L’elettrica low-cost arriverà tra due anni e avrà il marchio Dacia. Sarà la versione europea di un piccolo Suv che è già stato lanciato in Cina come Renault City K-ZE. Tutt’altro che brutto.
L’elettrica low-cost 15 mila euro (meno incentivi)
Dacia, si sa, è la marca low-cost del Gruppo Renault, con base in Romania. E, secondo l’informatissimo settimanale tedesco Automobilwoche (qui l’articolo), è stata scelta per portare nel Vecchio Continente la prima elettrica di basso prezzo. Al momento il listino delle elettriche parte da 19.900 euro, con la Skoda CITIGOe iV. Prezzo al lordo degli incentivi (4-6 mila euro). La City K-ZE in versione Dacia costerebbe circa 15 mila euro, con un’autonomia di circa 250 km. Al netto dell’ecobonus, quindi, si scenderebbe a 11 mila euro, addirittura a 9 mila in caso di rottamazione di una vecchia vettura. Un prezzo assolutamente competitivo con le auto a benzina o a gasolio delle stesse dimensioni.

In Cina la K-ZE costa addirittura l’equivalente di 7.900 euro, ma con un regime di tassazione e normative sulle emissioni e sicurezza completamente diversi. E soprattutto con un veicolo dalle prestazioni decisamente basiche. Il motore ha una potenza di 33 kW (45 cavalli), con una coppia di 125 Nm (105 km/h di velocità massima). La batteria ha solo 26.8 kWh di pacco-batterie, con un consumo stimato in 10.8 kWh per 100 km.
Dacia ha un problema di emissioni
Secondo i media tedeschi, l’orientamento di far arrivare l’elettrica low-cost con il marchio Dacia non sarebbe legato a strategie di marketing. Bensì all’esigenza di raggiungere i limiti imposti dall’Europa già dal 2020 per le emissioni di CO2 anche con il brand rumeno.

“Queste restrizioni sono una grande sfida“, ha spiegato il direttore vendite del Gruppo Renault, Olivier Murguet, in un colloquio con Automobilwoche. Al momento la Dacia è sopra la soglia consentita e, visti i bassi prezzi a cui vende, non può permettersi costosi investimenti per rinnovare la gamma. La strada scelta comprende la produzione di modelli a benzina più efficienti e, “ a lungo termine, elettrificazione“. Il primo passo in questo percorso sarebbe proprio la City KZ-E. Probabilmente anche il nome, oltre alla marca verrà cambiato.
abbandono la discussione siamo su due linee di pensiero diverso , comunque prima di acquistarla verificate i tanti aspetti economici nascosti tipo il contributo ambientale per lo smaltimento addebitato in fattura al momento della sostituzione della batteria esausta a fine vita oppure semplicemente danneggiata in caso di incidente sono circa 4,5 euro/kg e i pesi sono 400/500 kg
ma non c’è solo questo
Seguito alla discussione.
Sono i momenti di picco energetico ad essere attualmente particolarmente onerosi da gestire in quanto si verificano di rado ma richiedono una sovracapacitá produttiva importante rispetto alle normali necessitá ed in grado di intervenire rapidamente.
Non ritengo che la strada da seguire sia quella di un importante sovradimensionamento delle capacitá energetiche per fare fronte ai picchi di domanda quanto piuttosto ad un utilizzo intelligente di una disponibilitá energetica ragionevolmente adeguata ed al suo accumulo nei periodi di sottoutilizzo.
Concretamente questo lo interpreto relativamente ai veicoli con la possibilitá di dialogo tra la rete e le colonnine di ricarica, le wall-box ed i veicoli regolando i momenti piú opportuni e l´intensitá di ricarica; tramite l´utilizzo di grosse batterie di accumulo in prossimitá dei punti di ricarica veloce; tramite la diffusione del V2G che proprio Enel sta sperimentando; certo occorreranno anni ma cosí anche per la sostituzione dell´attuale parco circolante in elettrico
Non è solo una questione tecnologica, ma anche e soprattutto di cambio di mentalità. Che, ovviamente, sarà molto più facile per i millennials, che sono nati con il telefonino in mano e si sono abituati a gestire la loro vita con il cellulare. Programmando, confrontando…
Il cambio di mentalitá, una presa di consapevolezza, sarebbe utilissimo ma ho piú fiducia nello sviluppo di soluzioni smart a basso impegno per le persone, le masse vogliono il cambiamento comodo che non intacchi troppo le loro abitudini, un cambiamento di quest´ultime é molto piú lento nel tempo se richiede impegno, oltre che l´evidenza di una maggiore convenienza economica
la batteria e batteria pero il motore eletrico mantiene il valore in tempo a diferenza di un motore termico.
