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Litio e cobalto, nuovo allarme ecologico dal Guardian

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Terre rare, litio e cobalto

Litio e cobalto (e non solo), nuovo allarme dal Guardian: il diffondersi dell’auto elettrica porta con sé “danni collaterali” rilevanti sul piano ambientale.litio e cobalto

Litio e cobalto, “impatti sulla biodiversità”

litio e cobalto
Il prof. Richard Herrington

Gli scienziati avvertono che ci sarà un prezzo ambientale da pagare per questa spinta a creare un mondo alimentato dalla tecnologia green“, scrive il quotidiano inglese. Spiegando che l’estrazione dei materiali per costruire le batteriepotrebbe avere conseguenze ecologiche molto gravi e impatti importanti sulla biodiversità“. La fonte di queste preoccupazioni, già note, è il prof. Richard Herrington, capo del Dipartimento Scienze della Terra del Natural History Museum di Londra. “Il passaggio alle emissioni nette di carbonio zero creerà nuovi stress sul nostro pianeta, almeno a breve termine“, ha spiegato Herrington. “Dovremo imparare a considerare i profitti e le perdite per quanto riguarda gli ecosistemi, proprio come facciamo con le questioni economiche“. Vengono ribadite le preoccupazioni per l’approvvigionamento del cobalto, che per  il 60% proviene dalla Repubblica Democratica del Congo. Paese nelle cui miniere (assolutamente  pericolose e malsane) si utilizzano addirittura bambini di sette anni come minatori.

Litio e cobalto ma non solo: c’è il problema del rame

Secondo Amnesty International, poi, in un villaggio congolese si beve acqua da un ruscello contaminato dallo scarico dii un impianto di lavorazione dei minerali. E l’allarme anche per il litio, estratto soprattutto in Sud America, tra Cile, Argentina e Bolivia. Il problema è la grande quantità di acqua pompate da fonti sotterranee per agevolarne l’estrazione, con abbassamento delle falde e fenomeni di desertificazione.

litio e cobalto
Una minieradi litio ad Atacama, in Cile (credit photo: Potash Corporation)

Viene poi ricordato il famoso caso del Tibet, dove una fuga di sostanze chimiche tossiche dalla miniera di litio Ganzizhou Rongda ha avvelenato un fiume. Ma non solo litio e cobalto: c’è anche il problema del rame. Il Guardian sostiene che “sono necessarie migliaia di tonnellate per creare dispositivi eolici o solari. Mentre i veicoli elettrici utilizzano due o tre volte più rame di quelli alimentati da un motore diesel o benzina. Di conseguenza, è probabile che l’appetito mondiale per il rame aumenti di oltre il 300% entro il 2050“.

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92 COMMENTI

  1. Vorrei sottolineare, anche, la particolare sinergia che si verrebbe a creare abbinando alla mobilità personale elettrica gli impianti fotovoltaici ad accumulo nelle abitazioni e sui luoghi di lavoro. Già oggi impianti da 6KWh costano meno di una utilitaria a benzina. Quando l’auto la fermi lei si ricarica, lentamente ma si ricarica, e (soprattuto in primavera-estate) probabilmente accumulerà energia per la gita fuori porta del fine settimana…

  2. Il Cobalto per alcuni modelli tesla prodotti in Cina è un problema risolto
    i modelli Tesla che usano le batterie CATL , non usano il cobalto
    Tesla ha perfino deciso di eliminare le parti cromate della carrozzeria per essere più eco friendly

  3. Il problema delle materie prime è enorme, andrebbe affrontato a livello comunitario con un gande piano di ricerca scientifica, sostituendo tutti i materiali nobili e terre rare dalle loro applicazioni. Inoltre in merito alla questione energia, sempre a livello EU si dovrebbero mettere insieme le varie società spaziali coordinate dall’ ESA per portare il Solare Fotovoltaico nello spazio. Solo così possiamo evitare la ciclicità tra giorno e notte di questa fonte. In merito alle varie tecnologie, credo che il futuro sarà sicuramente dell’elettrico ma anche dell’Idrogeno verde, specie per veicoli pesanti e di lunga percorrenza. Alla base però ci dovrà essere quella sostituzione di materiali pregiati e terre rare come ad esempio sui catalizzatori. L’H2 verde non è il futuro è già il presente, sono moltissime le applicazioni che usano questo vettore energetico. TreNord ha già acquistato da Alstom i primi treni per le tratte non elettrificate che oggi usano un vecchio motore diesel superinquinante di origine cinese, i nuovi treni si vedranno in circolazione a fine 2021. Hyundai ha già consegnato i primi camion a H2 al cliente Svizzero, ha una commessa di 1500 mezzi. Il primo velivolo a 18 posti di ZeroAvia è stato già omologato. La società Prinoth della prov. di Bolzano ha presentato il suo primo battipista a H2 Verde. La società JCB in UK ha presentato il primo escavatore a H2 Verde. In Scozia, 500 case saranno riscaldate da H2 verde prodotto da energia eolica con un elettrolizzatore italiano. Il Giappone paese che conosco bene per ragioni di lavoro sarà il primo paese che andrà completamente a H2 entro il 2030. La filiera dei progetti su nuovi impianti solari ed eolici off shore in particolari per la produzione di H2 sono moltissimi. Moltissime delle società dell’ Oil & Gas si stanno riconvertendo al Green, Shell, BP, Total, ENI, Snam, Exonn giusto per menzionarne alcune. Molti paesi hanno già stabilito la data entro la quale non sarà più possibile vendere auto a benzina, gasolio, metano. L’ italia deve creare le infrastrutture di ricarica per la mobilità ad H2 sull’esempio della prov. di Bolzano. Buon Pomeriggio

  4. Sicuramente il problema delle batterie x un veicolo elettrico è il problema principale poiché sappiamo tutti che non sono eterne e che il loro ciclo di vita è di circa 8 ,10anni moltiplicati x 500 milioni di veicoli sono tante. Riusciamo a riciclarle? Cioè con un processo a riutilizzarle, penso proprio di no. L’ auto elettrica è un’evoluzione che x forza dovremmo fare, le fonti fossili vediamo hanno portato a un problema di co2 e inquinamento cittadino ed estrattivo. Dal mio punto di vista l’energia finché non si riuscirà a produrla con la fusione si spera nel 2050,60, si dovrà produrla con il fotovoltaico, e altre fonti. Bello sarebbe chi ne ha la possibilità di stoccare l’energia dei pannelli f. domestici e ricaricare di notte l’auto, il costo delle batterie x casa è elevato e comunque non eterne. Tutto questo blocca e fa pensare, costi elevati e poche certezze. Forse la soluzione di idrogeno con fuel cell e batteria tampone sarà il futuro per efficenza e ambiente. Speriamo di imboccare la strada giusta.

    • Riciclare cobalto e litio non è un problema se le batterie vengono costruite per essere riciclate e vengono recuperate correttamente, il problema è procurarsi la materia prima per costruirle, siamo 7 miliardi e tutti ambiscono ad avere un’auto. Il problema principale però è ricaricarle, quanti m2 di pannelli solari servono perché una batteria possa essere ricaricata in una notte?

