Londra ci frega il kit per convertire la Vespa in elettrico. Gli inglesi sventolano la bandiera del “prima noi”, anche se al dispositivo ci sono arrivati prima degli imprenditori riminesi. Non è un furto, ma la solita burocrazia italiana e l’incapacità politica di risolvere semplici problemi normativi. Così si è lasciato in un limbo improduttivo questa innovazione.
Su Vaielettrico.it da ben tre anni (leggi) parliamo e presentiamo il retrokit realizzato a Rimini da giovani ingegneri romagnoli. Abbiamo visto la Vespa convertita su strada e funziona e non mancano le richieste dei clienti. Tutto è pronto per la commercializzazione, ma manca la norma che rimandano da tempo (leggi). Uno spreco intellettuale, economico, ecologico mentre a Londra vendono il kit in tutto il mondo per convertire in elettrico Vespa e pure la Lambretta.
Roma dorme, Londra produce

La frustrazione dei giovani ingegneri romagnoli, ma pure dell’artigiano Max Retano (leggi), si scontra con il successo di Niall McCart. Irlandese innamorato del design motoristico italiano che ha scoperto un’opportunità nelle limitazioni ai mezzi inquinanti. A Londra come a Milano, a Firenze o a Bologna – dove esistono piani per la decarbonizzazione del centro storico – c’è la stretta progressiva ai motori termici. Volere o volare bisognerà convertire anche le due ruote.
Lo sa bene Niall che sta vendendo il kit retrofit in patria e all’estero. “Abbiamo iniziato in un capanno da giardino nel 2000 e siamo cresciuti oltre ogni aspettativa man mano che la scena degli scooter ha continuato a evolversi“. Scrive l’inventore nel suo sito Internet: “Quello che abbiamo creato nel nostro garage e showroom di 325 metri quadri a Walthamstow, East London, è l’officina completa per il restauro, la manutenzione e il servizio di scooter vintage di Vespa e Lambretta“.
Niall: “Il primo kit al mondo”, ma Rimini: “Siamo partiti prima noi”

Niall scrive: “Il primo KIT DI CONVERSIONE ELETTRICA al mondo per la nostra amata gamma di scooter elettrici e ciclomotori Niu classici, Vespa e Lambretta e anche i moderni scooter a benzina Royal Alloy dall’aspetto classico“. Già nel 2018 avevamo scritto del kit riminese. “Siamo partiti prima noi“, ci tiene a sottolineare Alex Leardini di Motoveloci. “Questo kit inglese non ha la certificazione elettromagnetica e non può essere utilizzato nell’Unione Europa“. Ma lo vendono in Gran Bretagna e negli USA e in altre parti del mondo. Una beffa per gli imprenditori riminesi, immobilizzati dalla imbalsamata burocrazia e politica italiana. “Il decreto che aspettiamo da tempo dovrebbe tornare presto e approvato dall’Unione europea. Finora non abbiamo potuto fare alcune certificazioni per non buttare via tempo e soldi. Prima dobbiamo sapere cosa chiede il decreto“. Quando arriverà …
Superati anche dai francesi, il kit inglese si auto installa

Sul fronte retrofit siamo stati superati pure dalla Francia che l’anno scorso (aprile 2020), ha approvato la legge per il retrofit comprendendo anche le moto. C’è pure un incentivo da 1000 euro. Noi stiamo qui ad aspettare mentre gli inglesi fanno affari con i miti della nostra storia motoristica e i francesi stanno creando una filiera. Merito degli incentivi per le auto e un finanziamento statale per realizzare un kit per gli autobus. “In Gran Bretagna si può anche anche montare un kit a casa e il corrispettivo della motorizzazione italiana approva dopo tutti i controlli. Noi dobbiamo spendere per diventare produttori certificati e poi il kit farlo installare da una officina certificata“. Un surplus di obblighi che fa aumentare tempi e costi. Per questo c’è chi, come il signor Fausto Golinelli, è andato fino in Germania per convertire la sua auto.
I Kit vengono venduti a 3900 euro

