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Metano alle stelle, calano benzina e gasolio

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Metano alle stelle, mentre calano i prezzi di benzina e gasolio sulla rete italiana. Non accenna a finire l’estate bestiale di chi guida auto a gas.

metano alle stelle
Le auto a metano più vendute nel 2022 e il totale delle immatricolazioni: un crollo. (Fonte: Unrae).

Metano alle stelle, dopo i nuovi record di agosto: 2,770 euro/kg, una follia

Già in agosto, secondo Assogametano, il prezzo medio nazionale del metano è risultato di circa 2,770 euro/kg, un costo impensabile solo qualche mese fa. Con le solite, quasi inspiegabili differenze da regione e regione. I prezzi medi più alti, sono stati rilevati in Valle D’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia (da 3,369 a 2,945 €/kg). I più bassi si sono riscontrati invece in Molise, Abruzzo, Liguria, Lazio, Umbria e Puglia (da 2,039 a 2,510€/kg). Ma il trend al rialzo, comunque,  sta proseguendo anche in questi giorni di settembre, secondo una nota diffusa da Il Sole 24 Ore Radiocor. Con questi prezzi folli, non stupisce che le vendite di auto a metano siano in caduta libera. Nei primi 8 mesi del 2022 se ne sono vendute solo 8.676, contro le 24.289 del del 2021, nonostante il taglio dell’Iva. Un crollo destinato ad aggravarsi, visto che molte Case auto si stanno defilando da questo mercato.

metano alle stelleBenzina e gasolio in calo, l’elettrico…

C’è invece una nuova tregua per quel che riguarda i prezzi di benzina e gasolio. Ecco il dettaglio, in base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Mise, aggiornati alle 8 del 4 settembre. Il prezzo medio nazionale praticato sulla benzina in modalità self si è portato a 1,757 euro/litro (1,773 il dato precedente). Con i diversi marchi compresi tra 1,739 e 1,766 euro/litro, mentre  i distributori no logo sono in media a 1,751. Il prezzo medio praticato del gasolio self era a 1,849 euro/litro (1,858 il valore di venerdì), con le compagnie tra 1,834 e 1,857 euro/litro e le no logo a 1,849. Che cosa succederà invece alla colonnina, sul fronte delle auto elettriche? L’attesa degli operatori è per quel che deciderà di fare Enel X Way, che in Italia è largamente leader di mercato.

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37 COMMENTI

  1. Mi permetto di allegarvi uno stralcio di un intervista ad un ex dirigente Eni in merito al caro metano.

    Per me è tutta una truffa per far straguadagnare i soliti, agevolare i combustibili prodotti con raffinazione, e far lievitare il prezzo dell’energia elettrica.

    l giornalista Danilo Lupo ha intervistato Salvatore Carollo, ex dirigente dell’ENI, sul rapporto tra guerra e prezzo del gas.
    Carollo: “Fondamentalmente la guerra con il prezzo del gas non c’entra nulla, perché non c’è stato un solo metro cubo di gas che è mancato a causa della guerra, ovvero abbiamo avuto sempre LA STESSA QUANTITÀ allo STESSO PREZZO. L’unico luogo dove il prezzo del gas è cambiato è stata la Borsa di Amsterdam, ma abbiamo deciso noi italiani di usarla come riferimento per la vendita di gas al consumatore italiano, è stata una SCELTA POLITICA.
    Il giornalista: “Allora ENI, ENEL, EDISON comprano a 100 e rivendono a 500?
    Carollo: “Come esempio si, ma i numeri esatti si dovrebbero verificare. Dovrebbe essere lo Stato italiano a chiedere trasparenza su questi numeri, chiedere trasparenza alle aziende che importano gas, altrimenti gli tolgo la concessione. Ed essendo il prezzo del gas una scelta politica, lo Stato dovrebbe dire cambio il prezzo.