  5. Bisogna puntare sulle nanotecnologie e materiali creati in laboratorio. Cosa stanno aspettando!?
    😁😬

  6. Dalle mie parti si dice “o l’é züpa o l’é pan bagná” (o è zuppa o è pan bagnato), che sta a significare che si cambia la forma ma la sostanza è sempre la stessa…
    Ogni attività umana comporta un dispendio di energie, non si può dire a priori che l’auto elettrica, a idrogeno, a plutonio, a elio 3 non inquina perché dal tubo di scappamento non esce niente localmente.
    L energia va prodotta – trasportata– consumata. Punto.
    E visto che il processo è noto e tracciabile, calcoliamo il foot print di ogni prodotto.
    Discussione finite. Dati analitici in mano si vedrà cosa è meglio, anzi meno peggio, per l’ambiente…

  7. Oggi alcune grandi aziende dell’energia stanno iniziando ad investire sulla produzione dell’idrogeno…il mondo cambierà, la fusione nucleare sta per diventare una realtà e con essa anche l’idrogeno

    • Sulla fusione purtroppo siamo lontani. È di pochi giorni fa la notizia che in Sud Corea sono arrivati a “ben 20 secondi” di reattore acceso. Non so e non credo la avremo come tecnologia utilizzabile a breve purtroppo.

    • L’idrogeno per ora si produce solo per elettrolisi dell’acqua (serve corrente elettrica) e per steam reforming da combustibili fossili, carbone, petrolio, gas, e produce CO2.

      • Al 99% da steam reforming dato che il costo da elettrolisi è proibitivo. I costi caleranno, ma c’è ne vorrà.
        Lascerei l’idrogeno verde alle industrie chimiche, che ne usano a iosa. Che poi è uno dei grandi investimenti pensati in Germania.
        Per il resto teniamoci gli elettroni, che costano meno e rendono molto meglio

  8. Non capisco questa preoccupazione per il rame, nel settore media e alta tensione sono decenni che si utilizzano anche cavi in alluminio, l’alluminio non ha problemi di reperibilità, basta fare i cavi un po’ più grossi (e si risparmia pure peso e nel settore ev conta molto)
    Sono sempre molto critico quando leggo certe affermazioni ma lavoro nel settore da molti anni e molte cose le vedo come propaganda un po’ come con il 5g etc.
    Tutte le rivoluzioni o anche evoluzioni comportano dei svantaggi non possiamo essere contrari a prescindere.

  9. Finalmente l’articolo che aspettavo! Leggo questo portale da molti mesi ormai e non ho mai commentato ma ho sempre avuto la tentazione di farlo perché, a mio avviso, non si stava riflettendo sui veri problemi dell’auto elettrica. Autonomia, tempi di ricarica, diffusione delle colonnine sono tutti piccoli grattacapi in confronto e con poca organizzazione si possono superare facilmente. Il vero rischio è che il rimedio sia peggiore del male, ovvero che la tecnologia delle batterie risulti più dannosa di quella del petrolio. Servono maggiori approfondimenti, studi, inchieste, serve il coraggio dei produttori di fare scelte il più possibile sostenibili anche nella fase di produzione e lungimiranza dei governi di evitare il disastro geopolitico che è stato il controllo del petrolio. Servono investimenti nel recupero dei materiali e nel riciclo, senza spedire il materiale in Cina. Quella delle batteria è una questione seria, ambientale e geopolitica, l’alternativa non è certo rimanere ancorati al petrolio, ma se non si affrontano queste sfide con mentalità ecologica moderna temo ci aspettino casini simili a quelli avuti col mondo petrolifero. La proposta di andare a piedi, per quanto provocatoria, rispecchia una possibile strategia collaterale ovvero la riduzione dei consumi energetici superflui sulla quale andrebbero fatti dei pensieri sia individuali che pubblici.

    • Intanto grazie per aver deciso di seguire Vaielettrico.it. Quanto al tema dell’impatto ambientale e del rispetto dei diritti umani nell’estrazione dei materiali rari per le batterie, ne parliamo ampiamente fin dalla nascita di questo portale, nell’ottobre 2017. Non solo in relazione a litio e cobalto, i più “attenzionati”, ma anche per il nichel: https://www.vaielettrico.it/le-materie-prime-come-il-nichel-vero-incubo/ . Già a dicembre 2017 parlammo delle cautele e degli imbarazzo di una Casa come Volkswagen, che non può certo permettersi altri scandali come il Dieselgate: https://www.vaielettrico.it/volkswagen-vuole-solo-cobalto-pulito/. Più altri innumerevoli articolo. E continueremo a farlo. Perché, contrariamente a chi pensa che il mondo debba sempre dividersi a priori tra favorevoli e contrari, come alle elezioni o nel campionato di calcio, cerchiamo di vedere sia il bello sia il meno bello della mobilità elettrica.

    • Fra, concordo con te: il tema delle batterie è critico e va affrontato bene. Sia dal punto di vista dell’estrazione, sia del riciclo.
      C’è un vantaggio secondo me: i materiali non vanno mai persi. Il riciclo non sarà magari ovunque al 100%, ma i metalli mantengono un valore intrinseco e dunque dovrebbe esserci interesse a recuperarli. Sinceramente penso che la UE stia impostando abbastanza bene il tema, ma è ancora presto.
      Di certo, sarà meglio che la filiera petrolifera, che finisce letteralmente in fumo

  10. Invece estrarre petrolio, far venire i terremoti, inquinare le falde acquifere, avvelenare e far morire di cancro le persone, far nascere malformati i bambini, rendere sterili…..immettere in atmosfera tonnellate di veleni e co2… no, non è impatto ambientale.

    Le stragi di malattie portate da ENI in Africa …non sono nulla.

  11. L’unica via praticabile è l’idrogeno green, e non l’elettrico, che pootrebbe al massimo rimanere una nicchia, solo nelle piccole autovetture. L’idrogeno sarebbe ed è gia’, la vera svolta. Non si vede perché dobbiamo poi seguire l’elettrico, che è guidato soprattutto dalla Cina. Oltretutto l’elettrico è impraticabile nei grossi mezzi ( camion, autobus, mezzi di cantiere ecc.) quindi mancante del 40% dei trasporti. Riunendo tutti gli sforzi dell’idrogeno, in 5 anni risolveremo il problema è non distruggeremo l’ambiente facendo finta di essere green e di non inquinare e distruggere l’ambiente e le persone, nella estrazione di alcuni materiali.

    • C’è sempre quel piccolo problemino. Per produrre 30 di idrogeno (che poi va distribuito, stoccato, erogato e immesso a 700 atmosfere nel serbatoio dell’auto, di lì va alle celle a combustibile per essere trasformato in elettricità che alimenta il motore) serve 100 di energia elettrica…E il vantaggio?

          • Armaroli aveva introdotto e mi aveva assolutamente convinto, l’approccio relativo alla produzione di metanolo rinnovabile a partire da CO2 e H2 prodotto da fonti rinnovabili. Un approccio che senza entrare nel merito, comporta diversi vantaggi: si recupera la CO2 che da problema diventa risorsa e si recupera il surplus di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili solare ed eolica per la produzione di idrogeno e successivamente di metanolo consentendo. come tutti sappiamo, lo stoccaggio di energia chimica.

