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le verità scomode 3 / Poche colonnine, in autostrada e in città

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La Fiat 500e di Costanzo in ricarica in una Ionity fuori autostrada.

Le verità scomode 3 / Due lettori, Costanzo e Anello, lamentano la scarsità di colonnine, in autostrada e in una grande città come Napoli. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati alla mail info@vaielettrico.it

le verità scomode 3Le verità scomode 3 / Costretti a uscire dal casello per poter ricaricare, come mai?

“Ciao a tutti. Vi voglio raccontare la mia esperienza di un viaggio fatto negli ultimi giorni con la mia 500 elettrica 42kWh fuori Regione (Abruzzo-Umbria-Toscana). Ho percorso 850 km complessivi in strade urbane, extraurbane e Autostrada (A14-A1).  Risultati: consumi apprezzabili; stress da autonomia superato.  Le ricariche rapide sono ben distribuite e accessibili senza difficoltà. Ho ricaricato in tempi stretti al pari delle atv tradizionali. L’unico problema che ho rilevato è la collocazione delle colonnine fuori dalle autostrade, che comporta, di conseguenza, più km e più tempo. Poiché, seppur posizionate in aree ben servite e accessibili, tuttavia le strade percorse sono trafficate e controllate con autovelox. Comportando un aggravio di spesa o di preoccupazione.  É utile portare le stesse colonnine all’interno delle autostrade. Grazie. Costanzo.
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Dove sono e saranno le colonnine in autostrada nella rete Aspi.

In ritardo, ma ora le colonnine stanno arrivando

Risposta. In Italia (e non solo) siamo abituati a pensare che il privato sia più efficiente del pubblico. Ma, per quel che riguarda le autostrade, nei lunghi anni della gestione Benetton le ricariche non si sono viste. Ora invece, con la maggioranza in mano pubblica, è finalmente partito un piano che dovrebbe portare presto ad avere una stazione ogni 50 km. L’esecuzione è affidata a Free To X, società controllata da ASPI (Autostrade per l’Italia), con caricatori fino a 300 kW. Attualmente le stazioni funzionanti sono una dozzina, ma a regime, a fine 2023, saranno 100 le aree di servizio della rete. Quel che abbiamo suggerito ai manager di Free to X è di non limitare l’installazione a colonnine HPC, super-potenti. Auto come la 500 di Costanzo (e decine di altri modelli) non sono in grado di sfruttare appieno queste potenze, ma pagano comunque la tariffa più elevata, fino a 79 cent/kWh. Servono colonnine anche da 75 kW, un po’ più economiche, ma in grado comunque di ricaricare in breve tempo la maggiore parte delle EV

le verità scomode 3Le verità scomode 3 /A Napoli dove ricarichi?

Cari redattori, leggo spesso il vostro blog pur non essendo un fan dell’elettrico, in quanto almeno per ora, non credo sia una tecnologia vantaggiosa. C’è un’ulteriore verità che non dite: “l’elettrica si ricarica a casa“, verissimo, A PATTO CHE SI ABBIA IL GARAGE, BOX AUTO O ALTRO DI PROPRIETÀ!!! Io vivo nel centro di Napoli e sebbene una elettrica (magari una Citroen AMI) potrebbe essere perfetta, non posso acquistarla perché non avrei dove ricaricarla, in primis perché non ho un mio box auto. Questo credo valga per moltissimi italiani. Saluti“. Aniello Mancuso

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La Citroen Ami: vetturetta ideale per città come Napoli, ma le ricariche…

La città più difficile per un’elettrica

Risposta. Tra le grandi città europee, Napoli è forse la più svantaggiata per quel che riguarda la ricarica delle auto elettriche. La rete pubblica è ancora indietro, mentre la carenza di garage privati fa sì che anche rifornire a casa sia un privilegio riservato a pochi. Una situazione di disagio che si ripercuote sulle vendite: nei primi tre mesi del 2022 in tutto il Sud si sono vendute circa 1.700 auto con la spina (ibride plug-in comprese), contro le 19 mila del Nord e le 7 mila del Centro Italia. Del resto noi stessi sconsigliamo l’acquisto di un’elettrica, se non si dispone di una ricarica privata o di una colonnina pubblica comoda e disponibile. Condizioni che purtroppo, da Roma in giù, si verificano raramente.

— Leggi anche:  le verità scomode che “Vaielettrico non dice”. E qui / Le verità scomode 2: a questi prezzi elettrico fuori portata.

