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Mercato auto in crisi, colpa dell’elettrico?

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La Dacia Duster: pressi aumentati del 38% dal pre-pandemia, secondo Quattroruote.

Mercato auto in crisi, colpa dell’elettrico? Un lettore ci accusa di approccio ideologico, citando a sostegno la dura presa di posizione della leader di Confindustria Vicenza, Dalla Vecchia. Per scriverci: info@vaielettrico.it 

mercato auto in crisi
Laura Della Vecchia, presidente della Confindustria di Vicenza.

Mercato auto in crisi? Gli industriali hanno trovato il responsabile…

“Come difensori delle auto elettriche, vi allego il discorso della presidente di Confindustria Vicenza, Laura Dalla Vecchia. Un po’ di riflessione su questi temi invece di un mero approccio ideologico, sarebbe il benvenuto anche da siti come il vostro. Almeno leggete che cosa pensano gli industriali, che sono il motore dell’ industria italiana. Cordiali salutiNicola Turetta, Purchasing Manager,  Askoll Due

Mercato auto in crisi
Luca di Montezemolo: “L’industria italiana dell’auto non esiste più e nessuno s’indigna”

L’accusa: “La colpa? Le costrizioni ideologiche UE sull’elettrificazione forzata”

Risposta. Ecco i passi a cui si fa riferimento nella lettera, a seguire il nostro commento. “Vi invito a guardare questi titoli: Volkswagen, Mercedes, BMW, la stessa Stellantis, anche Ford negli USA. Colossi che hanno investito per rispondere alle costrizioni ideologiche dell’Europa sull’elettrificazione forzata, ora purtroppo hanno di fronte un’unica drammatica certezza: i licenziamenti. Anche dove solo un anno fa sembrava impossibile, anche se noi lo avevamo detto. Montezemolo ha detto: “L’industria dell’auto in Italia non esiste più e nessuno si indigna”. Non abbiamo più Lancia, Maserati e Magneti Marelli. Cosa resta? Un silenzio fatto di fabbriche vuote e cassa integrazione. Di fronte a questa evidenza, risulta chiaro che la spinta ottusa ed estremista verso le rinnovabili e le auto elettriche si giustifichi solo con l’ideologia.  Quando non nasconde una volontà di imporre modelli di business spinti da lobby del Far East o del continente americano“.

Mercato auto in crisi
La Fiat Panda: dal pre-pandemia prezzi saliti del 17%..

Mercato auto in crisi per i rincari abnormi dei prezzi delle auto ‘normali’

Siamo all’inverosimile, con una classe imprenditoriale che prende lucciole per lanterne e attribuisce all’auto elettrica e alle rinnovabili colpe da ricercare altrove. Si vende poco perché negli ultimi anni i prezzi sono aumentati in modo abnorme. Non lo diciamo noi, lodice il direttore di Quattroruote, Gian Luca Pellegrini, che non è certo un fan dell’elettrico. Spiegando che dal pre-pandemia i prezzi dei modelli termici più popolari si sono impennati: “ll listino della Dacia Duster è aumentato del 38%, quello della Panda del 17%, quello della Kia Picanto del 26% e così via (dati depurati dall’inflazione)”. E ancora: “Meno auto vendute a prezzi più alti... A questo si aggiunge la scelta strategica, funzionale a raggiungere il prima possibile l’obbiettivo più ampio, di uccidere il segmento primo prezzo“. L’elettrico non c’entra un fico secco, in Italia è solo il 4% del mercato. Il problema è il prezzo delle auto nuove, benzina e diesel. Non è un caso se gli acquirenti si buttano sull’usato. Ed è ridicolo attribuire all’elettrico i problemi di lunga data  Lancia e Maserati. Del resto la presidentessa Dalla Vecchia è recidiva: era arrivata a dire che l’aumento della bolletta energetica era colpa dell’auto elettrica. Dai…

  • Bella l’auto elettrica, ma ora risparmio o…? VIDEO

 

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60 COMMENTI

  1. francamente non mi pare che sia un grosso problema se l’industria dell’auto andasse in crisi.

