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Mai più un condominio senza punti di ricarica. E’ l’incipit della tavola rotonda organizzata da Vaielettrico con il patrocinio di Anie Federazione e Motus-E, nell’ambito della fiera E-Tech E-Charge di Bologna (7-8 maggio a Bologna Fiere). L’appuntamento è per l’8 maggio dalle 14.30 alle 16, Sala Andrè-Marie Ampère – E / Padiglione 16.
Si può discutere all’infinito sulla convenienze dell’auto elettrica. Ma non c’è dubbio che chi può ricaricarla in garage collegandosi al contatore di casa risparmia una valanga di soldi.
Condominio con ricarica, un diritto negato. Ecco perchè
Logica imporrebbe che un governo impegnato nella transizione elettrica, prima ancora di incentivare veicoli e infrastrutture si preoccupasse almeno di garantire la ricarica domestica a più automobilisti possibile. Compresi i tanti residenti nei grandi condominii. In Italia, però, un intreccio perverso di vincoli tecnologici, normative, autorizzazioni, regole condominiali, spesso in contraddizione tra loro, trasforma l‘installazione di un caricatore privato in un’ autentica Odissea.
E’ possibile diradare questa giungla? Come, disegnare un percorso snello, rapido e certo per garantire quello che dovrebbe essere un diritto?
Vaielettrico, col patrocinio di Motus-E e Anie Federazione, chiama a discuterne tutti i protagonisti: installatori, amministratori di condominio, fornitori di hardware e servizi, enti regolatori, responsabili della sicurezza. La nostra ambizione è raccogliere spunti e suggerimenti in una sorta di manifesto da sottoporre ai decisori politici.
Il dibattito, moderato dal co fondatore di Vaielettrico Massimo Degli Esposti, si aprirà con il resoconto del professor Alessandro Abbotto che racconterà le sue traversie per dotare il condominio in cui vive, a Milano, di un impianto di ricarica.
Protagonisti attorno a un tavolo: i nodi da sciogliere e le possibili soluzioni
Abbotto sarà a breve in libreria con la guida pratica «Perchè l’auto elettrica?», raccolta ragionata degli articoli pubblicati sul nostro sito. Nella sua Odissea condominiale Abbotto si è avvalso della consulenza di ChargeGuru, provider di soluzioni di ricarica di origine francese. La società si è appena fusa con Zeplug che in Francia ha già attrezzato 15 mila edifici con oltre 1 milione di punti di ricarica. Il Manager Italia Diego Trabucchi ci spiegherà come opera Zeplug, fornendo il finanziamento per l’infrastruttura e un servizio di installazione “chiavi in mano” e di manutenzione.
Il costruttore di impianti italiano Scame sta lanciando in questi giorni dispositivi progettati specificamente per il condominio, dove la ricarica può anche essere condivisa. Ne parlerà Gerald Avondo responsabile prodotti e servizi E-Mobility Scame.
Alle soluzioni per il condominio guarda anche A2A Energia che propone una gestione completa delle attività connesse alla ricarica. La piattaforma A2A consente di rendicontare i costi di ricarica per singolo condomino e gestire le ricariche contemporanee ottimizzando i consumi.
E con il Pack Assistenza A2A fornisce una SIM per la connettività dell’infrastruttura di ricarica, l’accesso alla piattaforma per il monitoraggio, l’assistenza sulla manutenzione ordinaria e quella tecnica da remoto o in loco. Per A2A sarà presente Lorenzo Colasanti, Responsabile E-mobility e Servizi a Valore Aggiunto di A2A Energia.
Matteo Gizzi presenterà la guida alla ricarica condominiale realizzata da Motus-E in collaborazione con l’Associazione degli amministratori di condominio ANACI.
Questo il programma completo della tavola rotonda
Introduzione: -Alessandro Abbotto-Università Milano Bicocca; -Matteo Gizzi Responsabile Market Intelligence Motus E.
Dibattito:
–Omar Imberti Coordinatore Gruppo E-Mobility Anie
–Gerald Avondo responsabile prodotti e servizi E-Mobility Scame
–Diego Trabucchi Manager Italia di ChargeGuru
–Martin Caruso Wieland Electric S.R.l. Associazione Installatori Albiqual
–Emanuele Regalini Direzione Servizi di Sistema e Monitoraggio Energia di Arera
–Mario Spagnoli Responsabile mobilità sostenibile GSE
–Lorenzo Colasanti (A2A)
-Un rappresentante di ANACI (da definire)
–Calogero Turturici, Comandante Vigili del Fuoco di Bologna
Domanda: e per tutti i condomini, e sono decine e decine di migliaia, che non hanno né autorimesse né spazi comuni dove le installate le stazioni di ricarica?
