto di almeno 50.000€?
Più che altro tentare di rallentare è la cosa peggiore che si possa fare, l’hanno imparato sulla propria pelle numerose aziende in passato e il risultato è stato sempre che i concorrenti non sono rimasti a guardare, anzi se tu rallenti tanto di guadagnato perché avranno meno concorrenti con cui fare i conti e quindi ancora più market share.
Quindi la realtà non è “Milioni di disoccupati con l’elettrico” ma “Milioni di disoccupati senza l’elettrico”: come diceva una vecchia pubblicità “provare per credere”.
IL GOVERNO E LA FAVOLA CON L’ANTAGONISTA.
Non puoi permettertelo perché il legislatore non sa fare le norme e quando le fa le scrive talmente male che crea delle discrepanze sociali e dei buchi di bilancio da fallimento. Per questi buchi non risponde mai o quasi davanti alla magistratura e noi vediamo solo il debitino salire un pò alla volta.
L’elettrico è per tutti … solo che ti vogliono far credere che sia solo per i ricchi e attempati.
Un anno fa compravi una spring con gli incentivi, ti facevi l’aumento del contatore con Arera e te la ricaricavi a casa.
Il problema è ideologico. Far andare un’auto a energia elettrica non è un dramma ma per il governo in carica (non quella elettrica ovviamente) lo diventa pur di distrarre la popolazione dai problemi reali che sono altri.
Devono trovare un antagonista ma queste non sono favole.
Zero plastica, riciclo al 90%, chiusura quasi totale ai combustibili fossili, rinnovabili… tutte missioni possibili.
PS: La storia della villetta e dell’impianto è vecchia. .. e non è una scusa.
Se a Roma avessero fatto le colonnine oggi ne avremmo tantissime in città invece che principalmente fast nelle arterie di collegamento.
Se domani mattina la mercatara dei meloni mette l’incentivo io pure mi installo una colonnina ad uso pubblico e lo faccio non per un ritorno economico ma per un senso civico.
Sono un lavoratore dipendente e non ho la villetta ma, con passione ed impegno, sono riuscito ad installare un fotovoltaico privato in condominio.
Poi ho preso una bev d’occasione fuori regione.
Non è stato semplice e mi sono accontentato, ma ho fatto il massimo con quello che avevo.
Concordo con altri utenti e senza tanti giri di parole: in troppi sono pigri ed egoisti.
“sono riuscito ad installare un fotovoltaico privato in condominio”
Fares, come hai fatto? Qual era la tua quota in m² di tetto condominiale?
Sto iniziando a guardarci anche io, ora che la legislazione ha semplificato i passaggi burocratici e con l’assemblea condominiale – mi risulta che non occorre più chiedere l’autorizzazione dell’assemblea, ma l’assemblea ha solo il compito di verificare che siano rispettati spazi e diritti di tutti i condomini.
Temo però di avere non più di 10-15 m² a disposizione, e temo anche il gonfiarsi delle spese visto che, essendo il primo condomino a montare il FV, potrei trovarmi a dovermi sobbarcare le spese di predisposizione da zero del condominio…
Grazie per condividere qualche dettaglio in più, se avrai questa pazienza!
L’ha fatto una vicina di mia suocera, condominio di 6 unità. L’appartamento della signora aveva parecchi millesimi, quindi ha potuto installare un impianto decente, e confermo che all’amministratore ha unicamente comunicato l’intenzione di fare i lavori, l’inizio degli stessi e l’autocertificazione che tutto veniva fatto nel rispetto delle quote condiminiali.
Io valuterei anche i gruppi di autoconsumo, permettono ai condomini di entrare e uscire dal gruppo liberamente, e offrono parecchi incentivi, tra cui sgravi sugli oneri di distribuzione ai condomini che consumano, e 10cts al kwh immesso in rete. Ed è un sistema virtuale, non c’è da interconnettere nessun impianto personale, tutto viene conteggiato a livello di rete tra immissione dell’impianto comune e autoconsumo dei soci aderenti (che devono essere dello stesso palazzo, altrimenti si tratta di una comunità energetica). E non serve l’unanimità dei condomini per realizzare l’impianto.
[Ho letto parecchio perchè è un’ipotesi per la nostra casa singola multi-familiare]
Per le spese ti confermo che sono state tutte a carico mio, altrimenti non sarei riuscito a procedere (ma non devi fare una calata dal tetto condominiale, paghi solo quello che serve a te, salvo diversi accordi tra condomini).
Aggiungo che è stato necessaria anche l’installazione della linea vita (questa si che è una spesa condominiale).
Grazie Fares, complimenti per l’articolo, me l’ero proprio perso!
Interessante e utile anche l’esperienza raccontata nella risposta di Luca Dell’oca.
So che ci vorrà tanta santissima pazienza…
PS: E, a titolo di curiosità, io sono di e abito a Carpi.