            A seguire abbiamo l’applicazione, in campo automobilistico, proposta da Gumpert con Nathalie, fuell cell a metanolo, piccola e leggera batteria tampone, quattro motori elettrici con trazione integrale permanente, oltre 800 km di autonomia, leggerezza, handling inimmaginabile se non la si prova e rifornimento immediato.
            Vettura per pochi, così le inesistenti stazioni di rifornimento di metanolo.

            Dal punto di vista pratico è una porta aperta su uno scenario percorribile a patto di strutturare la produzione e la distribuzione del metanolo rinnovabile, ottenuto eliminando la CO2.

          • Armaroli, Alberto, ha però precisato che catturare la CO2 non è problema banale e recuperare idrogeno davvero “verde”, senza spreco di energia, ancora meno. Ci vorranno almeno 20 o 30 anni.

          • Sono diventato fiducioso da quando Bill Gates ha messo sul piatto un miliardo di dollari per sviluppare tecnologie cattura-CO2.
            Quando si muove Mr. Microsoft, arrivano i risultati.

  12. “No problem at all”

    L’auto rappresenta il mezzo per soddisfare le proprie esigenze e i propri desideri.
    Per queste ragioni assume una valenza più che famigliare, personale.

    Tante persone perdono tempo discutendo di vetture, guardano le corse ed altro ancora.

    Noi perdiamo tempo approfondendo il tema della mobilità e delle nuove tecnologie. Consoliamoci, in realtà non è uno spreco perché evidenzia nuove conoscenze, aspetti di un problema sistemico.

    E questa dello sfruttamento delle materie prime, limitate come tutto è limitato a questo mondo è una delle tante patologie del problema.

    Aumenta il numero delle auto elettriche perché c’è sempre e comunque la necessità di spostarsi per lavoro, per esigenze varie ed anche per diletto.

    L’economia circolare non è risolutiva perché non può moltiplicare le risorse del ciclo della transizione perché questo è in espansione.

    Per cui servono le materie prime.
    Servono subito.
    E servono le auto.
    Subito.

    Allora cosa fare?

    Molti utilizzano l’auto solo per poche ore durante la giornata, pochi chilometri per arrivare sui luoghi di lavoro, con l’incombenza di trovare un parcheggio e magari dover ricaricare l’auto perché sei impossibilitato dal farlo a casa.

    In queste condizioni è logico prefigurare scenari che vedono entro il 2030 un forte utilizzo delle auto driverless, soprattutto nei centri urbani.

    La tecnologia driverless che ancora non c’è e soprattutto ancora non sappiamo quando questa sarà affidabile, si sposa efficacemente con l’auto elettrica per ovvi motivi funzionali. Questo comporterebbe, in teoria, ad una riduzione molto significativa del parco circolante e il ricorso ad un servizio on demand senza l’assillo di avere una vettura da accudire guadagnando tempo. Il nostro tempo, risparmiando sui costi.

    Perché devo acquistare una vettura se mi serve un servizio di poche ore?

    È un’imposizione?
    Di fatto lo è perché oggi questo servizio on demand che mi servirebbe 24 ore su 24 in qualsiasi istante non c’è. Non esiste la tecnologia non c’è il servizio.
    Tutti a comprare vetture dai concessionari.
    Una famiglia, una vettura.
    Una persona, la sua vettura.

    19 quintali di materie prime su ruote per persona.
    Detto così può sembrare un’idiozia.

    È un’idiozia.

    Bisogna mettere l’auto in coda alle nostre esigenze.
    Oggi quei 19 quintali di materia estratti dalla terra rappresentano l’acquisto più importante dopo la casa e l’educazione dei figli perché non ci sono alternative.

    Il problema potrebbe essere risolto solo quando vedremo le vetture elettriche procedere in città senza nessuno alla guida e ricaricarsi autonomamente con connessioni a braccio robotico?

    Varrà anche per le lunghe percorrenze autostradali?

    Chi avrà ancora l’esigenza di acquistare un’auto in proprietà o sottoscrivere un noleggio a termine in presenza di servizi auto-taxi on demand che comprenderanno anche cargo driverless al posto dei corrieri e molti servizi saranno on line?

    Ovviamente questa dinamica condurrà inevitabilmente alla fine dello status symbol dell’auto, dei brand e del cosiddetto piacere di guida.

    Nessun problema per le nuove generazioni che si spostano dal punto A al punto B e che non riconoscono le auto.

    Generazioni che acquistano on line e pretendono la consegna a casa in 24 ore.

    Perché oggi è più importante comunicare ed informarsi senza perdere tempo con il volante o peggio ancora con l’auto.

    Sapere è potere, com’è sempre stato e non perché lo diceva Francesco Bacone.

    Ironia della sorte, Tesla, Zoox, Google, Waymo, Apple stanno sviluppando la tecnologia driverless che porterà finalmente ad una rilevante riduzione del numero delle auto in circolazione. In pratica stanno lavorando contro essi stessi.

    Com’è possibile?

    Non sono impazziti, guadagneranno più di prima e meglio di prima, eliminando la concorrenza: le auto.
    Auto che diminuiranno nel numero e che verranno inevitabilmente sostituite da efficienti servizi “No problem at all”.

    • Ho 24 anni, quindi posso essere considerato un millennial.
      Ti posso dire che hai una visione decisamente distorta della mia generazione. I compratori di auto sono ANCHE miei coetanei, pur avendo molto meno potere d’acquisto dei nostri genitori.
      Non credo che comprare e mantenere un’auto sia una perdita di tempo, visto anche che ad oggi l’unica vera alternativa siano i mezzi pubblici (penosi).
      Rendere l’auto un mezzo pubblico è una cosa che mi fa rabbrividire, pensando al fatto che ci puó salire chiunque (e nell’epoca del Coronavirus è tutto un dire…).

      La soluzione?
      Il riutilizzo.
      Ci sono centinaia di migliaia di auto ferme pronte per essere vendute come modelli di seconda mano perchè nessuno si fila (dovendo alimentare questa bolla speculativa dell’elettrico).
      Ho un’auto di 15 anni di seconda mano: funziona ancora bene e virtualmente ho risparmiato 2 tonnellate di materie prime.
      La uso pochissimo, nonostante viva in provincia, perchè finchè riesco vado in treno, in bici o a piedi e limito l’utilizzo al fine settimana o quando devo uscire dal mio paese.
      Quando il motore termico si romperà valuteró la conversione in elettrico, se lo chassis sarà ancora buono, perchè io ADORO GUIDARE (scusa, dovrei dire “perdere tempo”), trovo terribili le auto nuove, che pretendono di fare tutto al posto del conducente (che fino a prova contraria deve ancora conseguire la patente di guida dal costo approssimativo di 1000€) e la mentalità come la tua, che pretende che milioni di appassionati di auto si arrendano alla logica razionalizzatrice volta a distruggere la cultura dell’automobile in favore di una scatola metallica che ti porta da A a B (che nella mia concezione è il treno, il BUS o il tram).

      • Caro Davide, in attesa che le risponda nel merito Alberto Spriano, attentissimo osservatore del fenomeno mobilità e assiduo frequentatore di queste pagine, vorrei ringraziarla per la sua riflessione a nome di tutta la redazione di Vaielettrico. Bede: la sua è la generazione a cui vorremmo rivolgerci, poichè i problemi ambientali riguardano soprattutto voi. Ma per questioni anagrafiche non ci è facile comprenderne bisogni e aspettative. Lei ci ha aiutato a capirne qualcosa.

