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Mancava Toyota, ora c’è, solo Suzuki resta anti-elettrica

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Qui e sotto le immagini della prima Toyota elettrica, distribuite al Salone di Shanghai.

Mancava Toyota tra i grandi costruttori all’appuntamento con l’auto elettrica. Ora c’è, con il Suv bZ4X svelato al Salone di Shanghai. Resta solo Suzuki…

Mancava Toyota, si presenta con un Suv compatto

Si sapeva da tempo che l’arrocco di Toyota sull’ibrido stava per finire. E come annunciato, al principale Motor Show cinese ha fatto capolino il prototipo di un modello elettrico che arriverà anche in Italia l’anno prossimo. La sigla bZ sta per “beyond Zero“, una sorta di sotto-marchio con il quale il primo costruttore al mondo manda a dire che si andrà oltre l’assenza di emissioni. Presumibilmente la guida autonoma e veicoli iper-connessi.

Mancava ToyotaLa presentazione di Shanghai ha un alto valore simbolico, vista la lunga marcia di Toyota nell’elettrificazione, iniziata nel 1997 con la Prius. Ma di dettagli tecnici  ne sono stati svelati pochi, se non che il bZ4X sarà equipaggiato con la trazione integrale Subaru. E che nasce su una nuova piattaforma, la e-TNGA, sviluppata specificamente per le auto elettriche, che dovrebbe consentire un “passo lungo con sbalzi corti“. Questo a differenza del primo modello a batterie lanciato dal colosso giapponese, la Lexus UX 300e, nata su una base tecnica concepita per motorizzazioni tradizionali.

In vendita anche in Italia dall’anno prossimo

Per il resto la Toyota si limita a dichiarazioni generiche “Il SUV di medie dimensioni a trazione integrale segna la trasformazione da pura casa automobilistica a fornitore di mobilità olistica“, si legge in una nota”, dice l’ingegnere capo Koji Toyoshima. E Bob Carter, il vice-president responsabile delle vendite, aggiunge “Il concept Toyota bZ4X punta a un’altra opzione nel nostro già robusto portafoglio elettrificato. Con investimenti e offerte di prodotti in tutto lo spettro dell’elettrificazione, saremo presenti con prodotti e tecnologie che soddisfano le diverse esigenze dei clienti in tutto il mondo“.

Solo due anni fa Carter si era schierato nettamente contro l’elettrico, sostenendo che nessuno sarebbe stato in grado di realizzare profitti vendendo BEV. Le cose cambiano…A questo punto solo Suzuki resiste, limitandosi a inserire in gamma solo ibridi, per la verità molto light. E anche i costruttori di alta gamma, come Ferrari, Aston Martin e Bentley, hanno già annunciato le date di lancio dei futuri modelli elettrici.

mancava toyota

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5 COMMENTI

  1. Secondo me potrebbe essere una tattica di “psicologica inversa” di marketing: fare finta di non essere interessati, far credere alla concorrenza di essere indietro per non creare troppo “clamore” (a volte controproducente…) ma nel frattempo investire, fare ricerca e poi arrivate magari tra gli ultimi, ma con prodotti validi.
    A volte “spantegare” troppo non va bene, tipo: “ehi, arriviamo anche noi, facciamo, faremo, annunciamo autonomie stratosferiche, si ricarica in tre secondi ecc.” e potrebbe deludere le aspettative… meglio stare “schisci”, arrivare in punta di piedi. Forse è la tattica migliore…

  2. Volevo intervenire su altro argomento,ho letto del grave incidente avvenuto negli Stati Uniti, texas se non sbaglio che ha coinvolto una Tesla e in cui sono rimaste vittime i due occupanti.al di là dei motivi umani,tecnici ancora da definire, negli articoli si legge che per spegnere l’incendio i vigili del fuoco hanno impiegato ore e ore mentre per analogo problema su auto termica sarebbero bastati pochi minuti e per questo i vigili del fuoco là vengono istruiti per intervenire in casi come questi anche perché ci sono rischi maggiori anche per loro.si dice inoltre che c’è una maggiore probabilità di incendio dell’auto elettrica che pregiudica le possibilità di salvarsi la vita per chi è all’interno dell’auto.sono un po’preoccupata per quanto letto avete notizie in merito? grazie

    • Il rischio incendi di auto elettriche è “esaltato” dai media perché la notizia fa click ma le statistiche dicono che non si presentano rischi più elevati rispetto alle termiche. Certo, è vero che alcuni produttori avevano venduto auto con questo difetto, ma le hanno richiamate per sostituire l’intero pacco batterie. Anche in caso d’incidente, la probabilità che si sviluppi un incendio è rara e succede solo per gli impatti particolarmente violenti (ma questo vale anche per i serbatoi del carburante).

