Marca per marca, i dazi UE sulle cinesi

Marca per marca, i dazi UE sulle cinesi: la Commissione non si è limitata ad approvare le previste penalizzazioni, pubblicato una prima lista di sanzioni.

marca per marca
Una tabella ufficiale UE con i dazi per diversi noti marchi cinesi.

Marca per marca, quanto pagheranno (e quindi i prezzi…)

I dazi entreranno in vigore dal 4 luglio e variano a seconda di quanto è stato accertato marca per marca. Ovvero di quanti aiuti pubblici ricevono, falsando così la concorrenza. Le nuove penalizzazioni si aggiungono al dazio del 10% già in vigore da tempo. E, secondo il Financial Times, porteranno alle casse della UE 2 miliardi di euro. Nella tabella qui a destra abbiamo riportato le sanzioni (in percentuale sul prezzo di vendita) già decise per alcuni grandi marchi. Come si può vedere si va dal 17,4% di BYD al 38,1% di un altro big del Made in China, SAIC. Altre aziende che hanno avuto con la UE un atteggiamento collaborativo dovranno pagare il 20-21%, mentre per le altre l’aliquota darà la massima, 38,1%. C’era attesa per capire il trattamento riservato a Tesla, che produce a Shanghai le Model 3 esportate anche in Europa. Per ora il marchio di Elon Musk è stato escluso dai dazi e un’eventuale penalizzazione verrà decisa in un secondo momento. E quindi anche i prezzi in Italia per ora non dovrebbero cambiare.

Il cancelliere Olaf Scholz durante una visita alla Volkswagen.

Ha vinto la Francia. Grande sconfitta la Germania, che teme la vendetta

La decisione di Bruxelles costituisce una grande vittoria per la Francia, la più fiera sostenitrice della linea dura di Bruxelles, spalleggiata dalla Spagna. Mentre la perdente è sicuramente la Germania, che fino all’ultimo ha lottato per scongiurare l’inasprimento dei dazi. Il motivo è semplice: negli ultimi dieci anni, BMW, Audi e Mercedes hanno venduto 19,2 milioni di auto in Cina. Cifra che rappresenta tra il 30 e il 40% delle vendite globali di questi tre marchi, secondo i dati di Schmidt Automotive Research. Mentre l’export del made in France in Cina è modestissimo. Il problema è che ora Pechino minaccia di rifarsi inasprendo a sua volta i dazi sulle auto europee, oggi al 15%. In particolare sulle termiche, quelle che tuttora garantiscono i margini maggiori, con effetti disastrosi sul made in Germany. Non a caso il cancelliere Olaf Scholz ha a lungo premuto su Parigi per attenuare la pressione sulla UE. E ora si è affrettato a chiedere a Bruxelles di aprire al più presto un tavolo con Pechino per trovare un compromesso.

Visualizza commenti (23)
  1. Mi aspetto un annuncio chiaro da parte cinese dei controdazi che faranno pagare agli Europei su molti prodotti di consumo e soprattutto sulle auto tedesche esportate in Cina. POtrebero anche tassare quelle auto prodotte in Cina e destinate al mercato europeo prodotte da brand europei, allora ci sarà da ridere (o piangere a seconda dei casi)…

  2. OT? Stamattina un noto giornalista su Radio uno, ha dato una simpatica definizione dell’ auto elettrica in Europa. Un giocattolo dal prezzo medio di circa 50k€ che permette ai ricchi di entrare e uscire dalle ZTL. Viva la rivoluzione elettrica, ma in Cina.

  3. Antonio Nagliati

    Un Europa sempre di più al fianco delle grandi Lobby dei produttori europei di auto che hanno gonfiato a dismisura i prezzi delle loro BEV e sempre più a scapito dei cittadini europei che avrebbero solo tratto beneficio da una competizione sui prezzi delle BEV con le cinesi alla porta. E invece ancora una volta il cittadino a da mazziare e colpire: brava europa, così si diventa anti-europeista in un attimo!

  4. sono tutte battaglie e guerre di retroguardia di un occidente decadente e di un sistema socio-economico chiamato capitalismo in via di estinzione, questa battaglia toglie magari qualche nave dagli oceani, all’ambiente male non fa
    o qualcuno pensa seriamente che sia possibile bloccare il progresso ?
    se l’Italia sotto la guida della …. (o l’Europa guidata dalla ….) vuole diventare il prossimo Burundi non so voi ma io trasloco di sicuro

  5. Se mettono dazi sulle auto prodotte in Cina, sarebbe logico che mettessero dazi anche su quel 20-40% dei componenti prodotti in Cina delle auto “made in Europe”. Perchè non lo fanno? Perchè il primo provvedimento avvantaggia i produttori europei mentre il secondo li svantaggia. Dei consumatori invece non frega niente a nessuno.

  6. caprone manicheo

    MA PERCHE’ NON TASSANO ALLO STESSO MODO LE AUTO TERMICHE CINESI IMPORTATE DALLA DR?

    Ma perché non tassano anche telefonini, computer, televisori, mutande, scarpe, giocattoli ecc. ecc.?