        • Grazie per avermi accettato. Mi capita spesso di leggere i vostri articoli e mi piace come l’argomento venga trattato veramente a 360° (altrimenti non avreste pubblicato nemmeno un articolo come questo).

          In generale non sono nè un “petrolhead” (o meglio cavernicolo), nè fan dell’elettrico al 100%: vedo la mobilità elettrica come un tentativo lodevole di risolvere un grave problema ambientale, che per chi ha determinate esigenze è una scelta ottimale già oggi, ma un abuso di questa tecnologia prima che possa essere matura anche dal punto di vista del riciclo e del consumo di materie prime inquinanti come metalli pesanti o preziosi possa produrre globalmente danni ancora più gravi.

          • Qui accettano da sempre tutto e tutti ed interagiscono senza reticenze soprattutto alle numerose provocazioni che subiscono continuamente. Ribattono con arguzia ed hanno la pazienza di Giobbe. Te ne accorgerai leggendo.

          • Troppo buono, soprattutto sulla pazienza. E ora i trolls hanno scoperto anche il nostro canale Youtube…

          • Perfettamente d’accordo, Davide. Infatti, come avrà notato, noi non neghiamo mai i problemi, ma sollecitiamo buone soluzioni. Partendo dal presupposto che non si può andare avanti con il modello di mobilità degli ultimi cent’anni.

        • Ringraziando Davide per la sua testimonianza, suggerirei però di verificare quanto la sua posizione sia condivisa dai suoi coetanei.
          A me risulta che non siano così affezionati alle auto, però anch’io valuto su un campione che potrebbe non essere rappresentativo (ho un figlio di 15 anni e un nipote di 19 e vari amici di mio figlio che per ragioni sportive arrivano fino ai 18-20 anni, inoltre viviamo in città quindi con comodità e problemi di tipo metropolitano e immagino che in provincia le cose potrebbero essere diverse).
          Dalla testimonianza di Davide parrebbe che il salto generazionale tra millenials e generazione Z sia consistente.

          • Oltre che generazionale, penso sia anche il contensto abitativo: diversi miei coetanei Milanesi vedono il possesso di un’auto più come un fastidio che come una comodità e non posso che dargliene atto, vista la congestione del traffico nell’area metropolitana di Milano.
            Discorso diverso è per una giovane che, per esempio, abita in zone montuose od isolate, per cui il possesso (o la disponibilità) dell’auto personale è fondamentale per poter avere una vita sociale e lavorativa al di fuori del contesto abitativo.

          • Qui presente un 21enne petrol head per passione, che come Davide vede nella macchina più che un solo oggetto per spostarsi da punto a punto. Amo le auto termiche per l’amore e la cura con cui sono state ingegnerizzate e per la cura con cui sono state montate le varie parti loro, così come un informatico può amare la cura con cui è stato programmato un OS. Le mie auto preferite sono le classiche americane, dove tra chi guida e le parti mecchianiche c’è un rapporto stretto, le vibrazioni, gli odori e anche il cambio di rendono parte integrante della guida, molto più di qualsiasi auto moderna, che sia elettrica o no. Come ho detto in molti miei commenti per me le auto potrebbero anche diventare totalmente elettriche, tralasciando però le supercar, dove l’acquirente vuole sentirsi parte della guida, a differenza di chi fa un uso semplice di auto senza passione alcuna. Probabilemte chi è in età più avanzata ha meno voglia di guidare e lo fa perché deve spostarsi, quindi non ha più interesse nel tipo di auto che guida e se l’auto elettrica risparmia, è più semplice e più sicura, tanto meglio; non potrebbe esserci soluzione migliore. C’è chi però nell’auto vede più che un solo mezzo di trasporto ed è lo stesso motivo che spinge le persone a comprare i vinili con i gira dischi, piuttosto che a leggere il giornale cartaceo piuttosto che la versione online, oppure prendere un libro in biblioteca piuttosto che comprarlo sul Kindle o infine che preferisce un orologio meccanico ad uno smarteatch. Ognuno di questi esempi ha una cosa in comune: le nuove tecnologie offrono una miriade di possibilità e comodità aggiuntive, ma nessuna di loro trasmette le stesse emozioni di quelle classiche. Questo è il motivo per cui un libro classico può arrivare a valere migliaia di € oppure perché un determinato vinile può essere oggetto da collezione, così come un LeCoultre vale moltissimo mentre un Apple Watch dopo 5 anni diventa obsoleto. Il motore termico è un gioiello di tecnica ed è difficilissimo da far funzionare ma questo non deve essere visto come uno svantaggio, quanto come una sua particolarità. Solo dopo anni ed anno di miglioramenti si riesce a trovare la quadra giusta e poter dialogare con il propulsore cambiandone le marce e sentendo il suo suono è pura goduira. Non ogni motore suona uguale e si sente subito quando c’è qualcosa che non funziona. Un orologio svizzero è incredibilmente preciso e sentire il suo ticchettio è altrettanto godurioso ed anche qua si potrebbe obbiettare che è inutilmente complesso, ma questo lo rende diverso dalle repliche cinesi a basso costo. Chi è appassionato di auto può capire di cosa sto parlando ma anche se siete appassionati di musica o lettura vedrete il parallelismo che ho fatto.

      • Fa piacere sentire che qualcuno adori guidare nel traffico. Questo perché nel traffico la maggior parte delle persone si innervosisce oltre ad essere consapevole di perdere tempo inutilmente, di rischiare incidenti per cause a loro estranee e frequentemente respirando ciò che non vorrebbe, ma è costretta a farlo.

        Verifica poi la velocità media percorsa, anche girando in provincia, se arrivi ad una media di 45-50 km/h allora vuol dire che guidi in piena notte.

        Ho un figlio della tua età e un nipote che non ha neppure la patente.
        Giudicano le auto endotermiche delle stufe in movimento a pistoni e manovelle capaci di inquinare l’aria e vorrebbero avere, solo quando serve a loro, un robotaxi a disposizione per andare con gli amici ovunque, senza i problemi e i rischi di dover guidare.
        Guidare per lavoro, anche se sei un pilota che fa la 24 ore di Le Mans, non rappresenta né un piacere, né un passatempo: è solo un rischio, lo confermano i 172.183 gli incidenti stradali con lesioni gravi del 2019.

        Qui il problema da risolvere non è rottamare o riutilizzare le vecchie auto a combustione, il problema è il Global Climate Change e il Global Warming, mettere in campo tutte le azioni possibili per arrestare un processo irreversibile che richiede con urgenza provvedimenti su tutte, sottolineo tutte, le fonti di inquinamento. La mobilità leggera e la trasportistica pesante è una di queste.

        In Italia la situazione orografica e la mappa dei venti creano problemi evidenti da anni, la pianura Padana è un invaso in cui ristagano inquinanti provenienti addirittura all’est Europa. La popolazione ne fa le spese da anni.

        Il problema è globale. Bisogna decarbonizzare le centrali termoelettriche e le industrie soprattutto le acciaierie ed agire sugli impianti di riscaldamento, caldaie a gasolio e pellet dovrebbero essere vietate.

