Ma Pirro lo sa come si produce l’energia elettrica? A giudicare da quel che ha detto ieri al TG2 Motori l’ex pilota, più volte vincitore a Le Mans, si direbbe di no.
“L’auto elettrica a emissioni zero? No…2
Di Emanuele Pirro si è parlato molto nelle ultime settimane. Perché l’ex pilota romano è uno dei tre commissari che hanno inflitto a Sebastian Vettel la penalità che è costata al ferrarista la vittoria nel Gran Premio del Canada. Con il primo posto assegnato a tavolino alla Mercedes di Lewis Hamilton, la famosa…vittoria di Pirro. E così il nostro è stato invitato come personaggio della domenica da Maria Leitner e i due nel servizio (visibile qui su Rai Play) han chiacchierato soprattutto di corse.

Tranne la domanda finale della brava Maria: andremo tutti in elettrico? E qui Pirro non si è sottratto: “Io spero di no. La propulsione elettrica dev’essere una nicchia nell’automotive, perché possa l’inquinamento…da dove stai a dove viene prodotta l’elettricità. Io vedo l’auto elettrica nei centri-città, dove dobbiamo ridurre l’inquinamento. Però sappiamo come viene prodotta l’elettricità, come vengono prodotte e smaltite le batterie. Chi dice che l’auto elettrica è a impatto zero dice una grossa bugia. E ci prende anche in giro. Perché l’elettrico è una nicchia e tale deve restare”.
Caro Pirro, scordati il carbone
Così parlò Pirro. E onestamente ci vengono i brividi a pensare che le decisioni sui piloti vengano prese con questo livello di approfondimento. L’ex pilota, e con lui tanti commentatori, parla per luoghi comuni. Pensa ancora che l’energia elettrica arrivi ancora da grandi, super inquinanti centrali a carbone.

Naturalmente non è così, come ormai tutti sanno e come mostra anche questo grafico, prodotto da una fonte come il GME (Gestore Mercati Energetici). Lo ha certificato l’Agenzia ambientale dell’Unione europea EEA (leggi qui), lo confermano ormai le stesse Case auto, come il Gruppo Volkswagen-Audi (qui l’articolo), per il quale Pirro ha lavorato a lungo come pilota. Non solo: lo sviluppo delle rinnovabili continua, con target sempre più ambiziosi. E si lavora per risolvere anche il problema dello smaltimento delle batterie, con progetti di economia circolare già in corso di realizzazione. E infine, domanda delle domande: ma l’economia del petrolio è proprio così immacolata? Quanto si inquina (e quanto mare e quanti territori sono stati devastati) per produrre e trasportare il famigerato oro nero? Ripensaci, Pirro, non è da te, persona intelligente, che ci aspettiamo di sentire in tivù certi luoghi comuni.
Di strada da fare ce n’è, però….
Enea aggiorna l’analisi trimestrale del sistema energetico italiano. Boom di produzione eolica e solare nel 1° trimestre
Fonte: http://www.rinnovabili.it/energia/eolico/energia-italiana-2019/
Forse questa mappa interattiva può essere utile (a Pirro e a tutti noi) per la discussione:
https://www.electricitymap.org/?page=map&remote=true&wind=true&solar=true
A noi sì, Emanuele, a volte si ha l’impressione che quelli come Pirro “nascano imparati”. Ma magari ci sbagliamo e siamo pronti a ricrederci. Segnalo anche la sconcertante intervista, peraltro piuttosto travisata nel titolo, del presidente ACI Sticchi Damiani a “Libero”.
quella dove dice che il 50% dell’inquinamento stradale dipende dal particolato di pneumatici e freni? è la realtà.
l’aria nelle stazioni della metro è più inquinata dell’aria fuori dalla stazione, per fare un esempio recente e misurato con strumenti.
chiedo di nuovo come potete giustificare quel 45-50% di produzione da rinnovabili in italia, col 70% in toscana..
In che senso giustificare?
La quota di elettricità da fonti rinnovabili in Italia è certificata, tra gli altri, dal GSE che pubblica un bollettino periodico. Varia a seconda delle stagioni (più irraggiamento solare in estate) delle condizioni climatiche (più o meno vento per l’eolico, più o meno precipitazioni per l’idrico). Il consuntivo 2018 indica una percentuale di elettricità “pulita” del 34,4%. Ma in alcune giornate abbiamo sperato abbondantemente il 50%. Sappia il nostro interlocutore che le auto elettriche non utilizzano quasi mai i freni poiché rallentano grazie all’inversione della polarità del motore in fase di rilascio dell’acceleratore.