    E’ il consueto caso di innovazione distruttiva: magari l’auto dopo un secolo ha fatto il suo tempo, elettrico o meno, e si va verso qualche altro. Costerà a molti, purtroppo, come per esempio costò a molti l’elettrificazione dell’illuminazione pubblica. Ma suggerirei agli imprenditori italiani di rimboccarsi le maniche e capire che piagnucolare non è produttivo. E ai politici italiani di comprendere che se non si trasforma quel matusalemme che è l’amministrazione italiana in qualcosa di più agile ed efficiente per aiutare l’innovazione non si va molto lonano.

  2. Io sono un pensionato e vivo a Firenze. Vi spiego il motivo della crisi del settore auto.

    1) La Diesel esclusa a propri perché poi dopo pochi anni che l’hai comprata ti mettono i blocchi al traffico e non puoi più circolare (qui a Firenze hanno messo lo scudo verde con le telecamere per questo).

    2) Quella a benzina è un pochino meglio della diesel ma anche quella dopo un pò di anni ti bloccano pure quella.

    3) Le ibride sono un mistero perché non so come vengono catalogate a livello di inquinamento. Hanno forse un EURO diverso a seconda se mild, full o plug in? Boh?

    4) Le elettriche sono costose, problematiche da ricaricare, e poi non danno nessuna emozione.

    MORALE DELLA FAVOLA – Anche se me lo potrei permettere economicamente non compro auto costose a benzina o diesel perché dopo pochi anni mettono i blocchi al traffico e mi tocca a rottamarla anche se va ancora bene. Non compro auto elettriche perché poi sono una rogna da ricaricare e non mi sanno dare nessuna emozione.
    E allora che faccio? Tiro avanti con la mia vecchia euro 4 a benzina fino a che mi lasciano girare e poi dopo forse comprerò una macchina a benzina di prezzo minimale (La pandina o una suzuki swift o Hiunday i10 tanto per fare un esempio). Poi il giorno che mi bloccheranno pure quella andrò in autobus e così nessuno mi potrà criticare che inquino con i combustibili fossili.
    Detto questo è ovvio che anche chi ha le possibilità economiche non è più invogliato a comprarsi auto belle e costose. E da qui scaturisce a crisi del settore auto. Have you understood?

    • Credo che lei qualifichi l’emozione di guida con il rumore. Liberissimo. Io lo trovo aberrante. Un’auto elettrica neanche tra le più potenti ha una coppia istantanea di 420 Nm, con baricentro ribassato, guida one pedal, oltre 320 cavalli, relax e comfort imparagonabili, nessun gas puzzolente e cancerogeno emesso. Io preferisco queste emozioni. E poi tutte queste problematiche a caricare nel garage di casa, o alla colonnina vicino casa o ad un Supercharger nella realtà sono inesistenti o limitatissime. Evidentemente è impreparato e confuso.

      • 320 cv dice? Beh, che io sappia con quella potenza le auto tradizionali fanno minimo i 250 Km/h. Invece io vado a vedere sul listino di quattroruote e vedo che con la stessa potenza le BEV ti fanno a malapena i 160 Km/h.
        Allora lei mi spieghi come sta questo discorso che con la stessa potenza hanno prestazioni così differenti.
        Sarà mica che sono dei numeri buttati sui depliant pubblicitari fatti giusto per spingere i gonzi a comprare le BEV?

        • La mia Tesla è data per 217 km/h, li ho toccati effettivamente per provarla, su in Germania vicino Monaco. Ma viaggiando praticamente sempre in Italia e rispettando i limiti di 130 km/h non mi interessa minimamente che arrivi a 217 km/h. L’importante è lo spunto, la coppia massima istantanea che solo un motore elettrico ti può dare garantendo un’accelerazione fulminea e rassicurante, la differenza con un’auto termica di pari categoria è impressionante e imbarazzante. Comunque le velocità di punta possono essere autolimitate per preservare saggiamente il motore, qualche casa farà cosi, ma come già detto basta e avanza.