    • Che sia solo speculazione finanziaria ormai è assodato. Il punto è che entrare a gamba tesa nei mercati finanziari non è una decisione facile. E’ un po’ come cambiare le regole del calcio mentre è in corso la finale di Champions. Cioè se tu metti su un mercato di scambio con delle regole, ad un certo punto dici “adesso non mi diverto più”…..non è così semplice perchè le regole le avevi messe tu.

      • E’ la disponibilita’ di un prodotto a far variare il suo costo finale, e’ evidente una bassa disponibilita’ in ampio spettro. Anche per l’elettricita’ e’ così, se vicino ad una centrale produttiva tende a diminuire il costo, per minore dispersione.

    • Dobbiamo ringraziare l’Europa. La borsa di Amsterdam non è una scelta economica e commerciale libera ma una scelta imposta da Bruxelles. Ad oggi basterebbe comprare al Nymex e pagare il gas un decimo o anche meno l’identico gas LNG venduto dagli Usa. Ma l’Europa è disfunzionale e per questa ragione scomparirà.

  2. ovviamente il metano ritornerà competitivo vista la sua assoluta necessità alle rinnovabili di moda intermittenti e non programmabili
    ma non ditelo a nessuno mi raccomando… solo gli ignoranti non ci arrivano.

      • Mi perdoni ma la matematica è semplice: poniamo che vengano venduti e sostituiti 10 milioni di ICE con 10 milioni di EV. Poniamo che grazie alla educazione queste 10 milioni di EV consumino solo 2 kWh al giorno. Sono 20 milioni di kWh di energia elettrica da produrre in più al giorno. Ovvero 20mila MWh al giorno in più. Ovvero 20 GWh in più al giorno. Pari a 8 centrali nucleari di grosse dimensioni che lavorano ininterrottamente 365 giorni all’anno notte e giorno. Se lei fosse onesto intellettualmente direbbe che le fonti intermittenti per produrre tali quantità dovrebbero avere una potenza installata almeno doppia, ovvero pale eoliche a fotovoltaico per minimo 40 GWh al giorno, con relativo back up di impianti a combustibile fossile non intermittente pari al 40% altrimenti si rischiano i black out tipici della California o quelli avuti in Texas causa impianti eolici senza back up, quindi altro 16 GWh di impianti a gas o carbone. Sempre ammesso che vengano sostituiti solo 10 milioni di veicoli e che abbiano bisogno di solo 2 kWh al giorno. Se ne avessero bisogno di 50 kWh? E se fossero 15 milioni di veicoli? La matematica non mente. l’Italia, come nessun altro paese al mondo Cina compresa, non ha una rete elettrica in grado di sopportare tale carico e non ha impianti in grado di produrre abbastanza elettricità. Aspetto una risposta articolata e con numeri da confrontare. Per cortesia non faccia l’esempio della Norvegia che non è comparabile. In Norvegia si producono per 5 milioni scarsi di persone 142 TWh di elettricità da idroelettrico ed eolico. In Italia siamo 60 milioni e ci bastano 303 TWh di elettricità e non abbiamo fiordi e invasi come la Norvegia né venti atlantici che comunque coprono solo il 4%. Comunque se le piace fare la proporzione con una nazione che si muove con EV faccia i conti e scopre che dovremmo aggiungere minimo altri 1300 TWh di produzione elettrica. Veda lei se è concepibile e fattibile.

      • Buongiorno sig. Degli Esposti, ho letto l’intervista ma alla domanda diretta sul problema dello stoccaggio la risposta mi sembra molto vaga e non mi fa bene sperare, la riporto di seguito: “Ogni giorno serve un sistema di accumulo ad alta efficienza e alto rendimento, perché sarebbe assurdo buttare via il 40-70% di questa energia. Gli accumuli ideali per dare questo servizio sono gli quelli chimici e i pompaggi”. Intanto deve essere chiaro che se si vuole tutto da fonti rinnovabili non programmabili devi avere un surplus di capacità produttiva, poi la soluzione di stoccare il surplus su accumulatori chimici non è percorribile e l’ha spiegato bene un commentatore che una sola ora di accumulo costa quasi 9 miliardi di euro; l’accumulo tramite bacino idrico è estremamente difficile, ci sono alcuni sistemi sperimentali in cui una turbina eolica ha posizionato, alla base delle torre, un serbatoio d’acqua collegato ad un bacino posizionato ad un dislivello inferiore. Si tratta di soluzioni sperimentali che in nessun caso possono considerarsi come soluzione del problema dello stoccaggio delle fonti rinnovabili non programmabili che, appunto, al momento non ha una soluzione