Si prega inoltre di considerare che il rendimento meccanico medio di un motore endotermico a benzina è del 25-30% e di un motore diesel del 30-35%. Per una centrale termoelettrica tradizionale, il rendimento oscilla intorno a valori del 40% mentre in una moderna centrale a ciclo combinato il rendimento supera sempre il 50% con punte del 60%. Quindi, mettendo da parte per un istante l’enegia prodotta dalle rinnovabili (che è comunque in costante aumento) e ammettendo di perdere un 10% del rendimento per il trasporto dell’energia e la sua ri-conversione in energia meccanica, l’enegia elettrica che sarebbe utilizzata per l’autotrazione e prodotta dalle centrali termoelettriche è comunque sempre meno inquinante del tradizionale motore endotermico.
Grazie, Paolo, per averlo ricordato.
Perché questo è un noto e rilevante argomento a favore della progressiva e possibilmente rapida conversione di tutta la logistica e dei trasporti al motore elettrico.
Non è un innamoramento, un’infatuazione adolescenziale per una nuova tecnologia, ma una pragmatica opportunità per spostare l’inquinamento il più lontano possibile da dove la popolazione è più concentrata.
Ovviamente l’aggettivo “rilevante” che ho usato presuppone la comprensione a fondo del problema che, lo ricordo sempre non per vezzo, porta a 130 morti premature al giorno (perché il TG1, TG5, TG7 etc. non ne parlino allarmati tutti i giorni è ovviamente un mistero).
Vale ricordare che altre fonti di inquinamento – il riscaldamento civile – analogamente potrebbero essere “migliorate”, oltre che con l’efficientamento, passando all’elettrico, o simmetricamente abbandonando le fonti fossili di energia, o “allontanandole” (temporaneamente) da dove la popolazione è concentrata (abitati).
L’Italia ha recepito la Direttiva Europea 28/2009 con il decreto legislativo 28/2011, però, a mio modesto parere, perché si investa più del minimo dovuto per legge in questo settore, occorrerebbe prevedere, a livello legislativo europeo e/o nazionale, una protezione del consumatore finale rispetto ai fornitori tradizionali di energia, come sta provvedendo a fare la California con la SB-288.
https://it.wikipedia.org/wiki/Produzione_di_energia_elettrica_in_Italia#Energia_da_fonti_rinnovabili
forse non sono bravo con le percentuali, ma su wikipedia leggo che si arriva a stento al 30% di produzione da rinnovabili.
quel 45-50% non so da quale cilindro l’avete tirato fuori.
Bisogna fare un distinguo fra produzione di elettricità, che è quella che interessa qui, e consumi energetici in generale ed infatti sul fronte elettrico la produzione lorda complessiva da fonti rinnovabili ha raggiunto il 35% del mix.
vedi: http://www.rinnovabili.it/energia/fonti-rinnovabili-italia-consumi-energetici/
di imbarazzante c’è pubblicare un’infografica dell’italia quando ovviamente Pirro parlava dell’europa intera. del resto è un sito di propaganda all’elettrico quindi la verità si addomestica
chiedete a olanda e germania per il carbone (risposta breve, è in aumento, proprio per soddisfare i bisogni dei teslari)
o alla pulitissima norvegia che si arricchisce col petrolio e ha meno abitanti di Roma in un giorno feriale. la polonia..certo non conta molte immatricolazioni di elettriche, ma a carbone è la numero uno.
ma un bel diagrammino a torta tutto verde fa bene all’anima..
Ha sbagliato indirizzo, siamo un sito di informazione, non di propaganda. Pensare che poche migliaia di Tesla vendute in Germania abbiano fatto aumentare i consumi elettrici significa pensare che abbiano batterie da migliaia di kWh, non di decine o al massimo un centinaio. Comunque, se il Suo Paese di riferimento è la Polonia, con tutto il rispetto, Le facciamo i nostri migliori auguri
Anche se la lobby del petrolio si fa sentire per bocca di Pirro, mi pare proprio che stavolta Emanuele sia andato …fuori strada!
Le affermazioni di Pirro mi hanno lasciato perplesso, non perchè siano contrario all’elettrico (ognuno ha le sue idee), ma proprio perchè viziate da luoghi comuni che lascerei a gente meno informata di un addetto ai lavori; non ha neanche la scusante di essere un pilota, visto che se ben ricordo Miki Biason nelle scorse settimane, sempre con la Leitner, aveva espresso un parere più aperto alle elettriche, pur escludendo la loro presenza nei rally…
Si conferma che poco importa la preparazione professionale del singolo, ma quando si toccano certi argomenti molti parlano per sentito dire…
Il problema è tutto in quella frase che dice Pirro: “tanto lo sappiamo come si fa l’elettricità”. No, non lo sappiamo. E non si sanno tante altre cose sull’auto a batterie. Non a caso facciamo cordis di formazione per diverse categorie professionali, dai giornalisti agli architetti, dagli ingegneri ai dirigenti pubblici. E la frase che ci sentiamo dire più spesso è: “Ah sì, non lo sapevo…”
Imbarazzante