Frank Blome è l’uomo delle batterie VW. Un incarico di grande peso in un un gruppo come Volkswagen-Audi che ha deciso di puntare tutto sull’elettrico. Questa intervista, in 10 domande, è ripresa dal sito media del costruttore tedesco.
1- Tanti automobilisti entrano in un territorio sconosciuto quando acquistano un’elettrica. Possono essere sicuri che le batterie funzioneranno?
<Certo, assolutamente. Nei nostri nuovi modelli elettrici abbiamo costruito le auto attorno alle batterie e così c’è un sacco di spazio per caricare energia. Questo ci consentirà di raggiungere autonomie fino a 550 km a un prezzo ragionevole. Prima si usava distribuire le celle un po’ dappertutto nella macchina, ma ora le abbiamo piazzate compatte tra i due assi, nel sotto-scocca. Questo significa avere un punto centrale di distribuzione dell’energia. È uno dei grandi vantaggi della nostra nuova piattaforma MEB>.
2- Quanto durano le batterie VW?
<Il nostro obiettivo è sempre di farle durare quanto la macchina. Garantiamo una capacità residua minima del 70% dopo 8 anni o 160 mila km. Ma chi guida l’auto può influenzare la durata della vita delle sue batterie. La ricarica normale è meglio della ricarica rapida. E anche riportarle all’80%, invece che al 100%, allunga la vita>.
3- Non è poco pratico limitarsi a non ricaricare l’auto completamente?
<Nella maggior parte dei casi l’80% è più che sufficiente. La maggior parte dei guidatori fa percorsi brevi, per andare a lavorare o a fare shopping. Per questo non serve avere la batteria al 100%. Fai i tuoi giri e ricarichi quando necessario, di solito a casa con la tua wall-box. Naturalmente, se il cliente vuole, si può fare il pieno di energia. Per questo la Volkswagen lavora con altri costruttori per costruire un network di stazioni super-fast sulle autostrade europee. Questo aiuta specialmente chi deve fare viaggi lunghi, per esempio per andare in vacanza>.
4- Ci spieghi come è strutturata una batteria.
<I sistemi-batteria nelle nostre nuove auto elettriche sono piatti, collocati tra i due assi. Sono disegnati come una barretta di cioccolato. Ogni sistema è composto da un numero variabile di moduli, che a sua volta è formato da singole celle. Il vantaggio di questa struttura modulare è la flessibilità. Più autonomia deve avere l’auto, più moduli incorporiamo nel sistema-batterie. Ma la struttura di base è sempre la stessa. Questo rende la produzione più flessibile e meno costosa>.
5- La ricerca è al lavoro per una nuova generazione di batterie: che progressi possiamo realisticamente aspettarci?
<Abbiamo fatto enormi passi avanti negli ultimi anni. La densità di energia delle batterie agli ioni di litio è raddoppiata dal 2014, rendendo possibile aumentare l’autonomia delle auto. Mi aspetto ulteriori progressi nella lithium-ion technology negli anni a venire, anche se non con la stessa velocità. Il grande balzo avverrà con le batterie allo stato solido. E ci stiamo lavoriamo intensamente con il nostro partner QuantumScape>.
6- Che cosa possono fare le batterie allo stato solido? E quando saranno pronte?
<Hanno una densità ben maggiore delle batterie al litio e garantiscono maggiore autonomia. Sono anche più leggere, più economiche e si ricaricano più velocemente. Ma occorrono anni prima che siano pronte per una produzione industriale su larga scala. Che potrebbe avvenire tra il 2025 e il 2030>.
7- Come si svolge il lavoro di ricerca in Volkswagen?
<Oltre al Group Research, un ruolo chiave è svolto dal Center of Excellence di Salzgitter, dove consolidiamo la nostra expertise e la sviluppiamo ulteriormente. I nostri esperti stanno lavorando in tutti i campi, dallo sviluppo delle batterie al loro riciclo. C’è un centro ad alto voltaggio dove i nostri specialisti svolgono test estensivi. Le batterie devono performare in condizioni estreme per giorni e settimane, prima di essere approvate per l’uso in una vettura. Una produzione pilota inizierà quest’anno a Salzgitter per aiutare a espandere il nostro know-how nei processi produttivi. Il che giocherà un ruolo importante nel disegnare sviluppi futuri, assicurando performance, costi e qualità>.
8- I materiali rari sono un punto critico nella produzione delle batterie. Potete assicurarci che nell’estrazione non sono violati nell’estrazione nelle miniere?
<Noi insistiamo affinché tutti assicurino condizioni di lavoro umane. E controlliamo che rispettino gli impegni che hanno preso con noi. Non vogliamo certo fare profitti con il lavoro minorile o forme di schiavismo. I diritti umani sono parte integrale dei principi della sostenibilità di Volkswagen AG. E tutti i sub-fornitori dei nostri suppliers, a loro volta, devono sottoscrivere gli standard ambientali, sociali e di conformità>.
9- Il cobalto è un problema speciale nei materiali rari. Come lo gestite?
<Usiamo solo cobalto estratto in miniere industriali. Le compagnie che acquistano cobalto da piccole miniere illegali non entrano nella nostra catena di fornitura. E ci uniamo a iniziative di supporto ai diritti umani e ambientali. Un esempio è la Responsible Minerals Initiative, che sta sviluppando un sistema di certificazione per le fonderie di cobalto. Inoltre le future generazioni di batterie utilizzeranno meno cobalto. Questo aiuterà a ridurre i costi e ad aumentare la densità. Nel medio termini, la percentuale di cobalto si ridurrà dall’attuale 12-14% a meno del 5%. Ed è anche pensabile che un giorno le batterie non avranno proprio cobalto>.
10- Il Volkswagen Group pianifica un’offensiva nella e-mobility con 70 modelli elettrici e conseguente necessità di batterie. Che ruolo giocano le partnership?
<Per i nostri prossimi modelli nati sulla MEB stiamo lavorando con tre partner strategici per la fornitura di celle per batterie. Sono LG Chem e SKI in Europa e CATL in Cina. SKI fornirà le battery cells anche per il mercato USA. Inoltre recentemente siamo entrati con altri partner nella European Battery Union, che promuoverà la ricerca sulle batterie nella UE. Questo nuovo consorzio coprirà tutta la catena del valore delle batterie. L’inizio della ricerca congiunta è pianificata per la prima parte del 2020. Il primo obiettivo è di raggiungere un’expertise più ampia nella produzione di celle>.
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