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Mediterraneo: ok ad area a basse emissioni

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Dalle barche esce veleno
Fumi traghetti

Il Mediterraneo con meno zolfo, ma con ancora tanti e troppi veleni pericolosi.

Gli stati membri della Convenzione di Barcellona sulla protezione del Mediterraneo hanno dato il via libera alla riduzione delle emissioni di zolfo delle navi dal 2025 con un’area definita a “controllo delle emissioni”. Bene, ma nella delibera manca la riduzione degli ossidi di azoto.

genova comitato
Una protesta del comitato No Fumi di Genova

Alzano i calici, ma non troppo le organizzazioni ambientali che da anni chiedono una riduzione delle emissioni navali. La delibera approvata ad Antalya, in Turchia, è un passo avanti ma limitato: “Un’occasione persa la mancata inclusione della riduzione degli ossidi di azoto“. Presa di posizione dell’associazione Cittadini per l’aria.

Città portuali: aria pessima e tossica

Questa prima, seppure molto timida, presa di posizione politica arriva dopo numerosi studi sulla qualità dell’aria nel bacino del Mediterraneo dove vivono circa 250 milioni abitanti.

L’Organizzazione mondiale della sanità  da tempo sottolinea che i livelli medi annui di inquinamento dell’aria superano di cinque volte i parametri delle sue linee guida. Aria pessima e tossica con un forte contributo delle navi.

Venezia protesta
La manifestazione a Venezia contro l’anarchia del traffico e le emissioni nocive dei vaporetti Foto di Gianni Darai

Il 70% delle città bagnate dal Mediterraneo superano i limiti indicati dall’OMS. E le emissioni navali corrispondono esattamente alle principali rotte marittime e interessano i centri urbani più popolati. Si parla di decine di migliaia di morti premature riconducibili all’inquinamento prodotto dalle navi e decine di miliardi di euro di costi sanitari all’anno.

2025: area controllo emissioni di zolfo

In quasi tutte le città esistono zone interdette al traffico o con forte limitazioni, aree dove possono circolare solo auto elettriche o ibride. Esistono le domeniche senz’auto ed entrano automaticamente in vigore i limiti quando si superano determinati  livelli di concentrazione degli inquinanti.

Sono interventi limitati se non si converte la flotta, ma necessari. Dal 2035 anche in Italia stop alla produzione delle auto termiche (leggi qui), ma in mare ancora il nulla. Con il paradosso che in una città portuale si blocca il traffico automobilistico, ma restano in azione le navi che avvelenano l’aria. Una beffa.

fumi genova
A Genova le emissioni sono un evidente problema sanitario

Ad Antalya nei giorni scorsi, si è iniziato ad affrontare il tema. Nella riunione i firmatari la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mare Mediterraneo dall’inquinamento hanno deliberato di presentare una proposta in occasione della riunione dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO).

Puntano all’adozione di un’area SECA (Area di Controllo delle Emissioni di Zolfo) a partire dal 1 gennaio 2025. Una riduzione che però non riguarda l’azoto. Il problema è noto, ma si sono limitati a porre l’obiettivo di lavorare per la fattibilità di un’area NECA nel Mediterraneo. Nel mare del Nord esistono da tempo queste normative a tutela della salute di ambiente e cittadini.

Un’area completa ridurrebbe da 3 a 4mila i morti

Abbiamo parlato con Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria, che si ritiene soddisfatta della scelta. Ma c’è ancora tanto da fare. In concreto: “Manca ancora una normativa efficace per ridurre le emissioni nocive di ossidi di azoto. Una piena ECA nel Mediterraneo potrebbe evitare da 3.100 a 4.100 morti premature all’anno nel 2030“.

Le città sono intasate dal veleno: “I cittadini soffrono per le concentrazioni altissime di NO2 provenienti dalle navi. Avere un’unica misura attiva, delle due immediatamente possibili, è come spegnere un incendio con un secchio d’acqua invece che usare la manichetta antincendio”.

Il tema è poco e per nulla discusso ma da Genova a Napoli sono attivi i comitati dei cittadini che chiedono un’aria migliore. “A Savona i fumi entrano direttamente dentro le case, abbiamo fatto molti rilievi nelle città portuali e la situazione è grave

L’opzione elettrica

traghetti ibridi
Il nuovo traghetto Grimaldi con Zero Emission in Port

Il Pnrr ha stanziato 700 milioni di euro per elettrificare le banchine di 40 porti italiani, la Grimaldi spegne i generatori e utilizza le batterie quando attracca. Sono chiari i limiti della propulsione elettrica per le lunghe tratte, ma abbattere le emissioni più nocive nelle aree abitate è fattibile. Servono solo le norme che impongono agli armatori di spegnere i motori. Serve la politica.

Negli stati del mare del Nord sono sempre più numerosi i progetti di elettrificazione di tratte medie, per esempio nei fiordi. Siamo a zero in Italia. Annunciate solo le escursioni elettriche nel Golfo di Napoli, mentre a Venezia si punta solo sull’ibrido. E non se ne sa quasi niente, nonostante l’importanza del traffico acqueo. Qualcuno protesta, ma sono in pochi.

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2 COMMENTI

  1. non c’è nessun accenno ai combustibili fossili impiegati nella navigazione marittima che costituiscono la principale fonte di inquinamento.

    • Come no? Ma scherza. Tutto l’articolo è riferito ai combustibili infatti si parla di limiti alle componenti più inquinanti di questi ovvero lo zolfo. Con la critica che non si è fatto di più.

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