        • La risposta di terna è vaga perché non se ne occupa direttamente. Terna (che ha la distribuzione, non la produzione di corrente ) afferma che la rete è pronta per gestire quanto sarà necessario implementare a livello di produzione. Piani e progetti sono già in atto ed in fase esecutiva (esempio EP Produzione centrale di lodi sta ampliando un nuovo gruppo da 850 MW TG+GVR E TV annessa), un’altra centrale nel piacentino si sta preparando per un nuovo parco fotovoltaico con accumulo da 270MW (70MWH in scarica), e via via. I sistemi di accumulo, se verranno installati, saranno ad appannaggio dei produttori, non di Terna e, probabilmente, visto la difficoltà burocratica di fare qualsiasi cosa in Italia, anche le più sensate e necessarie, non può esporsi diversamente, poiché non è l’ente preposto per decidere alcunché in tal senso.

          • Mi perdoni ma se ad una osservazione sullo stoccaggio delle fonti rinnovabili non programmabili si risponde Tutti i conti sono qui allegando il link di TERNA! Non è che poi facendo osservare che sullo stoccaggio si è sul vago allora TERNA non è l’interlocutore giusto. Qui sono due le cose: o se ne occupa e l’articolo è la risposta a tutti i dubbi sullo stoccaggio, oppure non se ne occupa e l’articolo non risponde a nessuna osservazione o dubbio.