Grazie, allora ci si vede in giro, io sono di Magreta 🤝
purtroppo è ministro dei trasporti.
peraltro ha portato un partito dal 33% all’8%.
ma pagheremo amaramente le conseguenze di queste sparate
ma soprattutto le conseguenze delle MANCATE DOMANDE da parte dei giornalisti
tipo “ministro, sulla base di quali stime afferma questo?”
e poi: oltre alla marea di commenti e di click
a cosa serve un articolo del genere?
mi permetto, pacatamente, di suggerire l’oblio per simili affermazioni
Al suo posto metterei JJ4.
Almeno al governo avremmo l’orso più intelligente.
(ma si può continuare con queste infinite falsità?
Nnon ritengo corretto che debbano pagare eventualmente solo politicamente… oltretutto avendo in mano quasi per intero gli organi di informazione)
LO HANNO VOTATO IN TANTI… LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI…. SE LO MERITA.
Per noi.. haimé c’è solo da aspettare.
Sicuramente tutti quelli sul piede per passare all’elettrico …. saranno disincentivati.
Oggi, comunque, c’è una certezza. Il 2035. Che piaccia o no a Salvini questa è la strada.
Peccato che lui, eterno UOMO ELEZIONI, ha già in mente le Europee per giorcarsi questa carta.
Peccato per lui che quando arriverà il momento ci saranno paesi già troppo avanti per fare marcia indietro e .. come per i biocarburanti… si troverà solo ed isolato (ohhh … in compagnia di qualche paese marginale comunque .. . tipo Polonia o Grecia).
PAZIENZA RAGAZZI!! Guardiamoli mentre si costruiscono il loro bel muro di argilla che verrà abbattuto facilmente. Di certo c’era da aspettarselo. La farsa che hanno messo in piedi da settembre 2022 preannunciava che l’elettrico sarebbe stato solo un piccolo capitolo di questo libro enorme fatto di CONDONI – PONTI SULLO STRETTO – TAGLI INIQUI – SOLDI DEL PNRR SPESI COME VOGLIONO LORO – eeeeee…. ciliegina sulla torta… PRESIDENZIALISMO ALLA SILVIO.
Facciamoci degnamente una domanda:
Se ci sono loro è forse perché l’alternativa erano Di Maio – Renzie – Cialenda – e la radice quadrata del PD?
Sì. Evidentemente quella compagine forse non attraeva abbastanza gli appetiti degli Italiani.
Comunque permettetemi di stracciare il concetto.
Un ragazzotto così ….e le sue sparate sono imbarazzanti. Già me li vedo tra un anno o due commissariati con un altro Monti al governo.
Intanto… proprio per mettersi via qualche soldino per la prossima elettrica…
investiamo in CDS SULL’ITALIA.
E’ una sparata talmente grossa che anche da un punto di vista propagandistico è una cretinata. Perché se voleva consenso non li troverà 1 milioni di voti dopo questa affermazione.
La popolazione italiana è la più anziana d’Europa, ha vissuto con i motori brumbrum e morirà con loro (ma finché vive, vota ancora).
La popolazione anziana ha il diritto di votare chi vuole.
Il problema è che la popolazione anziana ha bisogno di una sanità pubblica funzionante ed accessibile e questo gruppo politico tra tagli alla sanità pubblica (apertura a quella privata accessibile solo ai ricchi) e politiche industriali non lungimiranti rischia di rendere troppo poveri quei giovani che dovranno pagare le pensioni agli anziani oltre ad incrementare l’inquinamento che farà ammalare anche la popolazione anziana.
Era per dire che parla solo per prendere voti.
Ti dirò di più, a mio padre anziano e poco tecnologico non farei mai prendere un’auto elettrica, almeno non oggi.
Per il resto condivido tutto il tuo ragionamento.
Non puoi costringere a far prendere un’auto elettrica un anziano (già oggi in molti si rifiutano di usare gli smartphone).
Però è innegabile che un’auto elettrica è molto più intuitiva da guidare.
Io prima o poi un mezzo tipo 500e o XEV yoyo la farò provare a mia madre che è degli anni 40, anche perché se ci pensi bene i quadricicoli diesel che si vedono in giro (simili per semplicità e categoria alla yoyo) sono guidati per la maggior parte proprio da anziani.
Perdonate ma Tesla sta allargando le Gigafactory? Assume?
BYD sta aumentando le vendite e pianificando nuovi stabilimenti?
CATL sta vedendo batterie in tutto il globo? Licenzia per caso?
Ora la domanda che faccio é:
Perché Tesla, BYD, CATL ma potrei dire LG, Panasonic, SVOLT, SAIC, ecc ecc NON SONO italiani?
Se lo fossero tutti quei posti di lavoro sarebbero in Italia.
Quando spira il vento del cambiamento c’é chi costruisce vele e chi costruisce muri.
Chi oggi produce BEV e batterie, ma potrei aggiungere pannelli FV, pale eoliche ecc ha costruito vele per questo naviga col vento in poppa.
My opinion
Il 90% dei commenti che ho letto finora sono di persone che, come me, pensano che Salvini sia un incompetente: e questo è sufficiente per essere sicuri che non ci sbagliamo.
