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Mobilità elettrica, credete davvero che minacci il Pianeta?

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mobilità elettrica
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Cobalto, litio, ed energia elettrica da fonti fossili: davvero la mobilità elettrica sta minacciando il nostro pianeta? Questo si chiede l’amico Gianfranco Pizzuto riprendendo il tema scherzosamente affontato nel post pubblicato su Linkedin qualche giono fa. Il suo scritto è stato  ripreso da Vaielettrico, con una lunga coda di commenti, spesso molto polemici. Questa la sua replica
Quei luoghi comuni orecchiati al bar
di Gianfranco Pizzuto

Gianfranco Pizzuto

Questo mio post segue quello un po’ provocatorio ed ironico di qualche giorno fa dove, a ruoli invertiti, pongo delle domande per motivare un mio possibile passaggio dall’auto elettrica a quella termica.


Alcuni commenti ricevuti sono stati piuttosto aggressivi, postati da persone che a spada tratta difendevano l’auto a combustione interna demonizzando quella elettrica.
Non tutti sembrano aver capito il messaggio. A queste persone chiedo solo di approfondire un po’ di più il tema, informandosi con onestà intellettuale senza dar troppo peso ai luoghi comuni sentiti al bar o su certi canali che cercano nelle zuffe e nel sensazionalismo la loro audience.
La mobilità elettrica dà fastidio a Big Oil

So benissimo che persone come me danno fastidio, si permettono di criticare lo status quo energetico, in mano ai petrolieri che con le loro immense disponibilità economiche foraggiano la controinformazione per mantenere il più a lungo possibile la loro posizione egemone. Di sicuro non può far piacere a BIG OIL & GAS se alcuni “pericolosi individui” iniziano a montare pannelli fotovoltaici sul tetto di casa, magari completi di batteria di accumulo o addirittura un’auto elettrica!!
mobilità elettrica
E se questo “virus elettrico” diventasse improvvisamente “pandemico”? Perderebbero una buona fetta del loro business e il controllo sui governi di mezzo mondo, quindi va fermato o perlomeno rallentato. Vi siete mai chiesti come mai quando le batterie -con tutti i minerali in esse contenute- sono utilizzate nei nostri smartphones, laptops, bici elettriche, elettrodomestici, utensili ecc. nessuno si preoccupa della loro provenienza e del problema del riciclaggio mentre quando le stesse sono impiegate nell’auto elettrica tutti gridano allo scandalo e al disastro ecologico?
Nulla di nuovo sotto il sole, la storia si ripete
Perché accettare la mobilità elettrica significa anche ammettere di aver sbagliato obbligandoci a cambiare abitudini consolidate da ormai oltre 100 anni. Immagino che agli inizi del secolo scorso, quando la nostra mobilità si spostò dal cavallo alle auto, ci siano state reazioni simili. Associazioni di maniscalchi ed allevatori sugli scudi per cercare di fermare Henry Ford & Co., produttori di biada contro i farmacisti, che inizialmente distribuivano i carburanti.

E oggi la storia si ripete. Se volete saperne di più cliccate qui. E’ il blog di un signore svizzero che in maniera esaustiva risponde a molte domande sulle criticità dell’auto elettrica. Nessuna paura, cliccando sulla lingua desiderata non c’è bisogno di masticare tedesco.

Evitate per cortesia commenti astiosi ed irrispettosi, verranno rimossi. Prima di terminare questo mio lungo post, volevo ricordare ai molti detrattori che la batteria è un’invenzione italiana conosciuta come la “pila di Volta”.

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36 COMMENTI

  1. D’accordissimo con quanto letto nel link di rimando, volevo solo far notare un errore grossolano per quanto riguarda la spesa elettrica relativa alla raffinazione del greggio, in quanto gestita interamente da centrali termiche direttamente in raffineria, che autoproducono il loro fabbisogno bruciando al solito metano ed altri gas derivanti in parte dai loro stessi prodotti. Tengo a precisarlo, poiché il resto delle spese imputate al greggio (trasposto e processi) è ribaltabile su qualsiasi trasporto di qualsiasi materiale/entità (sia esso oggetto fisico o corrente elettrica).

