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Metti la wallbox? Attento al “pregiudizio”…

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wallbox garage
Incentivi per la ricarica
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Per procedere all’installazione di una wallbox in abito condominiale è necessario considerare tutta una serie di limiti tecnici e soprattutto legali, in particolare il cosiddetto “pregiudizio”. Ecco uno spunto spesso un po’ trascurato, che però può farvi evitare problemi nell’immediato e nel futuro.

di Alessandro D’Aiuto

Se parliamo di ricarica domestica in ambito condominiale, la corretta gestione di “diritti e doveri” del singolo nei confronti degli altri condomini diverrà una delle tematiche che via via si faranno sempre più attuali. L’installazione di un punto di ricarica deve ovviamente rispondere a tutta una serie, anche piuttosto lunga, di requisiti tecnici. Qualsiasi persona competente (sia esso un elettricista, sia esso un fornitore di materiali tipo wallbox) deve essere in grado di rispettarli.

Per mia esperienza posso però affermare che a volte queste persone senza nessuna colpa (non è il loro mestiere…) non hanno sempre “l’occhio avanti” su alcune sottigliezze che potremmo definire di tipo “consuetudinario” e che sfociano nel versante legale della cosa.

Giova dire fin da subito che la materia è talmente nuova e ancora tutta “in fieri” che è difficile stabilire uno standard  “codificato”. Nondimeno vi sottopongo una questione che potrebbe aiutarvi a conseguire l’obiettivo senza che a posteriori ci possa essere qualcuno che più o meno legittimamente possa aver qualcosa da ridire.

wallbox pregiudizio

In linea di massima, all’interno di un condominio, ci sono due tipologie di parcheggio. Il posto auto di proprietà (sia chiuso, il classico box, sia “aperto e delimitato da strisce o assimilabili). Oppure il posto auto assegnato in uso ad un singolo condomino/appartamento ma di proprietà delle parti comuni.

Nel primo caso, quando tecnicamente possibile, è in genere abbastanza facile far valere il buon diritto ad allacciarsi al proprio contatore privato. Nel secondo caso (che in questa sede tralasciamo) le cose possono essere più complicate ma non per questo dare per forza un esito negativo.

I guai cominciano nelle “parti comuni”

Partiamo dal caso più facile: box/posto auto di proprietà. Sia esso di pertinenza all’abitazione (e quindi 99% segnato sulla medesima scheda catastale) sia esso reso pertinenza o meno della medesima in virtù di successivo atto notarile, in ogni caso rientra tra i beni di proprietà registrati al catasto. In una frase: roba ufficialmente vostra.

In questo caso, stante la fattibilità tecnica e tutti gli eventuali limiti di legge (norme tecnico/installative, pompieri, limiti tecnico legali per la fornitura elettrica etc) , in linea di principio da un punto di vista potremmo quasi dire “costituzionale” nessuno vi può impedire di disporre del vostro bene come meglio preferite e attrezzarlo secondo i vostri desideri e i vostri comodi.

Soddisfatto tutto ciò, nessuno nel condominio vi può negare per puro e semplice principio (o capriccio…) di installare nel vostro box un punto di ricarica allacciato al vostro contatore privato. Tralasciando gli aspetti tecnici, desidero però concentrarmi sul discorso spesso poco considerato dell’attraversamento delle parti comuni. Questo infatti è un aspetto che se non viene correttamente affrontato può portare a discussioni e perché no al fallimento dell’impresa.

Le parti comuni per definizione sono tutti quegli spazi che non fanno capo ai privati condomini. Ma non sono “di nessuno”. Sono “di tutti”. Di conseguenza a tutti è consentito usufruirne, anche a fini privati. Purché però nell’installazione della wallbox non si arrechi pregiudizio alla sicurezza o ai diritti di tutti gli altri condomini. La questione dei “pregiudizi” è un aspetto/concetto fondamentale.

Le mille sfumature del “pregiudizio”

Parlando di impianti elettrici, è superfluo spiegare quale potrebbe essere un “pregiudizio” in termini di sicurezza. Partiamo tutti dal presupposto che si vuol fare un lavoro sicuro al 100%. Resta però un pregiudizio di tipo “legale” che deve essere tassativamente rispettato.

Per esempio: se per tirare il mio filo per l’alimentazione della wallbox io passo dall’unico piccolo “buco” disponibile tra la sala contatori e il locale garage, io sto creando un pregiudizio nei confronti di tutti i condomini che in un secondo momento vorranno fare il medesimo lavoro.

