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Mamma di 51 anni ritrova lavoro guidando tir elettrico

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Fulvia
Fulvia la camionista elettrica

Fulvia Brugnara è mamma, ha 51 anni e fino a poco tempo fa guidava un camioncino con cui trasportava pollame. Perso il lavoro quando l’azienda ha chiuso, grazie al “suo piede leggero” ha ricevuto l’offerta di diventare l’autista del primo camion elettrico di Gottardi Autotrasporti. A Trento.

Andrea Gottardi. “Ha il piede leggero per la nostra mobilità elettrica”

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Il Volvo che presto guiderà Fulvia era esposto a Ecomondo

Il titolare Andrea Gottardi ci spiega la scelta. “Sono consigliere nazionale di Fiap (federazione italiana autotrasportatori professionali) e in associazione lavoriamo per valorizzare il lavoro delle donne. Stavo cercando una figura femminile, ho conosciuto Fulvia che ha esperienza grazie al lavoro con il camioncino, poi è abituata ad alzarsi presto e viaggiare con freddo e pioggia. Senza dimenticare che nell’elettrico ci vuole piede leggero per tenere sotto controllo i consumi“.

Attitudine alla guida eco. Fulvia intanto ha iniziato a frequentare la scuola guida per ottenere la patente E. «Ero disposto a sostenere io le spese – sottolinea Andrea Gottardi -, ma ci ha pensato la Provincia di Trento che prevede questi interventi per sostenere il percorso di ricollocamento delle persone che perdono il lavoro». Avanti tutta. «All’inizio sarà affiancata da un tutor ovvero un’autista anziano che la supporterà nella guida, poi andrà da sola».

Un trattore Volvo FM Globettrotter Electric 4×2, il primo in Italia

Gottardi ha acquistato due veicoli da Volvo. Il primo ad arrivare e destinato a Fulvia è un trattore Volvo FM Globettrotter Electric 4×2.

volvo
il Volvo raggiunge un’autonomia da 300 km

«Ce lo hanno consegnato a Ecomondo, la fiera di Rimini, ed è il primo che arriva  in Italia. Ora ci sono da fare due verifiche  tecniche, poi si procede con l’immatricolazione e dopo 15 giorni inizierà lo stesso lavoro dei cugini  diesel. I clienti lo aspettano, pronti a farsi la foto con il camion a emissioni zero».

Sono 300 km di autonomia e ricarica con i pannelli

L’autonomia? «Siamo sui 300 chilometri, ma so di un test dove si arriva a 340 e sono ottimista. Lo sfrutteremo nel raggio  di lavoro che si può fare. Abbiamo un percorso da fare vuoti in salita e si scende carichi, in questo modo si guadagna qualcosa con il recupero energetico».

La ricarica? “Nell’immediato utilizzeremo una wallbox nell’interporto dove hanno tanta corrente a disposizione e un’altra in azienda. Confido entro il primo semestre 2023 di concludere l’impianto fotovoltaico da 250 Kw con batterie di accumulo e sono molto ottimista sulla sua funzione. Purtroppo ci scontriamo con tempistiche lente». Una questione tipicamente italiana.

Camion elettrico
La consegna del veicolo elettrico Volvo a Ecomondo

Il prezzo dell’energia oggi?Più cara ma nel mercato libero si trova ancora energia a prezzi ragionevoli. E l’elettrico resta ancora competitivo rispetto al gasolio“.

Come mai la scelta elettrica?Noi cambiano i veicoli ogni cinque anni, ma ora per via dei ritardi nelle consegne ne abbiamo qualcuno che raggiunge i sei anni. Li cambiamo per utilizzare l’ultima tecnologia a disposizione che offre maggiore efficienza, minori consumi e quindi meno inquinamento“.

Il futuro è elettrico, pensa di cambiare tutta la flotta? “Si va verso l’elettrico, sicuramente lo utilizziamo in ambito provinciale dove si fa tanta strada con 340 chilometri. Siamo più cauti su percorsi a lungo raggio in Italia e nel contesto internazionale“. In questo caso sarà fondamentale l’infrastruttura di ricarica.

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21 COMMENTI

  1. Secondo diversi studi l’elettrico conviene a mani basse nel mondo dell’autotrasporto (se le distanze coperte sono compatibili con l’autonomia). C’è un bel video di Ingegneria Italia che si occupa del Tesla Semi [ https://www.youtube.com/watch?v=hA46A85Hym0 ] e lo fanno con lo stile che li contraddistingue. Non fatevi ingannare dal titolo, in realtà dimostra l’esatto contrario, ovvero il vantaggio economico dei camion elettrici. E nei commenti al video ci sono ulteriori dettagli interessanti a sostegno della convenienza dell’elettrico.

