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Da economista studia il caso Tesla. E alla fine se la compra

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Maurizio Sobrero, sullo sfondo la sua Tesla

Maurizio Sobrero è un economista e viaggia in Tesla. Insegna Economia e gestione dell’Innovazione all’Università di Bologna. Ha cinquantatré anni, moglie, due figli. Guida un’auto elettrica da otto anni e in famiglia ha tre vetture full electric e una ibrida. All’Alma Mater Studiorum di Bologna non è il sono cattedrattico innamorato delle auto elettriche: anche il professor Leonardo Setti che insegna chimica industriale, ha tre BEV in famiglia. 

                                       di Pierluigi Masini

Al principio fu la C Zero dell’Alma Mater

Professor Sobrero, ci racconta com’è andata?

L’avventura con l’elettrico è partita quando l’Università di Bologna nel 2010 ha acquistato delle Citroen C Zero. Vetture da città, autonomia 120 chilometri. Le ho viste utilizzare e mi sono incuriosito. Poi avevo fatto fare ai miei studenti di Gestione dell’Innovazione un progetto sulla Tesla, aveva appena lanciato la Model-S (www.tesla.com). Aggiungiamo anche che giravo con una vecchia Panda diesel che impuzzava tutto ed era proprio ora di cambiarla (ride).

La “gestione dell’innovazione” automobilistica quando è cominciata?

Nel 2013 trovo su uno dei siti di automobili un concessionario di Varese che vende le C Zero, a zero chilometri e a metà prezzo. Mi spiega che la Citroën (www.citroen.it) le aveva date ai concessionari a quelle condizioni perché non era riuscita a far partire il car sharing a Milano. Così prendo e vado a vederla, la tratto, le batterie erano a posto e la carrozzeria pure. La compro. Loro sono stati molto professionali, si sono accollate le spese di viaggio e poi la consegna a Bologna. Poi ho messo la Panda in vendita su Ebay più o meno allo stesso prezzo.

E in famiglia come l’hanno presa?

Diciamo non benissimo, i miei figli l’hanno ribattezzata l’”ovetto” e non avevano tanto piacere di farsi vedere in giro con quella macchina. Ho dovuto anche un po’ impormi dicendo “scusate, ho quasi 50 anni, neanche avessi voluto comprarmi la spider…”.

L’ha buttata sul sentimental-patetico…

Assolutamente sì (ride). Ho cominciato a usarla in città a Bologna a entrare nella Ztl, a parcheggiare senza pagare sulle strisce blu… poi bollo per i primi cinque anni niente, assicurazione crollata, ricarica in casa, grande soddisfazione.

Non sopportavo più quel fumarone nero del Toyota

E poi?

Mi è venuta voglia di cambiare anche le altre auto della famiglia. Quando sono uscite le prime Toyota Yaris ibride, ho convinto i miei suoceri a prenderne una. E poi avevo un gippone, un Toyota Land Cruiser molto utile per andare in montagna con i ragazzi. Ma abituato ai consumi della C zero, ogni volta che lo prendevo mi sembrava che mi stessero svaligiando in portafogli…

Si sentiva anche un po’ in colpa con il Pianeta Terra?

Un po’ sì, quel fumarone nero che usciva dal tubo di scarico un po’ di sensi di colpa te li faceva venire. Solo che le Tesla allora erano davvero inarrivabili.

I miei studenti e il caso Tesla

E ci dica, da economista, come è arrivato a Tesla?

Prima mi sono iscritto alla mailing list della Tesla per capire e rimanere aggiornato. Nel frattempo avevo fatto lavorare di nuovo i miei studenti sulla Model-3, che l’azienda aveva offerto in prevendita con soli 500 dollari di prenotazione, ricevendo 500mila ordini in una settimana. Il più grande crowdfunding della storia. Era il 2014  e quella era la prima auto elettrica sotto i 40mila dollari.

Ma lei non l’ha prenotata.

No. Ma andai nel 2015 a Milano Marittima perché la Tesla aveva organizzato un giro dimostrativo e provai la Model X. Solo che costava tantissimo, 120mila euro. Mi sedetti comunque a farmi fare l’ipotesi di vendita e mi colpì una cosa…

Quale?