Oppure: se per fare il mio impianto, per quanto a regola d’arte, per un qualsiasi motivo io non lascio o non ho spazio sufficiente nel locale contatori a che in futuro tutti quanti (fino all’ultimo) possano fare altrettanto… Io sto creando un pregiudizio e in prospettiva potrò avere dei problemi in futuro.

Addirittura si può affermare che se il percorso del mio filo nell’attraversamento  delle parti comuni non rispetta almeno un minimo criterio estetico, per quanto possa sembrare incredibile anche questo può rappresentare un valido pregiudizio. E si potrebbe continuare a lungo.
Come avrete capito, sto portando apposta degli esempi forse un po’ estremi ma spero utili per farvi comprendere il concetto.

In sostanza il principio è il seguente: se eseguite un lavoro (per quanto a vostre spese) che prevede l’attraversamento ex novo delle parti comuni voi state creando un precedente. E se lo avete fatto voi, allora in futuro devono poterlo fare anche tutti gli altri fino all’ultimo, e ragionevolmente con la medesima facilità.

Meglio prevenire che dover rimediare

Se prefiguriamo un caso limite possiamo ritenere come molto probabile che il primo condomino che in futuro non riuscisse ad installare un punto di ricarica nel suo box perché si fossero creati degli impedimenti di qualsiasi natura per “negligenza” di chi ha fatto in precedenza il medesimo lavoro, questi potrebbe addirittura  trovare un giudice che impone di smantellare quanto già legittimamente fatto (o tutti o nessuno). Caso limite, ripeto, ma non irreale e soprattutto spero abbastanza esemplificativo della “delicatezza” di questa materia.

Di conseguenza, in sede di progettazione, vi consiglio caldamente di “rompere le scatole” al vostro tecnico affinché tenga adeguatamente in considerazione anche tale questione. Per esperienza personale, infatti, so che questo non sempre avviene. E in futuro potrebbe crearvi delle discussioni fastidiose di cui penso tutti vorremmo fare a meno.

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16 COMMENTI

  1. Io invece mi ritrovo nel secondo caso “posto auto assegnato in uso ad un singolo condomino/appartamento ma di proprietà delle parti comuni”.
    Con un aggravante: la rotazione annuale dei posti auto.
    Avete suggerimenti? Complimenti per l’articolo!

  2. Grazie mille, molto interessante e ben spiegato.
    Abito in un condominio, ho una citycar elettrica e la carico nel box alimentato da corrente condominiale. In accordo con l’amministratore ho messo un contatore di energia e pago il consumo.
    Ora sto “lavorando” per mettere il fotovoltaico e collegare il box al mio contatore.
    Ho parlato con l’amministratore e per il momento non vedo intoppi. Forse dovrò fare dei fori per far arrivare il cavo al mio box, ma non credo che chiederò il permesso al condominio per il singolo foro. Comunicherò il progetto in generale e via.

    • Le confermo che linea generale, se come presumo il lavoro verrà eseguito completamente a sue spese, le sarà sufficiente comunicare la cosa all’amministratore allegando quanti più possibili dettagli tecnici in merito al progetto che intende eseguire. Quindi non solo che tipo di materiale verrà utilizzato, ma senza dubbio anche il percorso che il suo impianto seguirà nell’attraversamento delle parti comuni. Detto questo, nella progettazione non mi resta che consigliarle di tenere in conto anche quanto esposto nell’articolo. Quindi se deve fare dei fori il mio consiglio è quello di calcolare un diametro sufficiente a permettere il passaggio di’ un numero di linee adeguato al numero di contatori che potenzialmente potrebbero collegarsi ad altrettante wallbox. Tenga presente che, se il muro lo permette, fare un buco piccolo o fare un buco più grande costa sostanzialmente uguale.

  3. Ottimo articolo che anziché occuparsi della parte tecnica (che è comunque appannaggio di un installatore professionale) si occupa della parte legale e pratica della comunione condominiale.
    Chiaro e diretto. Complimenti.