    Ricordiamoci che della partita è anche la nostra Iveco con l’interessante partecipazione in Nikola che è disponibile già in elettrico e che il prossimo anno sarà disponibile anche ad idrogeno.

    I camion in elettrico e idrogeno hanno il grosso merito di accelerare la copertura su rete autostradale e le ricariche fast. In Germania per l’idrogeno siamo già a 100 stazioni intelligentemente distribuite sul territorio, in pratica con un camion ad idrogeno in Germania hai zero problemi di rifornimento e di autonomia. I prezzi sono già molto competitivi e destinati a scendere velocemente. Cito: “Currently, the price for green hydrogen produced in Germany is 9.16 euros/kilogram.

    According to the analysis, onshore wind farms with a connected electrolyser will produce hydrogen in the middle of the decade for an average of 5.30 euros/kilogram. Five years later (2030), the price will drop to 4.90 euros – and in 2050 to 3.20 euros. First more slowly, then more rapidly, the price of green hydrogen from a PV plant with an electrolyser will fall: from 5.70 euros in 2025 to 4.70 euros (2030). In 2050, the kilogramme will then only cost 2.60 euros.” [ https://www.energate-messenger.com/news/222774/price-for-domestic-hydrogen-could-drop-to-5-euros-in-2025 ]

    Avere idrogeno verde a meno di 5 euro al kg già nel 2030, considerando che con 1 kg si fanno dai 100 ai 120 km, significa competere a mani basse con la benzina. Tra l’altro ho visto dei pannelli fotovoltaici che producono energia … dall’aria. Usano l’umidità dell’aria anziché l’acqua e il sole come fonte energia e producono da un lato idrogeno e dall’altro ossigeno, che rilasciano in atmosfera.

    L’idrogeno consente ricariche rapide e enormi autonomie come il benzina con costi oggi uguali e domani molto più bassi e, abbinato al fuel cell, consente performance identiche o superiori. Senza usare terre rare (o usandone pochissime), senza il problema delle batterie e le incognite a fine garanzia. Non a caso in Svizzera, Germania e Francia l’idrogeno vola e non a caso la UE sta investendo moltissimo anche sull’idrogeno (tutto questo mentre il costo del carbonato di litio vola verso l’infinito e oltre).

    • Hai visto anche gli asini che volano?

      1) Dove l’hai visto un camion che fa 100/120 km con 1 kg di idrogeno? Probabilmente hai fatto confusione con il consumo della Mirai.
      2) Dei pannelli che producono direttamente idrogeno ne dobbiamo riparlare quando e se saranno messi in commercio e dopo aver visto costi e rese.
      3) Dove hai letto che servono terre rare per i mezzi elettrici? Ti sei scordato che i mezzi a idrogeno sono elettrici anche loro? Ovvero stesso identico uso di terre rare per entrambi!?
      4) Fingi o non sei in grado di capire le decine di articoli su Vaielettrico dove sono indicati i piani UE per l’idrogeno per i settori hard to abate.
      5) Nessuno oggi sa come produrre idrogeno verde se non utilizzando elettrolizzatori e i rendimenti lasciano poche speranze per poter competere con i mezzi a batteria.
      6) I motivi per cui alcuni produttori insistono sull’idrogeno sono che sono rimasti indietro sulle batterie e sperano che alla fine il mercato si faccia andare bene il più economico idrogeno grigio, ma si stanno prendendo un rischio elevatissimo perché difficilmente l’UE acconsentirà al suo utilizzo senza pagare le dovute tasse per le emissioni. Il dieselgate non è mai finito.

      Bonus track: vediamo se sai dove e come prevede di utilizzare i camion a idrogeno? C’è uno use case ben preciso che potrebbe anche funzionare.

      • Aggiungo che oggi sulle tratte per questo tipo di tratte provinciali indicate da Gottardi, colui che ci ha messo i soldi, la soluzione a batteria sembra più consona. Solo a elettrificare i camion, sono tanti che percorrono 400/500 km ma anche più con tratte fisse, quindi con possibilità di programmare la ricarica, sarebbe un bel traguardo anche in termini quantitativi

      • 1) Dove l’hai visto un camion che fa 100/120 km con 1 kg di idrogeno?