Sul marciapiede antistante?
Non ci credete? Fatevi un giro sulla circonvallazione di Torino ( corso Siracusa, trapani, Lecce, Toscana, Grosseto ecc.
La risposta alla tua domanda è che chi è nelle situazioni da te descritte, attualmente si attacca al… Tram.
In realtà però indirettamente potresti avere anche fornito la soluzione: quando la mobilità elettrica verrà percepita davvero come una necessità (aka quando i numeri cresceranno notevolmente), non è detto che i comuni non possano venire incontro ai cittadini prevedendo ed agevolando l’installazione di punti di ricarica (magari di tipo nuovo, integrati nel corredo urbano) sui marciapiedi limitrofi.
Mi vengono in mente seimila soluzioni legate a questa alternativa che potrebbero funzionare…
Questo ponendo -cosa irreale- la tecnologia e l’infrastruttura di ricarica non si evolvano; se si arriverà davvero come pare alle ricariche HPC 10-80% sotto ai 10′, ogni area di servizio potrebbe dotarsi di colonnine rapide e non cambierà moltissimo rispetto a fare il pieno.
Il punto è Valerio, che chi non è nelle condizioni di acquistare un’auto elettrica, non ha senso che si fasci la testa ora. So che alcune amministrazioni locali vi hanno instillato la percezione che passare alle BEV oggi sia mandatory, ma così non è.
I sistemi ibridi di ultima generazione potranno circolare per tanto tempo ancora, probabilmente per più del tempo in cui tu (e probabilmente anch’io nonostante sia sotto ai 30) saremo fisicamente in grado di guidare un autoveicolo.
La tecnologia si evolve, quella elettrica si stá sviluppando per le masse solo negli ultimi anni, se devi cambiare auto adesso vai su una ibrida e dubito avrai problemi, magari conservati la possibilità di rivalutare l’elettrico tra un 5 anni, perché cambieranno sicuramente tante cose
giusto per dovere di cronaca, ho richiesto ad a2a un sopralluogo per installare la qallbox nel mio garage (condominio, CPI, nessuna presa, lavori da fare etc)
Gentilissimo il tecnico che dopo la visita candidamente mi ha detto: sarò onesto. lavori del genere non li facciamo. Troppi problemi e troppe incognite.
Se un COLOSSO come a2a ti molla…. stai fresco…. ti credo che poi mi arrivano preventivi tra i 3 e i 4mila euro tra wallbox, lavori, progetto del tecnico etc
Interessante convegno.
Penso sarebbe utile stimolare l’ANACI ad adottare una linea guida applicabile a tutti i suoi associati.
Una gran parte dei problemi derivano dagli amministratori condominiali che, di fronte ad un tema che conoscono poco, che è comunque oggi di interesse di una minoranza di condomini, e che porta con sé rischi (presunti o reali) inediti in merito alla ricarica in box, assumono spesso un atteggiamento se non oppositivo, almeno eccessivamente attendista.
Se non si sblocca l’ANACI, temo non si vada molto lontano.
Grazie!
ANACI ha realizzato una guida pratica all’installazione degli impianti condominiali in collaborazione con Motus-E. Il documento sarà presentato al nostro convegno. Vedremo cosa dice e se sarà risolutivo. Peraltro le aziende chiamate attorno al nostro tavolo presenteranno nuovi prodotti e nuove tecnologie che faciliteranno l’infrastrutturazione dei condominii. Penso che sia un appuntamento da non perdere.
-presenteranno nuovi prodotti e nuove tecnologie che faciliteranno l’infrastrutturazione dei condominii.-
Speriamo.
Fin qui, ti confesso e parlo sinceramente, molte proposte mi son sembrate un discreto Ufficio Complicazione Affari Semplici.
I prodotti “basic” che ho in testa e che mi piacerebbe vedere… ecco, non li fa proprio nessuno.
Eppure anch’io carico tutte le notti senza problemi da quasi due anni… cioè, ormai un ciccin di esperienza me la son fatta pure io… ne avrei di idee… 🤷♂️🤷♂️🤷♂️
Mi associo al giudizio di chi ritiene questo argomento addirittura propedeutico rispetto al’adozione stessa dell’auto elettrica.