          • Buonasera sig. Degli Esposti, non vedo cosa c’entrino i migliaia di ingegneri(anch’io sono un ingegnere) che lavorano da anni alla decarbonizzazione mondiale con i problemi di stoccaggio della fonti rinnovabili non programmabili in Italia. E’ abituato a buttare tutto in caciara quando non ha argomentazioni? ha menzionato, nell’ordine e a sproposito: Terna, Unione Europea, Governo Italiano e IPCC dell’ONU.
            Visto che vuole l’inversione dell’onere della prova i numero glieli porto io.
            In fondo al mio intervento il riferimento ad uno studio indipendente di 4 ricercatori del CNR che hanno stilato una possibile road map per arrivare al 100% di rinnovabili in Italia.
            “Italy 100% Renewable: A Suitable Energy Transition Roadmap”.
            1. partiamo dalle mie prime chiacchiere: l’intermittenza delle rinnovabili non programmabili. Lo studio recita “La complicazione sta nel fatto che la domanda di energia è molto variabile durante l’arco della giornata, così come è variabile la produzione di energia rinnovabile, che dipende dall’intensità dei fenomeni che la generano: esistono perciò dei lassi di tempo più o meno lunghi in cui l’azione combinata di vento e sole non è sufficiente a soddisfare la richiesta energetica della popolazione. In tali momenti bisogna avere pronta dell’energia “di scorta”, messa da parte durante i periodi più produttivi e conservata in vista dei tempi di magra”, guarda caso la stessa osservazione che ho portato io sulle 2 settimane di assenza di sole e vento
            2.Problema dello stoccaggio: nelle altre mie chiacchiere ho contestato quanto afferma Terna sui stoccaggi chimici e mediante idroelettrico da bacino, lo studio recita: “Il problema è dove stoccare questa energia. Generalmente, per immagazzinare grandi quantità di energia, si utilizzano le centrali idroelettriche di pompaggio, ma lo studio evidenzia che in Italia queste ultime lavorano già a pieno regime e che sarebbe inverosimile costruirne delle altre, principalmente per mancanza di spazio sul territorio.” Strano le conclusioni dello studio sono allineate alle mie chiacchiere
            3. Come fare lo stoccaggio con tecniche non tradizionali, sempre dallo studio: “I ricercatori propongono allora di spendere l’elettricità in eccesso per la produzione del cosiddetto “idrogeno di origine biologica”. Il vantaggio dell’idrogeno è che – esattamente come un combustibile fossile – può essere conservato e trasportato materialmente, per poi essere convertito in elettricità quando e dove se ne ha bisogno.” Guarda caso si vuole utilizzare un vettore energetico in maniera esattamente identica ad un combustibile fossile, al posto di serbatoi o gasdotti di metano abbiamo serbatoi di idrogeno utilizzati nella stessa identica maniera.
            4. Costo e quantità dello stoccaggio. “I quattro professori stimano che al 2050 la quantità annuale di tale energia di riserva debba essere pari a 550 TWh (circa il 75% della produzione totale), una cifra che va prelevata dai 640 TWh di derivazione eolica e fotovoltaica”
            capito servono 550 TWh di surplus da eolico e fotovoltaico per gli stoccaggi dell’idrogeno.
            Veniamo alle note dolenti. Su Quale Energia(link sempre in fondo al mio intervento “Nel 2021 le rinnovabili non crescono. A eolico e FV mancano oltre 120 TWh per il 2030”) può trovare i report sull’andamento della produzione di energia elettrica, concentriamoci sulle rinnovabili non programmabili: “Possiamo valutare un aumento in otto anni della produzione delle due fonti, eolico e FV, pari al 23,8% (+8,8 TWh). Poiché si tratta delle due fonti che dovranno dare il maggior contributo al 2030 il risultato è veramente misero e testimonia il basso livello di installazioni di quest’ultimo decennio: in media una produzione di appena 1,1 TWh in più ogni anno dal 2014. Inutile dire che oggi l’impresa sembrerebbe impossibile con l’attuale impostazione delle politiche energetiche e dei processi autorizzativi.”
            Ma torniamo al nostro stoccaggio con un aumento medio di 1.1TWh all’anno lo stoccaggio richiesto l’avremo fra 550/1.1=500 anni, ecco quando è prevista la decarbonizzazione dell’Italia con questa impostazione e questo per i soli stoccaggi. sarebbe stato meglio se qualcuno non avesse fatto il lavaggio del cervello agli italiani tenendoci una base di centrali nucleari da utilizzare come stoccaggio, visto che siamo stati così bravi da distruggere tutta la filiera nucleare dei primi anni ’80, non resta che mantenere la nostra base di metano in attesa di nuove tecnologie.
            Infine, il Portogallo produce solamente il 59% di energia elettrica da fonti rinnovabili, l’Austria il 75% ma con il 46,3% da idroelettrico che costituisce un back-up più che sufficiente e la Danimarca oltre l’85% ma con eolico off-shore sul mare del nord che soffia in maniera stabile. Come vede gli altri stati un back-up ce l’hanno e dove non ce l’hanno se lo sono creato come ha fatto la Francia. Un saluto
            https://arxiv.org/abs/1609.08380
            https://www.qualenergia.it/articoli/2021-rinnovabili-non-crescono-eolico-fotovoltaico-mancano-120-twh-per-2030/

