Microsoft e Constellation Energy hanno annunciato la riapertura dell’impianto nucleare di Three Mile Island, dove nel 1979 avvenne la parziale fusione di uno dei reattori. Il colosso hi-tech acquisterà tutta l’energia prodotta per 20 anni: servirà ad alimentare i supercomputer e i data center utilizzati per lo sviluppo dei progetti legati all’Intelligenza artificiale della multinazionale.
Si tratta di un accordo per certi versi storico. Per almeno tre motivi. A 45 anni dal più grave incidente nucleare negli Stati Uniti, viene riaperta la centrale sull’isola di Three Mile in Pennsylvania. E per la prima volta l’intera produzione di una centrale nucleare è a disposizione di un solo cliente.
Ma soprattutto dà l’idea di quante energia occorra per alimentare lo sviluppo delle nuove tecnologie digitali. Con Microsoft che preferisce il nucleare agli impianti rinnovabili (come hanno fatto per ora Google e Amazon), appellandosi al fatto che il nucleare non ha emissioni di CO2.
Al cinema, da “Sindrome cinese” a “Silkwood”
L’incidente di Three Mile Island è pieno di significati per le generazioni degli anni ’60-’70. E’ lo stesso periodo delle prime grandi mobilitazioni contro l’uso dell’energia nucleare e i pericoli di un incidente sull’ambiente e sull’uomo.
Lo stesso in cui si tennero a New York i concerti “No Nuke”, a cui parteciparono le grandi star della musica rock americana. Ma anche dell’impegno di Hollywood sul tema, con film come “La sindrome cinese” e “Silkwood”.
Il gruppo Constellation vuole riaprire l’impianto nucleare con un contratto di 20 anni con Microsoft
Constellation Energy, proprietaria dell’impianto, ha colto al volo l’occasione che gli offre Microsoft perché aveva già intenzione di riavviare l’unità 1 di Three Mile Island – quella adiacente al reattore parzialmente fuso, entro il 2028 a un costo di circa 1,6 miliardi di dollari.
E’ anche il segnale di come l’industria nucleare abbia rialzato la testa in questi ultimi anni. Cercando di tornare centrale in questa fase di transizione e contando sul fatto che può essere presentata come energie senza emissioni. Nonostante si tratta di una tecnologia sempre più costosa e in declino.
“La centrale nucleare non avrebbe mai dovuto essere chiusa“, ha dichiarato non a caso Joseph Dominguez, amministratore delegato di Constellation, in un comunicato stampa. “L’impianto nucleare produrrebbe tanta energia pulita quanta ne hanno prodotta tutte le fonti rinnovabili costruite in Pennsylvania negli ultimi 30 anni“, ha aggiunto.
Nessuno che protesta per i consumi dei datacenter?
Che so’ tutto tace dalla Sardegna?
In Sardegna, ben che vada, resteranno ecologici call center, in competizione con l’Albania.
Penso di sì, questa è la dimensione dell’Italia, anzi dell’italietta.