  2. Trovo un po’ strani i discorsi su big oil E altro, non farei complottismo….dove c’è un cambiamento esiste un business e di certo non se lo fanno scappare. Il fantomatico big oil di certo guarderebbe con un buon occhio la transizione elettrica perché garantirebbe la trasformazione del suo business con possibilità di guadagni ancora maggiori: il petrolio continuerebbe a essere estratto, ha altri scopi più elevati oltre alla mera combustione. E si creerebbe un mercato ancora più florido di fotovoltaico, energia green, batterie, servizi di ricarica, riciclo (parte di business che col termico è praticamente sconosciuta).

    Per questi motivi non penso che dietro alla tanta disinformazione ci siano chissà quali big del petrolio, che hanno fondi per investire dove vogliono, ma piuttosto qualche timoroso del cambiamento (non inteso come singoli ma ad esempio anche e non solo case automobilistiche che non sono pronte a convertirsi e vorrebbero ritardare il tutto, vuoi perché hanno un bel business finto ecologico come Toyota sulle ibride, vuoi perché sono state solo a guardare fino a poco tempo fa, e il produrre veicoli inquinanti gli causerà multe da compensare con acquisto di quote da altri produttori come ha fatto fiat con Tesla…ma nel frattempo queste case nel silenzio fanno ricerca e dopo denigrazioni fino al giorno precedente escono con la loro EV…vedi di nuovo Toyota).

    • Sono i segreti di pulcinella
      basta sentire i discorsi dei personaggi ai vertici di Snam e Eni
      e poi quelli di Enel
      per avere la situazione plastica dei modelli di sviluppo a breve e medio periodo
      e i tentativi di frenarli con supercazzole mediatiche
      all’idrogeno
      all’in-fusione
      nucleare allo zenzero

      e la mancanza di voce pseudo-mediatica per Enel

      ogni riferimento al ministro CingolEni è voluto

    • Nessun complottismo. È ormai risaputo che Exxon è Chevron sapevano fin dagli anni 70 dei grossi danni cui saremmo andati incontro, a causa della combustione dei prodotti petroliferi.
      Anni di pratiche al limite hanno certificato che il loro interesse è esclusivamente continuare a vendere i loro liquidi.
      Anche la storia che con i capitali si possono convertire fa un po’ acqua : eni ha comprato BeCharge, ma continua a parlare ovviamente di estrazione nell’articolo, di gas nel mediterraneo, ecc ecc ecc.
      La spesa in capex di eni è al 99% e oltre impostata sulla continua ricerca ed estrazione di idrocarburi.
      Che la IEA abbia suggerito che tutti i giacimenti nuovi debbano essere lasciati dove sono, se vogliamo centrare l’obiettivo di Parigi, non ha toccato minimamente le strategie di Eni e altri.
      Ogni tanto parlano di gas, così si danno una facciata un po più green.

  3. Per qualche motivo le chiacchiere da bar sono sempre propense ad accogliere a braccia aperte le balle di petrolieri e vari politici arrivisti. Questo credo sia dovuto al fenomeno per cui gli ignoranti sono sempre quelli che gridano di più e che sono meno dotati di senso critico.
    La politica invece è letteralmente al soldo delle lobby del petrolio.
    La strada verso la mobilità sostenibile è ancora lunga e difficile soprattutto a livello culturale.
    Verrà il giorno in cui se devi installare una colonnina condominiale troverai altri condomini con la stessa esigenza anziché disinieresse generale e a volte scherno da parte di qualche idiota che si crede il più furbo di tutti.
    Verrà il giorno in cui le aziende installeranno le colonnine nel parcheggio dei dipendenti in modo che siano comode da usare anziché a lato dell’ingresso principale a solo scopo di greenwashing per poi guardare male e con disprezzo l’ultimo dei dipendenti che guarda caso ha un’ultilitaria elettrica e vorrebbe parcheggiare proprio lì per ricaricare.
    Per il momento buon lavoro e coraggio a tutti quelli che ci credono già come me 🙂