Io la mia opinione l’ho già espressa il 12 aprile con uno scritto che VaiElettrico mi ha gentilmente pubblicato (https://www.vaielettrico.it/la-resistenza-al-vento-del-cambiamento/).
Per chi non l’ha letto ripeto ancora qui, che le auto elettriche indipendentemente dal volere di Salvini, ben presto (e certamente molto prima del 2035) avranno ancora maggior autonomia, si caricheranno ancora più velocemente e costeranno meno delle corrispondenti termiche e quindi anche chi oggi è un NO BEV finirà per scegliere una BEV magari solo perchè più economica di una termica.
Quindi il mercato si sposterà automaticamente per opera degli stessi automoblisti verso la nuova tecnologia ed allora serviranno più tecnici elettrici/elettronici che non meccanici.
Un politico intelligente quindi, alla luce di queste considerazioni, dovrebbe mettere in guardia i cittadini e cercare di incentivare la trasformazione anche delle competenze piuttosto che tentare, certamente senza successo, di frenare il progresso per conservare competenze che presto finiranno per diventare inutili.
Se Salvini fosse vissuto negli anni 60 sono certo che avrebbe tentato di fermare il diffondersi dei computer per proteggere i ragionieri! Ma vi sembrano possibili simili idiozie?
Eh, hai detto bene, un politico intelligente.
E qui mi fermo dal commentare…
Premesso che non voglio difendere Salvini ma ripeto qui quello che ho sempre sostenuto su questo bel sito. Ovvero che la politica sta sempre un passo avanti a noi. Sempre. Non si arriva a fare il ministro (in nessun governo di destra, sinistra o centro) senza avere capacità. Anche perché nel nostro sistema a parlamentarismo puro c’è il vaglio del PdR sulla nomina dei ministri. Poi l’antipatia è altra cosa. E sarà quindi la politica che decide. E secondo meno man mano che si avvicinano le elezioni europee del 2024 si vedranno molti riposizionamenti nell’industria automobilistica. Quelli cari miei vendono macchine e non immagino il CEO della Volvo (esempio a caso) che non dorme la notte perché preoccupato del CO2 e del clima. Se cambia aria politica e maggioranza EU questi mollano le elettriche come una patata bollente. Da qui il cautismo di questo governo che cammina in parallelo cin alte nazioni dubbiose.
Sfortunatamente per noi, di politici e ministri incompetenti ne abbiamo avuti a bizzeffe. Come dimenticare il tunnel fra il CERN ed il gran sasso della Gelmini!!!! Lo stesso Salvini quando parla di auto elettriche ne spara una più grossa dell’altra. Nella migliore delle ipotesi sono incompetenti, ma temo ci sia anche una grande dose di disonestà.
Per me un politico ha molto sviluppata l’intelligenza di capire gli umori della gente (è quella che lo fa eleggere).
Poi però servirebbero anche tante altri tipi d’intelligenza per essere un buon politico ed ad oggi in Italia non ho idea se riusciamo a contarli sulle dita di una mano (basterebbero anche solo quelli).
ho seri dubbi che accadrà un cambio radicale,
che vinca la destra o la sinistra
il cambiamento climatico è qui per rimanere, efuori dai confini nostrani il tema è molto più sentito.
certamente declinato in maniera diversa tra destra e sinistra, ma ben presente: i tedeschi non dimenticano in fretta le alluvioni di arweiler del 2021, gli spagnoli la siccità in Andalusia, per dire.
e inoltre immaginare che fuori dai confini ragioni o come noi è la solita visione provinciale all’italiana, che porta a legnate, figuracce ed errori strategici, non ultimo quello sui biocarburanti, dove qualcuno credeva e crede tutt’ora di infilarli in qualche maniera, anche senza nessuna logica sulle emissioni.
per cui mi aspetto un eventuale cambio di modalità operativa, ma di certo nessun rallentamento dopo il 2024.
non capirlo oggi sarà la pietra tombale sull’Italia per i prossimi 20 anni.
Salvini dovrebbe preoccuparsi prima dei milioni di morti causati dall’inquinamento prodotto dai suoi benamati motori a combustione interna, quelli costano allo stato molto più di 170.000 prepensionamenti.
Esatto!!!!!!!!!