I miei 25 lettori, per ogni volta che mi son permesso di dare qualche piccolo contributo, sanno benissimo che questo argomento per me è addirittura “lavoro”.
Purtroppo non potrò essere presente, ma ho già inviato al Signor Massimo uno spunto di riflessione in merito all’utilizzo delle prese industriali e alle normative inerenti che le vedono di fatto “punite” in contesti condominiali.
A mio avviso senza un vero motivo tecnico e addirittura in barba alle motivazioni stesse delle normative in questione nonchè in palese conflitto con altre normative che, a parità di utilizzo, non pongono limiti a tale soluzione.
Insomma: a mio avviso si entra un po’ nel “pretestuoso”, e forse con (comprensibile) buona pace di chi produce wallbox e affini, per i quali tutto sommato ci sta che l’interesse sia nullo nello spingere anche tale possibilità.
Se poi facesse piacere e dovesse apparire utile, lo si potrà ampliare un pochettino per pubblicazione su queste pagine.
Sperando che nel frattempo qualcuno degli invitati abbia tempo e voglia di dare una risposta anche breve.
Tema fondamentale! In vista del convegno vi racconto le difficoltà incontrate in un condominio di soli 25 garage in area interrata. Due scale con alla base vano contatori, ognuno con i contatori degli appartamenti della specifica scala. Box di competenza “sparpagliati” (il mio box sta vicino all’altra scala e viceversa). Soffitto area box basso. Per portare utenze private da ogni contatore al proprio box abbiamo convenuto servire una canalina a sezione rettangolare di grandi dimensioni in modo da ospitare tutti i cavi in modo ordinato. Essendo l’area sottoposta a normativa antincendio gli elettricisti dicono di aver bisogno un progetto (1000 euro) + stendere la canalina (ancora da quantificare in base a esito del progetto). Tutto questo dopo 3 anni di inefficienza dell”amministratore precedente. Al momento sono l’unico condomino ad avere auto elettrica. Ultima assemblea vengono annunciati parecchi lavori straordinari necessari… Pur essendo tutti d’accordo per il lavoro della canalina, i costi ingenti degli altri lavori portano a votare x rimandare ancora. Risultato: dopo 4 anni di cariche alle colonnine pubbliche (a 500mt di distanza per fortuna) pur di non perdere incentivo 2023, ho dovuto accordarmi con il vicino che aveva il box contiguo al vano contatori della mia scala per scambiare i box (il suo è singolo il moo era doppio) e mettere la wallbox nel suo box (agganciandomi allo sganciatore comune x essere a norma), in attesa di tornare ognuno a “casa propria” quando il lavoro generale sarà fatto. Una vera odissea… Servono regole semplici per tutte le casistiche, aziende non esose capaci di seguire tutte le fasi delle installazioni in autonomia e con preventivo chiaro e certo fin dal primo step in modo che nel caso peggiore serva 1 sola approvazione assemblare per fare tutto. PS: avevamo valutato anche uso del contatore condominiale con ripartitore, lavoro più semplice perché comportava solo sostituzione della singola linea di alimentazione comune (oggi con cavi vetusti) ma subito scartata perché anche in questo caso enormi difficoltà e dubbi con A2A per ampliare in futuro la potenza del contatore trifase è avere la certezza che le ricariche (in aumento nel tempo) fossero tutte coperte e senza rischi di interruzioni improvvise agli ascensori.
Garage interrato senza possibilità di passare in esterno. Canalina privata singola impedita da amministratore perché il giorno che altri vogliono farlo non potrebbe negarlo e diventa una giungla di tubi che non ci stanno…
Questo è un dibattito sulla carta davvero molto interessante. Alcuni elettricisti scappano quando sentono parlare di ricarica condominiale e tutto sommato li si può capire.
Credo parte del problema sia dettato dalla mancata percezione della necessità di approntare un’infrastruttura di ricarica condivisa, sia essa al servizio dei singoli box/posti auto, oppure utilizzata in maniera aggregata.
Siamo in pochi, quindi per ora chi fa richiesta ed ha la fortuna di non trovare strenua opposizione, si trova comunque a doversi fare carico di costi di installazione anche molto importanti per lavori di cui poi potrebbero in futuro magari parzialmente beneficiare altri condomini.
Attendiamo articolo con esito della interessante tavola rotonda e Link alle pubblicazioni di ANACI & Co 🙂
Domanda: e per tutti i condomini, e sono decine e decine di migliaia, che non hanno né autorimesse né spazi comuni dove le installate le stazioni di ricarica?