Lo snellimento burocratico inglese e degli altri Paesi permette di abbattere costi e, quindi, il prezzo finale. Nel sito Retrospective Scooters il Large Frame Vespa Conversion Kit si acquista a circa 3900 euro e comprende oltre il motore una batteria e altri elementi (qui i dettagli). Alcuni modelli di Vespa possono ospitare una batteria che offre quasi 190 chilometri di autonomia. E oltre la Vespa ci sono diversi kit per la Lambretta. E giustamente si mettono in evidenza i benefit delle due ruote convertite: “Non si pagano la tassa di circolazione e le tasse sulle emissioni. E si può circolare in città come Londra“. Facile anche la ricarica: “Basta estrarre la batteria quando arrivi a casa, portarla dentro e collegarla a una presa qualsiasi per ricaricarla“.
3900 euro???? mi pare esagerato.
Motore 200 euro
Accessori 150 euro
Batteria 200-400 euro (esagerando)
non capisco ….
“non capisco …. ”
forse perchè non sei cos’ addentrato nel settore… come tutte le cose ci son diversi prodotti, qulaità , materiali, finiture riporti, precisioni, certificazioni asistenze, garanzie, mbtf,tecnologie, brevetti, , eccc. e prezzi di conseguenza
Accettiamo la sfida di Enrico, ci costruisca (anche virtualmente) un kit con questi elementi: 7kw di motore; batteria da 2,2kwh li-ion , modulo di comunicazione e app. Siamo molto curiosi di conoscere il risultato. Naturalmente indicando i marchi da dove acquista.
Infatti non puoi capire , devi anche calcolare gli stampi da realizzare , il motore driver , il charger ecc
Salve, penso di essere un discreto tecnico elettromeccanico, grande appassionato di motori fin da bambino. Circa dieci anni fa mi capita di vedere un servizio di TG Leonardo, il quale mostrava come dei tecnici fiorentini avevano elettrificato una vecchia Fiat 500. Così incuriosito ho cominciato a studiare meglio la cosa. Premetto che avevo già una preparazione tecnica nella trazione elettrica per via della mia professione, poiché riparavo spazzatrici e lavasciuga pavimenti industriali. Alla fine per farla breve, mi sono fatto prendere dalla mia passione per la tecnica fino a convertire due vespe e un motociclo da enduro. Guardando vari progetti in rete, mi accorsi che non mi piacevano perché non erano più lo stesso mezzo, conversioni banali, un po’ come quella dell’inglese, motore nella ruota e telaietto in tubi. Per carità andrà anche bene, ma da un’impressione di cinesata. Ora, per me che sono un’ appassionato della Vespa era indigeribile una soluzione del genere. Così decisi di fare un qualcosa di più, trasformare in modo reversibile il suo blocco motore in elettrico senza fili o altro a vista, il tutto esteticamente doveva rispettare al massimo l’originale. Che avventura cari amici, piena di problemi da risolvere e ore e ore di lavoro tuttavia nel 2017 faccio il primo giro con la Vespa retrofittata. Nel 2018 il motociclo da enduro e nel 2019 la Vespa LX et4, oggi vedo molto fermento sia in India che in Europa intorno alla mia idea ma al momento sono lontani da un risultato accettabile. Ora che sono stati sviluppati e testati potrebbero essere commercializzati, non dico da me ma da qualche azienda del settore, certo che se non ci sono le possibilità di omologarle tutto questo a cosa è servito? Come tecnico nel mio piccolo aver fatto per primo una configurazione elettromeccanica reversibile, su monoblocchi originali la soddisfazione è tanta. Rimane il fatto che non potendole utilizzare è una magra consolazione. https://www.youtube.com/watch?v=7ZxPQivtyKs https://www.youtube.com/watch?v=6dZTpVzjkTw
Grazie Max per il contributo e la grande passione che investe sulla conversione elettrica
Lo faccio anche per cercar di destare interesse nei giovani, affinché vadano oltre e non rimangano indietro rispetto al resto del mondo. Guardando in rete gli altri paesi sono molto ma molto più attivi di noi! Forse perché sono più tolleranti nelle regole? Gian Basilio guarda questo video, ti prego guardalo tutto e osserva questo ragazzo, quanta passione e sacrifici ha fatto. Il premio? Usarla con paura! Un saluto a te e ai lettori. https://www.youtube.com/watch?v=FvYwzce8J3o
Cmq bravissimo!! al netto della burocrazia italiana.
Per me l’elettrico rimane il futuro come mezzo per spostamenti brevi città e limitrofi. Ha ancora TROPPI problemi di affidabilità elettronica, visto i mezzi in commercio parlando di due ruote oltre ad una discutibile, anche poca, qualità cinese.
Almeno la fiducia per gli spostamenti urbani è già qualcosa
Non ci sono parole, ancora una volta.
Sarebbe spettacolare un mercato del retrofit anche per le auto.
Ma viste le premesse, con una applicazione banale, perdo sin da ora le speranze…
Alla fine arriveremo anche noi Luca, magari con formule diverse da quelle pensate. Probabilmente di livello industriale con un retrofit non solo del motore come si legge qui https://www.vaielettrico.it/renault-re-factory-lauto-elettrica-diventa-circolare/ e probabilmente resisteranno nicchie per riciclo povero, ma sempre utilissimo, e con valenza sociale come in questo progetto a Modena https://www.vaielettrico.it/le-batterie-del-pc-rinascono-nelle-e-bike-succede-a-modena/
potevo capire quando c’erano gli agnelli che foraggiavano la politica
per ottenere finanziamenti pubblici e ingessare il sistema produttivo italiano
per evitare concorrenti interni nel nome de : “serve un’azienda grande per competere nel mondo”
quando in germania c’erano 4 e ci sono 4 gruppi industriali ancora vivi che si fanno concorrenza
ma ora che FCA è diventata franco-olandese …
cosa abbiamo da perdere?
a già in germania c’è anche la TUV !!
che permette a artigiani e piccoli costruttori di fare prodotti di nicchia e piccole serie
AMG, Irmscher, Abt, Brabus ecc eccetera ..
in italia avevamo abarth
ora abbiamo stellantis abarth che sono solo un adesivo su auto di serie poco serie ..
-_-
Avete fatto bene a ricordare il sig.Golinelli.
Fatevi dire qual’è la procedura e mandate i giovani ingegneri in Germania.
Poi Cercate di parlare con il Ministro di Competenza e spingetelo a trovare una soluzione per le omologazioni veloci.
Se non funziona cominciate a fare una lista di parlamentari che non devono essere votati fra due anni.
La fa semplice Raffaele
In italia il ministro della transizione energetica, il presidente del consiglio ecc. sono tutti preoccupati su come salvare l’ENI.
Il loro motto è: meglio un ENI oggi che un PIANETA TERRA domani.