        • Tesla non dichiara i dati di potenza ufficialmente, dichiara solo accelerazione e velocità massima.
          I valori della potenza sono stati ricavati ai rulli da tester indipendenti: tra l’altro sono valori ALLE RUOTE.
          La mia fa i 225 e non essendo andato in Germania e nemmeno in pista, non li ho provati e non mi interessa affatto provarli.
          L’accelerazione, la uso ogni santo giorno immettendomi in tangenziale in sicurezza senza tagliare la strada a nessuno: con una corsia di accelerazione larga quanto una macchina e lunga 30 metri, o hai una BEV o una supercar o rischi l’incidente quotidianamente.
          Spiace soltanto che così tanti parlino senza averle mai provate…
          Dodicenni che parlano di sesso, insomma.

    • Caro Massimo, da collega pensionato, dato che l’aspetto economico per Sua fortuna non è rilevante, Ha mai provato seriamente un’auto elettrica? Io ai semafori, nei sorpassi, in montagna, nelle ztl… mi diverto come non mai!
      Per le problematiche da ricarica… ha sorriso anche mia moglie!

      • Jo sinceramente io a far quelle cose li mi divertivo a 20 anni ora che sono anch’io pensionato (beata quota 100) un auto mi basta che mi porti in sicurezza da A a B, questioni di gusti … forse ma sinceramente i 140 cavalli della mia per questo bastano e avanzano.

    • “Vi spiego il motivo della crisi del settore auto.”

      Mi fermo qui. Il signor nessuno che “mi spiega il motivo” è al pari del testimone di geova che mi spiega la verità.

    • Gonzo se lo tenga x lei!! Have jou undertood?…Vaielettrico: non credo siano accettabili le offese! C’è gente che se non è interessata alla mobilità elettrica…che ci sta a fare…di continuo bisogna ripetersi e ripetersi… io l’ho già scritto: FATE COME VI PARE! Ma ricordatevi che lo Stato lo ha fatto capire che di fronte agli sconvolgimenti climatici…arrangiatevi! Basta e chiudo…mi chi me lo fa fare … Questo è l’ultimo commento! Saluti e buon viaggio a tutti!!

  3. Guardo il bilancio Stellantis primo semestre 2024, utile netto circa 4% dei ricavi. Vuol dire che su una panda da 16 mila euro, c’è un utile di circa 650 euro. Anche su modelli più costosi, parliamo di utile non superiore ai mille euro. Cifre alla mano, la questione “ampi margini sul pezzo venduto” non c’è. Non faccio nessuna considerazione in particolare, credo ci sfuggano dei meccanismi e dei fenomeni che non sono quelli che si descrivono.

    • Non hai guardato il bilancio hai solo semplificato (derivato dalla poca conoscenza della materia) un processo decisamente complesso, Il bilancio di una società non è così semplice come tu lo descrivi… probabilmente su ogni Panda hanno guadagnato es. 7000 € o più e invece su una 208 elettrica hanno perso es. 12.000 €.
      Ti ricordo che lo scorso anno Ford ha chiuso il bilancio in positivo, ma ha comunicato Una perdita netta di 120000 € per ogni Auto elettrica costruita…. Queste perdite inevitabilmente sono state spalmate sui prezzi delle auto a combustione che godono di alti guadagni

      • non è credibile che siano in perdita su elettriche sovraprezzate come 208,
        neppure se moltiplichi per 2 i costi di batterie, inverter e motori

        guardarei ad altro.. non sono del ramo ma per esempio altri tipi di inefficenze nel gruppo, poi ad alti costi per la pubblicità per pompare le ibride, e a maneggi (ad es. sui periodi temporali per i vari ammortamenti e investimenti) per estrarre più dividendi per gli azionisti ma facendo figurare al fisco un bilancio basso, e in generale piangere miseria per essere più liberi di spostare gli stabilimenti

      • Caro Tosquiz la materia la conosco bene visto che la maneggio per mestiere, certo che il bilancio è complesso ma non è necessario fare lezioni su questo tema, l’utile medio è un concetto che tutti possono capire. La % di auto elettriche vendute da stellantis è infinitesima rispetto al totale venduto, l’esempio che hai fatto è totalmente sbagliato. Cosi come la perdita che indichi sulle elettriche, come fanno a perdere soldi vendendo la 500e a 35 mila euro e la 600e a 40 mila euro? Io ho portato dati di bilancio, tu porti ipotesi che non hanno nessun fondamento. Ma forse tu conosci bene la materia….