Sul marciapiede antistante?
Non ci credete? Fatevi un giro sulla circonvallazione di Torino ( corso Siracusa, trapani, Lecce, Toscana, Grosseto ecc.
Domanda: e per chi ha condominii con autorimesse e spazi comuni (il 68% delle abitazioni)? La rasserena pensare “mal comune mezzo gaudio”?
La risposta alla tua domanda è che chi è nelle situazioni da te descritte, attualmente si attacca al… Tram.
In realtà però indirettamente potresti avere anche fornito la soluzione: quando la mobilità elettrica verrà percepita davvero come una necessità (aka quando i numeri cresceranno notevolmente), non è detto che i comuni non possano venire incontro ai cittadini prevedendo ed agevolando l’installazione di punti di ricarica (magari di tipo nuovo, integrati nel corredo urbano) sui marciapiedi limitrofi.
Mi vengono in mente seimila soluzioni legate a questa alternativa che potrebbero funzionare…
Questo ponendo -cosa irreale- la tecnologia e l’infrastruttura di ricarica non si evolvano; se si arriverà davvero come pare alle ricariche HPC 10-80% sotto ai 10′, ogni area di servizio potrebbe dotarsi di colonnine rapide e non cambierà moltissimo rispetto a fare il pieno.
Il punto è Valerio, che chi non è nelle condizioni di acquistare un’auto elettrica, non ha senso che si fasci la testa ora. So che alcune amministrazioni locali vi hanno instillato la percezione che passare alle BEV oggi sia mandatory, ma così non è.
I sistemi ibridi di ultima generazione potranno circolare per tanto tempo ancora, probabilmente per più del tempo in cui tu (e probabilmente anch’io nonostante sia sotto ai 30) saremo fisicamente in grado di guidare un autoveicolo.
La tecnologia si evolve, quella elettrica si stá sviluppando per le masse solo negli ultimi anni, se devi cambiare auto adesso vai su una ibrida e dubito avrai problemi, magari conservati la possibilità di rivalutare l’elettrico tra un 5 anni, perché cambieranno sicuramente tante cose
giusto per dovere di cronaca, ho richiesto ad a2a un sopralluogo per installare la qallbox nel mio garage (condominio, CPI, nessuna presa, lavori da fare etc)
Gentilissimo il tecnico che dopo la visita candidamente mi ha detto: sarò onesto. lavori del genere non li facciamo. Troppi problemi e troppe incognite.
Se un COLOSSO come a2a ti molla…. stai fresco…. ti credo che poi mi arrivano preventivi tra i 3 e i 4mila euro tra wallbox, lavori, progetto del tecnico etc
Interessante convegno.
Penso sarebbe utile stimolare l’ANACI ad adottare una linea guida applicabile a tutti i suoi associati.
Una gran parte dei problemi derivano dagli amministratori condominiali che, di fronte ad un tema che conoscono poco, che è comunque oggi di interesse di una minoranza di condomini, e che porta con sé rischi (presunti o reali) inediti in merito alla ricarica in box, assumono spesso un atteggiamento se non oppositivo, almeno eccessivamente attendista.
Se non si sblocca l’ANACI, temo non si vada molto lontano.
Grazie!
ANACI ha realizzato una guida pratica all’installazione degli impianti condominiali in collaborazione con Motus-E. Il documento sarà presentato al nostro convegno. Vedremo cosa dice e se sarà risolutivo. Peraltro le aziende chiamate attorno al nostro tavolo presenteranno nuovi prodotti e nuove tecnologie che faciliteranno l’infrastrutturazione dei condominii. Penso che sia un appuntamento da non perdere.
-presenteranno nuovi prodotti e nuove tecnologie che faciliteranno l’infrastrutturazione dei condominii.-
Speriamo.
Fin qui, ti confesso e parlo sinceramente, molte proposte mi son sembrate un discreto Ufficio Complicazione Affari Semplici.
I prodotti “basic” che ho in testa e che mi piacerebbe vedere… ecco, non li fa proprio nessuno.
Eppure anch’io carico tutte le notti senza problemi da quasi due anni… cioè, ormai un ciccin di esperienza me la son fatta pure io… ne avrei di idee… 🤷♂️🤷♂️🤷♂️
Muovi le chiappe e vieni a Bologna allora
Mi associo al giudizio di chi ritiene questo argomento addirittura propedeutico rispetto al’adozione stessa dell’auto elettrica.