        Il particolato viene creato non solo dai soliti motori Diesel ma anche da componenti d’attrito come pneumatici e ferodi.

        La mobilità elettrica nelle città è al momento una soluzione obbligata diminuirebbero PM10, PM2,5, NOx e SO2, gas letali se respirati ogni giorno anche in minime concentrazioni.

        La produzione di energia, escludendo le fonti rinnovabili non fossili, produce inquinanti e il problema verrebbe solo spostato altrove dove ci sono le centrali termoelettriche che producono energia elettrica. È pertanto necessario che le centrali termoelettriche siano quantomeno turbogas ad alta efficienza (maggiore del 70%) e che brucino metano liberando CO2 che potrebbe essere catturata.

        Eliminare definitivamente il cobalto dalle batterie ed abbandonare anche il litio. Ormai tutti i ricercatori sono impegnati a produrre batterie allo stato solido in grafene o alla fluoride e supercapacitor capaci di mantenere a lungo la carica energetica, ma ancora queste batterie non si vedono. Ci vorrà tempo. Quanto non lo sappiamo.

        Nel frattempo l’IA sta facendo passi da gigante e le terre rare, il litio, il cobalto, il rame e il nichel non sono illimitati, quelli che oggi utilizziamo non bastano ad alimentare l’attuale economia circolare per cui devi estrarre.

        Con l’IA l’automobile diventerà realmente un’auto-mobile autonoma e potrà proporsi come servizio senza interruzioni, riducendo drasticamente la quantità di vetture in giro e i problemi del traffico, sicurezza, congestione, inquinamento.

      • Il problema vero è il lavaggio del cervello che è stato fatto per inculcare in ognuno di noi la necessità del possesso dell’automobile.
        Se usi l’auto quasi esclusivamente nel weekend, per quale motivo devi buttare tutti quei soldi in un oggetto che ti costa, fra tasse, assicurazioni, revisioni, deprezzamento, nanutenzione, usura, almeno 3000€ l’anno?
        Non conviene nolegiarla solo quando serve?

        Io personalmente, forse perchè vivendo in città ne sento meno il bisogno, non ho mai comprato e, a meno di grossi cambiamenti nel mio stile di vita, non sento nessun bisogno di ‘possedere’ un automobile. Per andare a lavoro uso una e-bike, nei week-end, se possibile uso i treni, le poche volte che raggiungere la destinazione in treno con 60-70€ affitto la macchina dal venerdì sera al lunedì mattina, per i casi straordinari c’è sempre il car-sharing o in casi estremi i taxi.

        • Il presupposto è sempre quello: “vivendo in città”. Io in città non ci vivo, l’auto è seriamente una necessità, per chi abita dalle mie parti.
          Per fare un’esempio stupido: esco il sabato sera, vado a Bergamo (cittadina neppure troppo piccola); se dovessi prendere il treno dovrei salutare cordialmente i miei amici alle ore 20.45 perchè alle 21.08 parte l’ultimo treno ( a meno che non faccia hangover fino alle 6.30 del giorno dopo), car sharing neppure l’ombra… bicicletta? Si, ma solo se voglio morire travolto da qualcun altro in una strada extraurbana senza ciclabile ai lati. La macchina è necessaria. Posso affittarla? Vediamo… 65€ per 52 settimane fa… 3380€ l’anno per usare una macchina che non è mia e che non mi rimane in caso ne abbia bisogno il resto della settimana 3380€ è pressapoco la cifra che ho speso per acquistarne una usata (che dunque non perde sto gran valore nel tempo). Sti gran cazzi.

          I taxi non li considero nemmeno.
          Per i tragitti quotidiani casa-lavoro/università i mezzi pubblici mi vanno più che bene.
          Per le ferie? Auto tutta la vita (in questo caso anche il noleggio è una soluzione sensata, salvo le bolee speculative sui prezzi delle auto a noleggio ad Agosto di ogni anno), specialmente dopo aver fatto le mie prime ferie in auto senza dover prendere ansie per orari di coincidenze, controlli di sicurezza, peso dei bagagli (per l’aereo o l’alta velocità), cazzi e mazzi.

          Alla fine: elettrica o fossile, l’auto di proprietà è ancora una gran comodità (neppure troppo costosa, se ci si accontenta di poco), sfido chiunque non abiti in centro ad un grosso capoluogo di provincia a dire il contrario.

          Per Alberto: ovviamente non mi riferisco a “guidare” nel traffico, ma semplicemente condurre l’auto su una strada con almeno del traffico scorrevole sentire la risposta di sterzo, acceleratore (rispettando il CDS ovviamente), provare a guidare in modo da consumare il meno possibile, godermi il panorama che mi offre la strada (nel caso di gite fuori porta).
          Per quanto riguarda le gare automobilistiche, ormai gli incidenti con lesioni gravi sono ridotti ai minimi termini: mi dispiace che le ci vede solo un rischio, visto anche che lo sviluppo delle auto su cui poggia il sedere tutti i giorni passa anche da lì. Discorso ben diverso si può fare per le auto comuni, con cui molti buoni risultati si stanno raggiungendo con gli ADAS.
          Sull’uso dell’AI sui mezzi di trasporto gommati si potrebbe aprire un discorso che dura giorni. Anche in questo caso mi trova tra gli scettici, visto che non vedo come possa l’intelligenza artificiale applicata alle automobili andare a ridurre l’impatto ambientale delle stesse (piuttosto che ad aumentarlo tramite un uso massiccio di mteriali semiconduttori, più peso, quindi più consumi ed emissioni). Tenga pure conto che ci ritroveremmo ad avere orde di autotrasportatori senza lavoro, che significa avere una vera e propria bomba sociale ad orologeria.
          Come ha accennato, poi, lo sforzo deve essere intrapreso su ogni fronte per poter abbattere l’impatto antropico sul clima (che come lei ha detto è irreversibile, dunque non è detto che si possa correggere) e non mi pare di vedere sforzi altrettato importanti per l’efficientamento termico delle abitazioni, che in Italia hanno un’età MEDIA di 50 anni.
          Visto anche che qualsiasi tipo di combustione produce particolato ed NOx (anche il metano), sarebbe più conveniente cercare di consumare meno in generale piuttosto che pontificare sul fatto che uno possegga o meno un’automobile: ecco perchè, ad oggi, reputo che, per chi ne ha davvero necessità (lungi da me scagliarmi contro le e-bike), un’auto usata sia la soluzione migliore anche dal punto di vista ambientale, visto che lavorare 1500 kg di metallo e plastica ha un costo energetico decisamente oneroso.
          L’accento

          • Una precisazione: l’efficientamento energetico industriale e abitativo, in Italia come in Europa, ha prodotto straordinari risultati. Negli ultimi 20 anni, infatti, le emissioni globali in Europa sono diminuite nel complesso del 20% (centrato il famoso obiettivo 2020), benchè quelle del settore trasporti abbiano continuato a crescere.

          • Le corse non sono pericolose?

            Sono mortali, ne ho visti di piloti morti, troppi, a partire da Rindt con la Lotus 72 in Parabolica a Monza per la rottura di un semiasse dei freni a disco anteriori on board, Clark, Bandini, Chlesser, Cevert, Revson, Courage, McLaren, Pryce, Peterson, Paletti, Villeneuve, Ratzenberger, Senna, Bianchi, una carneficina. In Svizzera ed Israele a seguito dell’incidente a Le Mans del 1955 sono vietate.