può essere interessante ma c’è un aspetto che tutti trascurano la durata in termini di tempo numero di ricariche e/o km percorsi, queste auto quando andrai a rivenderle per acquistarne una nuova non avranno valutazioni pari a quelle con motore termico e oltretutto avranno una svalutazione pazzesca per l’evoluzione tecnologica , qui varrà certo la frase beati gli ultimi
Ma l’auto elettrica ha anche dei vantaggi, consideri anche quelli. Per esempio: quanto si spende di manutenzione di un’auto a benzina o a gasolio, acquistata usata? L’elettrica, basta vedere chi ci ha fatto centinaia di migliaia di km, ha costi di manutenzione ridicoli. Cala la capacità delle batterie (su quanto si potrebbe discutere a lungo), su tanti altri aspetti si guadagna. Non a caso le quotazioni dell’usato elettrico, sui siti tipo Autoscout 24, sono tutt’altro che miseri.
Non mi risulta un aspetto trascurato ma piuttosto uno su cui ci sono molte false informazioni, so di reports che sono stati smascherati e rivisti per le loro inesattezze e chissá che non dichiarassero il falso per interesse.
Ormai anche alcune citycars elettriche vengono vendute con 8 anni e 160.000 km per il pacco batterie con capacitá almeno del 70% della batteria mentre su auto di maggiori dimensioni che circolano da alcuni hanni ho visto diversi reports indicare una tenuta del valore dell´usato superiore rispetto alle corrispondenti endotermiche.
La stessa evoluzione tecnologica che leggo citata permetterá in futuro di ottenere risultati ancora migliori per le elettriche, una diffusione piú capillare della rete di ricarica, una maggiore richiesta di mercato, niente limitazioni nelle cittá, … tutti elementi che porteranno ad una ancora piú rapida svalutazione delle endotermiche rispetto alle elettriche
per svalutazione intendevo una perdita di valore dovuta alla riduzione dei prezzi che le case faranno dovute alla concorrenza ,chi ha comprato in questi anni un’auto elettrica ad un prezzo elevato non la rivenderà molto bene quando i prezzi scenderanno, i prezzi attuali non sono proporzionati ai contenuti delle vetture . Comunque siete troppo ottimisti l’elettrificazione non è fatta solo di colonnine ma di reti centrali elettriche ecc. negli ultimi anni Enel e altri non hanno costruito nuove centrali aiutate dal fotovoltaico ma il fotovoltaico la notte non c’è e sicuramente sarà la notte il momento di punta per le ricariche, personalmente dopo 30 anni di attività anche progettuali nel settore elettrico sono particolarmente scettico
Perché scettico?
In ben pochi casi l´auto é un investimento economico destinato a rivalutarsi, quanto ad una svalutazione rilevante invece é un bene che ci sia perché indicatrice che continua ad esserci un evoluzione consistente delle auto che abbia influenza ben oltre alla semplice usura, in altre parole un importante progresso del prodotto che da la possibilita di avere auto di molto migliori ed é sufficiente che tale svalutazione non sia mediamente superiore a quella delle endotermiche perché costituisca un ulteriore elemento di forza delle elettriche.
Riguardo alla rete di distribuzione é Enel stessa a dichiarare in comunicati ufficiali che non ci sono problemi di sorta riguardo alla crescita della mobilitá elettrica ma che anzi si rende partecipe del suo sviluppo tramite la piú estesa rete di ricarica nazionale, sono giá previsti investimenti necessari al rafforzamento della rete in base alle previsioni di sviluppo della domanda e se queste previsioni dovessero essere superate nulla vieta ulteriori interventi, dopotutto é il loro business e loro interesse, peró se da addetto ai lavori ha dei motivi per cui dubitare li faccia presenti nell´interesse comune
le faccio l’esempio dei cambiamenti climatici, le grandi estati calde fanno andare ancora oggi in crisi le reti di energia con i soli climatizzatori,nel 2003 Enel (all’epoca servivo circa 170 centrali in Italia) chiuse la centrale di Porto Tolle , Isola Serafini e diverse idroelettriche per mancanza di acqua, come ho accennato il rafforzamento delle reti negli ultimi decenni è stato fatto con le rinnovabili, queste però non hanno un’erogazione costante, io non ho la presunzione di insegnare ad altri faccio solo delle riflessioni perché ho dei dubbi, cosi come non mi vorrei trovare bloccato tutta la notte su un’autostrada innevata tipo il Brennero con un’auto elettrica, secondo me è solo un’auto di transizione il futuro è fatto più di idrogeno