Meloni su Stellantis: quella che è stata presentata come una fusione tra Psa e Fra, nascondeva in realtà un’acquisizione da parte francese. E la produzione si fa più in Francia che in Italia: è tempo di riportare posti di lavoro anche in Italia. Anche se quel che la premier non dice è che il ridimensionamento del settore auto in Italia è iniziato ben prima dell’operazione che ha dato vita a Stellantis.
Meloni su Stellantis: “Nel cda c’è un rappresentante del governo francese…”
Dopo avere attaccato in modo piuttosto violento la famiglia Agnelli-Elkann, la premier ha parlato senza peli sulla lingua anche dei rapporti con Stellantis. L’ha fatto alla Camera rispondendo a un’interrogazione di Azione sulle iniziative del governo per rilanciare il settore auto: “Noi vogliamo come sempre difendere l’interesse nazionale e instaurare chiaramente un rapporto che sia equilibrato con Stellantis“, ha detto Giorgia Meloni. Ricordando che il ministro Adolfo Urso ha più volte incontrato i dirigenti della holding per difendere la produzione in Italia, i livelli occupazionali e l’indotto dell’automotive”. “Penso all’operazione di presunta fusione tre Fca e il gruppo francese Psa, che celava in realtà l’acquisizione francese dello storico gruppo italiano. Tanto che oggi nel cda di Stellantis siede un rappresentante del Governo francese. E non è un caso che le scelte industriali del gruppo tengano in considerazione molto più le istanze francesi rispetto a quelle italiane“.
“Ci vuole il coraggio di criticare le scelte di proprietà e management”
“Il gruppo automobilistico Fiat e i marchi italiani collegati rappresentano chiaramente una parte molto importante della storia industriale nazionale“, ha ricordato la premier. “Sia in termini occupazionali sia in termini di ricchezza prodotta. È un patrimonio economico che merita chiaramente la massima attenzione. E io penso che questo significhi anche avere il coraggio di criticare alcune scelte che sono state fatte dalla proprietà e dal management del gruppo quando sono state distanti dagli interessi italiani. Come a volte mi è capitato di fare, devo dire la verità, spesso nell’indifferenza generale“. Il risultato della predilezione da parte di Stellantis dell’interesse francese rispetto a quello italiano, secondo Meloni “è che in Francia si produce più che in Italia, dove siamo passati da oltre un milione di auto prodotte nel 2017 a meno di 700.000 prodotte nel 2022. Così come, secondo i sindacati, dal 2021 qui sono andati persi oltre 7.000 posti di lavoro“.
La replica di Stellantis
Aggiornamento-Con un comunicato diffuso in serata il portavoce di Stellantis Italia ha precisato quanto segue:
“Oltre il 63% dei veicoli prodotti lo scorso anno negli stabilimenti italiani di Stellantis sono stati esportati all’estero, contribuendo così alla bilancia commerciale italiana. Lo scorso anno sono stati prodotti oltre 752 mila veicoli (auto + veicoli commerciali), in crescita del 9,6% rispetto al 2022, di cui oltre 474 mila sono stati commercializzati all’estero.
In particolare, con oltre 85.00 unità prodotte, Mirafiori ha un avuto un export pari al 93%, Cassino, con circa 48.800, del 75%, Pomigliano, con circa 215.000, del 41%, Modena, con circa 1240, del 92%, Atessa, con circa 230.000, dell’85%, e Melfi, con oltre 170.120, del 53%.
“Siamo fortemente impegnati in Italia”
Stellantis è fortemente impegnata in Italia e lo ha fatto negli ultimi anni. L’azienda ha investito diversi miliardi di euro nelle attività italiane per nuovi prodotti e siti produttivi.
– Melfi [export 53%] diventerà il centro di produzione di auto elettriche di medie dimensioni – STLA Medium
– Cassino [export 75%] si specializzerà nel segmento delle auto elettriche di grandi dimensioni. – STLA Large
A Termoli la gigafactory di batterie
– Termoli è impegnata in una fondamentale riconversione: dalla produzione di motori termici a una gigafactory europea ACC: un investimento da 2,1 miliardi di euro.
