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L’ex Olivetti di Scarmagno (TO) rinasce con il gigaplant Italvolt

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italvolt olivetti

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Sorgerà nell’ex area Olivetti di Scarmagno, in provincia di Torino, il nuovo gigaplant di Italvolt . La società fondata e guidata da Lars Carlstrom, che solo due giorni fa aveva annunciato l’investimento da 4 miliardi nel più grande impianto per batterie auto d’Europa, stringe dunque i tempi e avanza a passo di carica.

Italvolt stringe i tempi per il Recovery Plan

Nelle prossime settimane il nuovo governo Draghi dovrà redigere il testo definitivo del Recovery Plan, decidendo come e dove allocare i circa 80 miliardi di euro destinati per regolamento europeo alla transizione energetica. E avendo già in mano i progetti per il nuovo stabilimento nell’ex area Olivetti, Italvolt vuole essere in pole position per aggiudicarsi tutti gli incentivi messi a disposizione. Localizzazione, riuso di un’area già cementificata, creazione di 10 mila posti di lavoro totali in una regione in sofferenza occupazionale. Tutto questo lascia supporre che il governo farà di tutto per portare a casa l’investimento.

L’area ex Olivetti di Scarmagno è di proprietà del Fondo Monteverdi. Il fondo è gestito da  Prelios SGR, ex Pirelli Real Estate, oggi di proprietà del .fondo irlandese Burlington Loan Management e presieduta dall’ex vice presidente di Unicredit Fabrizio Palenzona. Italvolt l’ha selezionata per le sue caratteristiche tecniche e per la sua collocazione geografica particolarmente favorevoli. Per esempio la vicinanza ai due aeroporti di Torino e Milano e ai poli logistici di Piacenza, Orbassano, Novara e Rivalta Scrivia. Come avevamo previsto, quindi, la scelta è caduta sul Piemonte, la più antica delle Motor Valley del Bel Paese. Ma con un occhio anche all’altra Motor Valley, quella emiliana,  attraverso la cerniera logistica piacentina.

Sacrmagno, la storica fabbrica del boom anni 60

Olivetti si insediò a Scarmagno nel 1960 e per diversi decenni il sito del canavese rappresentò uno dei  luoghi simbolo del boom economico italiano degli anni 60. Fu ridimensionato a partire dagli anni 90 e definitivamente dismesso nel 2013 dopo un incendio che devastò l’unico adificio ancora attivo.

olivetti italvolt
L’incendio che distrusse una parte dello stabilimento del 2013

Oggi è una vasta area industriale dismessa che si estende per circa 1 milione di mentri quadrati.  La scelsero per conto di Olivetti agli architetti Marco Zanuso ed Eduardo Vittoria per la facilità dei collegamenti stradali, autostradali e ferroviari, sia con Ivrea che con la città di Torino. Altro fattore che rende l’area di Scarmagno ideale ad ospitare il progetto di Italvolt è il suo forte legame con il tessuto produttivo del Piemonte.

Carlstrom: “Olivetti icona del made in Italy”

«Siamo onorati – ha detto il fondatore di Italvolt Lars Carlstrom – di avere la possibilità di costruire la nostra Gigafactory nell’area di Scarmagno, un tempo occupata dal polo industriale Olivetti, azienda che ha segnato la storia dell’industria italiana e ancora oggi rappresenta un’icona della tecnologia made in Italy».

A Scarmagno Olivetti aveva localizzato la produzione di molti dei sui più importanti prodotti. Dalle telescriventi ai microcomputer, dai personal computer ai sistemi informatici, divenendo per molti anni il più importante polo produttivo del Gruppo. Ma con la cessione nel 1997 e 1998 delle attività nei PC e nei sistemi informatici il sito fu  svuotato e infine abbadonato.