  4. Non potrò MAI ringraziare del tutto quell’uomo saggio e previdente che fu mio padre.
    In tempi ancora non sospetti (metà anni 70) nei quali litigiosità e intolleranza reciproche e pregiudiiali non avevano assunto i toni attuali neppure lontanamente, subito dopo la pensione, acquistò la villetta in campagna nella quale tuttora risiedo.
    La vita in città ,piena di regole , limitazioni e asti reciprochi potenziali, la lascio agli altri.
    Saluti

  5. L’articolo è ben fatto e spiega molto bene perché, stante quando illustrato, è molto difficile installare una wallbox in box anche privato (alla faccia di chi dice che basta volerlo fare).
    Caso molto realistico: grande condominio tipico delle nostre città, con più di 50 box privati.
    I cavi elettrici esistenti sono di sezione ridicola (1.5mmq mediamente), i passaggi ci sono ma sono stretti. Poniamo il caso che se i condomini volessero far passare cavi di sezione maggiore e più sicuri i passaggi consentirebbero solo ad 1/4 di essi di poterlo fare.
    Se un condomino volesse far passare il proprio cavo “nuovo” creerebbe un pregiudizio, perché non tutti lo potrebbero fare. Per contro, creare un nuovo passaggio richiede ovviamente (e giustamente) l’approvazione dell’assemblea, che non approverà mai dato che non è interesse della maggioranza.
    Come se ne esce?
    Sinceramente non ho idee in merito, ma qualche intervento normativo andrebbe fatto altrimenti scordiamoci di “ripulire” le nostre città dalle auto termiche.

    • Forse, è dico forse (di robe condominiali ci capisco fino a un certo punto) si può sfruttare le ristrutturazioni del 110 per includere anche un rinnovamento dell’impianto elettrico? Quantomeno delle aree box per ovviare a questo problema, anche perché se si vuole avere una transizione completa son cose da risolvere assolutamente anche nelle palazzine più vecchie.
      Di sicuro chi ha box con luce su parti comuni, non potrà nemmeno caricarla a casa senza incorrere in rogne da gestire etc, anche a mettere un contatore per pagare a parte l’uso, avrà cmq prezzi più alti del domestico puro etc etc

      • Il 110 già lo prevede, 1600€ per installare la colonnina (lavoro + installazione).una colonnina ovviamente costa molto meno e per il lavoro 500-1000€ escono. Ovviamente con quella cifra se devi fare lavori elettrici importanti non ti avvicini nemmeno, ma se i condomini sono 20 o più già cambia tutto.

    • Sicuramente all’aumentare del numero di garages aumenta in proporzione la quantità di problemi da risolvere. Però in molti casi con un po’ di mestiere, un po’ di furbizia e se vogliamo anche un minimo di “brillantezza”, molte volte si possono trovare delle soluzioni win-win che accontentano un po’ tutti. La prima idea che mi viene al volo è che in un’ottica di liberalità il primo o i primi condomini che provvedono a farsi installare wallbox nel proprio garage si acollassero l’onere di predisporre nel passaggio dalle parti comuni un impianto già in grado di ospitare tutte le eventuali future evoluzioni. Partendo dal presupposto che il vero costo di questo lavoro è in gran parte concentrato nella manodopera più che nel materiale, le posso assicurare che, seppur presente, il differenziale di costo tra una canalina da 25 mm per esempio è una da 40 o 50 mm in linea di massima non è cosa da mandare in rovina un privato cittadino. Va da sé che per il singolo il costo dei fili e dell’ infilaggio sarebbe identico sia che si debba passare in una canalina da 20 sia che si debba passare in una canalina da 60. È chiaro che con questo sistema bisogna mettere a budget qualche soldino di più, facendo fondamentalmente un piccolo regalo a tutto il resto del palazzo. però tutto ciò potrebbe essere un ottimo viatico per sentirsi dire senza troppi problemi di sì da parte del resto dei condomini. E in ultima analisi forse non sarebbe nemmeno proprio un regalo, posto che sono fermamente convinto che di qui in avanti la possibilità di ricaricare facilmente presso la propria abitazione sarà una discriminante magari non fondamentale ma sicuramente “sensibile” nella valutazione economica di un bene immobile. Ripeto, la prima idea che mi è venuta al volo in testa.

    • Hai ragione, ma avete dimenticato i tempi in cui avevamo la parabola condominiale sul tetto e bisognava scendere sulla colonna condominiale con diversi cavi antenna per ogni appartamento…chi prima chiamava Sky si vedeva riempire i pochi tubi a disposizione dai tecnici che si facevano pochi scrupoli pur di chiudere i contratti…chi arrivava per ultimo si attaccava al tram…saluti

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