Che dopo questo contatto nessuno si fece più vivo. Evidentemente non avevano una struttura commerciale adeguata, sembrava quasi che avessero paura di vendere le auto, forse troppe richieste. Poi l’anno dopo sono andato in Francia e in un’esposizione ho incontrato quelli di Tesla che facevano provare la Model S. Ho raccontato al francese che in Italia nessuno aveva più dato seguito al mio interesse e lui si è sorpreso. “Come? Non è possibile… Lo dico agli italiani, non si deve fare così”.

I miei 50 anni festeggiati nel modo migliore

E gli italiani sono tornati a contattarla?

Mi hanno chiamato, si sono scusati, mi hanno detto che non avevano trovato traccia dei mei dati e mi hanno rimesso nella mailing list. Due anni dopo, nel 2017 ho veramente compiuto 50 anni, la Tesla aveva problemi di cassa e aveva lanciato un bond per finanziare il sistema produttivo. Mi fecero l’offerta di leasing a tasso zero e un bello sconto sulle auto in stock.

Reazione in famiglia?

Questa volta mi sono venuti dietro. Hanno preferito questo alla possibilità che dessi sfogo alla crisi dei 50 anni in altro modo (ride). Nell’arco di un paio di settimane ho concluso la negoziazione, sempre al telefono e per e-mail, e ho preso la Model S 75 D, la base, con un leasing lungo, cinque anni, per abbattere più possibile i costi. Ho venduto da solo il mio gippone e abbiamo cominciato a girare elettrici al 100 per cento.

Lei è un economista dell’innovazione: contento della Tesla Model S?

La componente distintiva del brand Tesla è che ha un prezzo premium, certo, ma la rete dei supercharger è impagabile, con presa Tipo 2, le stazioni di ricarica sono capillari, vai in giro per l’Europa senza problemi. Poi fino a quando l’ho comprata io le ricariche erano completante gratuite, i miei rifornimenti erano compresi e io non ho le mai pagate.

Per i viaggi lunghi?

Sì, certo le soste le devi fare e devi considerare i tempi. Ma con le ricariche veloci in 25 minuti te la cavi, Tesla ha colonnine con 150 Kw di potenza: io ho fatto una piccola modifica alla ricarica e posso usare anche le colonnine con ricarica veloce.

E’ un disagio che senti relativamente nei viaggi corti, ad esempio fare Bologna-Milano in giornata. Ma se fai l’agente di commercio e viaggi molto un po’ di differenza te la fa. Se prendi ad esempio la Model S 100, che ha reali 550 km di autonomia, vai dove vuoi. Se fai dei viaggi lunghi non ti cambia niente. Come mia esperienza posso dire che siamo andati due volte in Camargue e una volta a Spalato: viaggi da 700-900 km, ti fermi a mangiare, ricarichi e non ti cambia niente.

Nella routine come ricarica invece?

Con il wall-box a casa. Ho preso l’originale della Tesla, pagato circa 550 euro. Impianto basico che gestisco via app. Con i nuovi impianti puoi variare la tensione e collegarti all’impianto fotovoltaico…

Lei a casa ha energia fotovoltaica?

Sì ma fa scambio in rete, non la uso. Come potenza avevo 4,5 Kwh, settando l’amperaggio a 16 ampere. Ora arrivo fino a 25. Spero presto di pannellare il tetto con il bonus 110%, di avere le batterie di accumulo ed essere autonomo in tutto e per tutto.

Nessuno in famiglia ha seguito l’esempio?

Noi abitiamo un po’ fuori Bologna, nostro figlio più piccolo era ancora minorenne ma si sentiva un po’ stretto qui su, così ho cercato un mezzo che non fosse un motorino. Ho conosciuto la Tazzari di Imola (www.tazzari-zero.com), che realizza quadricicli elettrici: avevano costi molto alti, nuovi da 20.000 euro, usati sui 14.000. Un bel macchinino che si guida come una sportiva, trazione diretta e sospensioni rigide. Così mi sono messo a cercare sui siti di vendita delle auto e ho trovata un’auto usata vicino a Peschiera del Garda. Sono andato su, ho negoziato fino a comprarlo intorno ai 5000 euro, usato di terza mano ma con la batteria a posto. Il Tazzari aveva 16 kw, adatto per la città. Abbiamo preso anche questa, ce l’hanno consegnata sotto casa.

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Erik Tazzari nello stabilimento imolese

Questo in che anno?

