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Milano con Bitride va elettrica, libera e condivisa

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Il Politecnico di Milano realizza e sperimenta con Bitride il primo bike sharing con mezzi a pedalata assistita e senza postazioni di parcheggio fisse d’Italia. L’operazione vede impegnato Zehus, società dell’Università, e Vodafone

Si ricarica da sola

Milano capitale dell’Italia green e sharing. Parole anglofile che nascondono però un grande amore per l’innovazione e l’ambiente. Oltre che la collaborazione tra aziende private e Università. Nasce così il progetto Zehus,  spin-off del Politecnico meneghino, che insieme a Vodafone lancia da febbraio l’innovativo Bitride. Si tratta di una condivisione di bici a pedalata assistita, completamente ideata e realizzata da studenti e ricercatori dell’ateneo, a parcheggio libero e senza nemmeno bisogno di ricarica. Già perché le due ruote fornite da Zehus sono dotate di una batteria che si ricarica come una dinamo.

Le bici elettriche del Politecnico, del valore di circa 1.500 euro, vengono equipaggiate con ruote piene, freni Shimano e un particolare sistema di pedalata assistita. Il motore non ha bisogno di essere ricaricato, grazie a una tecnologia che è in grado di ricaricare la batteria in pedalata e di convertire la frenata in energia,Un po’ come avviene nelle auto elettriche. Sul piano dell’esperienza d’uso, Bitride sfrutta una comune applicazione scaricabile da smartphone. Le bici potranno essere prelevate e lasciate in qualsiasi punto della città.

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Volontari cercansi

Bitride è alla ricerca di 150 volontari per la sperimentazione e la messa a punto del servizio prima del suo lancio ufficiale. La zona di sperimentazione sarà quella di Città Studi, e i candidati dovranno far parte del Politecnico come studenti, dottorandi, docenti, personale tecnico amministrativo. Come premio, i volontari, al lancio ufficiale previsto per maggio 2018, riceveranno un credito di 60 euro, pari a circa un anno di utilizzi. Per partecipare, fanno sapere dall’amministrazione universitaria, «basta inviare entro il 15 gennaio 2018 la propria candidatura, compilando il questionario sul sito. Entro il 20 gennaio, i candidati riceveranno l’esito della domanda via mail, e le istruzioni sui passi successivi.

Zehus

Il team di Bitride è composto da 35 persone guidate da Marcello Segato ed è pronto a mettere in strada 50 bici a pedalata assistita, a flusso libero. Finora non esiste un servizio simile in nessun’altra parte del mondo. «È la prima fase del progetto finanziato con due milioni e mezzo di euro dall’Unione Europea attraverso il programma Horizon 2020 — spiega l’amministratore delegato Segato — Amat e l’università lavorano con noi». Tra un mese quindi studenti e docenti del Politecnico proveranno gratis i mezzi nelle zone di Città Studi e Bovisa. Un passaggio necessario per calibrare costi e usi, disponibile per tutti i cittadini a partire da primavera con 350 mezzi da usare ovunque, a pagamento.

La partnership con Vodafone

Il telaio delle nuove bici è prodotto dell’olandese Darfon e sarà integrato da stop e frecce applicate su un bauletto posteriore. Sempre sul posteriore sarà inserito «il lucchetto digitale: un sensore per rilevare i livelli di inquinamento, un tracker che farà da localizzatore e da sistema di connessione». In questo senso è stato fondamentale coinvolgere la sezione automotive di Vodafone. Sarà possibile valutare la qualità del manto stradale, così da suggerire al Comune gli interventi necessari, i percorsi più gettonati dagli utenti, profilando il loro comportamento. Inoltre un algoritmo assegnerà un punteggio ai ciclisti in base al comportamento. Gli indisciplinati pagheranno di più il servizio, chi è corretto sarà premiato». La localizzazione Gps consentirà di sapere sempre dove sono i mezzi, prevenendo furti e parcheggi in cortili privati.

Bitride rappresenta un ulteriore passo avanti rispetto al progetto di BikeMi, cioè della condivisione delle bici in tutta l’area cittadina milanese in mano al Comune. Ad un certo punto durante l’estate scorsa sembrava a un passo dal naufragio a causa di incomprensioni e dell’arrivo di servizi privati come Ofo e Mobike, servizi cinesi che non richiedono il parcheggio in aree precise. Solo a maggio l’assessore alla Mobilità Marco Granelli aveva definito «eccessivi i costi di manutenzione» del parco elettrico, mettendo nel mirino le prime bici a pedalata assistita comparse a Milano per la condivisione alla vigilia di Expo 2015. Allarme poi rientrato, e anzi la città ha deciso nei fatti di andare avanti.

l’ex sindaco Pisapia alla presentazione di Bikemi

Una lunga storia

Il fenomeno del bike sharing con mezzi a pedalata assistita a Milano non nasce oggi, ma già nel 2015 furono lanciate le prime 1000 biciclette motorizzate con 70 stazioni di ricarica in zona fiera di Rho a disposizione di tutti. Le stazioni di ricarica, concluso Expo, sono state ricollocate in tutta la città e il ministero dell’Ambiente ha investito 4 milioni di euro su questa rete di bici rosse dotate di motore anteriore e batteria inserita nel tubo obliquo del telaio. Per il resto sono molto simili a quelle spinte a pedali e che in città sono presenti dal dicembre 2008. Un sistema che piace ai milanesi e che ha raggiunto nel 2017 120.000 abbonati, con un costante raddoppio delle utenze negli ultimi tre anni. Per far fronte all’aumento dei mezzi elettrici Milano punta a raggiungere entro pochi anni 703 colonnine pubbliche di ricarica, circa 300 in più delle attuali. Tra dieci anni, per sostenere la diffusione dell’auto elettrica, dovrebbero essere 1.040, delle 10.400 stimate in città. Nel 2018 saranno realizzate 10 nuove stazioni, per car sharing e privati, nell’area sud.

lo scooter Ujet

Inoltre è in arrivo in Italia Ujet, azienda che vende scooter elettrici pieghevoli, e Milano è stata scelta dalla start up lussemburghese per entrare nella rosa delle tre città europee in cui partirà la commercializzazione dei motorini, insieme a Parigi e Barcellona. Gli scooter possono raggiungere i 45 chilometri all’ora di velocità e hanno un’autonomia di 70 o 150 chilometri, a seconda che si monti una batteria più o meno capace.

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