  4. 1. l’auto elettrica è il futuro
    2. l’auto elettrica inquina meno
    3. l’auto elettrica è (potenzialmente) migliore di quella termica

    E fin qui ci siamo. Però Pizzuto fa il furbo. Il suo post ha scatenato reazioni avverse (anche da parte del sottoscritto) perché lui non si è limitato a dire che inquina meno (cosa che dice adesso e che mi pare lapalissiana), ma scriveva anche altre cose un po’ “strane”, come il costo chilometrico 5 o 6 volte maggiore, dimentico che non solo non è così ma che su tratte autostradali le ricariche fast sono più care di quelle gpl o diesel. Si fosse limitato a parlare di inquinamento …

  5. 1) Non so se ha presente che Cina ed India hanno almeno 5 volte gli abitanti dell’Europa ed inquinano, secondo le sue parole, la metà di noi.
    Le sembra un punto a favore dell’Europa?
    A me no.

  6. Ma questi “esperti” ci fanno o ci sono?

    Se anche la produzione da rinnovabile fosse “solo” del 50% (sostituire con la % che volete), sempre un 50% (sostituire con la % che volete) di emissioni hai risparmiato. Quindi di che stiamo a parlare

    “Cobalto” (e altre cagate) … ma vogliamo confrontare con lo lo sfruttamento causato dall’estrarre fonti fossili? Due cose imparagonabili a sfavore delle fonti fossili, ovviamente.

    Mah

  7. “Big oil” è talmente spaventato dalla mobilità elettrica (che ricordo, copre il 25% dell’inquinamento mondiale, ma di questo 25% solo una parte è dovuto alla mobilità privata….combattere contro navi e aerei magari sarebbe stato più corretto, non credete ?) che sono AZIONISTI anche in aziende che producono pannelli solari (BP-Sunpower, ad es) e investono MILIARDI nel “green” (forse per la loro coscienza sporca ? o più probabilmente per profitto ?)
    “Le miniere già esistevano prima delle auto elettriche!” Si certo, e ditemi, in una batteria di una Zoe, quanto materiale c’è da poter usare chessò, per dei tablet ?
    Centuplicando il numero di auto elettriche, tutta sta roba dovrà pur essere estratta/smaltita… o continuate a dire “eh ma c’era già con gli smartphone!”.
    Ah già, l’economia circolare, le batterie dalla vita eterna che vengono riciclate al 97%…. certo.
    Che si possa e si debba far qualcosa, è indubbio, ma che la soluzione sia buttare tutte le auto termiche d’Europa , mi pare la più grande delle cazzate.

    • Nessuno propone di “buttare tutte le auto termiche d’Europa” ma invece e più semplicemente di non venderne più.

    • Vebbè questo, vabbè quell’altro. Il 97% dei materiali è ricirclabile? Lei dice vabbè. Allora le sepigo io perchè le auto termiche sono da buttare. In 15 anni di utilizzo consumano 7 volte il loro peso in carburante ed emettono venti volte il loro peso in CO2. Quanto si recupera e si ricicla di tutto questo? Zero.

  8. Ma siamo seri, non tutti gli asini volano!
    Oggi la maggior parte di loro viene impiegata, al posto dei maiali, per la produzione di bio-metano, posizionati su comode sedie e larghe scrivanie nel massimo confort; del resto ecco spiegato anche il perché dell’aumento del costo del metano, trattasi di metano di alta qualità!