E da tutto l’indotto petrolifero.
arriveremo agli scontri. sociali.
e fisici.
tra gli addivanati
e le nuove leve, che non si berranno in eterno la favoletta di essere fancazzisti perché non accettano un lavoro a 3 euro l’ora, perché non accettano che il mondo vada a putt.ane perché i primi non accettano di mettersi in gioco.
capiterà, è già capitato, si potrebbe evitare ma “chi sta bene non si muove” e fa tanti bei discorsi sui tempi compatibili, se persona civile, fa discorsi piagnoni e sovranisti contro la Cina di turno, se ignorantone da bar
La teoria che il progresso tecnologico, in questo caso l’avvento dell’auto a batteria, faccia perdere posti di lavori è vecchia di 250 anni. Nasce con la rivoluzione industriale nella seconda metà del 700′ ed ha un nome ben preciso si chiama Luddismo. Il Luddismo è il movimento operaio che distruggeva le macchine per la tessitura accusate della crisi economica e della disoccupazione degli operai tessili. Da allora la popolazione modiale è cresciuta esponenzialmente e il progresso tecnologico ha fatto passi da gigante, eppure non ci sono miliardi di disoccupati. In pratica la storia ha più volte dimostrato che il progresso tecnologico non crea disoccupazione, anzi crea nuova occupazione attraverso nuove figure lavorative. Purtroppo questi concetti non sono nè di destra nè di sinistra, perchè Romano Prodi ha detto le stesse cose. Sarebbe il caso forse di investire soldi per un piano industriale che preveda la formazione di nuove figure lavorative e comprenda l’aiuto alle piccole medie imprese italiane a convertirsi alla nuova tecnologia, piuttosto che continuare ad opporsi a una decisione a cui non si può tornare indietro, anche per i cambiamenti climatici in atto.
Milioni di disoccupati con l’elettrico;
che si aggiungono ai milioni di maniscalchi disoccopati
di fine ottocento
con i reletivi spingitori di cavalieri
sapevatelo su Rieduchescional Ciannell
-_-
P.S.
Salvini ha Ragione , si perderanno posti di lavoro ,
non perchè sono auto elettriche , perchè sono 40 anni che con l’automazione si toglie gente dalla catena di montaggio ..
se le aziende non ladottano l’automazione massiva , perdono competitività e chiudono .
se la dirigenza politica fosse meno ottusa , scoprirebbe che l’ECONOMIA GREEN genera ALTRI posti di lavoro
l’ECONOMIA CIRCOLARE
impone la nascita di nuove aziende per il recupero e il reciclo dei materiali ,
che le aziende OLD si sognano
ma per immaginare il futuro , bisogna avere un QI ,
niente di eccezzionale ..
basta appena sopra la media
Salvini non è nuovo a queste sparate a cominciare da quelle sui migranti che garantiva il rimpatrio totale di tutti i clandestini quando sarebbe andato al governo.
Ma uno di questi disoccupati a scrivere il decreto attuativo del bonus colonnine non lo possono mettere? Sono 18 mesi che quelle 2 paginette scritte in bell’italiano devono essere emesse.
“Quando la smetterà il vice-premier di fare propaganda?”, piuttosto mi chiederei quando la smetterà questo “signore” di fare politica e darsi alla macchia… A questo individuo non è chiaro che è proprio l’ostacolo alla transizione energetica che lascerà a casa milioni di lavoratori e che le case automobilistiche si sono già poste degli obiettivi verso una transizione irreversibile all’elettrico.. povera Italia…
Essendo una discussione dall’impronta politica e partendo dal presupposto che non Stimo Salvini mi pongo e vi pongo però una domanda.
Ma Enrico Letta poi l’ha comprata la BEV?
Onestamente di quale auto abbia Letta non ce ne importa nulla.
La domanda che io mi pongo in realtà è diversa…ovvero come ricollochiamo in170000 che perderebbero il posto che al 99% non sono giovani ma che nella maggior parte dei casi hannobparecchi anni sulle spalle???? Ed i benzinai?? Quelli che hanno le pompe in proprio??? Ho un amico poco più 45 enne che ne ha una.ha cominciato a lavorare a 18 anni nel settore e poi con i sacrifici ne ha acquistata una.ora si vede male da qui a 12 anni…
in un paese socialista a economia pianificata la domanda non si pone nemmeno: non si fa innovazione perché quei 170mila perderebbero il lavoro, quindi si pianifica lo status quo e si impedisce qualunque innovazione, tecnologica, sociale, economica: e allora niente coppie di fatto, niente chat gpt, niente Uber.
esattamente quanto successo a metà anni 70, in Occidente prendevano piede i computer (con Olivetti a contendere il primato a IBM, non so se rendo l’idea) e con l’ovvia conseguenza di perdere lavoro per chi produceva macchine da scrivere (Olivetti da lì veniva ma non si mise a frignare, by the way) e per chi le usa, per gli archivisti e per gli impiegati destinati alla dattilografia in genere: o settori che si opponevano al cambiamento divenivano le macchinette da film, i dipendenti delle poste dei film di Fantozzi per capirci.
in URSS insistettero con carri armati e acciaio e industria pesante.
10 anni dopo Reagan minacciava Gorbaciov con le Guerre Stellari, figlie dei computer, l’Unione Sovietica aveva i carri armati di prima e le stava prendendo in Afghanistan, altro che guerre stellari.
come sia andata a finire, con i trattati Start e la disgregazione dell’URSS è storia ben nota.
quindi: con questa sparata
Salvini
da che parte si pone?
ma soprattutto:
che fine faremo?
chi avrebbe immaginato, tra la gente comune, 20 anni fa, una de-industrializzazione come quella che stiamo vivendo da 10 anni?
eppure le politiche del tempo lì portavano, con ponti impossibili e chiacchiere da bar al Governo.
che fine faremo?
e finisco per passare per liberista, io, che liberista proprio no.