  7. Magari il governo cinese individuerà qualche componente indispensabile e non rimpiazzabile dalle case francesi… e le terrà in ginocchio per un po’….
    Ancora ci ricordiamo cosa è successo nel post-covid, con la scarsità di chip molto semplici ed economici che però controllavano funzioni basilari in molti marchi…il brusco e forte calo di volumi produttivi ha portato all’ aumento pesante dei prezzi ed ad una generalizza diminuzione della scontistica praticata nelle concessionarie.
    Vediamo un po’ come va a finire tra la scombinata squadra europea e il monolitico colosso cinese…

    1. DR ha un solo modello elettrico, la DR 1.0. Le altre sono termiche e non rientrano nei dazi suppletivi che colpiscono le elettriche pure.
      In poche parole auto ibride e plugin non vi rientrano

      1. Non secondo Enzo, secondo la direttiva UE ed è pure del 38%, guarda caso quella che arrivava in Europa a minor costo e segmento quasi B.
        Idem per la Volvo x30, per la quale hanno già pensato di aprire una fabbrica in Europa, per trasformarla in made in Europe. Magari assemblando anche un solo pezzo….
        Ricordiamoci che esistono già i dazi sulle auto importate dalla Cina che mi risulta sia del 10%.

        1. Aspettiamo a leggere il documento, al momento tutti ne parlano ma il documento ufficiale ancora non l’ha linkato nessuno. Nei comunicati/virgolettati si parla solo di auto elettriche (“La Commissione europea ha comunicato alle parti interessate il livello dei dazi compensativi provvisori che intende imporre sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina”) ma queste dichiarazioni vanno prese con le molle anche perché poi andrebbe capito se si applica solo alle elettriche o alle elettrificate (le plugin di BYD e MG non avrebbero dazi? Sembra strano …).

      2. Temo di sì, a differenza di quanto dice Bob temo i dazi non siano limitati alle elettriche. Temo. Sono stati colpiti i brand coi prezzi più competitivi. Il messaggio è chiaro: vuoi rovinarci il cartello e la mangiatoia? E noi ti sbattiamo fuori mercato. Altro che lobby della benzina o dell’ elettrico: vince la lobby dei soldi, qui in Europa le auto devono diventare costosissime, dobbiamo strapagarle per arricchire i produttori

      3. https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_24_3231

        Il testo è scritto in modo fuorviante perché da un lato si parla in apparenza solo di bev, ma poi scrivono, in modo più generico:

        The individual duties the Commission would apply to the three sampled Chinese producers would be:
        • BYD: 17,4%;
        • Geely: 20%; and
        • SAIC: 38,1%.

        Ovvero è come se individuassero questi produttori come produttori di BEV ma poi quando arriva il momento del dazio a quel punto la definizione diventa più vaga e non viene precisato che questi si applicano solo alle BEV.

        https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/QANDA_24_3232

        Would the proposed duties be added on top of the current import duties of 10%?

        Yes, countervailing duties would be added on top of the ordinary import duty of 10% levied on imports of battery electric vehicles.

        Qui sembra essere più specifico e limitarsi ai soli veicoli elettrici. Da notare questa chiccha qui (piccolo scoop):

        Will the duties be collected retroactively?

        The pre-disclosure is limited to informing interested parties about the level of the provisional countervailing duties. Any potential retroactive collection of the duties on imports that is registered as of 90 days prior to the date of imposition of provisional measures (e.g. as of 5 April 2024, if duties enter into force on 5 July 2024) would be addressed at a later stage in the investigation, which would decide whether legal conditions for such a retroactive collection are met.

        Ah, quindi tutte le elettriche importate dal 5 aprile in teoria rischiano di dover pagare l’extradazio … e chi lo paga, il cittadino o l’azienda? Questo potrebbe essere un articolo per la redazione …

  8. Io spero proprio che questa azione dell’Europa non si trasformi un un boomerang !!!

    Forse è il caso di ricordare ancora una volta un detto (neanche a farlo apposta cinese) che dice:

    C’è chi costruisce muri e chi invece preferisce i MULINI.

    Infatti l’Europa ha deciso di difendersi erigendo un MURO piuttosto che orientare le proprie industrie a combattere gli asiatici migliorando le nostre tecnologie.

    Mi sembra normale che il Governo italiano giosca; infatti ora potremo continuare imperterriti a bruciare carburanti continuando a sfornare auto a combustione.

  9. Il fatto che la Tesla prodotta in Cina sia stata esclusa dai dazi conferma che si tratta di puro protezionismo che danneggerà i consumatori europei mentre le case automobilistiche europee potranno continuare a ricevere miliardi di sussidi pubblici senza alcun ritorno per i consumatori in termini di prezzi.

    1. l’unico prodotto finito che Tesla produce in Cina e poi commercializza in Europa è la Model 3 in tutte le sue varianti.
      La Model Y è prodotta in Germania, la S e la X negli Stati Uniti.
      In ogni caso in questa testata è

    2. Non è detto che anche Tesla in Cina riceva eventuali sussidi statali come le altre aziende automobilistiche.
      Seguendo questo ragionamento bisognerebbe allora capire se le aziende in joint-venture euro-cinesi che producono, ad esempio le varie Volkswagen elettriche, o la Smart (che rivende anche in Europa), ricadrebbero nella rete dei dazi.

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