– Pratola Serra rafforzerà la sua capacità di fornire il motore B2.2 per coprire il fabbisogno totale di Stellantis.
– Pomigliano [export 41%] ha visto l’arrivo di un prodotto particolarmente competitivo come l’Alfa Romeo Tonale e la Dodge Hornet per il mercato statunitense e la Panda continua a essere un modello vincente, soprattutto grazie alla versione ibrida.
– Atessa [export 85%] produce la maggior parte dei nostri grandi VAN (per Fiat Professional, Citroën, Peugeot Opel, Vauxhall e Toyota), sui quali siamo leader in EE. Atessa è il più grande sito al mondo per la fornitura del segmento Camping car, dove il marchio Fiat è tra i leader con una quota di mercato del 30% in Europa (2023).
– Modena [export 92%] ha la produzione della MC20 e quest’anno verrà creato nello stabilimento di Modena un nuovo reparto di verniciatura chiamato “FuoriSerie”, dedicato alla personalizzazione dei modelli del Tridente.
– Cento ha un’importante business unit dedicata alla produzione di motori industriali e marini.
Torino, un polo della mobilità elettrica
– Torino [export 93%] Mirafiori: produzione di 500e (FIAT e Abarth), produzione di Maserati Levante, GranTurismo e GranCabrio, Battery Technology Center, The Circular Economy Hub, lo stabilimento eDCT per la produzione di trasmissioni elettriche, grazie alla nostra joint venture con Punch Powertrain. Il nuovo impianto sarà operativo quest’anno. Il grEEn Campus è una nuova applicazione concreta della New Era of Agility a sostegno degli obiettivi Carbon Net Zero„.
- Davvero la ricarica si blocca se fa troppo freddo? Dopo il caso di Chicago, con i Supercharger della Tesla k.o. a -20, VIDEO-INTERVISTA al direttore tecnico di Ionity
La questione è complessa e non si presta al tifo da stadio. Bisogna considerare che la crisi dell’industria italiana dell’auto, che ha Fiat come unico produttore, ha iniziato a manifestarsi negli anni ’90 del WW secolo, quando il gruppo Fiat ha cominciato a perdere quote di mercato in Italia ed in Europa per vari motivi: modelli di scarso successo, qualità troppe volte mediocre, prezzi poco concorrenziali, management incompetente. La crisi è esplosa all’inizio di questo secolo e, da allora è stato un cercare di stare a galla. Marchionne è stato bravissimo a salvaguardare gli interessi della famiglia, ma, in pratica, questo ha comportato il ridimensionamento sempre più accentuato delle fabbriche italiane. Il “sistema Italia” ha gravi colpe, non dimentichiamo che la 500L doveva essere prodotta a Mirafiori ma emigrò in Serbia come conseguenza dei pessimi rapporti con il sindacato, Landini in primis. Probabilmente le cose sarebbero andate diversamente se in Italia ci fossero stati altri produttori, ma ormai è inutile versare lacrime: in Europa soffriamo, e soffriremo sempre di più, di sovracapacità produttiva e saranno più le fabbriche che chiuderanno rispetto alle nuove che apriranno. Sarà già tanto se riusciremo a mantenere la produzione sul suolo natio agli attuali livelli, nessun grande produttore è interessato ad aprire o rilevare stabilimenti italiani per i motivi che anche qui sotto molti hanno evidenziato anche Tesla ha scelto la Germania, non l’Italia.
Ah, ah, ah! Il governo più comico del dopoguerra.
Continua a guardarsi l’ombelico per essere re della pozzanghera e “basterebbe” completare l’unificazione fiscale della UE per annullare la “fuga” (chiamali scemi) delle aziende verso Stati più sani dell’Italia.
Se tu nel parlamento vai a strillare
Che su a Torin ne devo far milioni
Ricorda che ci vuol le condizioni
Oppure ne faranno sol due o tre
Sciacquetta nera!
Ti sei arrabbiata!
Al John Elkann sopra la faccia l’hai cantata!