La deindustrializzazione dell’italia se non ricordo male (e correggetemi se sbaglio) è proprio figlia in buona parte delle politiche CDX dei governi passati (ma non solo ovviamente).
Ricordo una legge che permetteva ai semilavorati provenienti da altri paesi (extra UE) di poter essere finti in italia e ricevere lo stesso l’etichetta “made in italy”,
Ricordo 20 anni fa e forse più la Ermenegildo Zegna (che non aveva bisogni di migrare in Cina per avere profitti) che prese (come direbbe Biff) “armi e ritagli” e si trasferì, portando il materiale di qualità e un certo numero di istruttori/controllori di qualità, facendo chiudere una serie di laboratori d’eccellenza e seminando disoccupazione in tutta la zona di Trivero, Valle Mosso ecc.
A valle di questo evento andai nel solito negozio/outlet Zegna dove da 30 anni mio padre ed io ci servivamo e cercai di prendere in considerazione solo ciò che aveva ancora l’etichetta (pur simbolica) “made in italy”, ma le possibilità erano veramente poche. A quel punto venni avvicinato dal responsabile del punto vendita che mi disse: “ma cos’è che cerca”? Ed io gli dissi che cercavo capi prodotti in italia e lui mi rispose: “lei non deve fossilizzarsi nel made in italy, ma andare oltre e vedere il made in Zegna”.
Da quel giorno divenni cliente (per quel che mi posso permettere) di Diego Della Valle.
E chiudo scrivendo: abbiamo regalato ai paesi in via di sviluppo (e non solo) le produzioni di abbigliamento, elettronica, attrezzature ecc. come mai ora per le batterie (presenti da anni su telefonini, p.c., ed elettronica/attrezzatura domestica e non) tutto questo caos?
Ora siamo schiavi degli arabi e di tanti altri paesi che hanno il petrolio, perché invece di fare questioni non ci attrezziamo per essere noi leader dell’elettrico e delle sue batterie?
I benzinai non avranno nulla da temere visto che le auto continueranno a bruciare benzina per parecchi anni dopo il 2035, sarebbe bello se si capisse che non vendere qualcosa non significa buttare al macero tutto ciò che è stato venduto e che sarà usabile fino a quando i proprietari vorranno. L0amico benzinaio, se non lo ragià fatto, potrebbe dotare il distributore di una rivendita alimentare, o quello che gli piace di più, di postazioni di lavoro e di colonnine per la ricarica veloce così gli automobilisti si fermeranno ancora da lui a far rifornimento e nel frattempo potranno mangiare qualcosa e se serve potranno lavorare da remoto. Questo è un esempio di come i benzinai potrebbero adattarsi al cambiamento.
…sulla questione “posti di lavoro” non mi esprimo…
Sicuramente, però, dal momento che l’elettrico non è per tutti e continuerà a non esserlo a lungo, non vedo perché dobbiamo contribuire ad insaponare la corda alla quale noi stessi dovremo poi impiccarci nel 2035.
Io credo che (forse in modo maldestro) Salvini & C. vogliano soltanto sostenere che la transizione debba essere sì “dinamica”, ma su tempi compatibili con la realtà economico-infrastrutturale e, soprattutto, SOCIALE del Paese.
Realtà, quest’ultima, che non è certamente rappresentata da chi frequenta abitualmente questo blog, ovvero rispettabili persone che, dalle loro villette con garage e fotovoltaico, non fanno altro che dare del “cavernicolo” a chi l’elettrico semplicemente non può permetterselo……
guarda:
per le villette garage-e-fotovoltaico dovresti guardare alla Brianza e al Bresciano, storici feudi leghisti.
qui scrive gente che ha la villona come gente che vive in affitto, certe sensibilità all’innovazione e all’evoluzione sono trasversali, non è necessario fare la spesa da Eataly per rispettare un pelo di più l’ambiente.
forse basta uscire dalla comfort zone
“forse basta uscire dalla comfort zone”
Ma nemmeno quello, mario milanesio, nemmeno quello!
Io e mia moglie siamo normali lavoratori dipendenti e viviamo in un appartamento con garage in un normale condominio.
Con appena 26.000 euro – tra sconto pronta consegna e incentivi statali e comunali con rottamazione della termica di 15 anni che usavo prima – dal 1° giugno 2022 sono passato ad una paciosa Renault Zoe, perfetta per le mie esigenze.
Con altri 1.150 euro ho adeguato (con certificazione) l’impianto del garage e installato una wallbox, e ogni 8-10 giorni l’auto si ricarica di notte mentre io dormo beatamente.
Morale: esattamente come facevo prima, ora faccio in elettrico il mio solito tragitto casa-lavoro e, avendoci ormai preso confidenza, anche le gite domenicali e anche ricaricando quando necessario.
