Che senso ha vietare l’installazione a terra dei pannelli fotovoltaici, mentre quelli rialzati dei progetti agrivoltaici restano consentiti, anche quando i terreni sono inquinati, degradati, poco fertili o già avviati alla desertificazione? È la domanda che molti lettori di Vaielettrico si sono posti dopo la pubblicazione del divieto introdotto dal Dl Agricoltura. Il tema è tornato al centro del dibattito politico nazionale dopo l’ultimo intervento del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Le sue parole hanno fatto sobbalzare Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, che ha rilanciato la richiesta di una nuova legge capace di affrontare con coerenza la questione energetica e la tutela del suolo.
L’affondo del ministro: “Abbiamo detto no ai pannelli nei terreni agricoli”
Non è la prima volta che il ministro Francesco Lollobrigida difende il suo Dl Agricoltura, ma il post pubblicato in occasione della Giornata mondiale del suolo ha suscitato una reazione forte. Ha scritto il ministro: «Oggi è la Giornata mondiale del suolo. Tutelarlo non è solo un dovere ambientale: è un investimento sul futuro dell’agricoltura italiana, sulla nostra sicurezza alimentare e sul lavoro dei nostri produttori». Chi non è d’accordo?
Dopo i convenevoli però arriva la dichiarazione politica: «Per questo abbiamo scelto con determinazione di dire no ai pannelli fotovoltaici a terra sui terreni agricoli, proteggendo i campi dalle speculazioni e preservando la loro funzione primaria: produrre cibo di qualità. Il suolo agricolo serve a produrre cibo. Difenderlo significa difendere l’Italia».

A corredo, l’immagine di un campo con pannelli fotovoltaici installati: si tratta di una parte di azienda agricola, dove si vedono anche appezzamenti senza pannelli, ma con interfila coltivabile. In pratica, è possibile continuare a produrre tra i filari e, per un’azienda zootecnica, offrire a pecore e capre l’ombra sotto le strutture. Una dimostrazione che la convivenza tra produzione agricola ed energetica è possibile. Eppure, secondo il Dl Agricoltura, questa soluzione non è ammessa. Lollobrigida ne è il padre politico, ma la partita non è chiusa: la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi dopo la questione di legittimità sollevata dal Tar del Lazio.
Legambiente: “Ma quale speculazione?”
La dichiarazione di Lollobrigida non è andata giù al presidente di Legambiente, Stefano Ciafani. A stretto giro di social ha replicato su Linkedin: «È inaccettabile che i nuovi investimenti su poli logistici, data center, autostrade, pedemontane, aree residenziali o produttive continuino, indisturbati, a consumare suolo agricolo, che, contrariamente a quanto succederebbe coi pannelli fotovoltaici, perderemmo in modo permanente».

Il ragionamento è chiaro: si scatena il finimondo contro le rinnovabili, si cade nel ridicolo con l’eolico — dove si può coltivare e pascolare anche sotto le pale — mentre scorrono fiumi di cemento per costruzioni di ogni tipo. Non si tratta di una zuffa politica. Da Legambiente arriva una proposta: «Il governo deve modificare l’articolo 5 del Decreto Agricoltura che vieta il fotovoltaico a terra, anche dove potrebbe essere realizzato su terreni inquinati o mai produttivi, e far approvare al più presto una legge contro il consumo di suolo che il Paese attende da troppi anni, se davvero vuole fermarlo. Se invece si vuole fare solo propaganda, allora va benissimo così».
È evidente che non può essere permesso lo sradicamento di colture pregiate — alcuni vigneti raggiungono quotazioni milionarie ad ettaro — ma ci sono ben 1,5 milioni di ettari di terreni agricoli incolti, come si legge nel rapporto Crea (2024). Insomma c’è spazio per tutti.
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lo sappiamo tutti che queste sono speculazioni per riportare tutto alle fonti fossili, questo e un governo……., ogni tentativo di far risparmiare gli Italiani naufraga a favore delle multinazionali che fanno utili pazzeschi, hanno cercato di tassare gli extraprofitti delle banche ma all’industria delle commodities come l’energia elettrica o il gas niente, nemmeno un tentativo, eppure sono quelle che con il rialzo dei prezzi hanno fatto più utili in assoluto.
D’altra parte non ci sono schieramenti decenti o politici adeguati, tutti hanno i loro tornaconti, in più ci siamo accollati pure i costi dei 67mila al consiglio europeo che succhiano più di una caldaia degli anni 80 e leggiferano sulla grandezza dei datteri… va beh poi si lamentano se gli americani ci danno dei defunti.
