Un gruppo di investitori istituzionali ha invitato gli azionisti di Tesla a respingere il nuovo pacchetto retributivo da 1.000 miliardi di dollari destinato a Elon Musk e a votare per la sostituzione dei membri del CdA in scadenza. Secondo la lettera inviata agli azionisti, la governance di Tesla sarebbe “troppo legata” al suo CEO, con rischi crescenti per il valore di lungo periodo dell’azienda.
Il consiglio di amministrazione di Tesla ha recentemente annunciato una proposta per un pacchetto retributivo incredibilmente elevato per il suo CEO part-time, Elon Musk. Il pacchetto varrebbe fino a 1.000 miliardi di dollari in azioni, a condizione che vengano soddisfatti diversi parametri di performance, legati a un significativo aumento di valore delle azioni dell’azienda.
Sarebbe il più grande pacchetto retributivo mai assegnato a un CEO nella storia, di diversi ordini di grandezza.
La proposta del board – che assegna a Musk un compenso potenziale mai visto nella storia del capitalismo – non è però piaciuta al gruppo di investitori, perchè legata a obiettivi di performance considerati “vaghi e poco impegnativi”.

L’attacco: “A rischio l’indipendenza del board”
La lettera di opposizione è firmata da un gruppo di investitori che include SOC Investment Group, Friends Fiduciary Corporation, SHARE e i tesorieri di diversi Stati USA, oltre al Controller della città di New York e al fondo svedese Afa Försäkring. Tutti soggetti che gestiscono patrimoni previdenziali di lungo periodo e chiedono quindi stabilità e trasparenza nella gestione aziendale.
Gli investitori accusano il board di Tesla di essere “condizionato” da Musk: due membri del Consiglio sono ex dirigenti Tesla, quattro sono amici o familiari del CEO, e diversi siedono nel consiglio da oltre dieci anni. Anche la presidente Robyn Denholm è nel mirino per compensi considerati sproporzionati: quasi 200 volte superiori alla media dei direttori S&P 500.
Performance in calo e distrazioni del CEO
Nel documento si sottolinea come Tesla abbia visto vendite e profitti in diminuzione negli ultimi due anni, mentre i concorrenti globali hanno lanciato una nuova ondata di veicoli elettrici. Musk, accusano i firmatari, sarebbe troppo concentrato sulle sue altre società private – come X (ex Twitter) o SpaceX – a scapito della casa automobilistica.
Il maxi-bonus proposto prevede che Musk resti CEO per due anni, senza alcun vincolo di esclusività. Secondo i fondi, questo modello “premia la distrazione” e crea un precedente pericoloso per la corporate governance americana.

Democrazia aziendale in pericolo?
Un altro punto critico riguarda la diluizione azionaria: assegnare così tante azioni a Musk ridurrebbe la quota e il potere di voto degli altri azionisti. Inoltre, il trasferimento in Texas ha comportato la perdita di alcune tutele democratiche per i soci, come la possibilità di votare contro le decisioni del board con maggioranze semplici.
Gli investitori chiedono quindi di votare contro i membri del CdA in scadenza (Ira Ehrenpreis, Joe Gebbia e Kathleen Wilson-Thompson) e di bocciare le Proposte 3 e 4, entrambe collegate al piano da un trilione di dollari.
Un segnale che arriva anche all’Europa
Per gli osservatori europei, la vicenda mette in luce la fragilità della governance nelle grandi aziende tecnologiche statunitensi e riaccende il dibattito sulla remunerazione dei CEO, sempre più scollegata dai risultati industriali.
In un mercato come quello dell’auto elettrica, dove la concorrenza europea e cinese cresce rapidamente, la stabilità di Tesla è un tema che interessa anche il Vecchio Continente.
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come il prodotto interno lordo di uno Stato
Sono convinto che tutti questi miliardari tecnocrati ce li stiano pian piano mettendo in quel posto. E tutti noi “appecorati” e prostrati in ammirazione di costoro…falsi profeti dei tempi moderni.
In pratica se non buttassero via cifre astronomiche per il tizio col cappello di formaggio, le Tesla le potrebbero vendere a metà prezzo guadagnandoci ancora, in pratica le vendono al doppio del loro costo di produzione questa è la realtà.
In pratica Daniele per non dirti che non hai capito nulla ti consiglio di rileggerti almeno il testo dell’articolo e poi, se lo comprendi, commentarlo.
La proposta dei fondi è ridicola, se anche Musk arrivasse ai valori che fanno scattare i bonus anche i suddetti fondi guadagnerebbero cifre astronomiche, di cosa si lamentano?
Delle due una: o sono stupidi o in malafede.
Ma dato che se sono in malafede lo farebbero perdendoci un mucchio di soldi, l’unica spiegazione possibile è che siano stupidi.
cfr. “Le leggi fondamentali della stupidità umana”: https://it.wikipedia.org/wiki/Allegro_ma_non_troppo_(saggio)
C’e’ poco da capire, i soldi non arrivano da Marte per ora, se un’azienda sborsa cifre simili per retribuire un “CEO” a fronte di determinati risultati economici significa che fanno utili oltremisura, e indovina da dove arrivano questi utili …? Da margini assurdi su auto che potrebbero costare molto meno, questa è la realtà; poi ognuno è libero di buttare i soldi come vuole , almeno lo sappia.
L’azienda non sborsa proprio nulla, come spiegavo nel mio altro commento. Ma come pensate che un’azienda possa avere mille miliardi di liquidità?
Come sempre questi articoli generano confusione perché non spiegano in cosa consistono questi mille mila miliardi: non è che a Musk fanno un bonifico, in realtà a Tesla non costa praticamente nulla, si tratta di stock options. Sono gli investitori che ci perdono in questi casi: vengono create diciamo azioni dal nulla e la loro quota viene erosa.
All’azienda costa, perchè la stock option implica un aumento di capitale e la quota nominale deve essere versata.
In realtà Tesla dovrebbe incassare denaro nel momento in cui Musk eserciterà le sue opzioni (se vorrà farlo), chi ci rimette sono gli azionisti che vedono la propria “fetta di torta” assotigliarsi. Almeno io l’ho capita così 😀 ma ci saranno altri dettagli, però di certo Tesla non staccherà un assegno da 1000 miliardi a Musk 🙂
Certo, Tesla non staccherà nessun assegno