severo ma giusto 🤣
spinto dai commenti, ho curiosato un po’ e i data-center già ora vanno con mix energetivi vari con rinnovabili, anche 100% rinnovabili;
e in generale tutto il settore aspira a diventare abbastanza velocemente 100% rinnovabili, a partire dai colossi Google e Amazon, per ragioni di costo e stabilità rispetto alle crisi internazionali, oltre che ambientali
sino ad ora sfruttavano centrali idroelettriche, numerose ed enormi nei paesi nordici, ma anche in sud-america (energia idroelettica abbondante e quasi gratis) e in tante altre regioni del mondo; negli ultimi anni invece anche solare, eolico, con una quota di accumuli, e un ritorno a investire nel geotermico
– società di consulenza che ripete ogni anno un sondaggio tra investitori e realizzatori di data-center, l’ 87% pensa che i datacenter saranno alimentati al 90% o più da rinnovabili già entro il 2033, v. il report del sondaggio, al grafico n°25:
https://bcsconsultancy.com/insights/thought-leadership/ai-peril-or-promise/#consumption-on-the-rise
– esempio di data-center “nordici” europei che usano idroelettrico
https://greenmountain.no/why-green-mountain/renewable-power/
– articolo sui bassi costi energia con rinnovabili in Spagna (più sole e vento, che idroelettrico), che sta attirando anche i data-center
https://www.corrierecomunicazioni.it/digital-economy/data-center-europa-a-due-velocita-le-big-tech-virano-sui-paesi-con-piu-energie-rinnovabili/
– artcolo su un data-center per IA in costruzione in Svizzera, che si sta autofinanziando la sua batteria di supporto di tipo a flusso-redox (tecnologia alternativa alle clasische litio) da 0,5 GigaWatt-h, cioè 500 MegaWatt-h, e che poi per massimizzare i guadagni lavorerà anche per stabilizzare la rete pubblica
https://www.s-ge.com/en/article/news/20243-innovation-flexbase-technology-center?ct
– la EU sta chiedendo requisiti minimi di efficenza e sostenibilità ai data-center:
https://www.twobirds.com/en/insights/2024/global/powering-the-future-renewable-energy-and-hydrogen-for-data-centres
Un paio di puntualizzazioni, nella speranza che almeno voi non mischiate mele con le pere.
Anzitutto il reattore che si vuole ricostruire non è quello dell’incidente dal 1979 ma quello contiguo che ha funzionato fino al 2019. Probabile che la ‘ristrutturazione’ sia economicamente piú conveniente del decomissioning, potrebbe esserlo anche per l’ambiente?
Poi il discorso delle rinnovabili: davvero crediamo che per alimentare giganteschi datacenter ci si possa affidare alle rinnovabili tout court?
La valutazione poi che sia ‘costosa e in declino’ lasciamola a chi paga e alla storia, concentriamoci a migliorare e promuovere ciò che stimiamo essere migliore anzichè continuare alla guerra tra chi parla peggio dell’altro.
“giganteschi datacenter” anche se in crescita sono una piccola parte dei consumi, come tante altre utenze energivore sono già alimentati a rinnovabili
le precisazioni sui costi invece le trove necessaria vista la propaganda ingannevole nucelarista in italia, che rischia di farci fare un altro sfondone di debito publico per ingrassare le tasche di costruttori e fornitori
il concetto da tenere a mente è la differenza di costo abissale tra sfruttare un impianto già costruito non ancora usurato, magari pure incassando i generosi incentivi americani, e chi invece propone l’idea obsoleta ad oggi di costruire centrali nuovi, un bagno di sangue finanziario che alzerebbe i costi dell’energia
=== esempio costi ===
una centrale nucleare da 1 GW nominale (tra auto-consumo della centrale ed esigenze di inseguimento carico della rete significano 0,7 GW medi effettivi) in occidente (salari occidentali e norme di sicurezza occidentali) abbiamo oggi ha circa questi costi:
A – 16 miliardi costruzione
B – 4-5 miliardi operatività per i primi 30 anni
(successivamente ci sono crescenti manutenzioni straordinarie)
C – 3 miliardi smantellamento
D – 3 miliardi gestione scorie ( conto per 30 anni di attività)
E – rischio incidenti ( assicurazione ha massimali molto bassi, non copre i danni)
Microsoft ha un accordo per pagare i costi B, oppure B +C,
ma se dovesse costruirsi una sua centrale da zero, e non scaricare i costi su altri,
dovrebbe pagare A+B+C+D ( +E)
B (+ manutenzioni per riavviarla), significa circa 5 cents a kwh, in linea con i costi complessivi che si hanno oggi con rinnovabili stabilizzate con accumuli
ma è il costo vero è A+B+C+D,
secondo le analisi 16-23 censt a kwh (in moneta del 2024)
=== esempio costi alternative ===
5 GW nominali di fotovoltaico ( 0,75 GW medi ) – costo 3-3,5 miliardi
10 GW-h stoccaggio (idro o batterie)- costo 2-4 miliardi
7 miliardi è meno dei 26 miliardi per la centrale da 1 GW nominale,
e ottieni un sistema molto più flessibile
spendere 1/4 significa che a parità di investimenti puoi sostituire (decarbonizzare) una quota attuale di metano 4 volte più grande, e senza gravare sul debito pubblico;
inoltre si installano in tempi rapidi, cosi non si spende in metano gà da subito, mentre bel caso della centrale nuculare 10 anni aggiuntivi di attesa significano altri 8 miliardi da conteggiare in spese per i kwh generati nel fratempo da una centrali a metano con potenza media 0,7 GW (oltre alle emissioni carboniche che comportano)
A parte il velo complottista e i valori che non si sa da dove vengano….