            Quest’anno al primo incidente per un’uscita in curva con impatto, Grosjean ha rischiato di finire arrostito senza però lasciarci la testa grazie all’Halo e a Dallara.
            La zona del serbatoio ha subito un cedimento che ha innescato la copiosa fuoriuscita di carburante. È saltato anche il “tappo” di sinistra del rifornimento e il serbatoio realizzato dalla ATL per tutti i team di F1 secondo le specifiche di sicurezza FT5-99, non ha retto al cedimento posteriore per il forte impatto contro il palo che reggeva la barriera. La sacca è stata esposta e non è certo che i quick-connector che dovrebbero chiudere istantaneamente il flusso di carburante dal serbatoio al motore abbiano evitato una perdita di benzina. L’esplosione conseguente al crash ha fatto il resto.

            La Formula 1, quindi, si deve prima di tutto interrogare su cosa sarà possibile studiare per evitare che, in situazioni analoghe, il fuoco possa tornare a essere protagonista. Il coperchio del serbatoio e il serbatoio dovranno essere più resistente, così la struttura anti-intrusione che finora è stata pensata solo per cercare di proteggere il pilota.
            Lo scorso anno nella foresta delle Ardenne ci ha lasciato la vita Hubert per un impatto T-Bone con Correa che non penso ritornerà a correre.

            Lo scorso anno al Monte, Tanak ha rischiato la vita impattando con poca angolazione sul terreno, se colpiva l’albero faceva la fine del povero Bettega.

            Le corse sono pericolosissime anche per il pubblico e non portano innovazione né sicurezza sulle strade. Ha fatto più Volvo per la sicurezza che cinquant’anni di corse.

          • Ti rispondo con due punti :
            L Elettronica , con i semiconduttori hanno permesso di arrivare alle centraline che supportano Euro 6
            Per gli edifici stiamo iniziando con ilSuperbonus al 110% ad un cambio epocale .
            Per me le ozioni a breve sono Auto Elettriche e CAmion a Metano, sui kit trasformazione mezzi a metano itlaia è leader mondiale

          • Daniele, visto che il metano non è arrivato sui camion finora la vedo dura a battere i costi di esercizio di quelli elettrici, e sui camion che macinano tantissimi chilometri i costi di esercizio comandano.

          • Leonardo, da figlio di un ex camionista proveniente da famiglia di generazioni di camionisti, devo dire, ad onore di cronaca che il tentativo del camion a metano è stato fatto ed è tuttora in corso ad opera di Iveco con i celeberrimi, economici Stralis NP. Non solo c’è un’intera gamma a metano con ottimi e bilanciatissimi motori a sei cilindri in linea da 460 CV che presentano la stessa capacità di carico di un camion equivalente a Diesel (da 460 CV ovviamente) con un’autonomia fino a 1.500 km (Madrid – Francoforte senza rifornimenti), ma c’è un’apposita rete di rifornimento dedicata LNG, gas naturale liquefatto a minor impatto ambientale rispetto agli altri combustibili, il cui volume è 600 volte inferiore ad altri gas da qui l’elevata autonomia dei bomboloni Iveco.
            È prevista l’estensione della rete di distribuzione del gas: entro il 2025 la distanza massima tra le stazioni di rifornimento sarà ridotta rispettivamente a 150 km per il CNG e 400 km per l’LNG.
            Ovviamente, se chiedi ai camionisti, essi vorrebbero sempre più cavalli per fare il Brennero, il Turchino, la Cisa. I camionisti per trasportare 400 quintali di carico, oggi desiderano uno Scania V8 da 960 CV la versione potenziata del 730 CV la turbomacchina Diesel con pompe di iniezione ad alta pressione che proviene dalla terra dei Vichinghi.

            Per quanto riguarda il camion elettrico, esso rappresenta la sfida più grande per Tesla. per farla breve il problema è il rapporto peso potenza a pieno carico, l’autonomia sopratutto in inverno e la velocità di ricarica. A mio avviso ci vuole una densità gravimetrica superiore ai 350-400 kW/kg e un Supercharger V5 dedicato al Semi.

            Ma questo è il futuro, oggi la realtà del camion elettrico è ben diversa.
            Per chiarire, il camion elettrico esiste già da anni.
            L’olandese Terberg Benschop B.V. è un’importante azienda costruttrice di veicoli industriali utilizzati nelle aree portuali, logistiche, intermodali e nelle acciaierie.
            I trattori devono essere estremamente robusti, affidabili ed in grado di svolgere lavori ciclici e continuativi, ma anche confortevoli, facili da utilizzare e confortevoli per i manovratori che ripetono continuamente le operazioni per ore e ore.
            Terberg ha esaminato queste istanze funzionali e ha progettato il YT202-EV, un mezzo pensante completamente elettrico progettato per lo spostamento di rimorchi in centri di distribuzione, depositi di trasporto, terminali di container, porti, industrie e acciaierie.
            Il ricorso alla trazione completamente elettrica ha facilitato e reso più sicura la guida e reso il veicolo economico da utilizzare e senza emissioni nei luoghi di utilizzo. Inoltre il motore elettrico richiede meno manutenzione rispetto a un motore diesel ed è più silenzioso.

            Anche BMW sta utilizzando questo mezzo, impiegato da una società di logistica tedesca, il gruppo SCHERM, facendo di BMW il primo produttore automobilistico in Germania a utilizzare un semi-camion elettrico per trasportare merci su strade pubbliche.
            Il Terberg YT202-EV 4×2 da 40 tonnellate impiegato da BMW è utilizzato per il trasporto di materiale just-in-time e copre una distanza di quasi 2 km (circa 1,2 miglia) a senso unico tra la sede logistica SCHERM e lo stabilimento BMW di Monaco: un viaggio previsto otto volte al giorno.
            Grazie alla trasmissione completamente elettrica, il camion BMW è silenzioso, privo di CO2 e non produce alcun inquinamento da particelle. Il nuovo camion elettrico risparmia 11,8 tonnellate di CO2 in meno all’anno, praticamente la quantità di CO2 emessa da una berlina diesel BMW 320d dopo tre viaggi in giro per il mondo.

            I camion elettrici per la logistica urbana sembrano ormai una realtà. Questo impiega dalle tre alle quattro ore per caricarsi completamente e ha un’autonomia fino a 100 chilometri, quanto basta per completare un’intera giornata di lavoro senza la necessità di ricaricare ulteriormente.

            Gli esperti del settore sostengono che è nella logistica che la tecnologia elettrica nei mezzi industriali pesanti potrebbe avere il suo impatto maggiore.

            Il co-fondatore di Tesla, Ian Wright, ha affermato: “Le auto di famiglia bruciano circa 600 galloni all’anno”, ha detto a Quartz a Wrartz, che dirige un’azienda che aggiorna i camion diesel con propulsori elettrici. “Se rendi il camion elettrico aggiungerai almeno $ 15.000 al costo di quella macchina e forse risparmierai solo $ 1.500 in carburante. Quindi un ammortamento di 10 anni. Se consideri i camion che raccolgono la spazzatura e la differenziata, essi bruciano circa 14.000 galloni all’anno, quindi puoi risparmiare $ 35.000 in carburante e $ 20.000 in manutenzione”.