Se sono uscito dalla mia comfort zone, io non mi sono accorto di nulla!
Ed è proprio questo che, come capita a Guido Baccarini, mi fa arrabbiare: tantissime persone sono in condizioni “normali” simili alla mia e potrebbero tranquillamente già oggi passare ad un’utilitaria elettrica, mentre la realtà è che non vogliono nemmeno fare lo sforzo mentale di “guardarci dentro” per valutare la cosa con la loro testa.
Avvilente.
situazione quasi analoga alla mia, stessa macchina paciosa, un po’ meno cara perchè km zero, niente incentivi, ricarico più sovente di te ma ho un fotovoltaico dai miei genitori.
sono un insegnante, lo stipendio è quello che è, ho amici che anche di recente hanno strabuzzato letteralmente gli occhi quando gli ho detto le cifre: non mi lamento, dico che è una indecenza leggere di certi stipendi ai manager pubblici e tratta scuola, sanità e tutto il resto in questa maniera, e mi dico anche che se non mi piace tocca a me cambiare, ho una laurea e posso usarla. che io cambi o meno, resta una indecenza.
detto questo
penso che la comfort zone per l’italiano medio sia la paura di cambiare, di osare, di rischiare, cattolicamente e catodicamente imbambolati in trasmissioni televisive che sono specchio di questi tempi, ancorate rigidamente ai programmi e ai clichè degli anni ’90 e 2000, come se 25 anni non fossero mai passati.
in Italia guardiamo a quanto stavamo bene ieri e cerchiamo di riproporlo, non riusciamo proprio a prendere in considerazione quanto potremmo stare meglio domani cambiando: “eh, ma poi sei sicuro?”, “eh, la fai facile, ma poi?”
e anche io, in fondo, faccio parte di questo sistema. infatti sono ancora qui, con questo stipendio indecente.
non la vedo per niente bene per il futuro.
Sugli italiani hai purtroppo ragione. Triste, ma vero.
A te, invece, che hai già fatto il primo passo – il più difficile, cioè renderti conto della tua situazione -, auguro di fare anche il secondo e di uscirne al più presto.
Ai cambiamenti climatici non gliene frega niente dei “tempi compatibili con la realtà economico-infrastrutturale e, soprattutto, SOCIALE del Paese”. 5 regioni in stato di emergenza per la siccità mentre contemporaneamente la mia Emilia Romagna veniva sommersa da piogge torrenziali. Se la temperatura media annuale continua ad aumentare, si scioglierà il permafrost siberiano. E verrà liberata una quantità di metano in atmosfera che provocherà l’IRREVERSIBILE surriscaldamento del pianeta Terra con l’ESTINZIONE di milioni di specie e la sopravvivenza di una élite ricchissima che potrà permettersi di vivere nella sua bolla climatizzata, altro che rispettabili persone con le villette e il fotovoltaico.
Personalmente continuo a sostenere che tutti quelli che hanno il garage e girano con una segmento D (prezzo medio del segmento: 40.500€, ci prendi una Model 3) e non fanno 1000 km al giorno DEVONO passare all’elettrico subito: non mi pare che rappresentino il 3 e rotti % della popolazione, ma molto, molto, molto di più. Eppure non lo fanno. Salvini, per esempio. Abbiamo un problema culturale, prima di tutto. Dovuto, anche, a quelli come Salvini. Oggi non è per tutti, ma è per tanti. Tanti che non si muovono di un millimetro. Se quei tanti non si muovono oggi, tutti gli altri che oggi non possono tarderanno ulteriormente e semplicemente smetteranno di usare qualsiasi veicolo, un giorno: e la colpa sarà di quelli come Salvini che hanno fatto di tutto per rallentare una transizione NECESSARIA e inevitabile. Prima passa all’elettrico chi può, prima potrà farlo a prezzi più convenienti chi oggi non può.
E, per inciso, stiamo parlando di una decisione presa nel 1997 (26 anni fa) a Parigi dall’Europa. E ora, 26 anni dopo, qualcuno dice che non ci sono i “tempi compatibili”?
[avviso, sfogo in arrivo]
Tutte queste st…upidaggini sono becere scuse per non dire le cose onestamente: “abbiamo guadagnato comodità e benefici a scapito delle altre persone e del pianeta, ma col cavolo che facciamo anche solo un passettino indietro.”
