Lexus cede e presenta la sua prima elettrica. Il marchio premium del gruppo Toyota, famoso per l’ibrido, ha scelto il Salone di Guangzhou per svelare la UX 300e
Lexus è sinonimo di ibrido. Ma ora…
Si tratta della versione a emissioni zero di un Suv già in produzione da tempo con la consueta motorizzazione ibrida. Qui il motore elettrico sviluppa una potenza di 150 kW (204 Cv), alimentato da una batteria con una capacità di 54.3 kWh. L’autonomia dichiarata è di 400 km, ma calcolata col vecchio standard NEDC, molto di manica larga. In realtà il range è decisamente inferiore, tutto sommato un po’ deludente per un’auto di questa categoria.
E anche la velocità di ricarica non è trascendentale: in corrente continua la Lexus ricarica a 50 kW di potenza massima. In alternata, invece, ci si ferma a 6.6 kW. La presentazione a Guanghzou fa pensare che il mercato cinese sarà il primo in cui la UX 300e sarà in vendita. Non ci sono al momento notizie sull’arrivo in Italia. Si parla di “alcuni selezionati mercati europei per fine 2020″, e non è detto che il nostro rientri tra questi. Qui tutte le info disponibili dalla Newsroom di Lexus.
Il gruppo Toyota puntava solo sull’idrogeno
È comunque un segnale molto importante il fatto che anche Lexus ceda alla sua strategia, tutta impronta sull’ibrido, per offrire un’elettrica pura. A lungo il gruppo Toyota ha addirittura ridicolizzato l’auto a batterie. Anche con spot che ironizzavano sulla necessità di estrarre un cavo per ricaricare (guarda l’articolo).
Come alternativa all’ibrido, il costruttore giapponese ha sempre indicato l’idrogeno. Producendo anche un’auto di serie, la Mirai, che però non sta incontrando il successo commerciale sperato. E ora, complici le indicazioni in arrivo dal mercato, ecco le elettriche pure. La marca principale ad aprile al Salone di Shangai aveva presentato (clicca qui) i concept di due piccole elettriche, la CH-R e l’Ozia. Annunciando due mesi dopo una collaborazione con Subaru per la costruzione di un altro veicolo elettrico (qui l’articolo).

Questi enormi “volponi”, con una politica dissennata, volta al mero interesse dell’oggi, hanno buttato nel cesso, 25 anni di vantaggio sulla concorrenza. Infatti Toyota, già nel 1995 era in grado di costruire una elettrica pura con 200 km di autonomia, circa.
NO!
Hanno voluto prenderci in giro con le ibride, per poter continuare a smerciare motori a combustione e consumare petrolio. Il motivo lo sanno loro.
Ora si trovano ad inseguire un mercato che li ha sorpassati di slancio, specie per merito di Tesla. Azienda che speravano non nascesse per decenni ancora, onde continuare a vendere “stufe”, inquinando a man bassa.
La ciambella tuttavia, non gli è riuscita col buco. Ora debbono affannarsi a rincorrere chi ha circa 10 anni di vantaggio.
Ben gli sta.
Come possessore di auto Toyota, speravo in qualcosa di più, sia dal punto di vista tecnico che di styling.
Mi sembra che siano usciti in fretta e furia perchè il mercato impone, senza che ci sia stata una evoluzione dietro negli anni passati. Insomma, hanno messo una batteria in una macchina esistente, per giunta di limitata potenza (forse non ci stava di più in quel telaio), misurata con standard vecchio e limitata anche in ricarica da casa. Insomma, un pastrocchio degno più di noi italici che di giapponesi. E dire che avevano (come gruppo) fatto intravvedere novità per le Olimpiadi di Tokio…