Macron finanzia il kit per il retrofit dei bus

retrofit autobus

Il governo Macron punta sul retofit. In meno di 12 mesi i francesi hanno approvato la legge per convertire auto e moto in elettrico (in Italia cambiare motore alle due ruote non è possibile), hanno approvato generosi  bonus (in alcune regioni arrivano fino a 12 mila euro) e ora finanziano un progetto per la creazione di un kit dedicato agli autobus.

Macron da un milione di euro a Greenmot

Il protagonista industriale di questa operazione di innovazione è Greenmot con il progetto Green-eBus project. Si tratta di un finanziamento da 1 milione di euro per sviluppare un kit retrofit dedicato a convertire l’autobus urbano diesel in elettrico. Il cronoprogramma si articola in 18 mesi di lavoro e punta ad allestire un centro di produzione industriale nello stabilimento di Villefranche-sur-Saône. Chiaro: l’innovazione deve essere strettamente legata alla produzione e al mercato.

Obiettivo: allungare la vita agli autobus

retrofit autobus
Lo stabilimento francese di Greenmoto

Il progetto permette, sottolinea l’azienda “l’accelerazione della transizione energetica trasformando in modo rapido ed economico gran parte dell’attuale flotta“. Non è poco, visto il costo elevato degli autobus nuovi. Ma è possibile ridurre le emissioni anche lasciando in circolazione quelli più anziani, riconvertiti all’elettrico.  Un esempio di economia circolare: “L’estensione della durata di vita degli autobus esistenti consentirà di rinnovare le attuali flotte diesel e ottimizzare il budget dedicato al trasporto pubblico“.

Autobus Elettrici retrofit
Un autobus convertito in elettrico in Germania con e-trofit

Una tecnologia da esportazione

L’aspetto interessante del progetto non è la creazione del kit _ ci sono diverse esperienze sul tema (leggi qui) _  ma l’idea di creare un settore industriale dedicato alla conversione elettrica. Lo sottolinea Greenmot: “Un approccio globale grazie al riutilizzo delle parti smontate”. Non si butta via niente, si recupera tutto quello che è possibile e si crea lavoro. Stéphane Londos, fondatore di Greenmot, aggiunge: “Ci affideremo a diversi partner regionali per costituire l’industria del retrofit francese con un forte potenziale di esportazione“.  Nel campo dei mezzi pesanti, anche nella nautica, il retrofit ha molte carte da giocare rispetto all’automotive dove il costo di conversione di una utilitaria è più alto di un veicolo nuovo.

Visualizza commenti (7)
  1. Patrick Droulers

    La transizione verso i trasporti elettrici significa una rivoluzione sia al livello dei costi di esercizio dei stessi mezzi ( guida autonoma, coinvogli autonomi di camions che di aquisto ,etc..) che dei costi di acquisto attraverso una ampia gamma di scelta ( mezzi nuovi , mezzi rigenerati etc..) che dei modi di finanziamento ( affitto, Leasing etc..) grazie alle specificita dei ammortamenti tecnico dei mezzi nel tempo
    L’allungamento dei tempi abassa in modo drastico il life cycle cost

    Questo rivoluzionera anche l’offerta del usato dei costruttori pocco inclini a passare al elettrico dove il suo parco del usato sarra trasformato in elettrico da terzi nel corso della vita del mezzo.

    Questo fenomeno del secondo mercato potra applicarsi alla politica prodotto dei costruttori per il quale la trazione elettrica rimane limitata a un solo modello e che il secondo mercato potrebbe estendere a tutta la gamma)
    ( vedi Piaggio Porter per il quale non esiste una versione 4×4 elettrica)

    1. Come sempre ottima analisi Patrick, il life cycle cost per flotte urbane per mezzi che costano centinaia di migliaia di euro a unità può veramente velocizzare il passaggio elettrico del trasporto pubblico. Per le città una vera boccata d’ossigeno, senza dimenticare i benefici sul fronte inquinamento acustico.

      1. Gianluigi Cassin

        Peraltro con l’accesso ai fo di EU questo tipo di interventi potrebbe garantire un ritorno in tempi molto rapidi.
        I francesi con questa iniziativa fanno scuola: servono norme rapide per poter fare lo stesso da noi e un paio di aziende che si propongano come partner.
        Potrebbe poi essere una buona idea avere una cabina di regia nazionale che spinga direttamente le città a convertire una parte del parco circolante.

        1. Come scrive anche lei Gianluigi la mancanza di norme chiare blocca lo sviluppo del settore, ma manca un investimento chiaro con un’azienda capace di industrializzare i kit. Ci sono tante piccole aziende in Italia, in particolare sulle auto e sui furgoni, ma non si vedono i kit.

  2. Gillardi Cristiano

    In Italia:
    2 anni per tirar fuori norme e regolamenti e modalità di tassazione – tutto provvisorio
    1 anno ancora per le ditte grandi e piccole per adeguarsi e soprattutto per trovare il modo di aggirare Leggi e Controlli
    1 anno per fallire e chiedere ristori o vendersi ai Cinesi
    Purtroppo è così. Da Nord a Sud
    Grazie

  3. Tecnologie Smart da importare nel nostro genio italico. Creare un’ economia circolare dove nulla si butta e si riconverte un parco di milioni di automezzi diesel non solo per uso civile, ma pure autobus,mezzi per l’edilizia e pulizia strade e mezzi agricoli in elettrico e’ la strada giusta. Mentre si avvia la transizione all’ elettrico ci si prepara con investimenti di stato a produrre maggiore energia sostenibile ed a creare una capillare rete di colonnine elettriche di ricarica veloce a costi contenuti. Il Recovery Fund ha nei suoi obiettivi europei la transizione verso l’ elettrico e questa transizione necessita di menti illuminate e non della solita politica preda di tangenti e appalti in odore di mafia. Tutto il nostro paese coeso dovrebbe accompagnare la politica ed aiutare questo processo. Staremo a vedere.

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