Anche a novembre si conferma la tendenza di crescita delle vendite di autocarri e autobus elettrici, sebbene si registri un rallentamento dovuto soprattutto all’esaurimento dei fondi del PNRR, in particolare per i bus urbani. È questa la fotografia tracciata da ANFIA, che sottolinea il calo costante del diesel e, per quanto riguarda gli autobus, il crollo delle alimentazioni alternative e dell’idrogeno.
Autocarri: diesel in progressivo calo, sale l’elettrico
Per gli autocarri, nei primi undici mesi del 2025 tre su quattro aree geografiche registrano una variazione negativa. Per classi di peso, a gennaio-novembre 2025 mantengono il segno positivo soltanto i veicoli sopra le 3,5 e fino a 5 tonnellate, in rialzo a tripla cifra (+102%). Ma vediamo i numeri relativi alle vendite per alimentazione. Il diesel resta la motorizzazione dominante, ma segna un calo del 4,8% (24.708 unità contro 25.951), confermando una tendenza di progressiva contrazione. In forte crescita invece l’elettrico, che passa da 188 a 537 veicoli, con un incremento del 185,6%: numeri ancora contenuti in assoluto, ma indicativi di un’accelerazione significativa.

Le alimentazioni alternative mostrano invece un andamento negativo: il GNL scende del 25,3% (216 contro 289), il metano arretra del 31,3% (132 contro 192) e l’ibrido gasolio/elettrico cala del 33,3% (12 contro 18). La benzina rimane marginale, con una sola immatricolazione. Il quadro complessivo evidenzia dunque un mercato ancora fortemente dipendente dal diesel, ma con segnali di dinamismo nell’elettrico, mentre le altre soluzioni alternative faticano a consolidarsi.

Calano le vendite totali, arrivano 590 milioni ma da capire l’impatto sull’elettrico
«Le immatricolazioni di autocarri non riescono tuttavia a compensare la contrazione che ha caratterizzato la quasi totalità del 2025; si esprime pertanto soddisfazione per la pubblicazione del decreto che stanzia 590 milioni per misure di sostegno al rinnovo del parco trasporto merci per gli anni 2027-2031». Parole di Luca Sra, delegato ANFIA per il trasporto merci.
«L’auspicio è che l’attuazione possa essere anticipata al 2026, garantendo il pieno rispetto del principio di neutralità tecnologica, riconoscendo il ruolo dei veicoli di ultima generazione alimentati con carburanti rinnovabili come bioLNG e HVO e, per i mezzi a zero emissioni, anche l’inclusione di specifiche fattispecie che ne abilitino e facilitino la diffusione, come il noleggio a lungo termine. Si auspica infine un’integrazione con strumenti che sostengano il consumo di carburanti rinnovabili e i relativi investimenti in beni strumentali sostenibili».
Come abbiamo segnalato, si rischia che la misura sia destinata soprattutto ai veicoli termici, lasciando forse solo le briciole agli autocarri elettrici.
Autobus: cala il diesel cresce l’elettrico del 50%
Il diesel, pur restando la motorizzazione prevalente, ha segnato un calo del 10,7% (2.464 unità rispetto alle 2.758 dell’anno precedente), confermando la tendenza alla riduzione. In netta controtendenza si colloca l’elettrico, che cresce del 54,2% passando da 753 a 1.161 veicoli: un segnale di consolidamento, anche se i volumi restano ancora limitati rispetto al diesel.
Le altre alimentazioni alternative mostrano invece un andamento negativo: il GNL arretra del 34,1% (29 contro 44), il metano perde il 31,7% (889 contro 1.302) e gli ibridi registrano cali pesanti, con il gasolio/elettrico in flessione del 60,8% (288 contro 735) e il metano/elettrico in calo del 47,8% (12 contro 23). Ancora più marcata la riduzione dell’idrogeno, che passa da 23 a 7 unità (-69,6%).

«Novembre conferma il trend negativo del mercato autobus: un calo ormai strutturale, conseguenza diretta della fine delle risorse PNRR che per mesi hanno sostenuto il rinnovo del parco», sottolinea Paolo Marini, presidente della sezione autobus di ANFIA.
Servono altri fondi per le flotte TPL, finite le risorse del Pnrr
«Senza nuovi investimenti il settore perde slancio e il TPL continua a registrare volumi lontani da quelli necessari. Il rischio più grave riguarda la filiera industriale, già indebolita da anni di scarsa visione e limitati investimenti, oggi esposta a una competizione sempre più aggressiva dei costruttori extra-UE. Senza misure rapide e mirate si rischia di perdere competenze, occupazione ed eccellenze nazionali. Con urgenza si attende la pubblicazione del riparto delle risorse del secondo quinquennio 2024-2028 per ridare ossigeno al mercato, pur nella consapevolezza della limitata disponibilità finanziaria, auspicando misure concrete per mettere in sicurezza il futuro della produzione nazionale».
C’è da capire se il grande avanzamento degli autobus elettrici, in alcune città si è vicini al 80%, si arresterà per manca di fondi necessari a rinnovare le flotte nazionali.
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