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L’elettrica per i disabili secondo Giovanni e Michele

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Un Fiat Doblò per disabili: sulle auto a benzina grossi incentivi, sugli Ev no.

Non ci vuole poi tanto a capire che l’auto elettrica può essere l’ideale per un disabile: i comandi, molto più semplici, possono essere facilmente concentrati sul volante, senza la necessità di manovrare pedali. Senza contare che molti disabili hanno una coscienza ecologica superiore a quella dei normodotati e, vivendo spesso in centro, vorrebbero veicoli agili e facili da usare, anche per salire e scendere. In proposito ecco due appelli arrivati a Vaielettrico.it, con a seguire le nostre considerazioni.

 

Giovanni ce l’ha con la burocrazia. O meglio: con una legge  (la 104 del 1992) scritta ai tempi in cui di elettrico non si parlava. Ecco il suo appello: <Mi permetto di scriverle per richiamare la vostra attenzione sulla NON inclusione delle vetture elettriche tra quelle che per la categoria in oggetto godono di Iva al 4%, detrazione del 19% su di un massimo di 18 mila euro (attualmente la legge contempla solo i benzina fino a 2000 cc ed i diesel fino a 2.800 cc, verificato anche telefonicamente con l’Agenzia delle Entrate). Mi sembra assurdo che una categoria di auto che è anche più semplice da usare rispetto ad una vettura a combustione interna, oltre a non essere incentivata, venga pure disincentivata per le categorie con problemi. Le chiedo di farsi sentire con chi di dovere per provvedere a sanare quanto prima questa mancanza>.

Secondo noi, Giovanni ha ragione da vendere: in effetti l’Iva agevolata su auto nuove o usate per i disabili si applica solo ai benzina e ai diesel e già questo rappresenta una forte penalizzazione, dato che parliamo di ben 2.800 euro di sconto Iva per un veicolo che ne costi 20mila. Non solo: il disabile (sempre se compra benzina o diesel) ha poi diritto allo sgravio Irpef del 19%, su una spesa massima di 18.075,99 euro, nonché all’esenzione dal bollo auto e dall’imposta di trascrizione per i passaggi di proprietà, se il mezzo che si acquista è usato. Di fatto tutto questo si risolve in un’intollerabile discriminazione nei confronti dei disabili, cui è precluso (per evidenti ragioni economiche) l’acquisto delle elettriche: muoveremo tutti i contatti che abbiamo in Parlamento per farlo presente, caro Giovanni.

Michele Birro, invece, ci ha contattati via Facebook, per sollecitare la creazione di un veicolo elettrico a tre ruote, che lui definisce “un monopattino”. Ecco a che cosa pensa: <Dovrebbe essere a portata di tutte le tasche, anche economicamente: guardando in giro nel mondo ci sono solo tre ruote a costi esagerati, con linee e standard vecchi. Penso a qualcosa di leggero, pieghevole, funzionale ed ecologico al 100% (anche nei materiali). E utile, per poterlo usare in città, nei centri commerciali, negli ospedali, negli aeroporti, come nel relax e nel tempo libero a contatto con l’aria aperta, ovunque vai. Un veicolo così servirebbe anche per togliere la pigrizia ed uscire di casa, con un oggetto che sia sempre a norma del Codice della strada e dei regolamenti UE. Vorrei che fosse made in Italy, sarebbe bello trovare delle professionalità che magari ci lavorino come hobby, ma poi in futuro lo facessero diventare qualcosa di innovativo nel design>.

L’appello di Michele merita di essere ripreso e rilanciato. Anche perché, cari designer e costruttori, il mercato dei veicoli per disabili è molto più importante di quel che si pensa, come ben sanno Fiat e Volkswagen che da anni coltivano progetti specifici. Per la verità di un veicolo elettrico per disabili si parlò già otto anni fa, quando il marchio Keplero presentò il K8 For Alls, per tutti, normodotati e no. Circolò anche un disegno della macchinetta, lunga 2 metri e mezzo e alta 1,55, con 1,40 di larghezza. Quanto al propulsore elettrico, si parlò di una potenza di appena 5 kw e di un’autonomia di 80 km. Ma la cosa più interessante, spiegò il capo di Keplero, Domenico Reviglio, era la possibilità di togliere i due sedili anteriori e di far entrare un conducente in carrozzina dal sedile posteriore, per poi farlo scivolare al posto guida, dove la carrozzina (debitamente agganciata) avrebbe potuto fungere da sedile.La produzione doveva partire nel 2010, ma noi non ne abbiamo saputo più nulla. Ora Michele rilancia la sfida, ma a tre ruote: vediamo chi si si farà avanti con idee che coincidano con quanto richiesto dal nostro lettore.

 

 

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