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Lorenzo fa software per la mobilità e viaggia in Tesla: sei mesi da raccontare

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Tesla
La Tesla dell'imprenditore Lorenzo Modena

Lorenzo viaggia entusiasta in Tesla: sei mesi che hanno meritato un racconto. E studia la mobilità smart. Quella che propone con la sua società, la Openmove, che vende sistemi di gestione di flotte e sharing.

Crea e vende software per la mobilità smart

Lorenzo Modena
Lorenzo Modena l’imprenditore della mobilità ed entusiasta per le auto elettriche

Il lavoro di Lorenzo mira a rendere più sostenibile la nostra mobilità quotidiana. La sua azienda scrive i software che permettono l’organizzazione puntale del proprio viaggio in autonomia. Un esempio chiaro: “L’automobilista arriva in città  e si ferma in un parcheggio d’interscambio, sale in metropolitana per andare in centro e poi completa il suo itinerario con la bici o  il monopattino a noleggio”. Soluzioni che si gestiscono anche via app informazioni, prenotazioni, acquisto biglietti  e che il giovane imprenditore ha venduto in Italia e in diverse città europee, da Bruxelles a Londra.

Oltre l’attività imprenditoriale legata alla mobilità Lorenzo è un entusiasta delle auto elettriche: “Il mondo si divide tra chi l’ha provata e chi non – racconta -. Per guidabilità e comfort esiste un divario fortissimo. Impossibile resistere al loro fascino. Io ho una Tesla e ci ho fatto anche viaggi lunghi in piena tranquillità. Ma il discorso vale per tutti i modelli elettrici”. Vediamo il suo racconto sui primi sei mesi.

Lorenzo: “I miei primi sei mesi in Tesla”

Lorenzo Modena

L’imprenditore ad un eventoHo aspettato 6 mesi a parlare della mia Tesla, perché temevo di scadere nelle banalità da amore a prima vista. Bene, credo che dopo 15.000 Km, ne sia uscita una recensione ancora più entusiastica.

Mettiamo subito le cose in chiaro: a me delle macchine non me ne frega niente. Di più, mi sembrano un modo piuttosto frivolo di buttare soldi per pompare il proprio ego. Le mie auto sono state nell’ordine una vecchia Panda del 1990, una Polo che ho spremuto fino a 300.000 km cambiando due volte il motore e una BMW usata, che ho comprato dal mio amico Marco senza esserci letteralmente mai montato.

Dopo la prima prova, ordinata in una settimana

Sono salito per la prima volta su una Tesla a luglio dello scorso anno. Il mio amico Giorgio mi avvertì: “Ha un unico difetto, quando la provi ti innamori”. Aveva ragione: due giorni dopo mi sono ritrovato su Internet a pensarci seriamente, il fine settimana ho preparato un financial plan, la settimana dopo ho chiesto al mio amico Leonardo un mutuo e due settimane dopo l’ho ordinata.

Ho passato un agosto febbrile, a guardare come un forsennato qualsiasi video su Youtube, e a settembre finalmente è arrivata. Ho avuto la medesima epifania che ebbi nel 2007 quando comprai il primo iPhone: perché non le fanno tutte così?

Innanzitutto una Tesla non ha una chiave e non ha un tasto di accensione. Ti avvicini (lei sente il Bluetooth del cellulare in tasca), apri la portiera e vai. Naturalmente la trovi già climatizzata, perché hai fatto partire prima il clima dall’app!

Per Lorenzo: Smartphone con le ruote

Così come l’iPhone, hai la chiara percezione di aver acquistato un prodotto le cui funzionalità aumenteranno nel corso del tempo. A settembre ad esempio faceva 350 cavalli, con un tempo di 4,5 secondi sullo 0-100. Tesla poi ha regalato 20 cavalli a tutti, che ti catapultano a cento all’ora in 4 secondi netti (sì, roba da Lamborghini). E se non ti basta ancora, paghi un aggiornamento software e tiri giù un altro mezzo secondo. Nel corso di questi mesi sono arrivati (gratis) comandi vocali, Netflix, frenata migliorata, modalità sentinella… E a breve arriveranno i supercharger da 250 kW, con i quali fare il pieno in 10 minuti. Una Tesla è in definitiva quella che si definisce in gergo una piattaforma su cui innestare servizi a valore aggiunto. Uno smartphone con le ruote, insomma.

E poi “Guida da sola…”

Arriviamo ora alla parte più succosa: una Tesla guida da sola. O per meglio dire, sta imparando (ed è incredibile vedere i passi avanti mese dopo mese). Attualmente è una cosiddetta guida autonoma tra il livello 2 e 3 (ovvero curva, accelera, frena, vede le altre auto e gli ostacoli, rispetta i limiti di velocità, etc.) ma Elon ha promesso che con l’hardware esistente raggiungerà tra un paio d’anni il livello 5. E io non ho alcun dubbio in proposito. Più della metà dei miei 15.000 Km li ha guidati lei, prevalentemente in autostrada, in strade extraurbane o quando sono in coda. Ha imparato da poco a leggere i semafori e la segnaletica orizzontale e sta diventando più brava anche nelle stradine di città.

Conti ecologici ed economici

E poi, che bello è non inquinare? Le auto elettriche non producono emissioni nocive. E se avete la fortuna di vivere in Trentino (dove l’energia è per il 90% idroelettrica), potete dire a tutti gli effetti che la vostra macchina va ad acqua!

Quanto costa una siffatta meraviglia? Meno di quanto credi. Innanzitutto l’energia elettrica costa un terzo rispetto alla benzina a parità di chilometraggio, il che significa che se viaggi molto come me, a fine mese te ne accorgi eccome! E poi non paghi il bollo, l’assicurazione costa meno e soprattutto non ha tagliandi!

Il primo intervento di manutenzione ordinaria prevista sono le pastiglie dei freni tra i 150.000 e i 200.000 chilometri (sì, perché il pedale del freno non lo tocchi quasi mai: quando rallenti i motori – uno per asse – si comportano da dinamo e le batterie accumulano energia). Com’é possibile? Beh, come sogliono dire meccanici “quello che non c’è non si rompe”! E la Tesla ha una trasmissione semplicissima: senza frizione, cambio, albero, catene, cinghie, olii, filtri e stronzate varie. Queste robe le hanno inventate 150 anni fa per far funzionare il motore a scoppio. In termini ingegneristici è la preistoria.

Insomma Lorenzo riconosce l’alto prezzo  d’acquisto, ma ha fatto bene i suoi calcoli: “Poter guidare nel futuro già oggi chiaramente ha un alto prezzo d’acquisto, ma il risparmio sui costi di esercizio si sente parecchio. In fin dei conti quindi la scelta di prendere una Tesla l’ha fatta il foglio Excel su cui ho fatto i conti; io ho solo scelto il colore. Ed è stato piuttosto semplice perché, come diceva Enzo Ferrari, “chiedete a un bambino di disegnare un’automobile, sicuramente la farà rossa”.

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