Marchi auto all’esame sostenibilità di Greenpeace: tra i 15 maggiori gruppi due marchi tedeschi giudicati i più virtuosi, Mercedes e BMW. I peggiori? Suzuki e…
Marchi auto: Mercedes e BMW i più virtuosi
Greenpeace non è certo nota per essere un’organizzazione amica dell’auto. Tuttavia ogni anno fa un esame alle 15 maggiori Case mondiali. Pubblicando poi una pagella finale con quelli che considera i buoni e i cattivi. Gli aspetti che concorrono al giudizio complessivo sono legati soprattutto a quattro aspetti. Ovvero l’eliminazione graduale dei veicoli a combustione interna, la decarbonizzazione della catena di approvvigionamento, l’origine delle risorse utilizzate e la nozione di circolarità. Altro aspetto nel mirino: la moda dei Suv, che non fa che aumentare i consumi e quindi le emissioni. Non sorprende che ai primi due posti, tutto sommato, ci siano due marchi tedeschi, Mercedes e BMW. Ormai non c’è lusso senza sostenibilità e questi brand l’hanno capito bene, investendo non solo sul prodotto, ma anche su tutto il processo a monte. E comunicando il tutto con enfasi. Ottima anche la valutazione del gruppo cinese SAIC, al terzo posto.
Le pagelle peggiori ai giapponesi
In fondo al gruppo come valutazione ci sono grandi marchi asiatici come Suzuki, Great Wall, Toyota, Changan e Nissan e Honda. I brand giapponesi, in particolare, sembrano essere i meno attenti alle tematiche ambientali, preferendo puntare sulle varie motorizzazioni ibride piuttosto che sull’elettrico. Greenpeace in particolare punta il dito contro Toyota, il primo costruttore al mondo. Meno di un veicolo su 400 venduto dalla Casa giapponese nel 2022 era elettrico al 100%, problema comune con Suzuki, a cui viene attribuito l’ultimo posto in classifica. Quanto alla cinese SAIC, non è bastato il notevole numero di elettriche vendute per ottenere un buon giudizio. Finendo in terzultima posizione per i “lenti progressi nella decarbonizzazione della catena di approvvigionamento“. Greenpeace chiede che la transizione verso l’elettrico sia accompagnata da investimenti in tutto il processo, compreso il riciclo finale delle batterie. E anche che ci sia una transizione giusta per i lavoratori.
- I veri costi delle auto elettrica? Non sono certo quelli che leggi sui social e sui media: VIDEO di Paolo Mariano
Comunque Toyota cattiva cattiva eppure l’unica elettrica decente finora l’ha presentata lei, la FT-Se [ https://www.youtube.com/watch?v=yxWJNZs3wwQ ]. Quando Toyota inizierà a giocare sul serio, non ce ne sarà più per nessuno …
Ma finché non farà sul serio è inutile parlarne
Senza nulla togliere alla FTSe, direi che le elettriche da decenti in su giá in vendita non mancano.. In ogni caso la lentezza di Toyota nell’affrontare la Grande Conversione per certi aspetti ricorda un pó la favola della volpe e l’uva https://www.vaielettrico.it/toyota-attacca-auto-elettriche-un-flop/
A me ricorda immancabilmente Nokia, e i flop non fanno presagire bene. Spero di sbagliarmi, ovviamente.
Mi pare che in generale, anche per le prime posizioni in classifica, i punteggi siano comunque bassi rispetto al massimo ottenibile. Come se tutti i partecipanti ad una maratona ci avessero comunque messo più di dieci ore.
Non mi meraviglio dei “punteggi” ottenuti visto l’orientamento ideologico di chi ha stilato le pagelle..
Del documento GP ho apprezzato, fra le altre cose, la raccomandazione di usare acciaio a basso tenore di carbonio (per motivi di impatto ecologico) perché potrebbe incentivare ulteriormente l’adozione di acciai alto resistenziali che hanno diversi pregi importanti. Ho apprezzato meno l’invito ai costruttori di ripensare il loro modello commerciale diminuendo le vendite, il che è condivisibile dal punto di vista ambientale ma forse un pó utopistico almeno a breve termine..
Magari è per quello che stanno alzando i prezzi.
Credo anch’io che l’aumento dei prezzi sia inevitabile (come se non bastassero i rincari giá esistenti non collegati alla Grande Conversione..) Non per nulla il documento consiglia investimenti adeguati da parte dei costruttori oltre al rafforzamento delle reti di sicurezza sociale da parte di chi di dovere.
Come mai non è presente la Tesla ?
/// la nozione di circolarità \\\ Se per circolaritá si intende riciclaggio, credo che l’esclusione dalla classifica o il rimanervi alle ultime posizioni dipenda anche dall’adozione delle batterie integrate e altre soluzioni tecniche che ostacolano il recupero dei componenti.
“E anche che ci sia una transizione giusta per i lavoratori.” Ah, ecco perchè tesla non è entrata in classifica, visto che non esiste il sindacato nei suoi stabilimenti americani.
Sempre a proposito di lavoratori, da notare l’uso dei modi verbali (must, should) in quest’altro passaggio : “workers’ voices must be central to the transition and their benefits should be protected”
ZEVs are only truly zero-carbon in the drive phase if the electricity that powers them is
produced by renewable sources.
Non sarebbero truly zero-carbon nemmeno in quel caso. Diciamo che da ambo i lati piace omettere/piegare la realta’.
” in the drive phase “, mi sembra corretto, non una piegatura di realtà
Be, quindi chiamiamo ZEV qualcosa che lo e’ solo in un suo particolare sottoinsieme. La CO2 upfront non la consideriamo?
Una macchina termica in discesa a motore spento e’ Truly zero-carbon as well.
Errata corrige (credo):
Quanto alla cinese SAIC, non è bastato il notevole numero di elettriche vendute per ottenere un buon giudizio. Finendo in terzultima posizione
Quanto alla cinese Chang’an, non è bastato il notevole numero di elettriche vendute per ottenere un buon giudizio. Finendo in quartultima posizione
Great Wall Motors (in cinese Changcheng qiche 长城汽车), non Chang’an.
Correggere l’errata corrige con nuovi errori è diabolico.
Chang’an Automobile Co., Ltd [ https://www.changan.com.cn/ ] [ https://en.wikipedia.org/wiki/Changan_Automobile ] è un’azienda statale del 1862, il più antico produttore di automobili in Cina.
Great Wall Motor Company Limited invece è privata ed è altro [ https://it.wikipedia.org/wiki/Great_Wall_Motors ].
Nella classifica di Greenpeace sono citati entrambi ed entrambi hanno un punteggio basso (rispettivamente penultimo e quartultimo), nonostante entrambi vantino una percentuale consistente di BEV nel loro venduto.
Va detto che SAIC occupa la terza posizione soprattutto grazie alla proposta di auto BEV in relazione alla gamma totale, mentre i voti alle voci “decarbonizzazione” ed “efficientamento” non fanno urlare al miracolo