Ma davvero ritieni che l’affidabilità di 1GW di nucleare sia la stessa di 5GW di fotovoltaico + 10GWh di accumulo?
Stiamo parlando di una domanda energetica abbastanza costante, dubito che 10GWh bastino per fornire 1GW anche solo per una notte (se non forse in piena estate).
E se poi fa nuvolo per una settimana?
Per considerarla una valida alternativa bisognerebbe aumentare gli stoccaggi di parecchio e/o includere una centrale a gas che si attiverà solo quando necessario.
Un’alternativa migliore può essere semmai spostare i data center nelle nazioni dove ci sono tante risorse idriche inutilizzate che possono diventare idroelettrico (Canada, Scandinavia, Brasile…)
Ad ogni modo ha ragione @Franzino: le valutazioni economiche fatte da noi valgono il tempo che trovano
PS: non è paragonabile al (molto caro) nucelare di nuova costruzione:
– l’unità 1, quella integra che vorrebbero usare, è un impianto già costruito; è la differenza tra ripristinare e mettere benzina in un’auto vecchiotta, e doverla comprare nuova
– in America sono andati fuori mercato anche impianti già costruiti, l’unità 1 di Three Mile Island, sempre quella non danneggiata, era stata chiusa perché economicamente non conveniente
– però nel 2022 una azione monstre di lobbyng è riuscita a far infilare nell’ Inflaction Reduction Act, anche incentivi di 25 dollari a MWh per gli impianti nuculari
si vece che risulta concorrenziale mettendo insieme:
– incentivo
– prolungamento d’uso di un impianto già costruito
– probabile il poter svicolare dai costi finali di smantellamento e gestione scorie
– la circostanza che un centro di calcolo ha consumi costanti, senza i costi aggiuntivi derivanti dal problema di modulare velocemente la potenza
– contratti di fornitura diretti, risparmiando su oneri di rete e tasse
in America per ora rimandano ai posteri i costi dello smantellamento e delle scorie,
le centrali spente aspettano a smantellarle e le finanziano come depositi temporanei delle loro stesse scorie, avendo i depositi di superfice già imballati ( e costano in sorveglianza), e essendo fallito in loro primo primo tentativo di deposito geologico ( Yucca Mountain, spesi 90 miliardi e poi abbandonato)
I migliori esempi vengono sempre da quelle parti, hanno cominciato a Hiroshima e sono ancora qui.
E le scorie di questa centrale a chi le doniamo? Ai nostri figli e nipoti. Si dimostra ancora una volta che per l’ America vale sempre il business sopra ogni cosa
Il totale dei rifiuti prodotti da quella centrale in 20 anni ammonteranno a 376 tonnellate, le “scorie” ad alto livello saranno appena il 5% in volume e puoi anche riciclarle. Una centrale a carbone di simili dimensioni invece produce 300 mila tonnellate di ceneri e 6 milioni di tonnellate di CO2 OGNI ANNO, la centrale nucleare in 20 anni produce un millesimo dei rifiuti. Se davvero te ne fregasse di figli e nipoti ti informeresti meglio su vantaggi e svantaggi di tutte le tecnologie invece di ripetere mantra “eh ma le scorie”.
