Il mercato due ruote di agosto per l’ennesima volta conferma la crisi delle vendite. In particolare pesa il calo di immatricolazioni dei ciclomotori.
Ad eccezione di aprile e maggio i numeri dell’immatricolato dei veicoli elettrici a due ruote confermano, sottolineano e ribadiscono una crisi che non sembra trovare soluzione. I dati sono impietosi: -20% di mezzi targati rispetto allo stesso mese del 2025. A trascinare a fondo l’andamento delle vendite sono in particolar modo gli scooter che con solo 202 immatricolazioni registrano un calo del 45,5%. Vanno malissimo anche i ciclomotori (-32%) che targano 132 mezzi contro i 195 dell’anno scorso.
Chi ha immatricolato tutte queste moto elettriche?
Sono invece numeri strabilianti quelli che riguardano le moto elettriche: +404%! Spesso smorziamo l’entusiasmo ripetendo che il mercato delle moto registra numeri così contenuti che anche piccoli aumenti portano a grandi variazioni percentuali. Per il mese di agosto però i dati non sono così trascurabili.
Nel 2024 le immatricolazioni erano state 28, quest’anno ben 141, più di quanto registrato dai ciclomotori. Un numero anomalo anche se confrontato con il mese di luglio quando le immatricolazioni si sono fermate a 68 veicoli.
Mercato due ruote condizionato esageratamente dai prezzi
È ormai evidente e innegabile che il mercato dei veicoli elettrici è fortemente frenato dal prezzo d’acquisto. Gli incentivi hanno portato a notevoli risultati che poi sono tornati negativi quando i fondi sono finiti. I brand non sono ancora riusciti a far capire ai potenziali clienti che il maggior costo di acquisto è ampiamente ripagato negli anni dal risparmio su manutenzione e benzina. D’altra parte la comunicazione con il cliente finale spesso è affidata alle concessionarie e – ne abbiamo scritto altre volte – spesso gli acquirenti vengono spinti in direzione dei veicoli termici.
Esattamente,il problema grosso è solo il prezzo di acquisto,oltre a quello che i concessionari non spingono le vendite. Loro li capisco, se vendono un elettrico finisce il business dei tagliandi, la parte officina va in malora ed è quella che più rende. Per il resto c’è un sacco di gente curiosa che passerebbe ad uno scooter elettrico, mi chiedono tante persone come va e come funziona, quasi tutti se lo farebbero bastare perché la maggioranza non fa più di 30 km al giorno: sarebbero disposti ad accettare l’autonomia non eccezionale, i tempi di ricarica lunghini, le prestazioni un po’ ridotte. Però quando dici il prezzo, ciao, perché trovi dei 125 a benzina che costano il 50% in meno di un equivalente elettrico non c’è storia. E poi , per mia esperienza personale, un 125 a benzina con tre anni di vita se ben tenuto lo vendi al volo, specialmente certi marchi (Honda per esempio è un assegno circolare) , un elettrico con tre anni sulle spalle e garanzia scaduta ammesso che trovi un acquirente lo devi regalare altrimenti te lo tieni : l’obiezione è sempre la stessa, ovvero ma se si guasta una batteria che costa più di 1000 € mi conviene buttarlo : come dargli torto?
La moto elettrica ha un range di utilizzo troppo limitato: 100km sono il limite massimo e questo esclude tutti coloro che vorrebbero utilizzarla per qualcosa di più del tragitto urbano casa-lavoro.
Per dire, partire da Milano per fare una gita domenicale permetterebbe di arrivare sui laghi ma se poi si vuole fare un passo alpino bisogneeebbe fermarsi a ricaricare. In pratica si ha autonomia per un’oretta di utlizzo.
Per me è ancora troppo poco per una moto anche se è perfetto per un ciclomotore o per un utilizzo solo urbano