Era il 2018. Nel frattempo abbiamo venduto il Tazzari e preso una Mercedes Classe A ibrida elettrica (www.mercedes.it), con 60 km di autonomia elettrico puro e poi benzina, che ha preso Matteo. Il Tazzari l’abbiamo venduto a un simpatico signore veneto che coltiva e vende noci, grande appassionato di elettrico con una Renault Zoe che tra l’altro mi ha fatto conoscere un’azienda veneta che produce batterie di accumulo che sto cercando di montarmi in casa con il bonus 110%. Lui lo scorso anno è venuto qua, ha preso la macchinina, l’ha caricata sul camion e se l’è portata in Veneto per la figlia.

E mia madre si gode la sua Renault Zoe

Manca all’appello ancora un’auto elettrica, nel conto tra comprare e vendere siamo a due…

Sì, ora parliamo della terza. Approfittando degli incentivi, ho convinto mia mamma a comprare una Renault Zoe (www.renault.it). Lei ha 79 anni, è ancora molto in gamba e guidava una vecchissima Dahiatsu. Ora, con tutti gli incentivi possibili, siamo passati alla metà del costo. Lei abita vicino a noi, viene a Bologna, gira in centro, parcheggia dove vuole, guida molto più rilassata. Ha una presa fuori della sua casetta e quando vuole se l’attacca alla spina e se la carica.

Bilancio dell’esperienza di otto anni nell’elettrico? Punti critici?

Bilancio più che positivo per i motivi che ho spiegato. Diciamo che in questo momento il costo di approvvigionamento dell’energia fuori da casa è visibilmente elevato. Il pricing è alto, dovranno forse ammortizzare il costo delle colonnine, ma se uno non può ricaricare a casa l’acquisto non è così conveniente, visto che comunque il delta rispetto alle auto tradizionali è significativo. Quell’aspetto può migliorare.

So che fa parte anche della comunità dei Teslari…

(ride). Diciamo che dopo entri in una dinamica in cui ti metti a leggere i blog per vedere le esperienze e i consigli degli altri. E così sono entrato in contatto con questa comunità dei Teslari, che fa parte di una strategia di marketing completamente diversa da quella di altre aziende produttrici.

Un economista in visita alla Tesla di Freemont

E’ il suo giudizio da economista sulla Tesla?

economista sobreroLa logica Tesla è quella di una società che si muove in una logica commerciale completamente diversa. Tesla non ha spese di marketing, è l’imprenditore Elon Musk che si fa pubblicità con quello che fa, parlando dello spazio o dei bitcoin. Annunci pubblicitari della Tesla non ci sono. La leva di marketing è il passaparola, i gruppi di discussione, l’associazionismo, i canali digitali. Un metodo sensato se hai costi alti per gli impianti e per la ricerca e sviluppo. Per me era interessante capire come funzionava, quindi sono entrato e per curiosità sono andato vedere come erano fatti dal vivo i Teslari. E’ successo a Fontanellato, una bella giornata, condividi esperienze, impari sempre qualcosa in più. Aggiungo anche che nell’estate 2018, approfittando di due settimane come economista visiting professor a Palo Alto, sono anche andato nella sede Tesla a fare un factory tour degli stabilimenti di Freemont.

Le tre Tesla: Model S, Model 3 e Model X.

Problemi con la Tesla ne ha avuti?

Sì e molto seri. E ho scoperto che la cosa riguardava anche altri. Con la C zero, ad esempio, non ho mai avuto alcun problema. Con la Tesla invece ho avuto un problema molto significativo e ho scoperto che era diventato un fatto strutturale. La macchina è legata all’MCU, il computer interno con una memoria che registra tutte le attività. Solo che quando si riempie la memoria, l’auto va in blocco. A me è successo tre volte in un anno. La prima volta mi hanno cambiato tutto. Poi però non volevano cambiare la centralina, anche se il problema era loro, dell’hardware. L’assistenza è stata all’altezza, ho sempre ricevuto l’auto sostitutiva nell’arco di poche ore. Però questo problema esiste, l’hanno avuto anche altri.

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3 COMMENTI

  1. Ovviamente si usano solo per i viaggi (anche se più di qualcuno ne ha abusato finché erano gratuiti).
    Ma ci sono diversi confronti tra auto caricate prevalentemente in AC ed altre prevalentemente nei Supercharger con degrado della batteria molto simile.

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