Altrimenti non si spiega perchè le idee anti-BEV (ma sarebbero gli stessi discorsi su altri argomenti simili e sensibili per le loro orecchie, come gli allevamenti intensivi o i vestiti super-cheap prodotti in Asia) accumunino sia gli analfabeti – e qui sarebbe anche comprensibile, visto il lavaggio del cervello costante e incessante di figuri come il citato nell’articolo – ma anche di persone istruite e con tenori di vita benestanti. Semplicemente, nascondono dietro le solite mille scuse (devo fare 2000 km al giorno ai 130, e che faccio se mi sta morendo la suocera e devo correre da lei a 200km da casa mia, e allora i bimbi delle miniere di cobalto in Congo, e simili) il fatto che a quel benessere non si vuole rinunciare nemmeno un pò, ma veramente poco poco. Perchè non si sta chiedendo di vivere come uno del Malawi o del Bangladesh, ma magari solo di mangiare meno carne rossa così da ridurre gli allevamenti intensivi, o in questo caso di fermarsi 20 minuti invece di 3 per caricare energia in auto. Orrore! Ma sei matto? Maledetto radical chic, io ho un lavoro “vero”! E anche l’operaio in affitto nel bilocale fatiscente degli anni ’60 (con tutto il rispetto) nel suo piccolo, alle comodità non rinuncia: ok, non può comprarsi la BEV, ma le belle bisteccone grondanti prese al supermercato? O l’aifon di ultima generazione del quale sa usare giusto l’app per telefonare, o feisbuc per condividere dati personali cliccando a caso ovunque? “Inizino prima gli altri a cambiare”!
Ormai ho smesso anche di avere empatia per queste persone, perchè con tutta l’informazione “onesta” disponibile in rete, se ad oggi ancora hai certe idee è perchè hai deciso di tenere gli occhi chiusi e goderti il tuo piccolo orticello felice, fot..dotene di tutti gli altri, figli compresi. I “tempi compatibili” per queste persone corrispondono alla loro aspettativa di vita. “Dopo di noi, il diluvio” disse Luigi XV.
Certo, una percentuale della popolazione italiana “ancora” la BEV non riesce a comprarsela, ma quanti dicono che il motivo è questo? Quelli dell 12% di parco circolante con un valore di acquisto di almeno 50.000€?
Più che altro tentare di rallentare è la cosa peggiore che si possa fare, l’hanno imparato sulla propria pelle numerose aziende in passato e il risultato è stato sempre che i concorrenti non sono rimasti a guardare, anzi se tu rallenti tanto di guadagnato perché avranno meno concorrenti con cui fare i conti e quindi ancora più market share.
Quindi la realtà non è “Milioni di disoccupati con l’elettrico” ma “Milioni di disoccupati senza l’elettrico”: come diceva una vecchia pubblicità “provare per credere”.
IL GOVERNO E LA FAVOLA CON L’ANTAGONISTA.
Non puoi permettertelo perché il legislatore non sa fare le norme e quando le fa le scrive talmente male che crea delle discrepanze sociali e dei buchi di bilancio da fallimento. Per questi buchi non risponde mai o quasi davanti alla magistratura e noi vediamo solo il debitino salire un pò alla volta.
L’elettrico è per tutti … solo che ti vogliono far credere che sia solo per i ricchi e attempati.
Un anno fa compravi una spring con gli incentivi, ti facevi l’aumento del contatore con Arera e te la ricaricavi a casa.
Il problema è ideologico. Far andare un’auto a energia elettrica non è un dramma ma per il governo in carica (non quella elettrica ovviamente) lo diventa pur di distrarre la popolazione dai problemi reali che sono altri.
Devono trovare un antagonista ma queste non sono favole.
Zero plastica, riciclo al 90%, chiusura quasi totale ai combustibili fossili, rinnovabili… tutte missioni possibili.
PS: La storia della villetta e dell’impianto è vecchia. .. e non è una scusa.
Se a Roma avessero fatto le colonnine oggi ne avremmo tantissime in città invece che principalmente fast nelle arterie di collegamento.
Se domani mattina la mercatara dei meloni mette l’incentivo io pure mi installo una colonnina ad uso pubblico e lo faccio non per un ritorno economico ma per un senso civico.
Caro Gerry, i miei più sinceri ringraziamenti per avermi regalato una villetta.
Sono un lavoratore dipendente e non ho la villetta ma, con passione ed impegno, sono riuscito ad installare un fotovoltaico privato in condominio.
Poi ho preso una bev d’occasione fuori regione.
Non è stato semplice e mi sono accontentato, ma ho fatto il massimo con quello che avevo.
Concordo con altri utenti e senza tanti giri di parole: in troppi sono pigri ed egoisti.
“sono riuscito ad installare un fotovoltaico privato in condominio”
Fares, come hai fatto? Qual era la tua quota in m² di tetto condominiale?
Sto iniziando a guardarci anche io, ora che la legislazione ha semplificato i passaggi burocratici e con l’assemblea condominiale – mi risulta che non occorre più chiedere l’autorizzazione dell’assemblea, ma l’assemblea ha solo il compito di verificare che siano rispettati spazi e diritti di tutti i condomini.
Temo però di avere non più di 10-15 m² a disposizione, e temo anche il gonfiarsi delle spese visto che, essendo il primo condomino a montare il FV, potrei trovarmi a dovermi sobbarcare le spese di predisposizione da zero del condominio…
Grazie per condividere qualche dettaglio in più, se avrai questa pazienza!
