Luca si preoccupa del rischio incendio. Ha fatto tutto quel che prescrive la legge per ricaricare in sicurezza in garage, con una wallbox. Ma vorrebbe ulteriori garanzie. Ricordiamo che potete inviarci le vostre domanda scrivendo a info@vaielettrico.it.
“Buongiorno,
sono il possessore di una ID.3 che ricarico prevalentemente tramite wallbox in condominio.
Ora, pur rassicurato sulla sicurezza delle auto elettriche relativa al rischio incendio, vorrei sapere in base a cosa può capitare che vadano a fuoco in fase di ricarica o di parcheggio.
Sono a posto dal punto di vista normativo e ho fatto anche installare un rilevatore di fumo nel box, ma vorrei sepere se vi sono altri accorgimenti che si possano attuare per ridurre ulteriormente il rischio.„ Luca Sturaro
Il rischio incendio è molto basso
Risposta-Le statistiche ci dicono che il rischio incendio di un’auto elettrica è molto inferiore a quelle di un’ auto termica. I dati più aggiornati vengono dagli Stati Uniti, dove il National Transportation Safety Board, Bureau of Transportation Statistics e National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ha raffrontato i casi di incendio per diverse motorizzazioni. Le auto a motore termico hanno la probabilità di incendiarsi in 1.530 casi ogni 100.000 vendute; le auto elettriche solo 25 volte ogni 100 mila. In totale NHTSA ha rilevato solo 52 incendi, anche se tutti sono stati molto pubblicizzato dai media. Tuttavia, fa notare l’autorità americana, l’anzianità media del parco auto termico è molto superiore e un confronto statistico sarà più attendibile solo fra una decina d’anni.
In nessun Paese, che ci risulti, sono stati introdotti divieti al ricovero di auto elettriche nelle autorimesse e nei garages. Anche in Italia le direttive dei Vigili del Fuoco non prevedono per le auto elettriche disposizioni specifiche.
Il “Thermal runway”? Difetti di fabbricazione
Le uniche prescrizioni riguardano la ricarica. Deve sempre essere effettuata con impianti fissi e progettati da un professionista accreditato se le autorimesse ospitano più di 10 veicoli e sono quindi tenuti a rispettare la normativa Prevenzione incendi.
Dal lato vettura, che è quello che la preoccupa, i casi di incendio spontaneo del pacco batteria in fase di ricarica o addirittura solo in sosta (il cosiddetto “thermal runway”) si contano sulle dita di una mano. Si è sempre trattato di difetti di fabbricazione, subito identificati dai costruttori che hanno richiamato immediatamente i modelli coinvolti. I produttori di celle batterie sostengono che la probabilità di un cortocircuito in una cella è di una su 10 milioni. i difetti possono riguardare anche la progettazione dei pacchi batteria, l’assemblaggio, il sistema di controllo BMS. Casi eclatanti quelli della Chevrolet Bolt o della Hyundai Kona, ritirate in decine di migliaia di esemplari. Non risultano inconvenienti o ritiri per le VW ID3.
Un pò di buon senso se si presentano anomalie
Venendo alla sua domanda, se vi siano accorgimenti particolari da adottare, risponderemmo di no.
Il rischio d’incendio di un’auto elettrica “a riposo” è statisticamente irrilevante e qualsiasi misura per contrastarlo sarebbe troppo onerosa per essere giustificata. Sono allo studio sofisticati sistemi di monitoraggio da remoto di ogni singola cella attraverso il BMS, applicabili però solo al testing professionale.
Come ovvio, è consigliabile tener d’occhio il corretto funzionamento della vettura e allertarsi immediatamente se si manifestano anomalie. Nel qual caso potrebbe tornare utile l’esempio di Generl Motors che, in attesa di capire quale fosse il problema delle sue Chevy Bolt, consigliò ai proprietari di parcheggiare all’aperto e a 15 metri almeno da altre vetture. Ma questo è solo buon senso.
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/// i casi di incendio spontaneo del pacco batteria in fase di ricarica o addirittura solo in sosta (il cosiddetto “thermal runway”) si contano sulle dita di una mano \\\ E le ricerche per prevenirlo o contrastarlo non mancano, vedi ad esempio la soluzione sviluppata da Farasis https://evmagz.com/farasis-energy-develops-breakthrough-solution-to-prevent-thermal-runaway-in-latest-battery-cells/
Chissá se queste batterie (destinate alle imbarcazioni) immerse in una soluzione liquida “anti incendio” potrebbero essere usate anche per i veicoli terrestri https://www.vaielettrico.it/batteria-navale-edrivelab-ed-fpt-per-sealence/
D: “sono possessore di una elettrica, mi preoccupa il rischio incendio”.
R: le termiche sono più soggette a questo rischio, statisticamente blablabla..
D: “ok, ma delle termiche importasega, ho una id.3 a batterie”
R: va bene, allora una buona scorta di xanax e passa l’ansia..
😉🤦♂️🤣🤣
Purtroppo questo è uno degli scogli dell’auto elettrica.
Solo BYD ha trovato con le Blade una sicurezza seria, ricordiamoci che le nichel cobalto ecc. possono arrivare a 600 gradi in un batter d’occhio, le litio ferro fosfato classiche fino a 200-400 e solo le Blade di BYD restano tra il 30 ed i 60 gradi.
Non capisco perché i costruttori non adottano queste ultime.
Perchè devi pagare le royalties a BYD per usarle? 🙂
caro Luca :
1) SE l’istallazione della WallBox è stata fatta a regola d’arte,
SE hai ricevuto da dichiarazione di conformità correttamente compilata e con tutti gli allegati obbligatori,
SE hanno istallato l’estintore richiesto dai VVF e se è sottoposto a regolare manutenzione
SEI a posto con quanto prescritto dalla legge.
2) Se comunque vuoi fare di più: controlla il massimale del “ricorso terzi da incendio” nel mio caso è 160’000 € se hai paura alzalo ad esempio a 500’000 €
Concordo Paolo. Se proprio si è in paranoia, si può acquistare un sensore di fumo intelligente (di quelli smart che si collegano al cellulare) e dotarsi di un estintore specifico per l’auto elettrica. Così in caso di incendio si può tempestivamente avvisare i vigili del fuoco e i vicini. Sull’uso dell’estintore occorre informarsi bene, probabilmente serve un corso e ben altro …
Ma mi sembrano precauzioni eccessive…
meglio girare con 50 litri di liquido altamente infiammabile sotto al cul
il gasolio non è altamente infiammabile, ma mi fa schifo come la benzina ed il gpl
Aggiungerei una sola condizione a cui prestare attenzione: assodato che gli incendi “spontanei” sono statisticamente irrisori, in caso di lieve incidente e/o di urti a materiali presenti in strada su cui si passa o di dubbi sul sottoscocca dovuti a qualsiasi potenziale danno accidentale (aiuola, parcheggi selvaggi su cordoli etc.), magari meglio lasciarla una notte all’aperto…