    • nel 2024 il giocattolo si è rotto….

      “risultati record dell’esercizio 2023. I ricavi netti sono cresciuti del 6% su base annua, raggiungendo 189,5 miliardi di euro. L’utile netto è aumentato dell’11% a 18,6 miliardi di euro”

    • Troppi costi industriali.
      Troppi marchi in circolazione.
      Piú modelli vendi, più linee di produzione bisogna tenere, maggior numero di pezzi di ricambio diversi, e quindi maggior costo per singolo pezzo.
      Che sulle piccole auto il margine sia risicato è cosa nota.
      Adesso le auto (segmenti SUV- crossover) si somigliano tutte, inutile fare 50 modelli all’apparenza uguali ma con una serie di componenti differenti.
      Questi costruttori imparino da Apple e da Tesla.

    • Analizzando quello ormai chiuso del 2023 , direttamente sul sito stellantis, si legge “margine sui ricavi del 12,8%”

    • Dimentichi per esempio i servizi finanziari, le auto sono una merce di scambio ormai per vendere finanziamenti, noleggi, assicurazioni. 600€ è probabilmente il margine di guadagno sulla vendita pura, ma con gli altri sistemi finanziari i margini si incrementano.

  4. Leggo “Laura dalla Vecchia presidente di Confindustria Vicenza”
    mi chiedo
    chi è costei? (cit.)
    trovo il suo curriculum

    Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Polidoro S.p.A. di Schio (VI),
    Italia

    polidoro….cosa diamine fanno
    cerco, trovo subito,
    homepage
    polidoro: Progettiamo soluzioni per la combustione di gas

    ok.
    un’altra che vede nell’elettrico la fine della sua cadrega.
    ok.
    discorso finito.

    • @Iorio Cavallini
      “Questo è l’ultimo commento! Saluti e buon viaggio a tutti!!”
      Ma speriamo, Dio bono!
      La sua suscettibilità pelosa e il suo fanatismo integralista non ci mancheranno affatto.
      Approfitti delle vacanze per imparare un po’ di inglese….siamo messi molto male!

      • Ricapitoliamo: lei arriva sul nostro blog il 9 ottobre (tre giorni fa); spara due sentenze degne di un adepto di QAnon; al terzo commento dà del fanatico integralista a Iorio Cavallini che ci segue da almeno 4 anni, guida elettriche da 5, non ha mai offeso nessuno. Conclusione: l’unico di cui non sentiremo mai la mancanza è lei

  5. Le case costruttrici per sostenere l’elettrico hanno alzato i prezzi delle auto “normali” e hanno imposto ai concessionari di immatricolare auto elettriche che non riescono a vendere nemmeno svendendole perché quel 4% che voleva un’elettrica l’ha già comprata con il super incentivi.
    Il 96% del restante mercato non riesce a comprare un’auto perché non sa cosa comprare:
    Se compra diesel non Entra nelle città.
    Se compra benzina fra qualche anno, non varrà nulla
    Se Compra ibrida o elettrica dopo cinque anni, non riesce a rivenderla per via della batteria…
    Quindi, si compra un’auto usata e attende l’evolversi della situazione

    • Che strano: sono al quinto anno con la Kona 64 e fa esattamente gli stessi chilometri come da nuova!

        • Infatti quando l’ho presa ero ben consapevole che con il probabile progresso tecnologico si sarebbe potuta svalutare più di altre motorizzazioni. Quindi come ho fatto con le cinque auto ( tenute sempre almeno 10 anni) che ho avuto pensavo ( e penso) di tenerla fino alla fine…con i consumi veramente ridotti e l’autonomia che ha anche di fronte ad un futuro calo penso che potrà essere sufficiente x le mie esigenze…vista l’età può essere che tra qualche tempo ( spero il più tardi possibile) mi basti girare attorno al campanile.

          • ok basta essere consapevoli della cosa, io da quando non uso più auto aziendali le auto le tengo fino alla demolizionr e poi compro un bel usato a km 0 o poco più.

