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Loris Reggiani: “La prossima Thundervolt sarà da gara”

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Loris Reggiani (a destra) con i due soci Bruno Greppi e Giuseppe Sassi presenta la ThunderVolt NK-E

Thundervolt NK-E è solo il primo passo per l’azienda appena fondata dall’ex pilota forlivese Loris Reggiani. In questa chiacchierata con Vaielettrico parla di progetti futuri e del futuro delle due ruote elettriche, che sarà radioso. Più sulla strada che in pista.

Prossimo progetto della neonata Thundervolt? «Una pit-bike da competizione». E un’ elettrica stradale omologata? «Mai dire mai, ma è poco probabile». Eppure le due ruote elettriche «conquisteranno il grande pubblico dei motociclisti». Non quello che assiepa i circuiti del Moto GP, e che presto (il 5 maggio a Jerez) avrà come antipasto il duello fra 12 team e 18 Energica Ego Corsa in assetto da gara, primo appuntamento del neonato Fim Enel MotoE World Cup.

La MotoE? Senza rumore, niente passione

Così parlò Loris Reggiani, ex campione delle due ruote e oggi volto noto della TV nelle vesti di opinionista-commentatore. Loris non è mai salito in sella ai bolidi EV che presto si sfideranno in pista, a differenza di numerosi altri campioni a partire dal suo omonimo e conterraneo romagnolo Loris Capirossi.  Però non crede che le moto elettriche, allo stato attuale delle tecnologie, possano garantire in circuito le stesse emozioni delle rombanti  moto a benzina. «Una moto che pesa 270 chili, fa i tempi di una Moto 3 e non spacca le orecchie del pubblico, non può suscitare l’entusiasmo degli appassionati _ dice _. Magari in Tv potrà piacere  lo stesso se le gare saranno combattute e i piloti, come sembra, saranno campioni veri. Però sui circuiti il pubblico delira per il frastuono e l’odore degli scarichi. E tutto questo non ci sarà».

Innamorato della moto elettrica 

Loris Reggiani scommette invece sul futuro delle moto elettriche in città, e anche nel medio raggio per chi ama le pieghe e le scorribande della domenica.  «Non ho mai avuto l’occasione di guidare una moto Energica _ ci dice _ ma ho provato una Zero e mi sono divertito davvero. Non credevo che una moto elettrica potesse essere così divertente, addirittura più divertente di una tradizionale. Chi la prova si innamora. Sì, il futuro è sicuramente da quella parte». E allora, gli chiediamo, perché con la vostra Thundervolt non siete partiti da una moto da strada? «Thundervolt è nata da un’altra esigenza. Mia sorella e il marito gestiscono una pistina per pit-bike in Riviera: avevano problemi con il Comune per via del rumore nelle aperture serali e io ho suggerito di passare alle più silenziose mini moto elettriche. Quando abbiamo scoperto che sul mercato non ne esisteva nemmeno una, abbiamo deciso di progettarcela e produrcela in casa. Noi intendo io e i miei soci Bruno Greppi e Giuseppe Sassi, cofondatori di Thundervolt».

Ma realizzata quella? «Non è stato semplice come pensavamo. Ci sono voluti due anni di lavoro e investimenti importanti. Non eravamo in grado di sviluppare  conteporaneamente altri modelli. Ora che la NK-E è fatta, possiamo pensare ad altro». Non sarà però un esemplare da strada, almeno per il momento. Troppa burocrazia per l’omologazione, troppo lavoro per la commercializzazione e il marketing.

Per le gare il motore va in mezzo

Sarà invece un’altra midi-Bike con ruote da 12 pollici, ma questa volta da competizione. «Ci hanno proposto di realizzare una moto race, per campionatini monomarca riservati alle minimoto elettriche. Sarà questo il nostro nuovo progetto. Dovremo ridisegnarla da capo: la Thundervolt NK-E ha il motore integrato nella ruota posteriore: va bene per l’uso sportivo, nei kartodromi e nelle pistie. Ma per le gare ci vuole un’altra distribuzione dei pesi, l’unica che ti toglie gli ultimi due decimi di secondo al giro. Avrà motore centrale e trasmissione a catena, sarà più leggera, avrà più allungo, una batteria più capiente. Dovremo investire tanto». Stesso discorso vale per il fuoristrada, altro sogno nel cassetto di Reggiani e della sua Thundervolt.

Loris Reggiani e soci contano di finanziare i progetti futuri con le vendite della NK-E. Che costa  6 mila euro Iva compresa, ma ha un mercato potenziale non trascurabile: «Per ora siamo gli unici produttori. In Italia i piccoli circuiti da noleggio e i kartodromi sono circa 150, ma all’estero, nel Nord Europa soprattutto, ce ne sono a migliaia e tantissimi al coperto dove oggi l’unica alternativa sono i kart elettrici. Speriamo di avere un riscontro positivo».

Sulla trazione elettrica in generale, anche a due ruote, Loris Reggiani ha invece solo certezze. «Tutto va in quella direzione. Il collo di bottiglia, al momento, è la batteria; ma so che in ambito militare hanno già sperimentato nuovi accumulatori molto più potenti e leggeri». La sua Thundervolt  NK-E è progettata per poterla sostituire in pochi minuti. Potrà essere questa una soluzione? «Non ci credo tanto. La nostra è estraibile, ma pesa 18 chili: per veicoli ad alte prestazioni, sostituirla non può essere un’operazione di routine»

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