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12 COMMENTI

  1. Io continuo a non capire certi commenti. Nessuno obbliga né tanto meno punta una pistola agli automobilisti per comprare una vettura elettrica. Come tutte le cose prima di comprare bisognerebbe interrogarsi su vantaggi e svantaggi di ogni cosa. A mio modo di vedere l’auto elettrica non è per tutti. Ci sono delle condizioni che secondo me oggi sono obbligatorie per poter decidere di fare questo tipo di passo, la prima è un punto di ricarica di proprietà. Va anche detto però che ad oggi più di un mese che posseggo una vettura elettrica, per una serie di motivi non sono ancora riuscito a fare installare la colonnina che ho già comprato. Morale? Sto vivendo benissimo senza alcun problema, ad oggi il 90% delle mie ricariche è avvenuto in colonnine pubbliche. Bisogna cambiare completamente l’approccio per vetture di questo genere. Detto questo a chi mi dice che costano un sacco, posso solo dire che 2300km di strada percorsa mi sono costati circa 350kw e la spesa per farli è stata di circa 0.33 cent per kW (ricariche pubbliche), insomma 115 euro, con il diesel avrei speso molto ma molto di più visto che sono stati fatti 65% uso cittadino e 35% autostradale. Il tutto con un auto da 350kw di potenza a libretto.

    • Il mio sfogo non è riferito alla situazione oggi,ma io parlo del 2035,quando saremo obbligati a passare ad un’auto elettrica.
      Io faccio pochi km,non arrivo neanche a 10000 km annui,tanto è vero che ho abbandonato il diesel per il benzina.
      Io sarei anche interessato ad un’auto elettrica, ma la prima colonnina è a 3 km da casa,abito in appartamento e non ho il box di pertinenza del palazzo, quindi,se le cose non cambiano e anche in fretta, per tanti che si trovano nella mia stessa situazione, l’acquisto ed uso di auto elettriche la vedo davvero difficile.
      Quindi,chi ha la villa e i pannelli fotovoltaici, compra l’auto e non spende quasi nulla per caricare, per chi ha la sfortunato di abitare in appartamento, dovrà caricare alle colonnina pubbliche e spendere il triplo di chi ha la villa e la corrente se la produce, i ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri,figli e figliastri

      • Ciao Valerio, io non credo che nel 2035 ci sarà la sola mobilità elettrica.l’indotto dell’automotive europeo perderebbe troppo, ma oltre a questo rimane il problema dell’elettricità, dipendiamo all’80% dal gas russo, e creiamo elettricità per il 40% con gas. Già oggi non siamo autonomi, un domani con l’arrivo di un parco elettrico circolante sarebbe secondo me insostenibile… Ma anche questa é un altra storia. Secondo me l’elettrico è oggi un opportunità, ma come detto non è per tutti, ci sono fattori di natura economica e altri di natura pratica (posto auto per ricaricare/ km che si percorrono quotidianamente/etc etc… In ogni caso al 2035 anche l’infrastruttura sarà sicuramente più adeguata.
        Saluti

        • Puntualizziamo: dipendiamo dal gas russo per il 42% e produciamo elettricità con centrali a turbogas per poco meno del 50%.

        • Oggi in Germania ci sono più di 60. 000 postazioni di ricarica, in Francia 52.000,e in Italia siamo a 23.000 postazioni.
          Nel 2035 in Italia avremo le stesse postazioni che ci sono oggi in Germania, e in Germania saranno a 120.000 postazioni.
          Perché in Italia abbiamo la burocrazia più lenta d’Europa.
          E il fattore dipendenza da gas o carbone ci sarà sempre,perché ci siamo svegliati troppo tardi, si doveva pensare ad un’alternativa ai carbonfossili già dal 2000,invece abbiamo solo aggiunto filtri su filtri alle auto, con il risultato inverso
          Per quanto riguarda i posti di lavoro, capisco bene che tante aziende legate all’auto finiranno per chiudere, ma ci vuole una veloce e cocreta inversione di pensiero,e spostare le risorse sulle gigafactori,per non perdere soldi,posti di lavoro, e soprattutto un’opportunità per farci valere con le nostre esperienze nel settore automotiv.
          Basta volerlo,e non fossilizarci sulle auto odierne,ma capire il cambiamento e prendere la palla al balzo

  2. Ogni volta che sento dire,chi non ha modo di caricare da casa,l’elettrico non è da considerare come acquisto.
    Quindi fatemi capire,dal 2035 io resto a piedi perché sono del sud e vivo in appartamento senza box di mia proprietà…???
    Che cavolo di risposta è…???
    Allora,visto che le cose stanno così, a chi non può caricare da casa,nord sud o centro,una bella proroga fino al 2050 per la vendita e l’uso delle auto endotermiche.
    Come al solito,figli e figliastri