  6. Se questa è l’attuale imprenditoria dell’automotive italiano, siamo messi proprio bene!
    Quanto hanno speso in ricerca e sviluppo per l’auto elettrica? A mio parere molto meno di quello che avrebbero dovuto. Hanno riciclato i vecchi prodotti, messo 4 pile alcaline sulle auto, i software sembrano scritti da uno studente del primo anno dell’ITIS e poi si lamentano che è colpa delle auto elettriche? La vera imprenditoria in Italia non c’è più.
    Ma se manca il know-how, gli investimenti seri in R&D, e gli ingegneri dedicati e specializzati in questo settore, dove credono di voler arrivare? Hanno una fottuta paura dei cinesi, e ci credo!

  7. Se andate a riprendere gli interventi di Luca De Meo di 3 anni fa, c’era tutto scritto nero su bianco qual era il programma del settore automotive: “Meno auto a prezzi più alti”. Me lo ricordo solo io? Guardate che hanno solo realizzato quello che avevano dichiarato pubblicamente.

  8. Lo ha detto papale papale lo stesso De Meo, CEO di Renault e presidente ACEA, giusto un anno fa, nel settembre 2023:
    “…Quando sono arrivato alla Renault, la mia scelta l’ho fatta: la dimostrazione è che oggi guadagno come la Renault non ha mai guadagnato in 125 anni di storia, molto di più rispetto a quando facevo un milione di auto in più. Concorrenti tipo Tesla possono permettersi di aggredire i prezzi, ma io penso che dobbiamo essere coerenti con quello che abbiamo fatto negli ultimi tre anni. E non cadere nella trappola dei ribassi.”
    Fonte: https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2023/09/04/luca_de_meo_intervista_monaco_.html

    • E adesso piangono per la crisi e cercano di incolpare qualcun altro… probabilmente è un preambolo alla richiesta di soldi pubblici.

  9. Anche chi costruiva carrozze o gestivano i carravanserragli hanno dovuto chiudere con l’avvento dei motori (termici ed elettrici), perchè il progresso fa così e non tiriamo in ballo il 2035 stiamo parlando che nel 2019 si era posto come limite il 2035, ovvero 16 anni per la trasformazione industriale, tempo sufficiente per chi vede le opportunità e poco sufficiente per risolvere i problemi climatici. Chi usa l’ideologia è chi di fatto vuole conservare, come sempre è avvenuto nella storia non vedono le trasformazioni. La tecnologia si evolve, anzi girano sin troppe macchine per le città, un dinamismo che deve essere ridotto e speriamo che la tecnologia ci aiuti a farlo, magari rinuìnciando all’auto privata in cambio di mini taxi a guida autonoma che le sostituiscono, apportando due vantaggi, diminuire il parco macchina e diminuire il denaro delle famiglie.

    • Si automobili solo per i ricchi e scarpe da tennis per gli altri … questa è la massima bestemmia che un economista possa pensare in una economia di mercato, una nazione non la sorreggi vendendo Ferrari e yotch ma vendendo panda e gommoni . altrimenti torniamo alle carrozze che al posto dei cavalli avranno delle batterie per pochi nobili con le sanguisughe come rimedio al posto degli antibiotici.

      • Forse dimenticano che in un passato non così lontano tutti i marchi di lusso, ultra lusso e premium sono stati assorbiti dai marchi più generalisti che facevano auto per il popolo. Assorbiti perché erano tutti sulla rotta del fallimento.

        • una volta si petchè c’erano molte alternative, ora che le altrative skno poche (e costose) le aziende preferiscono produrre dove trovano il massimo profitto … e questo non lo otyieni producdo delle panda.

  10. Se avessero fatto in Francia quello che hanno fatto in Italia, sarebbero stati ghigliottinati in place de la concorde.

  11. L’auto elettrica un giorno “non si vende neanche con gli incentivi”, il giorno dopo “sta distruggendo l’automotive europeo”.
    Il che fa pensare che una delle due è sbagliata di certo.
    Secondo se si parla di USA e Cina mi spiace ma nessuno può imporre agli americani di preferire le termiche europee alle ibride giapponesi ne ai cinesi imporre le termiche europee alle ricaricabili cinesi e Tesla.

    Il comune minimo denominatore dei due scenari è “termiche europee” il dubbio che il problema riseda li non è arrivato però.

