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Le mega batterie? Navigano e fanno navigare. Nonostante la ricerca intensa sui combustibili alternativi sono sempre di più le navi che ospitano batterie. In alcuni casi con capacità impressionanti. A bordo della Bibby Marine, che opererà nel Nord Europa, sarà di 25 MWh. Ma anche in Italia ci sono storie interessanti. La flotta della Grimaldi – ben 14 unità – opera con batterie fino a 5 MWh.
La norvegese Corvus Energy sta preparando una mega batteria da 25 MWh per Bibby Marine
I norvegesi di Corvus Energy sono specializzati nel realizzare batterie per il settore offshore e marittimo.
Uno dei progetti più interessanti è quello di un pacco al litio ferro fosfato (LFP) da 25 MWh è destinato ad una nave eCSOV – eCommissioning Service Operation Vessel.
In altri termini offrirà servizi di supporto negli impianti eolici off-shore.
Le prestazioni sono interessanti: con una carica completa la nave sarà in grado di navigare per 130 NM. Sull’autonomia oraria l’armatore inglese: «Oltre 20 ore in condizioni meteo favorevoli, oltre 8 ore continue in condizioni difficili».
Le prestazioni offerte dalle batterie a bordo della nave
Si parla di full electric, ma per correttezza è necessario sottolineare che è prevista anche l’alimentazione a metanolo.
Questo dato non ridimensiona il progetto che dimostra come è possibile avere autonomie che permettono di soddisfare i bisogni quotidiani.
In altri termini si può essere full electric per oltre il 90% del tempo di navigazione e di lavoro. In questo caso l’uso del metanolo – o altri carburanti – è residuale.
La mega batteria permette una giornata di lavoro
Pål Ove Husoy, VP Sales di Corvus Energy. «Questa eCSOV sarà la prima imbarcazione offshore in grado di funzionare full electric per un giorno intero e stabilirà un nuovo standard per le future imbarcazioni offshore».
Prima però bisognerà attendere la consegna prevista nel 2026 e l’entrata in servizio nel 2027. Quando supporterà la messa in servizio e il funzionamento di parchi eolici.
La Eco Napoli di Grimaldi, la batteria da 5 MWh garantisce zero emissioni in porto
In Italia Grimaldi conta su 14 navi con mega batteria da 5 MWh
Abbiamo scritto, siamo saliti anche a bordo, nelle navi di Grimaldi Zero Emission. In questi giorni è stata consegnata -dal cantiere Jinling di Nanjing (Cina) – la Eco Napoli, ultima di 14 navi della classe Grimaldi Green 5th Generation.
La Eco Napoli batte bandiera italiana, è lunga 238 metri e larga 34, ha una stazza lorda di 67.311 tonnellate e naviga ad una velocità di crociera di 20,8 nodi.
L’unità può infatti trasportare 7.800 metri lineari di merci rotabili, l’equivalente di circa 500 trailer e 180 automobili.
L’energy pack su Eco Catania della Grimaldi
In questo caso il sistema è chiaramente ibrido. La Eco Napoli è dotata di motori controllati elettronicamente e di un impianto di depurazione dei gas di scarico per l’abbattimento delle emissioni di zolfo e particolato.
Questa la parte ad alimentazione termica. La mega batteria da 5 MWh –Â si ricarica durante la navigazione grazie agli shaft generator e a 350 metri quadri di pannelli solari – entra in gioco in porto.
Ormeggiata, la nave nave vede azzerare le emissioni nocive. Un dato importante dal punto di vista sanitario. Nella gran parte delle città portuali italiane sono nati dei comitati che sulla base di dati e ricerche denunciano i pericoli dei fumi.
Eco Livorno Il traghetto Grimaldi a Zero Emission in Port
Investiti un miliardo di dollari
«Ben quattordici unità ro-ro ibride, dal valore complessivo di ben oltre un miliardo di dollari, che negli ultimi anni hanno rivoluzionato il trasporto di corto raggio nel Mediterraneo e in Nord Europa».