        • Scusa @Carlo P. ma non ho ben capito l’osservazione. Terna dice chiaramente che da qui al 2050 (quando si suppone che la richiesta di energia sarà in essere con il parco circolante prossimo al 100% non alimentato da fonti fossili), non ha una risposta ora, ovviamente, ma inizieranno a valutare le necessità con i prossimi piani di sviluppo. I piani di sviluppo cercheranno di prevedere, nel corso degli anni, quanta energia in più sarà necessaria per mantenere le necessità del paese, che, in una situazione geopolitica normale beninteso, non sarebbero un problema di adesso. Terna, come ho scritto sopra, non si occupa del mercato, ma della distribuzione. Quello che può dire è quanto, in base alle proiezioni sulle future necessità, sia pronta la rete di distribuzione e, nel caso sia necessaria più energia di quanto la rete possa gestire, decidere gli ampliamenti. Tutto quello che compete alla produzione invece (cioè tutta l’energia prodotta + quella da prevedere in più come ampliamento) è da ricercarsi ai produttori, ivi compreso eventuali stoccaggi per i loro impianti in base alla natura degli stessi. Chiaramente terna, così come Enel produzione Enel ingegneria, ed Enel distribuzione, sono legati dal doppio filo (erano tutti della stessa famiglia prima della privatizzazione e si chiamava Enel) e sicuramente hanno sul piatto i progetti di ampliamento nel prossimo futuro, però una certezza matematica di quel che sarà a lungo termine si avrà solo con i fondi che lo stato finanzierà ai competitors dell’energia per realizzare i loro impianti da noi.

          • Buongiorno sig. Marco, tutto questo mi è chiaro. Il problema che aveva sollevato il primo commentatore e che sollevo anch’io è come si voglia procedere ad una fornitura sicura dell’energia elettrica avendo una percentuale così preponderante di fonti rinnovabili non programmabili. Su questo assunto è basata la mia osservazione: “Allo stato attuale non c’è nessuna soluzione”. Il discorso degli stoccaggi ha un valore relativo, se non c’è vento e contemporaneamente la situazione meteo è pessima e la situazione si protrae per 1 o 2 settimane cosa facciamo? I gravi problemi che sta attraversando la California nascano anche da questo continuo rincorrere le fonti rinnovabili non programmabili senza avere un adeguato back-up. L’Italia non ha un idroelettrico sufficiente a stabilizzare la rete e contemporaneamente ha deciso di non ricorrere al nucleare , per cui nei momenti in cui non c’è vento e sole cosa facciamo? Non basta dire che entro il 2050 avremo tutta energia elettrica da fonti rinnovabili. Mi pare che sono stato abbastanza chiaro quando ho portato gli esempi di impraticabilità degli stoccaggi chimici e da bacino. Non è un problema di fondi da stanziare è proprio un problema tecnico a cui non c’è soluzione allo stato dell’arte. Poi se c’è ed io sono male informato sarò felice di ricredermi ma non è l’intervista a TERNA a farmi cambiare idea.

          • Ma pensa che Terna sia una banda di scappati di casa? E l’Unione europea? E il Governo italiano? E l’IPCC dell’ONU? Mi chiedo come lei possa essere così presuntuoso da ritenersi più competente di migliaia di ingegneri e scienziati che da anni elaborano i piani per la decarbonizzazione globale. Quanto meno, sia lei a portare prove convincenti di quel che afferma e non solo chiacchiere. Oppure citare il caso California al quale potremmo rispondere con Portogallo, Danimarca o Austria, ormai decarbonizzate al 70-80%.

  3. Colpo di scena! Sono appena entrato in Francia e ho pagato la venzina 1.40€ al litro. Cosa vuol dire? Non lo so. Però ve lo racconto.

  4. Buon giorno
    Qualcuno mi sa spiegare come mai all Eni in autostrada prima di Innsbruck e sulla statale dopo località Mils il metano costa stabilmente 1.10€ al kg? e posso dire che quando andavo a metano era di buona qualita.
    Grazie

    • se si fa una rapida carrellata sui prezzi in germania, tranne qualche caso sporadico il prezzo max è sempre stato 1.2€/Kg: questi gg in veneto siamo dai 3 ai 5€/Kg : PERCHE’ ??????????!!!!!!!!!!!???????????????
      ho segnalato a federmetano che segnali a chi di dovere !!

  5. In giappone si pensa di ripartire dai bacini idrici. Il metano e’ troppo richiesto, il passaggio all’idrogeno rinnovabile e’ gia’ in svolgimento.