  9. Comunque leggevo ieri che anche la più avanzata economia green d Europa..la Svezia…nel 2021 ha dovuto far ricorso ad acquisto massiccio di energia da terze parti dovute a fossili perché il loro solare ed eoliche causa bruttissima invernata quindi maggiori consumi non è bastata per il famoso 60% e starebbero valutando di riattivare o attivare nuove centrali nucleari. .eco friendly…

    • In verità che i rifiuti RAEE fossero un problema gli addetti ai lavori lo ribadiscono da molto tempo.
      Il paragone con le batterie dei telefoni è ridicolo perché le dimensioni sono diverse. 20 grammi di batteria per un telefono contro 400 kg o giù di lì per un auto..
      Cioè hai presente quante betterie di un telefono fai con le materie prime che servono per quella di un auto?
      Con esempi simili si lamenta che qualcuno le risponde aggressivo? E ti credo sembrano prese in giro!

      • Sì, ma le batterie dei telefoni durano 3 anni se va bene, quelle delle auto almeno 10 e poi almeno altrettanti come accumulo domestico. Poi possono essere riciclate al 97%… Quanti telefoni, tablet e giocattoli vari compriamo e buttiamo in 20 anni?

      • 206 kg peso delle celle della batteria della Zoe e la ricerca sta migliorando sempre questo rapporto (il peso sarebbe 280 ma ovviamente è da escludere la parte legata alla gestione della batteria, il contenitore ecc..ad esempio nella PSA pesa 350 kg, di più quindi, appunto perché si ha anche un sistema di raffreddamento a liquido che ovviamente ne aumenta il peso). Il discorso è che dividendo per 0,150 (pensando a una media di 150 grammi a batteria, ci sono quelle più pesanti e quelle più leggere), ottengo che mi escono 1370 batterie da telefono. Poi ci saranno quelle del tablet ecc ma comunque arriveremo con batterie attuali nei 20 e passa anni, tra accumulo e uso su vettura, a un peso comunque 100 volte maggiore rispetto a tablet e telefoni usati in altrettanti anni. Quindi il discorso di Max è per me valido, anche raddoppiando la densità energetica (e mantenendo stessa capacità,già sufficiente per Zoe ad esempio), arriveremo a equivalente di 50 volte più pesante nei 20 anni di vita.

        Questo discorso però non tiene conto del 97% di riciclo: questo elimina totalmente il problema.

    • La resilienza con le rinnovabili si ottiene PROPRIO con lo scambio di energia con i paesi ,regioni confinanti , LO DICONO I DIRIGENTI DELL’ENEL
      ci sono paesi europei Portogallo in testa che produrranno molta più energia rinnovabile di quanta ne consumeranno , saranno necessari potenziamenti agli elettrodotti per poterla cedere al resto d’europa
      inoltre oltre a non essere piatta , la terra ruota , imho
      potrebbero diventare convenienti con il massiccio uso del fotovoltaico
      potenziare gli elettrodotti verso est e ovest in modo di avere l’energia fotovoltaica ore prima dell’alba dal paese ,regione,confinante e restuirgela al suo tramonto
      a questo vanno aggiunti gli accumuli industriali
      andatevi a vedere cosa stanno facendo
      ESS inc ,Primus Power,Form Energy
      e l’arrivo per l’uso domestico e forse anche per l’autotomotive cittadino le ioni di sodio

      my 2 cent di radiazione solare catturata

  10. 1. se non inizi, mai finisci. Se le elettriche sono solo il 25% del problema, almeno togli quello, no?
    2. depositi il brevetto e diventerà ricco. Oppure smettiamola coi luoghi comuni.
    3. lei non ha un’elettrica, è evidente. Io sì. Sa quanto ci metto a caricare la macchina? 5 secondi. Il tempo che mi serve per attaccare la spina. Non è che sto lì a guardarla, mentre si carica. Lei quando carica il telefono tutti i giorni, lo fissa?
    4. la rete di ricarica attuale è proporzionale al numero dei veicoli elettrici circolanti. Sembra incredibile, ma nel 1910 quando le macchine erano pochissime, i distributori erano pochissimi. So che è un concetto difficile…

