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Le stazioni di ricarica? Un Far-West senza regole

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Cavi troppo corti e spazi angusti, come mostrano le foto scattata dal lettore nel Carrefour di Massa.
Le stazioni di ricarica? Un Far West senza regole, difficili da usare e in cui ognuno fa quello che gli pare. Valter racconta la sua esperienza di viaggio. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i quesiti vanno inviati a info@vaielettrico.it

le stazioni di ricaricaLe stazioni di ricarica? Ognuno parcheggia dove gli pare e devi destreggiarti…

“Vi scrivo per denunciare la scarsa e inefficiente regolamentazione per l’uso degli impianti di ricarica. E l’assoluta mancanza di regole di progettazione delle stazioni. Durante il mio viaggio di ritorno da Firenze a Torino con la mia ID.4 ho programmato una sosta di ricarica a Massa presso il centro commerciale Carrefour. Dove è presente una colonnina Be Charge 75 kW (CCS) e ulteriori 4 colonnine in AC a 22 kW. Al mio arrivo ho trovato lo spazio di parcheggio di fronte alla colonnina occupato da un’auto plug-in in ricarica. Pur cercando di parcheggiare l’ID.4 il più vicino possibile al charger, il cavo per la ricarica CCS non risultava abbastanza lungo per arrivare alla presa dell’auto. Fortuna ha voluto che si è liberato uno spazio nel lato posteriore alla colonnina (non riservato alla ricarica) e riposizionando l’auto sono riuscito ad avviare la ricarica.

le stazioni di ricaricaDue problemi: cavi troppo corti e persone poco intelligenti

Al mio ritorno, 40 minuti dopo, l’auto plug-in si trovava nella stessa posizione, collegata alla presa AC, non so se ancora in ricarica. La mia critica affronta due aspetti:
il primo evidenzia una criticità nel progetto e nel posizionamento del charger: i cavi dovrebbero arrivare a coprire completamente gli spazi delle postazioni attinenti. Senza obbligare a cercare il parcheggio pazzo per allacciare la spina. I cavi potrebbero essere più lunghi anche solo di un metro: basterebbe a coprire un paio di posizioni.
Il secondo punto riguarda il comportamento delle persone, per far ricaricare chiunque abbia necessità. Se un HyperCharger ha più prese (75 kW, 50 kW, 22 kW come in questo caso), e nello stesso spazio esistono altri sistemi di ricarica da 22 separati dal principale, sarebbe più intelligente occupare una delle singole colonnine, se hai bisogno di ricarica a 22 kW AC. E lasciare libero lo spazio per altri utenti a cui serve la ricarica fast.

le stazioni di ricaricaLe stazioni di ricarica avrebbero bisogno di regole certe

Ad oggi i sistemi di ricarica e la loro gestione sono paragonabili ad un Far West, dove ognuno fa le proprie regole. Non esiste un regolamento chiaro, che ne permetta l’utilizzo in modo corretto ed efficace. Mi chiedo chi potrebbe aiutare il mondo dell’elettrico a crescere in questo senso. La vostra redazione fa già parecchio, evidenziando tutte le problematiche del mondo elettrico. Ma occorrerebbe una specie di authority ad hoc per far implementare le regole e farle rispettare. Vi ringrazio, cordiali saluti. Valter Sartori.
Risposta. Ognuno dovrebbe fare qualcosa per rendere le ricariche più agevoli. Un primo punto riguarda chi produce le colonnine: l’uso dimostra che spesso i cavi sono troppo corti, ne servono di più lunghi. Spesso proprio perché, come scrive Valter, si è costretti a ricaricare in posizioni assurde. E le stazioni andrebbero posizionate in aree sufficientemente ampie e accessibili. Quanto alle regole per l’uso, il nostro contributo potrebbe essere quello di raccogliere i suggerimenti di chi le colonnine le usa davvero. E costruire una sorta di decalogo da sottoporre a tutte le parti in gioco. Da chi le colonnine le ospita (come in questo caso Carrrefour) a chi le installa e gestisce.
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8 COMMENTI

  1. Con le imposizioni normative si risolverebbe ben poco.
    Basterebbe invece decuplicare le colonnine su tutto il territorio nazionale, per risolvere questi problemi.

  2. Se le colonnine dovrebbero essere dotate di cavi più lunghi, anche i costruttori d’auto dovrebbero fare la loro parte. O le prese si mettono frontalmente come la ZOE e poche altre e in questo modo si potrebbe ricaricare con il 90% delle colonnine senza nessun mal di pancia, oppure dovrebbero provvedere a montarne due, una a destra e l’altra a sinistra dell’auto. La prima ipotesi forse è la più percorribile ed economica nello stesso tempo, la seconda un po’ più costosa. Il legislatore non dovrà legiferare pure su questo vero? Oppure si, come si è dovuto fare per i caricabatteria con presa USB?

  3. La butto lì, ma cercare di imporre un posizione della presa uguale a tutte le auto sarebbe una sorta di standardizzazione. In
    alcune auto la presa è nella parte posteriore sinistra, altre nella parte posteriore destra, altre davanti alla portiera sinistra, altre davanti alla portiere destra, altre zona cofano…
    Almeno le Tesla le hanno tutte nella stessa posizione, poi è vero che anche i cavi delle loro stazioni non è che abbondano ma almeno la posizione di ricarica è quella.

  4. Per il cavo troppo corto si può risolvere , per le persone poco intelligenti credo sia complesso. Certo bisognerebbe fare dei test di IQ per rilasciare la patente alle EV :-). Insomma è necessario normare , ma la repubblica italiana brilla per un numero spopositato di leggi dovute all’incapacità di legiferare in modo comprensibile e rapido. In aggiunta ritarda sempre anche sui decreti attuativi delle leggi che altrimenti sono inutilizzabili. Siccome non riesce nemmeno su argomenti assolutamente vitali non si può certo sperare che si occupino in tempi brevi di questo problema. L’unica è di avere dei cavi abbastanza a lunghi da collegarsi alle colonnne estere dove sanno di vivere nel XXI secolo ed hanno uno stato adeguato 🙂

  5. Credo che la cosa andrebbe definita e normata, se non è già in corso un processo di stesura di una bozza a riguardo, a livello di Unione, come avviene per numerosi altri campi dove specifiche e regole uguali per tutto il mercato contienentale sono ad effettivo vantaggio di tutti i cittadini e dell’industria.

    A intuito, commissari interessati, o da interessare, potrebbero essere:

    – Adina-Ioana Vălean – trasporti
    – Kadri Simson – energia
    – Margrethe Vestager – concorrenza
    – Marija Gabriel – innovazione, ricerca, cultura, gioventù
    – Thierry Breton – mercato interno
    – Valdis Dombrovskis – commercio

  6. Valter: hai ragione !
    Ma vi ricordo che chiedere di progettare ed intervenire in modo intelligente e lungimirante sulla Cosa Pubblica in una nazione come l’Italia ove la politica e la pubblica amministrazione, da anni è allo sbando, mi sembra una UTOPIA.
    Quindi l’unica ipotesi plausibile è quella proposta da Vaielettrico

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