Mercedes e Tesla le migliori nelle pagelle di Amnesty

Tesla e Mercedes sono le migliori nelle nuove pagelle di Amnesty International sul rispetto dei diritti umani nel reperire le materie prime per le auto elettriche.

Mecedes e Tesla
(Credit foto: Tesla.com)

Un report sul rispetto dei diritti umani nell’estrarre le materie prime per le batterie

Il focus è sempre sulle materie prime per la produzione delle batterie. Sette anni fa in un primo report Amnesty era stata molto critica nei confronti dei costruttori. Con particolare preoccupazione per quel che avviene con l’estrazione del cobalto nella Repubblica Democratica del Congo. Ora la situazione è migliorata, anche se i punti critici rimangono: “Dal 2017 ci sono stati indubbi progressi in tutto il settore, quando Amnesty International ha valutato per l’ultima volta politiche e pratiche di due diligence sui diritti umani di diversi produttori nelle loro catene di approvvigionamento di metalli. Sette anni dopo, molti produttori hanno adottato misure positive per riconoscere le responsabilità in materia di diritti umani. E per allineare politiche e pratiche aziendali agli standard internazionali sui diritti umani. Alcuni hanno condotto valutazioni del rischio di specifici minerali della catena di approvvigionamento delle batterie. Hanno incontrato le comunità interessate… per sviluppare quadri condivisi di condotta per l’industria“.

Mercedes e Tesla le migliori, male i costruttori asiatici

Mercedes e Tesla

Ma il lavoro da fare è ancora tanto e i brand dell’auto devono assumersi la responsabilità di tracciare e controllare tutta la catena di approvvigionamento. Ed è stata stilata una sorta di pagella dalla quale risulta che Mercedes e Tesla si sono mosse meglio di tutti i brand valutati. Anche se ancora devono migliorare pratiche e standard. Ma sono comunque molto meglio organizzati e apprezzabili rispetto a marchi asiatici valutati negativamente come la cinese BYD e la giapponese Mitsubishi. Per quel che riguarda le zone di estrazione, invece, il Congo rimane la piazza più critica. Il Paese africano da solo rappresenta circa il 70% della produzione globale di cobalto e detiene la settima più grande riserva di rame. Amnesty International scoprì che bambini e adulti lavoravano duramente nelle miniere di cobalto, scavando a mano. Non solo: l’estrazione mineraria intensiva nella provincia meridionale di Lualaba, ha costretto le persone a lasciare le loro case e i terreni agricoli, sfrattate in malo modo.

Il Congo, il triangolo del litio in Sudamerica, le Filippine… Ecco dove sono i problemi

Altra zona sotto costante osservazione è il cosiddetto Triangolo del litio (Argentina, Cile e Bolivia). Qui i popoli indigeni reclamano che l’estrazione viola il loro diritto di determinare il tipo di sviluppo economico che prediligono, prosciugando le risorse idriche. In Indonesia sotto accusa è l’estrazione del nichel, anche qui causa di sradicamento della popolazione locale e inquinamento di fiumi e mari. Con i casi più preoccupanti nell’isola di Halmahera. Nelle Filippine, infine, l’estrazione del nichel ha portato a diffusi impatti ambientali attraverso la generazione di polvere, inquinamento atmosferico e contaminazione dell’acqua. Oltre all’erosione del suolo e ai danni alla vita acquatica. Tutti fenomeni che sono stati anche collegati, secondo il report di Amnesty, a tumori, problemi alla pelle e alle vie respiratorie.

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Visualizza commenti (10)
    1. La stessa cosa la si può dire anche per le materie prime in generale, anche dei diamanti. Lei pensa che nelle miniere di diamanti lavori del personale “a libri” e con uno stipendio onesto?

  1. L’importante è ripulire l’aria a casa nostra…
    e comunque gira e rigira, che si parli di petrolio o elettrico o si cacao, è sempre la solita storia che si ripete: morte tua vita mia.
    Poi si sa, in Africa basta sovvenzionare il despota compiacente e si può fare quello che si vuole.

  2. uso del cobalto nei catodi delle batterie da autotrazione è anche in calo

    – cresce quota batterie LFP e derivate (senza nikel, oltre che senza cobalto), nel 2024 forse saranno già quasi la metà

    – da un bel po’ non si fanno più batterie N-C-M con catodo 3-3-3
    – chimiche NCM ora sono quasi tutte passate da catodo 622 a catodo 811
    – nuove NCM hanno catodo 9 – 0,5 – 0,5, abbreviato in 955
    – nuove Tesla formato 4680 passano a catodo 9 – 0,3 – 0,7, abbreviato 937

    catodo è frazione della batteria importante come costo e peso, il catodo su una BEV è circa 80-120 kg di materiali; nel caso di chimica NCM i primi catodi avevano 33% di Cobalto, ora ne hanno 10% (catodi 811) e si sta arrivando 5% o 3% (catodi 955 o 937); e sta iniziando il riciclo dei minerali dalle prime batterie dismesse

    === anche senza litio
    per gli accumuli stazionari a batteria, avremo a breve anche

    – Ione-Sodio
    circa 120-140 wh/kg; già in uso in Cina, da noi forse diffusione tra 2 anni?,
    queste come prestazioni potrebbero alimentare anche veicoli; ad una versione potenziata a stato solido, da 160-200 wh/kg, ci stanno lavorando sia in Oriente, che in Europa (Northvolt)

    – Manganese-Zinco (elettrolità liquido);
    circa 100 wh/kg, circa 2,5 meglio delle batterie al piombo, non infiammabili, con impronta carbonica minima; Enerpoly (Svedese) ha inaugurato a Settembre uno stabilimento per produrne 100 MW-h annui già con lavorazione degli elettrodi “dry” (ci sono arrivati prima di altri); entro 5 anni vogliono far scendere i prezzo sotto 50 euro al kwh e aumentare la produzione; probabile verranno rese obsolete anche come prezzo dalle LPF (già ora a circa 50 euro al kwh) e ione-sodio, però sono una alternativa europea con filiera semplice

    – Ferro-aria (elettrolita liquido a base di acqua);
    primi impianti di stoccaggio energia di rete (BESS) in costruzione in America e in Irlanda; materiali banali con durata 30 anni, costo circa 30euro al kwh, hanno però meno efficenza, sono più adatte allo stoccaggio energia settimanale ( erogazione x 100-150 ore) che giornaliero

    – tanti altri sistemi, ma non ancora altrettanto economici come i casi sopra, o non ancora pronti (es. batterie zolfo)

    1. Ottima illustrazione sintetica e chiara dello stato dell’arte dei SdA, da tener presente che il litio si può anche estrarre da bacini geotermici con contemporanea produzione di energie a impatto nullo

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