  3. Caro Antonio, (mio omonimo) l’idea non è male, anzi, la reputo ottima! Io parlo x la mia esperienza e non per esperienza altrui o per sentito dire! L’anno scorso ho valutato se fosse conveniente oppure no acquistare una EV. Dopo calcoli e valutazioni (pur non avendo necessità di cambiare auto) ho deciso di investire sull’elettrico. A settembre dell’anno scorso ho formalizzato il contratto di una EV, dando via un auto con 6 anni di vita, ben tenuta e 56000 km! Stesso giorno, nel pomeriggio, ho formalizzato un contratto per 6 kW di impianto fotovoltaico! Io sono fortunato perché non abito in un palazzo, ma in villetta a schiera in condominio. Quindi; il tetto è di mia proprietà e posteggio l’auto dentro il recinto di casa mia! Bene, la EV mi è stata consegnata a dicembre, 15 giorni prima di Natale 2021. I pannelli fotovoltaici? Tra domanda al comune, alla provincia, alla regione, allo stato, all’Europa, al mondo, al sole; sono passati 8 mesi e siamo ancora appesi davanti al nulla di fatto! L’impianto lo hanno montato a fine marzo (velocissimi) in 2 giorni! Ma ad oggi aspetto l’ultimo step; l’attivazione da parte del gestore! Ecco, questa è l’Italia della burocrazia! Il montaggio di un impianto lo si fa in 2 giorni, ma è il resto il problema! Purtroppo, noi italiani perdiamo tre quarti della nostra esistenza dietro cavilli burocratici! E meno male che a me non mi ha mai regalato nessuno niente, ho sempre pagato tutto, anche l’impianto fotovoltaico! Se lo avessi saputo prima, avrei montato i pannelli isola con accumulo, non on grid, ed oggi caricherei l’auto gratuitamente, da almeno 5 mesi! Ora, se tanto mi dà tanto, montare dei pannelli o creare punti di ricarica ovunque lo si potrebbe fare in pochi giorni, se non fosse x tutte le autorizzazioni e burocrazie varie, dove in Italia siamo esperti nel settore! Abbiamo gli uffici COS efficienti! COS=Complica Operazioni Semplici! E dopo questa esperienza che ancora sto vivendo sulla mia pelle, la saluto augurando un buon primo maggio! Dimenticavo, sono d’accordo con lei!

    • Che dire, caro mio omonimo, goditi la tua civilissima Parma e… incrociamo le dita. Buon 1° maggio, sempre, ai pensieri liberi, come a me sembrano i tuoi.

  4. … e che ne pensereste di pensilinefotovoltaicheoffgridpertutti , specialmente per quadricicli e micro-car in spazi pubblici comunali o privati e/o condominiali, magari in corrente continua?

    • Perché off grid? Se poi non ci sono auto in carica tocca mettere degli accumulatori, mentre la corrente potrebbe essere ceduta alla rete, che in città è sempre bisognosa. Io vedo nella mia città (Parma) che le colonnine ci sono ma vengono utilizzate poco, difficile vederle con auto attaccate. Sicuramente servono le alta potenza in autostrada per aprire ai viaggiatori, in città serve dotare i condomini di ricariche e forse tanti piccoli punti di ricarica a bassa potenza (es lampioni) lungo le strade. Non è facile trovare la strada giusta, perché né chi mette colonnine vuole investire troppo fin che ci sono poche auto elettriche né gli automobilisti vogliono l’auto elettrica fin che ci sono poche colonnine. Una cosa tende a bloccare l’altra…

      • Off-grid, se venisse consentito, eviterebbe quelle “distorsioni” burocratiche di cui parla il mio omonimo Antonio; l’accumulo, più utile che necessario, ricaricherebbe pacchi di batterie intercambiabili, considerato che, proprio nel centro storico di Parma (beato te, Fabio, che ne vivi la grande civiltà!), ad esempio, le viuzze della ZTL potrebbero accogliere più facilmente quadricicli e micro-cars anche a noleggio, in sharing, ecc. su iniziativa privata o, ancora più lodevolmente, pubblica. Certo le grandi potenze hanno bisogno della rete elettrica. Non trascurerei comunque l’apporto delle semplificazioni ottenibili dai piccoli impianti FV isolati, né dei progressi che la loro diffusione comporterebbe, per esempio, nella ricerca di soluzioni condivise di viabilità cittadina, ma anche nel reperire – o inventare – materiali più leggeri, diffusi, sostenibili, riciclabili, convenienti e sicuri per la fabbricazione di batterie e/o di ogni altra parte meccanica; va da sé, inoltre, che i software gestionali degli affidamenti degli autoveicoli potrebbero godere di un impulso senza precedenti, senza essere legati a contratti “obbligati”.

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