  6. Quando il metano sarà morto, inizierà la speculazione sul GPL, ci scommetto. Solo mobilità elettrica accoppiata con rinnovabili (parchi eolici e fotovoltaici in primis) ci slega dalle speculazioni e dagli umori di altri paesi. Anche geopoliticamente i combustibili fossili sono un suicidio.

    • Attualmente, purtroppo, nulla è slegato proprio per niente, anzi.. Attualmente l’elettricità è il peggio del peggio. Auspicando al rinnovabile è sacrosanto, ma lì non basta aprire un rubinetto o cambiare fornitore, lì ci vogliono anni per le installazioni. C’è proprio da incrociare le dita e sperare che sleghino il prezzo del gas da quello della corrente, diversamente tempo pochi mesi e neanche i piedi per camminare ci restano

      • slegare il prezzo del gas dalla corrente finchè ci sono centrali elettriche a gas mi pare difficile. Bisogna puntare su eolico e fotovoltaico anche perchè l’idroelettrico è destinato ad una crisi profonda.
        Non capisco cosa significhi che l’elettricità è il peggio del peggio..parole buttate la. Bisogna produrla nel modo giusto, dopo di che è la forma di energia più conveniente da trasportare e che permette di essere prodotta in modo sostenibile, diversamente da benzina ecc.
        Cosa vuol dire che i tempi delle installazioni sono lunghi ? Sono lunghi per colpa della burocrazia italiana, infatti all’ultimo minuto il governo dei cogl..ops dei migliori ha fatto un decreto per ridurre i tempi di attesa da mesi a giorni.
        Quindi si può fare..e si deve fare.

        • Parole buttate là? Se secondo te il prezzo del gas deve influenzare anche il prezzo delle rinnovabili allora si, lo sono 🤷‍♂️

        • Mi scusi ma se eliminiamo il metano e l’idroelettrico è destinato ad una profonda crisi come garantiamo la sostenibilità della produzione dell’energia elettrica, un settore strategico per la sicurezza nazionale? Con fotovoltaico ed eolico? con fonti rinnovabili non programmabili? Mi sa che non è chiaro di cosa stiamo parlando.

          • E chi ha detto di eliminare il gas? Quello che va eliminato è il pagamento della corrente fornita da rinnovabili al prezzo del gas. Una centrale a gas con caldaia e parte vapore da 380MW costa in manutenzione circa 250000 euro al mese tra combustibile e manutenzione ordinaria. Un parco eolico e fw meno di un centesimo di quella cifra e sopratutto… Non usano gas! Andando noi tra il 30-46 % a rinnovabili durante l’anno in Italia non vedo alcun motivo di non avere quanto meno questa differenza in bolletta 🤷‍♂️

    • Parchi eolici, ancora ancora, ma il fotovoltaico è troppo stagionale. Io ho impianto di 6 kW sul tetto, ben esposto, centro Italia, versante adriatico: ebbene, in 10 anni, posso dire che l’inverno è veramente lungo. Ci sono mesi dove la luce del sole è veramente una chimera, e quando c’è, è sfruttabile solo per poche ore, alle 15 l’inclinazione del sole è già determinante. E poi chi sta a casa di mattina…insomma, quando occorrerebbe l’aiuto del ftv, è già inutilizzabile, a meno che uno non abbia un buon accumulatore, ma insomma, il ftv casalingo non lo vedo così determinante, nemmeno per caricare un’auto elettrica, perché fino alle 18 difficilmente uno sta a casa per poterlo sfruttare.

      • il fotovoltaico va messo ovviamente dove può lavorare, non dove c’è ombra 23 ore su 24. Questo è pacifico. Ma quando non lo puoi mettere, se l’energia non puoi produrla puoi sempre risparmiarla che è la stessa cosa: cappotto termico, luci a led e meno sprechi. E parlo dei tanti piccoli sprechi che sommati a milioni fanno la differenza. Un esempio. Prova a vedere quanto dura di più una carica del telefono impostando lo sfondo nero e con la luminosità al minimo in casa. Ti pare una inezia ? si..ma moltiplica per 50 milioni di telefoni per 365 giorni l’anno.

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