L’ha fatto una vicina di mia suocera, condominio di 6 unità. L’appartamento della signora aveva parecchi millesimi, quindi ha potuto installare un impianto decente, e confermo che all’amministratore ha unicamente comunicato l’intenzione di fare i lavori, l’inizio degli stessi e l’autocertificazione che tutto veniva fatto nel rispetto delle quote condiminiali.
Io valuterei anche i gruppi di autoconsumo, permettono ai condomini di entrare e uscire dal gruppo liberamente, e offrono parecchi incentivi, tra cui sgravi sugli oneri di distribuzione ai condomini che consumano, e 10cts al kwh immesso in rete. Ed è un sistema virtuale, non c’è da interconnettere nessun impianto personale, tutto viene conteggiato a livello di rete tra immissione dell’impianto comune e autoconsumo dei soci aderenti (che devono essere dello stesso palazzo, altrimenti si tratta di una comunità energetica). E non serve l’unanimità dei condomini per realizzare l’impianto.
[Ho letto parecchio perchè è un’ipotesi per la nostra casa singola multi-familiare]
Ciao Eugenio, la risposta dovresti trovarla qui
https://www.vaielettrico.it/dalla-benzina-100-ottani-al-fotovoltaico-in-condominio
Per le spese ti confermo che sono state tutte a carico mio, altrimenti non sarei riuscito a procedere (ma non devi fare una calata dal tetto condominiale, paghi solo quello che serve a te, salvo diversi accordi tra condomini).
Aggiungo che è stato necessaria anche l’installazione della linea vita (questa si che è una spesa condominiale).
Buon lavoro e armati di santa pazienza 💪
Grazie Fares, complimenti per l’articolo, me l’ero proprio perso!
Interessante e utile anche l’esperienza raccontata nella risposta di Luca Dell’oca.
So che ci vorrà tanta santissima pazienza…
PS: E, a titolo di curiosità, io sono di e abito a Carpi.
Grazie, allora ci si vede in giro, io sono di Magreta 🤝
purtroppo è ministro dei trasporti.
peraltro ha portato un partito dal 33% all’8%.
ma pagheremo amaramente le conseguenze di queste sparate
ma soprattutto le conseguenze delle MANCATE DOMANDE da parte dei giornalisti
tipo “ministro, sulla base di quali stime afferma questo?”
e poi: oltre alla marea di commenti e di click
a cosa serve un articolo del genere?
mi permetto, pacatamente, di suggerire l’oblio per simili affermazioni
E il ridicolo è che non l’hanno buttato fuori a calci, anzi Giorgetti (che ritenevo intelligente) l’ha “blindato” subito dopo le elezioni
PORA ITALIA.
Al suo posto metterei JJ4.
Almeno al governo avremmo l’orso più intelligente.
(ma si può continuare con queste infinite falsità?
Nnon ritengo corretto che debbano pagare eventualmente solo politicamente… oltretutto avendo in mano quasi per intero gli organi di informazione)
LO HANNO VOTATO IN TANTI… LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI…. SE LO MERITA.
Per noi.. haimé c’è solo da aspettare.
Sicuramente tutti quelli sul piede per passare all’elettrico …. saranno disincentivati.
Oggi, comunque, c’è una certezza. Il 2035. Che piaccia o no a Salvini questa è la strada.
Peccato che lui, eterno UOMO ELEZIONI, ha già in mente le Europee per giorcarsi questa carta.
Peccato per lui che quando arriverà il momento ci saranno paesi già troppo avanti per fare marcia indietro e .. come per i biocarburanti… si troverà solo ed isolato (ohhh … in compagnia di qualche paese marginale comunque .. . tipo Polonia o Grecia).
PAZIENZA RAGAZZI!! Guardiamoli mentre si costruiscono il loro bel muro di argilla che verrà abbattuto facilmente. Di certo c’era da aspettarselo. La farsa che hanno messo in piedi da settembre 2022 preannunciava che l’elettrico sarebbe stato solo un piccolo capitolo di questo libro enorme fatto di CONDONI – PONTI SULLO STRETTO – TAGLI INIQUI – SOLDI DEL PNRR SPESI COME VOGLIONO LORO – eeeeee…. ciliegina sulla torta… PRESIDENZIALISMO ALLA SILVIO.
Facciamoci degnamente una domanda:
Se ci sono loro è forse perché l’alternativa erano Di Maio – Renzie – Cialenda – e la radice quadrata del PD?
Sì. Evidentemente quella compagine forse non attraeva abbastanza gli appetiti degli Italiani.
Comunque permettetemi di stracciare il concetto.
Un ragazzotto così ….e le sue sparate sono imbarazzanti. Già me li vedo tra un anno o due commissariati con un altro Monti al governo.
Intanto… proprio per mettersi via qualche soldino per la prossima elettrica…
investiamo in CDS SULL’ITALIA.
Piazza Affari trasmissione di Rai 3 venerdì 5 un esperto economico: previsti 800000(ottocentomila) potenziali posti di lavoro con l’elettrico
Non ti curar di lui (di loro) ma guarda e passa.