  11. Non lo capite che:
    1 fin che ci son nazioni come la Cina e l’India che inquinano come mezza Europa da soli le auto elettriche non servono a niente.
    2 con poche e semplici modifiche i motori a benzina funzionano benissimo anche a alcool o simili e quelli a gasolio con olio di colza-palma-semi o simili, quindi andrà a finire che inizieranno a vendere l’olio usato delle friggitrici dei fast-food raccontando come il nuovo carburante biologico super-evoluto e meno inquinante della galassia sia meglio di ogni altra forma di energia.
    3 fino a che le auto elettriche ci metteranno ore per ricaricarsi e avranno autonomie irrisorie rispetto alle auto a combustione interna non ci sarà confronto.
    4 si dovrebbe attrezzare tutte le aree di servizio per la carica delle auto elettriche, ma queste, e qui torniamo la punto 3 dovrebbero metterci per una carica completa non più di 10 o 15 minuti. Cioè il tempo che impiegheresti a fare il pieno con un altra auto. Fino a quel momento non ci può essere paragone

    • Guardi, io ho cominciato a giocare coi motori a 10 anni, passati i 20 me ne sono occupato anche a livello professionale. Rilancio: sono un innamorato del 2 tempi e ho 3 Moto Guzzi. Possiedo e ho avuto auto sportive e moto prettamente da corsa. Insomma, la mia salute mentale in materia è malferma, lo ammetto, ma nessuno mi può tacciare di partigianeria per l’elettrico. Il punto 1 e il punto 2, mi perdoni, ma sono argomenti deboli. Partiamo da un presupposto fastidioso per entrambi i punti di vista (elettrico e non): controllare le emissioni di un singolo grosso punto (centrale elettrica, fosse anche a carbone) è sicuramente più fattibile che controllare milioni di tubi di scarico. Bruciare combustibili “naturali”, ammesso che si riesca a farlo nel migliore dei modi e purtroppo l’esperienza ci insegna che non è così (vedasi alcool per il Brasile per esempio) produrrà sempre dei residui nocivi siano essi chimici siano essi semplicemente CO2 in grande eccesso. Se si vuole comunque continuare a mangiare con la facilità a cui siamo abituati (e a cui non rinucerei), destinare su scala e bisogni mondiali aree agricole alla produzione di biocarburanti richiede un tale consumo di suolo e di risorse da vanificare i risultati positivi che si potrebbero ottenere. E potrei andare avanti.
      Per quanto riguarda il punto 3 a il punto 4 invece non posso che concordare con lei, e questo è il macigno che mi impedisce di passare ad un veicolo elettrico per il lavoro stanti le mie specifiche necessità (poter percorrere due o tre volte al mese in autostrada diverse centinaia di km al giorno senza avere la possibilità di divagazioni alla ricerca di cariche fast e nell’impossibilità di programmare con certezza ua ricarica a metà giornata). Viste anche le autonomie delle attuali vetture, assai migliorate ma per le mie necessità ancora insufficienti se non acquistando mezzi così costosi da non farmi rientrare dell’investimento nemmeno nel giro di anni. Ma sono cose che valgono solo per me, non lo nego.
      Quando queste problematiche saranno risolte (punto 3 e punto 4) sarò il primo a considerare la cosa.
      Il resto si tenta di risolverlo con soluzioni di compromesso. E non può essere altrimenti. Persino il nucleare (lo dice anche Musk chiaramente) sarebbe comunque da considerare come “soluzine ponte”. Per quanto mi intimorisca e per quanto, all’atto pratico, l’Italia abbia irrimediabilmente perso il treno (posto che una centrale non si costruisce certo dall’oggi all’indomani). E’ vero che Cina e India inquinano come mezza Europa. Ora non dico che da stasera ci dobbiamo mettere a mangiare tutti insalata e vivere come vivevano i nostri nonni per minimizzare l’impatto ecologico. Ma nemmeno possiamo fare proprio niente.

      • Alessandro, sottoscrivo il suo commento parola per parola, apprezzando soprattutto il fatto che venga da un appassionato di motori termici, come più o meno lo siamo stati tutti noi cresciuti in un altro secolo. Vaielettrico la pensa esattamente come lei: non facciamo i tifosi, non siamo innamorati dell’auto elettrica, ma ci rendiamo conto che qualcosa bisognerà pur fare se vogliamo evitare la catastrofe. L’auto elettrica è una delle soluzioni, pragmaticamente a portata di mano. Non è per tutti, ma è già per molti, come continuano a testiminiare centinaia di lettori che la usano da tempo e senza problemi.