Ma bada bene, e sai ‘l perché?
Utilitarie non faranno solo per te!
La “legge” nostra “estranei” non ne vuole
Il nostro motto è armiamoci e partite
Le marche d’auto nostre preferite
Memoria d’un bel dì che non c’è più.
Sciacquetta nera
Siam rovinati!
Chiudi la stalla quando i buoi son già scappati!
Stellantis vende, chissà perché,
Soltanto Opel o Peugeot o Citroën!
e questa cosa interessa la mobilità elettrica perché..? 🤷♂️
Se sveiiiiiaaataaaa !!!!
cit . marchese del Grillo
troppo tardi ..
tutta colpa dell’opposizione ?
dove erano Berlusconi , Salvini e Meloni
quando fiat assorbiva tutto l’automotive italiano
e poi trasferiva la sede ad amsterdam come anche mediaset azienda-partito all’epoca
era il neoliberismo tanto amato a destra come a sinistra
i buoi sono scappati da diversi decenni , non ve ne siete accorti ?
bene ora chiudiamo le stalle ..
vediamo se riusciamo a far fallire l’indotto europeo rimasto a produrre in Italia
malgrado la politica degli ultimi 40 anni
in Italia più di un milione di persone vive direttamente o indirettamente di politica (studio uil 2015) un macigno sull’efficienza del paese
adesso vogliono dividerla in Feudi sempre più piccoli (sindrome di Caino)
alla faccia dell’efficienza e della produttività dell’amministrazione pubblica
non ci resta che piangere
anche perché l’opposizione è patetica quanto il governo
Hai completamente ragione.
E ti dirò di più, queste uscite, a mio parere, sono solo delle messe in scena per riempire la pancia del popolino.
E mi permetto pure di scrivere:
Nello, se ti candidi ti voto!!!!
Che lagna, andrebbero ignorate queste sue esternazioni quotidiane, strilli alla luna acchiappavoti e basta, nulla di concreto per il paese ovviamente.
Il problema, forse, nasce dal fatto che, se vogliono incentivare le auto elettriche, di italiano verace….c’è pochetto, per non dire nulla!
Giusto per chiedere….
Sappiamo che c’è e ci sarà un limite di 35000 euro al netto dell’IVA, per elettrico, e 45000 per ibrido.
Ma, l’incentivo, è mai stato specificato se era sul valore al netto o al lordo?
O c’è stata una….cresta di qualcuno?
Perché, altrimenti, specificare il valore senza iva, rapportandolo ad esso?
Buongiorno! Sua signoria ha dormito bene? Che dice? Ah, comandano i francesi….. è stato mentre lei ed i suoi colleghi di governo ed opposizione eravate impegnati a fare i cavoli vostri….
Meloni ha fatto benissimo. Peraltro non “attaccato” gli agnelli: ha risposto ad un palese attacco portatole dal gruppo editoriale della famiglia. Ha detto la pura verità.
fammi capire:
un giornale attacca la premier per il suo operato, attacco giusto o sbagliato che sia,
e la premier attacca l’editore di quel giornale, sulle attività diverse dell’editore,
e a te va bene?
e poi:
Elkann ha tutto il diritto di spostare le sue aziende dove gli pare, il mercato è libero,
deve rispettare le leggi e basta.
Com’è possibile che un governo di destra, che ha fatto del liberismo un mantra economico nell’ultimo ventennio,
tanto da arrivare a chiamare il proprio partito di riferimento (di cui la stessa premier faceva parte!) Popolo delle Libertà,
possa adesso contestare a una azienda di inseguire le migliori condizioni di mercato delocalizzando?
La Meloni mi starà mica diventando di sinistra?
Che Fiat abbia ciurlato nel manico…non ci piove, ricordiamo tutti “Fabbrica Italia”.