I miei 25 lettori, per ogni volta che mi son permesso di dare qualche piccolo contributo, sanno benissimo che questo argomento per me è addirittura “lavoro”.
Purtroppo non potrò essere presente, ma ho già inviato al Signor Massimo uno spunto di riflessione in merito all’utilizzo delle prese industriali e alle normative inerenti che le vedono di fatto “punite” in contesti condominiali.
A mio avviso senza un vero motivo tecnico e addirittura in barba alle motivazioni stesse delle normative in questione nonchè in palese conflitto con altre normative che, a parità di utilizzo, non pongono limiti a tale soluzione.
Insomma: a mio avviso si entra un po’ nel “pretestuoso”, e forse con (comprensibile) buona pace di chi produce wallbox e affini, per i quali tutto sommato ci sta che l’interesse sia nullo nello spingere anche tale possibilità.
Se poi facesse piacere e dovesse apparire utile, lo si potrà ampliare un pochettino per pubblicazione su queste pagine.
Sperando che nel frattempo qualcuno degli invitati abbia tempo e voglia di dare una risposta anche breve.
Tema fondamentale! In vista del convegno vi racconto le difficoltà incontrate in un condominio di soli 25 garage in area interrata. Due scale con alla base vano contatori, ognuno con i contatori degli appartamenti della specifica scala. Box di competenza “sparpagliati” (il mio box sta vicino all’altra scala e viceversa). Soffitto area box basso. Per portare utenze private da ogni contatore al proprio box abbiamo convenuto servire una canalina a sezione rettangolare di grandi dimensioni in modo da ospitare tutti i cavi in modo ordinato. Essendo l’area sottoposta a normativa antincendio gli elettricisti dicono di aver bisogno un progetto (1000 euro) + stendere la canalina (ancora da quantificare in base a esito del progetto). Tutto questo dopo 3 anni di inefficienza dell”amministratore precedente. Al momento sono l’unico condomino ad avere auto elettrica. Ultima assemblea vengono annunciati parecchi lavori straordinari necessari… Pur essendo tutti d’accordo per il lavoro della canalina, i costi ingenti degli altri lavori portano a votare x rimandare ancora. Risultato: dopo 4 anni di cariche alle colonnine pubbliche (a 500mt di distanza per fortuna) pur di non perdere incentivo 2023, ho dovuto accordarmi con il vicino che aveva il box contiguo al vano contatori della mia scala per scambiare i box (il suo è singolo il moo era doppio) e mettere la wallbox nel suo box (agganciandomi allo sganciatore comune x essere a norma), in attesa di tornare ognuno a “casa propria” quando il lavoro generale sarà fatto. Una vera odissea… Servono regole semplici per tutte le casistiche, aziende non esose capaci di seguire tutte le fasi delle installazioni in autonomia e con preventivo chiaro e certo fin dal primo step in modo che nel caso peggiore serva 1 sola approvazione assemblare per fare tutto. PS: avevamo valutato anche uso del contatore condominiale con ripartitore, lavoro più semplice perché comportava solo sostituzione della singola linea di alimentazione comune (oggi con cavi vetusti) ma subito scartata perché anche in questo caso enormi difficoltà e dubbi con A2A per ampliare in futuro la potenza del contatore trifase è avere la certezza che le ricariche (in aumento nel tempo) fossero tutte coperte e senza rischi di interruzioni improvvise agli ascensori.
forse l’alternativa era farsi una linea privata con canalina singola ? passando magari in esterno ?
Garage interrato senza possibilità di passare in esterno. Canalina privata singola impedita da amministratore perché il giorno che altri vogliono farlo non potrebbe negarlo e diventa una giungla di tubi che non ci stanno…
Questo è un dibattito sulla carta davvero molto interessante. Alcuni elettricisti scappano quando sentono parlare di ricarica condominiale e tutto sommato li si può capire.
Credo parte del problema sia dettato dalla mancata percezione della necessità di approntare un’infrastruttura di ricarica condivisa, sia essa al servizio dei singoli box/posti auto, oppure utilizzata in maniera aggregata.
Siamo in pochi, quindi per ora chi fa richiesta ed ha la fortuna di non trovare strenua opposizione, si trova comunque a doversi fare carico di costi di installazione anche molto importanti per lavori di cui poi potrebbero in futuro magari parzialmente beneficiare altri condomini.