    • 1) spero che india e Cina non diventino STUPIDI come noi , perché se tra qualche decennio staranno tutti in coda un’ora al giorno con una stufa accesa come noi
      saranno guai più grossi di quelli che stiamo cominciando a vedere
      2) l’unico paese che ha usato l’alcool come carburante è stato il Brasile ..
      per un semplice motivo , il calo della domanda della canna da zucchero
      i conti per i carburanti biologici è stato fatto decenni fa , se smettiamo di mangiare potremmo andare in macchina oppure deforestiamo per coltivare la “benzina”
      3) le auto sono parcheggiate più del 90% del tempo
      le attuali autonomie medie superano i 400 Km
      a velocità di codice 400 km si fanno in 3 ore e mezza , presto le autostrade saranno dotate di colonnine fast , un caffè e un cornetto ,dopo 3 ore di viaggio,permettono di ripristinare la carica all’80% e ripartire , se vi fermate a pranzo poi..
      4) Ci sono auto che già oggi caricano l’80% dell’energia con autonomie di 500 km in 18 minuti
      quindi il SUO “problema” verrà presto risolto ,

      nel frattempo inquini pure quanto vuole e stia pure al volante 6 ore senza mangiare e andare al bagno,
      magari rispondendo al telefono e postando queste minc., mentre guida ,
      ovviamente in “sicurezza”

      le vittime per incidenti stradali nel 2019 sono scese a 3.173 “grazie” al covid 19%
      nel 2020 sono diminuite ulteriormente grazie al telelavoro
      quindi le percorrenze medie anche per un paese folle come l’Italia
      diminuiranno e le EV sono e saranno sempre piu appetibili per la massa
      prezzi permettendo

    • 1- peccato che la Cina è più grande dell’Europa e questo discorso sarebbe come dire “a che serve fare la raccolta differenziata in Italia se gli stati uniti sono molto più grandi e fanno più rifiuti?
      Inoltre l’Europa è sempre stata un traino per gli altri paesi: prima arriviamo noi, prima arrivano loro (anche se sulle EV non è parzialmente vero: in Cina sono molto avanti).

      2- infatti in Porsche che stanno buttando via soldi nella ricerca di un costosto carburante a bassissime emissioni sono pazzi, basta una modifica semplice ai benzina e un po’ di olio di colza per azzerare l’inquinamento. E loro investono inutilmente risorse per fare un costoso carburante.

      3 e 4 ti hanno risposto ma in parte ti do ragione: non sui 15 minuti, che tra 15 e gli attuali 30 minuti per il 20-80 cambia poco in un viaggio, ma perché quel che fa perdere un po’ di tempo inutilmente è usare tessere app ecc per far partire la ricarica. Dovresti collegare auto e andartene. E basta. Si sta andando in questa direzione con le ultime auto ma il problema sono i costi: se fai così dici addio al pagamento di flat? O puoi “caricare” la flat sul tuo veicolo e pagare in automatico al prezzo secondo opzione inferiore?
      Comunque risolvere e collegare direttamente l’auto per 30 minuti ti fa usare davvero quei 30 minuti per mangiare: la ricarica troppo veloce a una 50 kW della mia e208 in un viaggio di 400 km mi ha obbligato a stare a guardare l’ora mentre mangiavo per vedere quando scollegare la macchina. Mentre in stesso viaggio altra sosta dove non mi ero fermato a mangiare comunque ho ricaricato con calma dato che tempo che ti rechi a prendere un gelato/frappè e consumi e comunque mezz’ora la hai passata. Le gambe ringraziano.

  12. >Mobilità elettrica, credete davvero che minacci il Pianeta?<

    Sicuramente non di più che andare avanti a bruciare benzina.
    L'unica cosa che minaccia, è il divertimenti di quelli come me. Abbiamo detto tutto.