Al governo però tocca governare, non fare gnè gnè tutto il tempo:
se è capace, se è pronto, il governo renda più appetibile il mercato italiano per Stellantis, vedrà che Stellantis resterà volentieri.
troppo comodo invocare il liebro mercato
solo quando si è sicuri di vincere
Ti pare che questo governo sia per il libero mercato tout-court? Urso già tempo fa aveva caldeggiato l’entrata dello stato italiano nell’azionariato Stellantis, esattamente come ha fatto il governo francese. Si chiama interesse nazionale e dovrebbe venire ben pria del libero mercato. Per finire: si, mi sembra normale che la premier attacchi un giornale che non è libero nelle sue espressioni, ma è servile agli interessi economici del suo padrone (perchè di questo si tratta).
l’entrata dello stato nell”azionariato Stellantis.
meraviglioso.
il ministero delle Partecipazioni Statali.
il libero mercato a la carte.
oppure collettivismo.
e gli ideologici sarebbero a sinistra…
che la premier attacchi un giornale in quella maniera e per quelle ragioni
la dice lunga sul livello di comprensione delle prerogative istituzionali.
detta facile: bar dello sport.
se ha ragione lei, si mette al loro livello,
se ha torto, lo certifica.
intanto gli altri Paesi corrono.
Scusa ma fai confusione tra diverse destre.
La destra fascista (post?) meloniana non può per definizione essere liberale.
Non confondere gli slogan berlusconiani (nei fatti poco aderenti alle scelte di governo) con il background politico del governo attuaulr
non faccio confusione.
lo so.
sembra che in giro però non lo si sappia,
e che se si dice “destra fascista”…uuuuuh, mamma mia, sei brutto e cattivo, non è vero, uuuuuh
poi se si va a grattare la patina
quello che si trova ha nomi ben chiari.
Se il governo Meloni vuole un posto nel CDA Stellantis perché non acquistato un pacco azionato tale da poter passare sulle scelte?
Ad esempio con lo stesso peso del governo francese.
Altrimenti è inutile criticare.
D’altronde perché privatizzare aziende d’interesse pubblico? Non è forse meglio avere parte della proprietà per indirizzare le scelte in base agli interessi nazionale?
non ho “vinto”… ritento…
già all’inizio della fusione FCA/Peugeot i membri CDA erano:
John Elkann (Presidente)
Robert Peugeot (Vice Presidente)
Henri de Castries (Amministratore Senior Indipendente)
Andrea Agnelli (Amministratore non esecutivo)
Fiona Clare Cicconi (Amministratore non esecutivo)
Nicolas Dufourcq (Amministratore non esecutivo)
Ann Frances Godbehere (Amministratore non esecutivo)
Wan Ling Martello (Amministratore non esecutivo)
Jacques de Saint-Exupéry (Amministratore non esecutivo)
Kevin Scott (Amministratore non esecutivo)
Carlos Tavares (Amministratore Delegato)
per altro la struttura finanziaria annunciata era:
Exor (holding famiglia Agneli): 14,4%
Famiglia Peugeot: 7,2%
Stato francese attraverso la banca BPifrance: 6,2%
Dongfeng Motor Corporation: 5,6%
Tiger Global: 2,4%
UBS Securities: 1,6%
The Vanguard Group: 0,96%
considerando che da sempre il Governo francese detiene una quota di Renault … l’esperienza non gli manca per avere il controllo del nuovo gruppo Stellantis ….
poi oggi al “Question Time”:
“Penso allo spostamento della sede legale e fiscale fuori dall’Italia o alla fusione che celava un’acquisizione francese dello storico gruppo italiano: tanto che oggi nel cda di Fca siede un membro del governo francese, non è un caso se le scelte industriali del gruppo tengono maggiormente in considerazione le istanze francesi rispetto a quelle italiane”.
Ma se ne sono accorti in Italia che la Sede Legale Stellantis era già stata spostata da Marchionne ad Amsterdam e la Sede Fiscale a Londra ?
Forse mi son “perso” qualcosa…. aiutatemi !
bastava vedere come era la composizione del CDA (maggioranza francese), chi sceglie CEO, chi fa il Presidente (Elkann … tanto x far vedere ancora un nome noto agli italiani)… e come hanno prontamente avvisato i fornitori e sub fornitori che Stellantis aveva già i propri (francesi)…