    Meglio raccontarci che le elettriche che NON si vendono sono state imposte dall’EUropa. In USA e Cina fanno come vogliono e nessuno gli può imporre niente men che meno l’Europa.

    Per cui io cercherei di guardarmi intorno e trovare le vere cause delle difficoltà dell’automotive europeo, da li ripartire e innovare per recuperare mercato.
    Tanto possiamo raccontarla come vogliamo ma la realtà busserrà alla nostra porta e si imporrà che ci piaccia o meno.

  12. Si chiama strategia di marketing (sbagliata). Devo vendere necessariamente un prodotto “innovativo” che viene imposto dall’alto (leggi europee). Aumento il prezzo dei vecchi prodotti (auto benzina e diesel) in modo da spingere il consumatore verso ciò che voglio vendergli. Con il risultato, in questo caso, che non vendo più né le auto benzina/diesel né quelle elettriche

    • Quindi l’aumento dei prezzi sarebbe solo una strategia che non ha funzionato e non una necessità.
      Bene, provino ad abbassarli.

  13. Quindi l’industria Italiana delle auto non sta morendo a causa della gestione immonda e fraudolenta della famiglia Agnelli-Elkan ma a causa dell’Europa cattiva? Sei un luminare Montezemolo, una analisi lucidissima.

    • Qi si parla di Europa non dell’italietta e dei furboni nostrani buoni solo ad andare col cappello in mano dal governo di turno minacciando sfaceli se non li si accontenta.

  14. Notiziona! Il mercato delle candele e dei lumi a petrolio è crollato per il diffondersi della corrente elettrica e delle lampadine…colpa di Thomas Alva Edison !

    Maledetti inventori…..

    • Si grazie Edison per le lampadine, ma poi stava prendendo una cantonata ciclopica spingendo la corrente continua, grazie al genio di Nikola Tesla per la corrente alternata!

  15. Pur stimando, sinceramente, la Signora, un dubbio mi assale: come la penserà l’amministratore delegato di una azienda che produce i migliori bruciatori a GAS del mondo?

  16. Nella puntata di Presa-diretta di domenica scorsa ( 6-10-2024 ) trattavano proprio il declino di vari settori industriali italiani, anche l’automotive, e (spoiler) le cause ovviamente sono altre ed è iniziato nel 2008, se non prima

    puntata da integrare anche con la prececdente, più a tema specifico transione alle auto-elettriche e oportunità di sviluppo, la puntata “La scossa elettrica”

    PS: di solito i trollini, i venditori o manager inclini a truffarti, i politici mentitori, iniziano discorsi fasulli con tattica passiva aggressiva premettendo che “gli altri hanno approcci ideologici” , e appunto ti stanno perfare un discorso ideologico

    personalmente non comprerei mai niente / non tartterei mai con una azienda che ha manager che parlano come trollini, perchè a parte il fastidio, se manca l’onesta già a parole, come minimo tenterebbero di raggirarmi

  17. Penso che la signora sia la stessa che per proteggere i turisti produttori di caldaiette hanno osteggiato la ricerca su pompe di calore che ,come previsto arrivano da Cina Corea e Giappone

    • “In Polidoro, crediamo in un futuro sostenibile attraverso lo sviluppo di soluzioni innovative e tecnologie personalizzate per la combustione dei gas”

      E niente, fa già ridere cosi. La parte sulla sostenibilità è ancora migliore.

      80 anni di storia. Tanti in effetti. Ma leggibili anche come 80 anni senza mai accorgersi che prima o poi si sarebbe dovuto smettere di bruciare il gas.

      Poi arrivano improvvisamente le pompe di calore, e ci si sveglia da un sogno per ritrovarsi in un incubo. Magari in 80 anni pensare anche al dopo gas? Ibm esiste da un secolo, in un settore molto più competitivo, ed è riuscita a reinventarsi molte volte, stravolgendo il business originario invece di difendere lo status quo.

