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Tonino Lamborghini e sua “figlia” Helektra (prima e-car da città)

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07 SEP 2011 - Funo di Argelato - Tonino Lamborghini

Vent’anni fa è stato uno dei padri dell’auto elettrica da città ma pochi lo sanno. Ora Tonino Lamborghini, figlio di Ferruccio, il papà della Miura, si appresta a tornare sul mercato con nuove soluzioni per la mobilità elettrica. E la storia la racconta lui stesso.

Alla fine degli anni Ottanta mio padre Ferruccio Lamborghini si dedicò alla tenuta vitivinicola in Umbria, dove creò un campo da golf di 9 buche suu 32 ettari. Da lì, nei primi anni Novanta, mi è venuta l’idea di fare le automobiline da golf. Ho disegnato il veicolo e ho cominciato la produzione.

tonino lamborghini

Dai golf cart alle micro  car elettriche

E fin qui parliamo dei golf cart; dai fairways all’asfalto il passo è stato breve.

Dal successo di quell’esperienza mi è venuta la voglia di tornare al mondo dell’auto. Non volevo, però, entrare in concorrenza con mio padre. Avrebbe significato perdere comunque. Lui produceva le Lamborghini, le auto più belle, più costose, più grandi, più veloci, più tecnologiche. Io, allora, ho deciso di produrre l’auto più piccola, la più lenta, la più urbana, ma anche la più ecosostenibile.

Innovative anche queste: in Italia in quegli anni c’era stato solo il lancio della Fiat Panda Elettra. Tonino Lamborghini decide di usare l’esperienza dei golf cart per proporre un’auto piccola ed ecologica da città. Con una cordata di imprenditori fa nascere una società apposta.

Quei magnifici dieci anni della Town Life

Nel 1998 ho creato la Town Life, con cui ho prodotto city car a motore elettrico e a motore diesel ecologico. Agli inizi eravamo l’unica fabbrica in Europa a realizzare golf cart elettrici, tra cui uno speciale esemplare realizzato per papa Woytila, una piccola papamobile elettrica che ora è qui nel museo Ferruccio Lamborghini a Funo di Argelato.

Il brand, Town Life, guarda caso, ha le iniziali di Tonino Lamborghini e il design della scocca della vetturetta reinterpreta più volte il simbolo dello scudo, inserito nel cofano anteriore, nel bagagliaio posteriore, nel disegno dei fari. Le vetture furono progettate e prodotte a Foligno, dove l’assemblaggio veniva realizzato manualmente.

 

Tonino Lamborghini mostra le batterie al litio alloggiate nel cofano della Town Life Helektra

Le city car della Town Life, lunghe 2,52 metri per 1,44 di larghezza e 1,38 di altezza, si distinguono subito per alcune caratteristiche uniche: utilizzavano una monoscocca in fibra di vetro fissata a un robusto telaio in acciaio inossidabile che permetteva una notevole robustezza unita a una rigidità torsionale. Questo consentiva alla vettura di avere una tenuta di strada e una stabilità difficilmente riscontrabili in veicoli della stessa categoria. Inoltre il quadriciclo Town Life montava sospensioni indipendenti Mac Pherson davanti e dietro.

Nel nome dei figli: Ginevra, Ferruccio ed Helektra

Le batterie al litio sono inserite nel bagagliaio e nel cofano

I progettisti della Town Life presentarono prima il modello Ginevra, dedicato a una delle figlie di Tonino Lamborghini, motorizzato con un bicilindrico a ciclo diesel. Poi il modello Ferruccio, versione con copertura telata in onore del figlio, che porta il nome del nonno. Infine nel 2001, esattamente vent’anni fa, viene presentato il modello Helektra che, mantenendo lo stesso aspetto della Ginevra, utilizza una motorizzazione tutta elettrica ed è dedicato a Elettra Lamborghini, l’altra figlia di Tonino. Lei allora aveva sette anni mentre oggi è un personaggio televisivo e cantante da oltre sei milioni e mezzo di follower su Instagram.

Le batterie dell’Helektra nell’ultima versione sono al litio e  l’autonomia, inizialmente di 70-80 km, è arrivata a 175, con una velocità massima di 45 km/h e un motore da 4 kw capace di farle superare pendenze del 18%. Tutto bene dunque? Non proprio. Circa nove anni fa succede qualcosa che ancora oggi mette a dura prova la compostezza da gentleman  del commendator Lamborghini.

Il crollo del 2008. Ora Tonino riparte dall’Asia

L’Utility vehicle della Town Life ebbe un grande successo, le cose andavano bene. Fino a quando la crisi del 2008 a cui seguirono alcune decisioni del governo di allora, sia in termini fiscali che di mobilità urbana, bloccò tutto il settore in Italia. Veicoli che non inquinavano, che costavano sì più di uno scooter ma con la loro scocca proteggevano i ragazzi. Chatenet e Ligier continuarono a vendere in Francia, ma qui da noi fu un crollo per tutti. Già della versione elettrica se ne vendevano poche, perché era molto difficoltoso ricaricare le batterie. Ma con quel provvedimento tutto si arrestò.

Da allora, come sappiamo bene, molte cose sono cambiate. E Tonino Lamborghini è pronto dopo la pandemia a riprendere la produzione di golf cart elettrici in India, attraverso la partnership con il Gruppo Kinetic Green della famiglia Firodia, e a rilanciare il marchio ISO, storico marchio italiano nato nel dopoguerra, per gli scooter elettrici in Asia, con il gruppo singaporino Giken Sakata.

Conclude Tonino Lamborghini. Il problema dell’ambiente sta diventando sempre più importante, soprattutto per le generazioni future. Io ho cinque figli, vorrei lasciare loro un futuro non inquinato.

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