La centrale può produrre con un capacity factor del 93,7%, le rinnovabili producono energia se va bene solo il 20% delle ore annue, già questo ti da un’idea di come sia impossibile alimentare i data center a solare (che porta rifiuti tossici dal processo di produzione, ma non li continuano per i figli e nipoti perché siamo ipocriti). Allora scegliamo gas o carbone che sono inquinanti, meglio no? Riempiamo l’atmosfera di NOX, SOX, mercurio e CO2 (oltre che al materiale radioattivo contenuto nel carbone che le rende più radioattive di una centrale nucleare) piuttosto che avere qualche grammo di scoria radioattiva che viene completamente schermata da qualche cm di cemento.
perdete qualche minuto su gogle per verificate che il commento qui sopra è pieno di sciocchezze
– molti data-center sono già alimentati 100% rinnovabili, e tutti aspirano a divenatarlo entro il 2033 (faccio un commento apposito più sopra)
– non ha senso paragonare con il carbone, tecnologia obsoleta in dismissione come il nuculare, quando oggi abbiamo disponibili le rinnovabili in crescita rapidissima
– dal 2018-2019 rinnovabili costano meno del carbone o metano, e molto meno del nucelare di nuove fabbricazione
– dal 2024-2025 rinnovabili costano meno del carbone o metano, anche includendo gli accumuli per stabilizzazione h24, cioè mix 100% rinnovabili,
per es. traducete con google la pag.101 in inglese del report IEA
https://www.iea.org/reports/batteries-and-secure-energy-transitions
– una nuova centrale nuculare (non l’utilizzo di una già esistente) toglierebbe enormi quantità di risorse agli investimenti in rinnovabili, e costringe a bruciare metano o carbone per altri 10-15 anni nell’attesa di costruirla, di fatto rallenta la decarbonizzazione (goglatevi le piacevoli conferenze dell’ Ing. Marco Giusti sull’ Urgenza di agire)
– i rifiuti radioattivi sono un enorme problema non risolto, già a partire dai costi per tamponarlo con soluzioni piùì o meno temporanee;
la dimensione di questo problema non si misura in peso cioè tonnellate, ma si misura in radioattività cioè in Becquerel, e in tempo, migliaia di anni
– le centrali nucelari connesse in rete moderne faticano ad arrivare a capacity factor reali del 70% (scaricatevi i report EDF con i valori dei singoli 8 ultimi anni), questo le rende ancora più anti economiche
– producono 3 unità di calore per ogni 1 unità di energia elettrica, non va bene per il riscaldamento globale, e soprattuto per gli scambi termici con i fiumi dove vengono installate
in tutto il mondo l’uranio impoverito ha innumerevoli applicazioni ovviamente le centrali nucleari ne producono così in abbondanza che poi non si sa dove metterlo oppure, si sa ma si tace , ne sono stati scaricati container nel mediterraneo, nel mare del nord ed in altri siti ,è disperso sul terreno di Capo Teulada e Quirra, se vai in Serbia/Bosnia/Kossovo (poche ore di macchina); vien usato nei proiettili API (es quelli sparati dal vulca dell’A10 thunderbolt e dalla maggior parte dei carri armati) ma serve anche per fare le trivelle usate negli impianti di estrazione, in varie attrezzature usate in campo medico, negli alettoni e piani di coda degli aerei, nelle derive delle barche, anche nelle mazze da golf e nelle freccie usate nelle competizioni di tiro con l’arco. Di scorie nucleari (utili e non ) ne abbiamo a tonnellate, farne altre non serve.
L’Uranio impoverito è un sottoprodotto del processo di arricchimento, le centrali nucleari non c’entrano niente, sono due cose diverse.
Microsoft e Gates non perdono occasione per perdere la mia stima, la mia fiducia ecc.
Gates mon è il CEO di microsoft dal 2000. Non è più membro del board dal 2020, e possiede circa 1% delle azioni.
Come possa oggigiorno essere incolpato delle scelte mi Microsoft mo sfugge.
E tralaltro ha fatto molte più azioni filantropiche lui che tutti gli altri imprenditori informatici messi insieme.