Con 300.000 metri quadrati di superficie e una capacità iniziale di 45 GWh, che saliranno ai 70 GWh, la Gigafactory di Italvolt sarà la dodicensima al mondo. Sarà progettata dalla divisione Architettura di Pininfarina, come già l’impianto gallese di Britishvolt. Comau fornirà invece soluzioni innovative, impianti e tecnologie per l’impianto. Comau si occuperà anche della realizzazione del laboratorio di Ricerca e Sviluppo che affiancherà il nuovo sito produttivo.

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30 COMMENTI

  1. Mi sta sorgendo un dubbio:
    ma questa società, questo Lars Carlstrom, ha la tecnologia per produrre le batterie? Le stà già producendo adesso in qualche fabbrica o parte da zero perchè ha fiutato il businnes?

    Per dire: fosse Panasonic o Tesla o catl che sanno come si costruiscono le celle si andrebbe sul sicuro;

    ma Italvolt quale tecnologia ha alle spalle? è affidabile dal punto di vista tecnologico?

  2. Ma perché sempre ,ancora prima che una cosa deve partire pensiamo subito male ?
    Per chi conosce Scarmagno , io ci ho consumato le scarpe ai tempi dell’ Olivetti , è ancora una zono dove esiste ancora un know ho elettronico (la scheda Arduino è nata a Ivrea) per cui il recuperare un area dismessa per realizzare qualcosa mi sembra interessante .Mi sarebbe piaciuto avere la fabbrica di Tesla al posto di Berlino ,ma mi sa che i nostri politici non si sono neanche candidati .
    Mi piacerebbe che l ex fabbrica lavatrici Indesit di None Torino producesse quadricicli elettrici ,magari usando la batterie di Scarmagno .
    Serve un po’ più di vision ,di manager con le palle .
    Esempi ne abbiamo , prendiamo Askoll , azienda che produceva motorini per le lavatrici che subendo grossa competitivo dai Turki e Cinesi al posto di Vendere o Chiudere si è inventata la produzione dei motorini elettrici . Ma chi lo ha deciso ? Un Manager Padrone di 75 Anni !!!!!

  3. La scelta mi pare intelligente per vari motivi:
    Intanto acquisto dei fabbricati industriali non più utilizzati e così risparmio e faccio bella figura. Se mi sbrigo faccio magari in tempo ad accedere al superbonus del 110% per la ristrutturazione del sito (è teoricamente possibile?).
    Nella zona di Ivrea c’è una diffusa cultura legata all’automazione industriale con tante persone che oggi fanno i pendolari fra Milano e Torino e che magari si accontenterebbero di uno stipendio uguale o anche leggermente inferiore per poter fare un lavoro stimolante vicino a casa.
    Gli stipendi medi della zona sono inferiori di quelli che vengono pagati a Torino, Milano o nella Motor Valley, e quindi sarà relativamente facile trovare tecnici competenti a costi contenuti.
    E poi c’è il market con l’operazione recupero Olivetti e la buona logistica e la vicinanza a Mirafiori che diventerà il principale polo elettrico di FCA.

    • No, il superbonus 110% vale solo per le abitazioni. Ma già ci sono incentivi di altro genere per le aziende che efficientano e altri ne arriveranno con il Recovery Plan. Per il resto sono d’accordo con lei: operazione furba e ottima scelta del tempo, in concidenza con il debutto del governo Draghi

    • Concordo al 100% con timore che si tratti solo di una caccia agli incentivi next generation Eu: fatalità fino ad ora nessuno si è mai sognato di investire nell’ambito mobilità elettrica in Italia, anzi è sempre stato fatto il contrario ovvero trasferire tutto quelli che già c’era.
      Gli ultimi proclami Stellantis lo lo testimoniano con piattaforme FCA europee che diventeranno praticamente tutte di genesi PSA….
      Draghi? Caro direttore le sembra che l’Eu favorisca nazionalismi o li scoraggi? E perché l’Eu non si è mai preoccupata di tutta questa concentrazione automotive tedesca. Lo so, sono in contraddizione le due cose ma questi dati di fatto dovrebbero farLe accendere qualche barlume di dubbio.

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