  13. Quindi non è vero che i componenti delle batterie ( mercato di appannaggio quasi solo cinese) vengono estratti da miniere in paesi poveri che sfruttano la manodopera a basso costo e processi inquinanti.. è un gomplotto delle lobby del petrolio chiaramente……e ovviamente gli asini volano emettendo co2 e pericoloso metano…

    • Beh, in effetti quando volano, gli asini sono sotto sforzo e quindi aumentano battito cardiaco e di conseguenza la respirazione. Poi non è da escludere che la maggior contrazione delle fasce muscolari vada a creare qualche effetto nella zona pelvica, con conseguente aumento delle emissioni di metano. Dipende molto da cosa hanno mangiato però.

    • Purtroppo va fatta la somma di quanto emesso da ogni singola nazione a partire da inizio 800. E’ questo il punto di forza di Cina, India, Russia, Brasile. Come avra’ capito, o America ed Europa pagano una cifra stratosferica da essere atterrati, oppure le altre nazioni emetteranno fino a raggiungere le emissioni procapite cumulate di us ed eu, eventualità improponibile anche per il fatto che us ed eu non vogliono smettere di emettere. Come se ne esce? Con India che programma la neutralità co2 al 2070!! mentre attende che i popoli us ed eu spingano i loro governanti a pagare molto più dei 100 mld attualmente in discussione. Sono sicuro che in questo gioco vinceranno Cina e India, ma a quale costo per il pianeta e per i suoi futuri abitanti? Come avrà capito siamo ad una corsa folle contro un muro facendo a gara a chi si ferma per ultimo. Ho un profondo senso di vergogna nei confronti delle future generazioni che pagheranno per la nostra stoltaggine

      • L’ho già scritto ma lo ripeto: un mondo sviluppato che si permette di investire mille miliardi di dollari in Borsa sulla Tesla (!!!!) avrebbe tanti problemi ad investirne altrettanti sul nostro futuro, finanziando la transizione di Cina e India (le due vere bombe climatiche ad orologeria)? E poi a controllare che gli impegni fossero rispettati, applicando un dazio sul carbonio alle loro merci?

        • Molto probabilmente condividiamo l’analisi di fondo. Se ne esce solo se le nuove fonti a basse emissioni costeranno meno del fossile (e non siamo lì) oppure se gli occidentali pagheranno la transizione + i costi che ci saranno (esternalizzazioni di quanto bruciato ad oggi) (e non siamo lì). Affinché l’occidente paghi è necessaria che cresca la consapevolezza in tutti noi, ma siamo molto lontani. In America la meta’, in Europa una buna parte non vuole neanche discutere di questa eventualità, usando il negazionismo per girarsi dall ‘altra parte. Occorrerebbe
          1. Eliminare il negazionismo sui cambiamenti climatici causati dall’attività umana (ma appare poco probabile, accontentiamoci che venga ridotto)
          2. Spiegare chiaramente che io (con i miei avi) ho emesso x tonnellate di co2 da inizio 800 mentre il mio amico indiano ha emesso x/y (mi scusi non ricordo le cifre, un centesimo?) Ed in questo modo favorire consapevolezza e accettazione di possibili costi
          3. Smettere di emettere per fermare la mia x
          4. Pagare la transizione a chi ha emesso meno di me, cosa che si può fare solo e solo se io capisco che ho emesso più degli altri e allo stesso tempo capisco che se gli altri emetteranno quanto ho emesso io ci sara’ un danno enorme per le future generazioni. Ma ancora non basta. Occorre che si determini un pubblico giudizio negativo su di me se faccio resistenza a pagare di tasca mia quanto dovuto
          Ad oggi siamo molto lontani

          • Il negazionismo è confinato ai bar di provincia, ma è stato battuto a livello politico. Questo mi sembra un grandissimo risultato, quasi un miracolo. Per questo non sono del tutto pessimista. Sul resto ha ragione lei: siamo ancora lontani

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