      Lo spegnimento degli incendi delle batterie è ancora oggetto di “discussione”: sebbene c’è chi sconsiglia l’utilizzo dell’acqua perché questa aumenterebbe l’ossidazione [ “versando acqua sulla decomposizione del litio si favorisce l’ossidazione dando vita ad una combustione più violenta” – https://www.autoblog.it/post/965764/auto-elettriche-difficile-domare-lincendio ], i nostri vigili del fuoco invece puntano proprio sull’abbondanza di acqua [ ” L’acqua si è dimostrata finora il più valido mezzo per il controllo dell’incendio di batterie agli ioni di litio, soprattutto se usata in grandissima quantità e per lungo tempo, allo scopo di raffreddare l’esterno del pacco batterie” – https://www.vigilfuoco.it/aspx/download_file.aspx?id=27512 – pag. 17 ] mentre qui forse c’è una sintesi [ https://cfpa-e.eu/wp-content/uploads/2018/03/Rischio-incendio-auto-elettriche-Rev2–281-29.pdf – “Per lo spegnimento di un incendio di veicoli elettrici o ibridi, l’acqua è l’agente estinguente raccomandato. Possono essere necessarie grandi quantità di acqua, quindi assicuratevi di disporre di acqua a sufficienza prima di cominciare le operazioni. […] In ogni caso l’uso di CO2, halon o polvere chimica è poco efficace perché può sopprimere le fiamme solo temporaneamente, ma senza una lunga opera di raffreddamento non è possibile limitare la propagazione del thermal runaway. Potrebbe essere necessario raffreddare le batterie per molte ore allo scopo di evitare la reignizione.”]

  3. Sempre per la famosa lavagnetta “i buoni vs i cattivi” di VaiElettrico, di seguito le mie controdeduzioni.

    Bob Carter non è il vice-president responsabile delle vendite ma è il vice-president responsabile delle vendite solo negli USA. Bob Carter ha dichiarato lo scorso anno (non 2 anni fa) che è difficile fare profitti con le BEV, tanto che parlò di un “rischio armageddon” per i produttori di elettriche in attesa di volumi importanti: niente di più esatto, visto che i produttori si stanno svenando per passare all’elettrico (alcuni, come FCA, sono stati costretti a fondersi con altri gruppi) e visto che tutti i produttori, tranne Tesla (che i volumi li ha raggiunti), per rientrare degli investimenti stanno sfornando solo modelli premium inaccessibili per la middle class se non con gli incentivi (ovvero ulteriore debito che pagheranno i nostri figli). E non credo proprio che questo suv Toyota costerà meno di 50000 euro a listino …

    Per quanto riguarda Suzuki, beh, che dire, lo scorso anno il gruppo si è fermato a 90 g co2/km, ben entro i limiti previsti dalla normativa di 95 g co2/km, mentre il gruppo VW l’ha sforato, inquinando complessivamente l’11% in più ovvero facendo registrare un inquinamento medio di 99,8 g/km. Ma VW sono i buoni e Suzuki i cattivi. Suzuki, che è un produttore piccolo ma che è attento all’ambiente (grazie alla sua gamma ricca di ibridi), non può permettersi i costi di ricerca e sviluppo dei grandi gruppi e per questo si è alleata proprio con Toyota per l’elettrico ed è legata quindi ai tempi di Toyota, che di fatto è partita in ritardo per diversi motivi. Suzuki, non essendo un brand premium (ingiusto pretendere da Suzuki gli stessi investimenti di VW), comunque non potrebbe permettersi di vendere un suv a 50000 euro come i concorrenti e quindi potrà agganciarsi al treno dell’elettrico solo quando i prezzi scenderanno. E comunque, per la cronaca, la prima elettrica di Suzuki, una WagonR presentata nel 2017, dovrebbe essere disponibile da settembre di quest’anno in India [ https://www.zigwheels.com/newcars/Maruti-Suzuki/wagonr-electric ].

    • Non voglio fare “l’avvocato difensore” di Viaelettrico e tra l’altro non so neanche chi siano, ma 1) le puntualizzazione su Bob Carter sono un pochino da “primo della classe” e non spostano nulla sul senso dell’articolo 2) Tesla prima di essere Tesla era una “Suzuki” 3) Suzuki non è un garage di Tokio ma una società che fattura 26 miliardi di euro 4) è vero che Suzuki ha una collaborazione con Toyota sull’elettrico

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