Arrivano i primi tecnici dell’e-mobility, figure indispensabili per lo sviluppo di una filiera italiana di aziende specializzate nei veicoli elettrici e nella mobilità sostenibile più in generale.

Il 4 giugno scorso sono stati consegnati i primi diplomi di profitto e attestati di partecipazione ai 320 studenti di 6 scuole tecniche che hanno seguito il «1° percorso didattico nazionale per la formazione iniziale del tecnico per la progettazione, gestione e manutenzione dei veicoli elettrici e dell’infrastruttura di ricarica».
Alla cerimonia hanno partecipato docenti e studenti provenienti da 18 istituti tecnici e professionali d’Italia aderenti alla Rete nazionale di scuole per la mobilità sostenibile nella didattica (info su: rete.emobility@vallauri.edu) di cui l’IIS “G. Vallauri” di Fossano (CN) è “scuola capofila”. Coordinatore del corso è invece l’IIS “E. Majorana” di Milazzo (ME). Il percorso è stato realizzato con la collaborazione dell’Università di Messina e dell’associazione Motus-e.
Tecnici dell’e-mobility in 24 ore di corso
Il corso, conclusosi il 13 maggio con l’esame finale, è stato somministrato on line agli studenti ed ha avuto una durata di 24 ore, durante le quali gli alunni hanno approfondito le tematiche della mobilità sostenibile seguiti da 30 docenti tutor e guidati da una decina di docenti provenienti dal mondo accademico, dalla scuola e dall’industria.
Il test conclusivo si è svolto da remoto, in contemporanea, dalla sede di coordinamento del corso verso le scuole collegate.

Orami 33 scuole nella rete e-mobility
Nel frattempo il numero delle scuole in rete è salito a quota 33, in nove regioni d’Italia. Dal prossimo anno scolastico, quindi, si motiplicherà il numero di studenti in grado di ricevere una formazione specifica sulla mobilità elettrica.
L’Istituto G.Vallauri che è stato capofila dell’iniziativa Rete scuole e-mobility ha diplomato finora 252 ragazzi. Tutti i loro nominativi sono stati ora inseriti in un database a disposizione delle aziende interessate ai tecnici dell’e-mobility. L’anagrafica servirà ai coordinatori dell’iniziativa anche per monitorare i loro futuri percorsi nel mondo del lavoro.