        Quel consumo è tipico di un’auto, i camion consumano di più con l’aumentare del peso. Qualche numero: HVS Beta – Chassis Cab MCV [ https://www.hvs.co.uk/ ] ha un’autonomia dichiarata di 350 – 415 Kg con 10 kg di idrogeno mentre il più pesante HVS AlphaX – HGV Artic Tractor ha un’autonomia di 505-830 km con 32 Kg di idrogeno. L’Iveco Daily ad idrogeno (ancora non in commercio ma già presentato) fa 350 km con 12 Kg. L’Opel Vivaro ad idrogeno (già in vendita in Francia e Germania) fa 91 Km con 1 Kg di idrogeno

        2) Dei pannelli che producono direttamente idrogeno ne dobbiamo riparlare quando e se saranno messi in commercio e dopo aver visto costi e rese.

        Guardati quelli di Solhyd, la messa in vendita avverrà appena terminano i lavori alla fabbrica belga

        3) Dove hai letto che servono terre rare per i mezzi elettrici? Ti sei scordato che i mezzi a idrogeno sono elettrici anche loro? Ovvero stesso identico uso di terre rare per entrambi!?

        Le auto elettriche ricavano l’energia dalle batterie che sono costruite con terre rare (sebbene ci siano ricerche per sostituire le terre rare con elementi più comuni). L’idrogeno fa affidamento sulle fuel cell che impiega una quantità inferiore di terre rare. Tra l’altro il platino, la principale terra rara presente nelle fuel cell, è stato appena eliminato dalle nuove fuel cell di Kraftwerk Tubes che saranno usate sia da Infiniti che da Volkswagen per auto con 2000 km di autonomia (sì sì, proprio Volkswagen, quella che aveva detto che mai avrebbe impiegato l’idrogeno per le auto, proprio lei …)

        4) Fingi o non sei in grado di capire le decine di articoli su Vaielettrico dove sono indicati i piani UE per l’idrogeno per i settori hard to abate.

        Falso. La UE certo non vieta l’uso dell’idrogeno per le auto. L’idrogeno è perfetto per i settori hard to abate ma nessuno vieta di usarlo anche per le auto. Tra l’altro il trasporto pesante rientra nel settore hard to abate.

        5) Nessuno oggi sa come produrre idrogeno verde se non utilizzando elettrolizzatori e i rendimenti lasciano poche speranze per poter competere con i mezzi a batteria.

        Falso. Il pannellino di Solhyd è in grado di produrre circa 1.75 Kg di idrogeno al giorno usando semplicemente sole e aria. Con 1.75 Kg un’auto elettrica ci fa circa 175 Km. Certo, la soluzione di Solhyd al momento non è ancora pronta per il refueling ma solo per l’autoconsumo in casa (ad esempio per il riscaldamento al posto del metano) ma è chiaramente adattabile

        6) I motivi per cui alcuni produttori insistono sull’idrogeno sono che sono rimasti indietro sulle batterie e sperano che alla fine il mercato si faccia andare bene il più economico idrogeno grigio, ma si stanno prendendo un rischio elevatissimo perché difficilmente l’UE acconsentirà al suo utilizzo senza pagare le dovute tasse per le emissioni. Il dieselgate non è mai finito.

        Dimostralo citando documenti ufficiali UE e non dichiarazioni di singoli politici o di media pro elettrico. Perché mai la UE dovrebbe tassare la produzione di idrogeno green, non esiste. Tra l’altro è tutto da vedere su chi inquina di più perché è vero che produrre idrogeno ha un maggior costo energetico ma produrre batterie ha un costo CERTO in termine di maggior produzione di co2 collegato all’estrazione proprio delle terre rare oltre che all’energia necessaria per produrre batterie. Quindi con una produzione di idrogeno verde sempre più efficiente, l’idrogeno scalza l’elettrico dalla classifica dei veicoli meno inquinanti (e ricordo, per inciso, che la UE spinge affinché nel computo della CO2 venga considerata anche quella per la produzione di veicolo e batterie: auguri su la UE dovesse mettere delle accise, non so proprio come se la caveranno le elettriche questa volta).

        • Ho rinunciato da tempo a controbattere alle tue simil verità. Ma questa delle terre rare non passa. Nessuna batteria utilizza terre rare. Le terre rare sono utilizzate in tutti i motori elettrici a magneti permenenti, di cui quelli per autotrazione sono una percentuale minima compresa peraltro quella delle auto a idrogeno fuel cell.

          • E non abbiamo ancora quasi nemmeno iniziato a “giocare” coi motori a riluttanza, che le terre rare non le hanno proprio…

            Anzi sarebbe interessnte chiedere a qualche professore a che punto siamo, ne verrebbe fuori un bell’articolo. 😉

          • Esatto.