            BMW era probabilmente a conoscenza di questi risparmi per questo ha impiegato il Terberg YT202-EV.

            https://m.youtube.com/watch?v=aHGPfhC78RI
            https://m.youtube.com/watch?v=_iQqPmCw3vg
            https://www.press.bmwgroup.com/global/article/detail/T0209606EN/quiet-and-environmentally-friendly-first-40-ton-electric-truck-for-transport-on-city-roads-bmw-group

  13. Usare l automazione e la robotica applicata solo all’ Agricoltura e utilizzare le industria solo per le macchine agricole , avanti col metano naturale per i trattori , il resto a cavallo , stop ai soldi , semplice ?

    • Bravo, il metano , come mai non hanno piu investito su questo? Anche questo inquina poco o no?
      E se vogliono farsi vedere belli perché i governanti e gli enti pubblici non cambiano già il parco macchine Con le elettriche ma vogliono farci sentire in colpa noi se non lo facciamo.
      E invece di fare auto con 300/500cv facessero quelle che consumino 30/40 km litro, con la tecnologia attuale possono ma non vogliono.
      Nel 1989 con la mia golf Gtd 1600 td facevo un madia di 22km/L e dopo tutti questi anni non è cambiato nulla se non la potenza cv in più.

  14. Cobalto e litio li usiamo adesso per le batterie. Se il progresso prosegue a queta velocità, fra poco utilizzeremo elementi meno rari e inquinanti come, ad esempio, il sodio. Anche il rame potrebe essere sostituito fra non molti anni, se anche qui prosegue la ricerca e troviamo superconduttori a temperatura ambiente o quasi. Indietro non si torna, imho, e questo articolo del guardian non mi convince per niente, se proprio non voglio pensare che non sia prezzolato.

    • Non si può progettare il futuro usando tecnologie che non ci sono ancora, (potrebbero non esserci mai) lo devi fare con quello che c’è oggi

    • Paddy, il costo e le proprietà del rame per applicazioni “ordinarie” come i cavi lo rendo praticamente insostituibile.
      Sul sodio io sono molto curioso di vedere la ricerca dove andrà a parare. Dato che pesa più del litio ed è più grosso (quindi più difficile migrare attraverso i separatori fra elettrodi), mi viene da pensare che potrebbe essere impiegato prima per accumuli statici. Certo non sono ancora a livello di commercializzazione nel breve, a quanto pare. Col calo dei prezzi delle LIB, sospetto che vedremo litio e basta per parecchio tempo. Magari vedremo le litio – zolfo, chissà

  15. Secondo me quello dei minerali è un falso problema e comunque solo iniziale. Mi spiego: una volta estratti cobalto, litio, rame, alluminio, ferro, silicio (grado elettronico) ecc per realizzare il parco auto ed impiantistico (ricarica) tutto verrà riciclato dal vecchio in una economia circolare molto efficiente. Se già adesso dalle vecchie auto ed altri manufatti prendiamo l’85% della produzione siderurgica lo stesso si farà con il cobalto, il rame, il litio, il manganese.

    • Che risposta….e quanto cobato, rame ecc serve secondo lei per offrire 100 milioni di auto all anno???
      No così per dire…perché prima di fare ciò che dice lei si dovrà sostituire tutto il parco circolante.

      • Se parliamo del solo cobalto (unico agente limitante): per 100 milioni di auto ci vogliono circa 450 milioni di kg ovvero 450mila tons, la Tesla S3 ne contiene 4,5kg (e non è una utilitaria). Attualmente il solo Congo ne produce 100mila tons/anno a livello mondiale circa 150mila tons, quindi ci vorrebbero 3 anni. E’ risaputo che con le tecnologie attuali il cobalto rappresenta il solo elemento di rallentamento, soprattutto economico-geopolitico, per il resto le tecnologie ci sono, il recupero dei metalli avverrebbe in un secondo momento, a fine vita.

      • Però è curioso che tutta questa grande ansia da materie prime sia scoppiata solo oggi che si parla di auto elettrica. Qualcuno pensa che il petrolio sia infinito?

        • Anche io ieri ho letto l’articolo originale dal mio newsfeed e sono rimasto piuttosto stranito: il rame lo usiamo in tantissimi campi e certamente non c’è n’è carenza. Anche del litio non pare esserci alcun collo di bottiglia in vista nei prossimi anni (decade).
          Discorso a parte per il cobalto, ma come han già detto altri, si va verso l’eliminazione.
          Detto ciò, è molto più conveniente riciclare che estrarre. La filiera del riciclo è già partita.
          Sul guardian che cita il fondo degli oceani per estrarre materiali di cui la crosta è ricca… Vabbe

    • Però, come scriveva poco sopra un altro utente, finché non ci sarà abbastanza da reciclare c’è da estrarre e produrre. Questo causa danni enormi nei luoghi di estrazione e chi lo nega è in malafede assoluta. Non sto dicendo che il petrolio non faccia danni; so benissimo dei bambini diventati ciechi in Nigeria per colpa dell’Eni e di tutte le persone che muoiono di tumori legati all’inquinamento atmosferico. Per questo dico sempre che chi si crede di essere “il salvatore del mondo” perché ha preso una elettrica sbaglia e dovrebbe scendere dal proprio piedistallo. Fanno bene a passare all’elettrico e lo farò anche io appena dovrò cambiare vettura, ma non con l’arroganza di sentirmi superiore agli altri.
      Come hanno detto anche altri, un primo passo importante potrebbe essere smetterla col produrre carrarmati in prevalenza e spingere forte su auto di dimensioni ridotte. Meno peso da portare in giro e meno materiali da sprecarci su

    • Sicuro sono pro la rotaia ,peccato che petrolieri e politici hanno generato centinaia di camionisti, e adesso abbiamo quelli contro la TAV. Dobbiamo cominciare a studiare ed eleggere delle persone un po piu skillate

      • Vero, anch’io sono pro rotaia, però contestualizzando alla situazione odierna difficilmente si potranno battere camion a batteria con guida autonoma confrontando costi e flessibilità delle due soluzioni.

          • Daniele, trovo interessanti queste discussioni ambientaliste in cui si spacca il capello in quattro quando si tratta di trazione elettrica, e poi si passa tranquillamente sopra l’impatto ambientale di alcune soluzioni che non sono mai state adottate finora, sebbene fossero già disponibili da tempo, e che improvvisamente diventano la soluzione tipo coniglio che esce dal cappello. Abbiamo presente la quantità di CO2 emessa da un TIR? E il fatto che il metano abbia un enorme effetto serra anche superiore alla CO2? E il fatto che i NOx inevitabilmente prodotti da un motore di un TIR che contribuiscono alla formazione di particolato secondario? Ma anche tralasciando il problema ecologico di fondo, investire nel 2020 nel metano è come investire in telefoni Nokia con Symbian dopo l’annuncio dell’IPhone: una perdita di tempo, energia e soldi sia da parte di chi dovrebbe produrli che di chi dovrebbe acquistarli.