C’è un limite a tutto: abbiamo dovuto cancellare una sua affermazione da querela. Sul resto ci limitiamo a dissentire
Vorrei fare una precisazione in merito alle affermazioni del Ministro che dice:dire no ai pannelli fotovoltaici a terra sui terreni agricoli, proteggendo i campi dalle speculazioni e preservando la loro funzione primaria: produrre cibo di qualità. Il suolo agricolo serve a produrre cibo. Se questo è vero perchè si continua ad incentivare produzioni atte ad estrarre biocarburanti sui terreni agicoli?
forse (?) perchè ENI e Bonifiche Ferraresi sono socie in affari mi pare dal 2021, tramite società da loro controllate (per es per la distribuzione dei carburanti per agricoltura e trasporti merci) e l’organo di espressione politica di Bonifiche Ferraresi sembra essere Coldiretti, che è molto amica del ministro dell’agricoltura, con cui si spalleggiano a vicenda, e spinge tra gli agricoltori i contratti per il biodiesel, e ha fatto campana mediatica per far vietare il fotovoltaico e l’agrovoltaico a pannelli bassi sui terreni agricoli
da ricordare che il fotovoltaico a parità di energia lorda ricavabile richiede 1/40 dell’area richiesta dal biodiesel, e a parità di energia netta, cioè km percorribili dall’auto, circa 1/100 dell’area necessaria alle colture di biodiesel
A Fagagna in provincia di Udine, hanno fatto un impianto fotovoltaico sopra una discarica. Penso sia l’unica cosa che potevano fare. Comunque qualcuno ha storto il naso dicendo che non va bene e che potevano fare altro, chiaramente senza specificare cosa era “l’altro”….
Io ve l’ho detto un sacco di volte che per fare un agrivoltaico “furbo e flessibile” bisogna montare i pannelli solari su carrelli rimorchiabili coi trattori, rendendo “stanziali” solo i vari allacci alla rete, in modo da poterli spostare da un campo all’altro a seconda delle colture, delle stagionalità e dei campi a maggese.
E magari anche prevenire alla radice qualsiasi obiezione (giusta o sbagliata che sia) in merito al fatto che i pannelli “rovinano l’ambiente e quando son giù poi non li levi più”, e tutto il repertorio che conosciamo e che in tutta evidenza sta funzionando alla perfezione per bloccare la cosa.
Ma siccome voi siete tutti dei Poveri Comunisti ® e avete lo spirito imprenditoriale di un bradipo parastatale strafatto di Lexotan, mi avete sempre detto che no, che giammai, che non è vero, che mi sbaglio, ma perchè sbattersi a farlo mobile, ma a cosa servono i carrelli…
E’ perchè oramai sono vecchio e malridotto, altrimenti lo farei io solo per farvi dispetto. 🙂
(e si scherza eh? 😉 )
esistono dei supporti zavorrati, solo appoggiati al terreno e non infilzati nel terreno, con cui si potrebbe spostare i pannelli, nell’idea originaria ogni tot anni, oppure si usano per installazioni dove non puoi fare buchi nel terreno ( es. sopra a delle discariche)
ma non sta in piedi economicamente.. perchè se invece i supporti li fai normali fissati al suolo, e li metti in un pascolo per 30 anni, spendi veramente molto meno 😉
però..
l’idea delle ruote sarebbe divertente (magari semoventi con telecomando e piccola batteeria ricaricabile per muoverli anche di notte) per immaginare di spostare i pannelli da un campo all’altro per avere installazioni fantasma/abusive, senza aver chiesto l’autorizzazione, in un paese di fantasia fascistoide e corrotto che vieta il fotovoltaico, per far costare molto l’energia.. e se proprio beccati rispondere come si fa per le verande realizzate simil gazebo: “eh ma sono amovibili, mica serve l’autorizzazione” 😉
anzi consiglierei Legambiente di realizzare un prototipo e girare uno spot satirico anti-governo con questi pannelli su ruote che di notte vanno ad occupare abusivamente un campo diverso ogni volta, sfrecciando su ruote dietro agli alberi e sfuggendo ai controlli di goffi vigilanti che si esprimono con il vocabolario ristretto dei nostri ministri.. musichetta di Benny Hill di sottofondo ..
meglio riderci sopra perchè c’è da piangere, secondo me abbiamo eletto dei minus abens, che in mancanza di talento con cui farsi notare con piani virtuosi, sanno giusto curare gli interessi dei lobbisti, cioè tenere alti i prezzi energia, sperando che ben gli renda per il proseguo di carriera e finanze personali
Tu non cogli il punto.