            Stanno iniziando ad arrivare anche loro, non è che le proposte stiano a zero. E i problemi legati alla gestione di controllo sembrerebbero sostanzialmente risolti e/o risolvibili.
            Promettono di costare anche un bel 40% in meno rispetto agli attuali motori.

            Però siamo ancora qui a parlare di terre rare e magneti permanenti.

            Sarebbe davvero interessante il parere del professor Ceraolo, che magari ci facesse il punto della situazione a lui nota ad oggi… senza ovviamente pretendere che diventi matto per farlo.

          • Perfetto, non chiamiamole terre rare ma materiali presenti in rari giacimenti, come il cobalto [ https://www.metallirari.com/i-10-paesi-che-producono-piu-cobalto-nel-mondo/ ]

            “Il paese che produce più cobalto al mondo, la Repubblica Democratica del Congo (RDC), copre più dei due terzi di tutta la produzione mondiale.” Primo posto RDC con 60000 tonnellate, secondo posto Cina con 7000.

            Per non parlare del litio, materiale problematico il cui prezzo continua a salire.

          • @Enzo, le tue imprecisioni sono volute oppure sei vittima di informazioni viziate?

            Quando sento o leggo “terre rare” anziché metalli rari (qualunque cosa voglia dire l’espressione, visto che utilizziamo l’oro e il nickel per usi industriali senza stracciarci le vesti, ma quando si parla di batterie… apriti cielo!) so già dall’inizio che si tratta di qualcuno che la materia non la conosce e che ha letto qualche articolo spazzatura trovato su internet.

            Sul cobalto, anche questo già detto fino alla nausea: non tutte le chimiche utilizzano cobalto e il trend è di usare chimiche che non lo utilizzano.
            In ogni caso il cobalto è ampiamente utilizzato come catalizzatore per la raffinazione del gasolio, ma per quello evidentemente non ci sono problemi. Si tratta anche in questo caso di informazioni spazzatura.

            Sul litio i prezzi sono alti perché l’aumento di produzione non riesce a stare dietro all’aumento di domanda e il trend potrebbe già invertirsi nel 2023 e superare ampiamente nel 2025:

            https://twitter.com/lvgaldieri/status/1592638775376883712?s=20&t=pSXwTR14p-fYlLsPQ1eVvA

            Sull’idrogeno grigio al posto del verde sta già succedendo in Svizzera e Germania, eccone una fresca fresca:

            https://chargedevs.com/newswire/hyundai-fuel-cell-trucks-wont-be-using-green-hydrogen-after-all/

        • Enzo 17 Novembre 2022 at 13:27
          Puoi dire e fare quello che vuoi un kg di idrogeno ha poco più di 54kwh adesso devi spiegarmi come un trattore stradale carico possa fare 120km con 40 Tonellate

  2. Complimenti era ora!
    Dopo tanto parlare e tantissimi annunci pubblicitari finalmente arriva in Italia il primo camion elettrico di Volvo, attenzione però NON si può ancora circolare: bisogna ancora effettuare ben 2 verifiche tecniche; speriamo bene per gennaio .

    Mi vengono in mente molte aziende di acque minerali con stabilimenti in collina o montagna ( Cepina, Bracca, Ruspino, …) ove si sale leggeri e si scende a valle carichi.

    Una nota: personalmente non mi sembra appropriato citare nel titolo “mamma” : se alla guida ci fosse stato un autista maschio avreste scritto: “Papà di 51 anni ritrova lavoro guidando tir elettrico” ?

    • Grazie Paolo del contributo, scusami ma concedimi di rivendicare l’uso di mamma. E’ informazione importante per questo tipo di notizia perché non c’è uguaglianza di compiti e di pesi e quindi equivalenza tra il ruolo di mamma e papà, le prime si caricano lavoro domestico e cura dei figli più dei maschi e non per mia convinzione ma per studi scientifici quindi secondo me è necessario valorizzare questo dato. E’ importante.

      Ti rispondo anche sui tempi, il titolare mi ha detto 2 settimane tra verifiche tecniche e immatricolazione, non di più. Quindi ci siamo.

      Grazie ancora per i tuoi contributi

  3. Mi associo ai complimenti ad entrambi i protagonisti di questa vicenda, vi auguro di avere successo! Bravi 👍

  4. I miei più sentiti auguri di buon lavoro a Fulvia🤞💪..spero presto in una intervista “sul posto di lavoro”,e complimenti a questo imprenditore che ci crede nel’elettrico e fa’qualcosa di concreto👏🖖

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