Parole di Emanuele Grimaldi, amministratore delegato del gruppo partenopeo.
I due casi – Â Bibby Marine e Grimaldi – confermano l’importanza crescente dell’elettrificazione.
Ricordiamo anche la flotta di Liberty Lines in Sicilia – ne abbiamo scritto recentemente – che grazie alle batterie permette a queste navi veloci di ridurre completamente l’inquinamento acustico e da emissioni nell’approdo alle più belle isole siciliane.
Una conseguenza positiva oltre che per la tutela ambientale per la valorizzazione di un turismo di qualità .
Per la nave di servizio ad impianti eolici off-shore… magari è possibile pure effettuare la ricarica in mare, direttamente da un aerogeneratore predisposto…. così da essere sempre al massimo del potenziale.
Per le navi che fanno servizio-spola tra porti non troppo distanti (tipo RoRo tra le nostre isole) sarebbe bello implementare quanto prima la generazione F.E.R. della ricarica da effettuare ai traghetti/navi cargo durante le operazioni di carico/scarico.
Buongiorno Damiano, in questo articolo si vedono i cavi di ricarica per le navi in un porto norvegese https://www.vaielettrico.it/puglia-cold-ironing-e-fotovoltaico-nei-porti-di-bari-e-brindisi/
In Italia sono interessati 40 porti, speriamo che tutti entro il 2026 riescano a realizzare l’elettrificazione. Il problema poi resterà il tema di come gestire l’energia. Una sfida.
Grazie Gian Basilio
Sicuramente molti progetti si dovranno “aspettare”…
Gli aero-generatori previsti nel sud Italia hanno bisogno sia della realizzazione dei nuovi cavidotti TERNA che della presenza di acciaierie (ILVA ?) per costruire le torri in Italia (anche se avevo letto di JV coi cinesi..e anche norvegesi per taluni progetti in studio).
L’ importante è partire e continuare ad investire e soprattutto fare funzionare i progetti..in modo che non diventino un’ ulteriore esempio della capacità italica di creare cattedrali nel deserto da abbandonare dopo l’inaugurazione coi politicanti di turno
Per la nave di servizio ad impianti eolici off-shore… magari è possibile pure effettuare la ricarica in mare, direttamente da un aerogeneratore predisposto…. così da essere sempre al massimo del potenziale.
Per le navi che fanno servizio-spola tra porti non troppo distanti (tipo RoRo tra le nostre isole) sarebbe bello implementare quanto prima la generazione F.E.R. della ricarica da effettuare ai traghetti/navi cargo durante le operazioni di carico/scarico.
https://www.vaielettrico.it/ponte-sullo-stretto-macche-meglio-i-traghetti-elettrici/
Buongiorno Damiano, in questo articolo si vedono i cavi di ricarica per le navi in un porto norvegese https://www.vaielettrico.it/puglia-cold-ironing-e-fotovoltaico-nei-porti-di-bari-e-brindisi/
In Italia sono interessati 40 porti, speriamo che tutti entro il 2026 riescano a realizzare l’elettrificazione. Il problema poi resterà il tema di come gestire l’energia. Una sfida.
Grazie Gian Basilio
Sicuramente molti progetti si dovranno “aspettare”…
Gli aero-generatori previsti nel sud Italia hanno bisogno sia della realizzazione dei nuovi cavidotti TERNA che della presenza di acciaierie (ILVA ?) per costruire le torri in Italia (anche se avevo letto di JV coi cinesi..e anche norvegesi per taluni progetti in studio).
L’ importante è partire e continuare ad investire e soprattutto fare funzionare i progetti..in modo che non diventino un’ ulteriore esempio della capacità italica di creare cattedrali nel deserto da abbandonare dopo l’inaugurazione coi politicanti di turno