I campi, anche quelli coltivati intensivamente, ogni tre/quattro anni ne fanno uno a maggese. Cioè rimangono incolti a riposare.
Ma alla fine sono sempre quelli, non per niente si parla da millenni di “rotazone”. Non è che stiamo parlando di terreni fra loro distanti chilometri. Siamo in italia, non in ucraina o nelle grandi pianure americane, le dimensioni e i posizionamenti dei campi fra loro sai quali sono.
Il fatto di poter spostare il tutto da un campo all’altro con relativa facilità, permette di non sottrarre un metro quadrato che sia uno ai sistemi usuali, mettendo a frutto il campo a maggese che altrimenti starebbe comunque lì a far nulla.
Capito il giochino? i tre campi in questione sono sempre quelli, solo gli allacci si fanno “stanziali”, il resto a cavi volanti (messi giù con criterio ci mancherebbe).
E sono ettari spesso “di prima scelta” sia per posizionamento sia per orografia, sia per estensione.
Che potrebbero erssere usati anche per il fotovoltaico, senza minimamente metterli in concorrenza con l’agricolo.
Poi c’è tutto il resto, terreni incolti, terreni infruttiferi, pendii, dirupi e quant’altro, etc etc.
mi spiace deludere la tua “intuizione”, ma ci sono già tanti campi classificati “agricoli” ma non coltivati, mai, neppure a rotazione
tanti, anzi tantissimi, già solo i campi non coltivati sono almeno 10-15 volte quanto servirebbe al fotovoltaico per alimentare la nazione intera; sono aree messe a pascolo perenne (che fa pure gioco perché le pecore sfalciano l’erba) o neppure messe a pascolo, semplicemente non utilizzate, per qualche “difetto” che le rende marginali (non profittevoli) per l’uso solo agricolo, es mancanza di acqua, o vicinanza di inquinamento o accesso scomodo, etc
e lì l’installazione la fai una sola volta in 30 anni ed è del tipo più semplice, con pali conficcati nel terreno, con tecniche ad oggi automatizzate e rapide
il fotovoltaico a terra costa a spanne:
– 190 € pannelli e inverter
– 60 € traker solare motorizzato monoassiale
– 150 € sostegni e cablaggi/derivazioni elettriche
– 100 € montaggio
siamo a 500 € / KW installato,
poi altri 200-250 €/ KW spesi in autorizzazioni kafkiane in italia, di cui solo una minima parte sono costi di connessione e del terreno, il resto è proprio costi da ostruzione governativa e burocrazia, include molto lavoro per gli avvocati per esempio
come lo proponi tu, avresti forse il triplo (?) dei costi sui sostegni per fare dei “carrelli” e che siano abbastanza rigidi da poter essere mossi tutti di un pezzo e durevoli (Ps. e ci vanno anche massiccie zavorre antivento, fossero anche solo taniche da allagare ad acqua ma ci vanno), il doppio se va bene sui cablaggi, e poi i costi periodici per spostarli, oltre che magari le autorizzazioni paesaggistiche e ambientali da fare su più aree
P.S
E’ un modello di business per mettere a resa anche quello che non si usa e che sarebbe capitale non utilizato… Capisco che per voi pensionati della CGIL non sia di immediata comprensione, ma se ci pensate un attimo non è difficile…
ehehehe…. 😛
se questo tuo progetto costa tanto, non uscirebbe da un uso di nicchia (e impianti piccoli)… se invece mi sbaglio, e costasse relativamente poco, alla prima installazione il “governo-ENI” te lo vieterebbe per decreto complicando e/o rendendo care e lunghe da ottenere le autorizzazioni, come hanno già fatto per ogni tipo di fotovoltaico dei tipi più economici in questi due anni di decreti
Ma io sono paziente.
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@ Alessandro D.
progettali con le ruote smontabili, sennò ti chiederanno bollo di circolazione e revisione biennale
la risposta già l’avete data
“Se invece si vuole fare solo propaganda, allora va benissimo così”
con un governo di incapaci in mala fede cosa pretendete?
tanto per prendere un incapace a caso, avete presente chi c’è come ministro delle infrastrutture?
ma di cosa parliamo? quello pensa a collezionare felpe e ingozzarsi alle sagre, mica ai problemi del paese.