        • Il metano è un gas serra se liberato in aria ,se viene bruciato il CH4 diventa CO2 e vapore acqueo .
          Con 4 atomi di idrogeno e uno solo di carbonio può essere la soluzione rapida per i camion .
          Stanno già girando camion che funzionano a GNL gas metano liquido e Iveco con lo Stralis è leader mondiale.
          Se vedi una motrice non serbatoi circolari ed un manometro sui lati ,questi sono a GNL e se ne cominciano a vedere

          • Un appunto: ch4 brucia a CO2 ovviamente, ma devi considerare anche le emissioni di metano dai pozzi. Quel gas disperso non viene bruciato e ha un effetto serra notevole.
            Che poi nel breve possa aiutare a togliere i diesel di mezzo e con essi gli NOx, é vero.
            D’altra parte è corretto il ragionamento di Leonardo riguardo ai costi : investire ora sulla trazione a metano sembrerebbe uno spreco e soprattutto ci costringerebbe poi a restare col metano per 20-30 anni per ammortizzare i costi.

  16. Ho io l’alternativa a tutto questo sfacelo. I piedi. Cominciamo a camminare di più. Come dite? Le merci. Mega bici che trainano enormi porta container tutto a pedali … e vai così!! Avremmo tutti un lavoro sicuro e tanta tantissima salute!! Montagne di salute e … salite!!! 😀

  17. Infatti non cé alternativa.. o si continua a morire avvelenati dallo smog nelle città o si sfrutta la terra x questi metalli… tra i 2 danni sempre meglio il minore

    • Ovviamente il minore per te è sfruttare bimbi africani e distruggere ecosistemi lontani da casa tua…peccato che l’ equilibrio del pianeta sia interconnesso ed anche tu ne pagherai le conseguenze.

    • Peccato l industria del auto stia contribuendo ad eliminare il cobalto dalle batterie al litio, che per il 95% viene estratto X elettronica e chimica: questo professore di museo storico farebbe bene ad aggiornarsi un po’….

  18. Infatti…. Altro che progresso tecnologico… Andremo incontro alla catastrofe… Dobbiamo fermare l’elettrico prima che sia troppo tardi… Basta con lo sfruttamento indiscriminato delle risorse…. Intanto Elon Musk si arricchisce…. Meditate….

    • Buona sera Stefano, quale sarebbe quindi l’alternativa al petrolio e alle batterie che avrebbe in mente? Oltre a quella di andare a piedi o in bicicletta muscolare ovviamente.

    • Certo. Meglio le tar sands canadesi, un bel posticino dove passare le vacanze con consumi di acqua per l’estrazione da capogiro e vasche di residui chimici lasciati in regalo.

  19. se i bambini estraggono cobalto la colpa è di chi non vuol vedere o sentire. Se non erro sono proprie le compagnie europee a portar via il cobalto dal Congo. Altri metalli come il rame oltre che ad estrarlo se ne potrebbe riciclare una buona metà. Comunque l’estrazione del petroli e carbone ha procurato un tale inquinamento che solo il prof. Richard non può vedere per i grossi paraocchi che calza.

    • Il tuo è un commento senza senso infatti si sta dicendo che non ci sarà nessun progresso significativo per quanto riguarda l”inquinamento con il passaggio a milioni di auto elettriche che alcuni con enormi interessi spingono senza pianificare… Toyoda insegna

    • Lo sapete che il cobalto non viene usato solo per costruire le batterie?
      I principali consumatori di cobalto ad oggi sono le compagnie petrolifere che ne hanno bisogno per rimuovere lo zolfo dal petrolio.
      È vero che la produzione di veicoli elettrici ne ha aumentato la domanda, ma, mentre quello utilizatto nelle batterie può essere riciclato, quello usato dall’industria petrolifera purtroppo non lo è.

        • The use of cobalt in desulphurisation reactions represents the highest tonnage of cobalt use in the catalyst sector. … These noble metal catalysts are used in the catalytic reactions to upgrade the octane rating of the naphtha streams, which is required for the high-performance petrol engine.

  20. Solo il riciclo spinto e l’economia circolare ci possono salvare ..
    il rame con quello che costa , forse è il caso di recuperarlo dai cavi e/o dalle vecchie centrali telefoniche
    e già che ci siamo convertiamole in fibra , che sarebbe pure ora

    • L’economia circolare è piuttosto utopistica nel breve periodo. Il rischio di saltare dalla padella alla brace è concreto e andrebbe evitato, anche se con buonissima probabilità non ci riusciremo. Il modello sarà utopitisco fino a quando la percentuale di vendita di auto elettriche non sarà simile a quella di auto rottamare da cui poter prendere i metalli da riciclare. Oggi e nei prossimi anni invece si produrranno milioni di Veicoli a batteria dovendo però estrarre per forza le materie prime necessarie, visto che non ce n’è già una sufficiente quantità a disposizione e questo processo durerà a lungo. Un aiuto potrebbero darlo le batterie con chimiche diverse, ma quella al litio ha dimostrato di essere, tra le tante, comunque la migliore (mediando la durata di vita, la capacità di carica / rilascio e le prestazioni). La batteria sarà sempre il tallone d’Achille delle auto elettriche e nel prossimo futuro lo sarà anche del nostro pianeta.
      Quando si arriverà a poter attuare una vera economia circolare avremo sommato i problemi causati dal petroli a quelli causati dall’estrazione delle batterie e sarà probabilmente troppo tardi per capire che l’unico modo di non inquinare è non consumare (troppo). In questo senso vedrei bene la Sharing Economy, in ambito automotive potrebbe essere un ottima soluzione, ma non so quanto possa essere estesa al di fuori dei grandi centri abitati.

      • G.R Hai detto la cosa più esatta per salvaguardare il pianeta: “Non consumare troppo”, ma invece si guarda solo di essere alla moda, e di avere la macchina più grande degli altri. Se vedi, i soldi li fa chi costruisce auto grandi, e non i quadricicli. E purtroppo i Politici per essere eletti devono seguire le mode del momento.

      • purtroppo è così…siamo talmente immersi nelle nostre abitudini che a cambiare non ci pensiamo proprio…chissà quante volte potremmo prendere una semplice bicicletta o fare 4 passi e invece per automatismo prendiamo la macchina.

      • è un modello che si ispira alla natura
        gli scarti di un organismo diventano materie prime per un altro , senza alcuna produzione di rifiuti ..

        gli scarti di un azienda dvono essere materia prima di un’altra
        un prodotto a fine vita deve essere riciclabile in teoria al 100%

        la prius III era certificata dalla casa per essere riciclata all’85% a fine vita ed è un’auto del 2009 ..
        le plastiche e i sedili non erano un gran che , ma erano già fatti di loro con plastica riciclata ,
        il ragionier Ugo ,dell’ufficio sinistri, direbbe:” io l’avetti ..”

        basta come spiegazione ?

    • Tutto questo mi ricorda ina vecchia storia della colonizzazzione delke Americhe, gli Europei con lo scopo e la scusa di pottare la “Civiltà ” hanno fatto sparire tutte gli i popoli nativi, sempre la solita presunzione, oggi alcuni uomini e politici fanno la stessa cosa vogliono fare gli ecologisti distruggendo e mutando l’ecosistema convincendoci che è la cosa giusta.

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