      • Molto più competitivo? bhe parliamone, le pompe di calore hanno si un rendimento maggiore ma impongono non pochi paletti per dare una resa ottimale, casa coibentata, riscaldamento a pavimento, maggiori spazi di utilizzo e non ultimo ad oggi costi decisamente maggiori, Due anni fa ho dovuto cambiare la vecchia caldaia e ho fatto un business case far una pompa di calore e una cladaia a condensazione, … si la pompa di calore mi avrebbe fatto risparmiare un 20-25% rispetto alla caldaia a condesazione ma mi sarebbe costata almeno 4000 considerando che la mia spesa annua per il riscaldamento è sui 1000 euro (e per il raffrescamento ho già dei climatizzatori) avrei ammortizzato il costo dopo 15 anni … che ritengo essere un tempo assolutamente troppo lungo per qualsiasi investimento.

        • Il mercato va li, perchè quello è il futuro già presente. Tu tieniti la tua caldaia e fai felice la polidoro, fatti il conto del TCO economico ignorando l’aspetto ambientale, va tutto benissimo.
          Ma come ti ho già scritto in altri commenti, non trasformare il tuo singolo caso a statistica. Nel tuo scenario la pdc non ci stava, ma puoi parlare per tutti gli altri? No. Altrimenti la tizia della polidoro non urlerebbe al lupo se il mercato fosse ancora tutto votato al gas.

          • il mio caso caso non fa certo statistica ma la vendita delle pompe di calore in Italia direj di si e nel 2024 hanno avuto un -44% … addio superbonus e prezxi del metano folli … adfio pompe di calore … con buona pace delle previsioni ruropee a riguardo.

          • Buongiorno Antonio, a parte un rimbalzo del superbonus italiano, in Europa il mercato delle pompe di calore è già in esplosione nei paesi nordici europei e in UK

            se ho capito, con costruttori europei (tedeschi, italiani, austriaci, etc, prodotti premium) da una parte, e asiatici dall’altra (prodotti meno cari)

            (dicono) che nel giro di 3 anni, oltre ai prezzi degli impainti, scenderanno anche le dimensioni, le quote di venduto europeo sulle caldaie potrebbero iniziare un declino

          • Io mi baso sui dati e nkn sulle proiezioni iporetiche (se l’avessi fatto al posto di giadagnare avrej sicurante persobin borsa) e ad oggi le pompe di calore per cari motivi non sono più attrattive come uno o due anni fa, poi che vadano bene per i nordics vuol dire poco o nulla, in Norvegia hanno il 100% di vendite elettriche contro il 4-5 % da noi (oltre ad avere stipendi e abitazioni assai diversi dai nostri). Cresceranno …mha chissà forse … di sicuro per ora azioni di produttori di pompe di calore non le acquisto, come pure non acquisto azioni della sopracitata IBM, esser stato loro dipendente per 35 anni mi basta e avanza!

  18. Andate a vedere come sono aumentate gli utili per azione delle principali case automobilistiche negli ultimi 10 anni… Altro che eleettrico

  19. Come é intelligente questa donna! Ed è pure una dirigente degli industriali! come siamo ridotti. La invito a respirare i gas di scarico delle sue amate auto termiche. Grazie

    • No, la colpa non è dell’elettrico.
      Sono d’accordo con la posizione vostra e di Pellegrini: la colpa è dei costruttori che continuano a stragonfiare i prezzi anno dopo anno.
      Nulla di giustificabile con la crisi dei chip: questo problema è rientrato, quindi gli aumenti avuti in quel periodo si sarebbero dovuti ritirare.
      Nulla di giustificabile con le spese per lo sviluppo di nuovi motori che soddisfino i limiti Euro 7: di fatto, con le modifiche alla normativa, un motore Euro 6 è omologabile Euro 7.
      Nulla di giustificabile con l’obbligo degli ADAS, della scatola nera o di altre dotazioni per immatricolare nuove auto: quanto incide sul prezzo? 1.000 €? 2.000?
      Ok, e allora che il prezzo delle auto sia superiore solo di 1.000-2.000 € rispetto a 5 anni fa, e non si vedano invece prezzi superiori di 5.000, di 10.000 o anche più, come invece si vedono.

      Ma i costruttori ormai hanno deciso che vogliono ampi margini sul pezzo venduto, e non più sui volumi di vendita, e quindi… Beh, la cosa si sta ritorcendo loro contro.

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