Medicina, vandalizzato anche il Community Charger della Comunità Solare


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Vandalizzato, a Medicina (Bologna), un  “Community Charger” della Comunità Solare locale. “Mala tempora currunt!scrive su Facebook il professor Leonardo Setti, fondatore della comunità e ideatore del sistema della Comunità Solari italiane, dandone notizia. 

community charger
Il Community Charger vandalizzato a Medicina

Il fatto è avvenuto nella notte di domenica 28 luglio scorso e ha riguardato una colonnina nuova di zecca, la terza installata a Medicina.  Si tratta del più recente Community Charger installato, ed è alimentato direttamente da un pergolato fotovoltaico da 20 kW. Costituisce l’impianto di avvio della Comunità Energetica Rinnovabile Tra Imprese e Solidale (CERTIS) di Medicina che sarà inaugurata il 3 settembre. I vandali l’hanno presa d’assalto rubando il caratteristico pomello cromato e sfondando l’involucro esterno con due sprangate assestate con un cartello segnaletico. E’ rimasta fuori uso per alcuni giorni ma oggi, anche senza pomello, è già di nuovo operativa.

Leonardo Setti: “Mala tempora currunt”

Leonardo Setti

Il primo Community Charger a Medicina l’abbiamo installato nel 2017 – ricorda Setti -. I primi anni riuscivamo a erogare energia gratis per tutti coloro che volevano ricaricare la propria auto, poi abbiamo introdotto una quota associativa per i nostri cittadini solari automobilisti elettrici di 240 euro l’anno per ricariche illimitate. Le colonnine della comunità sono gestite dalla comunità e pagate dalla comunità, per questo motivo ci siamo sempre vantati del fatto che fossero accudite dalla comunità come oggetti utili alla stessa. Questa mattina dopo tanti anni e, per la prima volta, sono state vandalizzate„.

Chi è stato? “Non lo sappiamo ancora – scrive Setti –ma sono al vaglio le immagini delle telecamere di controllo„. Probabilmente una ragazzata. Ma, conclude, “mettere a posto la colonnina costerà e costerà alla comunità. Viene voglia di mandare tutti a spendere mentre ci devo andare io! E’ un mondo difficile!„.

 Ma Setti non demorde: il 3 settembre nasce la CERTIS di Medicina. E funziona così

Tuttavia il vulcanico professore non si scoraggia. Anzi raddoppia. Fra un mese, come detto, terrà a battesimo la nascita della Comunità Energetica Rinnovabile Tra Imprese e Solidale (CERTIS) di Medicina. Grazie a una nuova formula “ingegnerizzata” dallo stesso Setti, questa infrastruttura civica di condivisione energetica mette insieme le opportunità della normativa nazionale sulle Comunità energetiche rinnovabili e quelle del modello, privatistico e su base volontaria, delle tradizionali Comunità Solari.

In sostanza, il Centro per le Comunità Solari fondato da Leonardo Setti funge da catalizzatore e coordinatore di imprese del territorio, prosumer di energia privati  e piccoli installatori indipendenti guidandoli nell’intricato iter tecnico-amministrativo richiesto dalla legge per costituire una CERTIS. E mette loro a disposizione la piattaforma tecnologica che gestisce gli scambi di energia.

Qui una rappresentazione schematica del meccanismo di funzionamento di una CERTIS integrata a una Comunità Solare

Le imprese aderenti godono di un triplice beneficio: il contributo a fondo perduto del 40% sulle spese di installazione di un impianto fotovoltaico,  lo sconto in bolletta per il ritiro dedicato, la premialità riconosciuta dal GSE per ogni MWh di autoconsumo. Parte di questi benefici, in particolare la premialità del GSE, vengono retrocessi al fondo di solidarietà della Comunità Solare che  finanzia le  iniziative di redistribuzione tra i cittadini solari aderenti.

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Visualizza commenti (3)
  1. Purtroppo non mi stupisco più di nulla…perché saranno gli stessi (maranza o meno) che girano impuniti a delinquere e non è una questione di green o antigreen ma di delinquenti che sfruttano le nostre debolezze giuridiche e la nostra puntuale mancata certezza della pena !
    Ad ogni modo probabilmente si tratta di giovani annoiati e nullafacenti…mi dispiace se è così perché che vita triste e insulsa che si ritagliano 🙁

  2. Spero che se identificheranno i vandali, finiamola di ridurre il tutto a “una ragazzata” saranno loro a pagare il ripristino oltre che subire le pene previste e magari poi, non in alternativa, un po’ di lavori socialmente utili, il legno storto si può raddrizzare se è giovane …

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