Per fortuna le rinnovabili stanno facendo miracoli, altrimenti l’Italia avrebbe chiuso il primo semestre 2024 con un aumento delle emissioni clima alteranti. Allontanandosi ulteriormente dagli obiettivi di decarbonizzazione concordati con l’Unione Europea.
Tutta Europa fuori rotta con le emissioni. Ma nel 2024 l’Italia si fa bella
Secondo l’ analisi del sistema energetico appena pubblicato da Enea (qui la sintesi completa), infatti, i brillanti risultati generali del nostro Paese (emissioni di CO2 -6% contro il -4% dell’Eurozona e quota di generazione elettrica da fonti fossili scesa al 38%, in flessione di ben 10 punti) sono da ascrivere soltanto all’ecosistema elettrico. Che per giunta continua ad efficientarsi, contribuendo a una riduzione dei consumi energetici complessivi del 2%.
Perchè tutto il resto, come cantava Franco Califano, è noia: gli altri settori continuano come al solito ad emettere più CO2, anche se soltanto l’1% in più. Parliamo dei settori non vincolati al sistema europeo di scambio delle emissioni (in gergo settori non-ETS) come trasporti, civile, agricoltura, rifiuti e piccola industria.
«L’indice relativo alla decarbonizzazione beneficia del calo delle emissioni nel settore elettrico, che ha reso la traiettoria delle emissioni dei settori ETS (generazione elettrica ed energivori) ampiamente in linea con il target 2030» commenta Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che coordina l’Analisi.
Sono invece gravemente fuori target 2030 in primis i trasporti su strada, quelli aerei e l’agricoltura, settori che con il loro peso zavorrano ogni sforzo verso la sostenibilità . Secondo gli obiettivi fissati dal PNIEC i settori non-ETS dovrebbero ridurre le emissioni al ritmo del 5% annuo.
Nei trasporti emissioni senza freno
Tornando al settore elettrico l’analisi sottolinea ancora la performance delle fonti rinnovabili, cresciute del 25% e ormai in grado di coprire una quota elettrica del 44%, con picchi mensili fino a oltre il 52%. Tra le fonti fossili, si contrae sia per l’utilizzo del carbone (-60% contro -24% dell’Eurozona) sia il gas naturale (-5% contro -4%).
Ciò ha permesso una riduzione delle emissioni del settore pari al 32%. E il calo dei consumi elettrici totali, sottolinea ancora Gracceva, è più ampio di quello che sarebbe stato normale attendersi per la stagnazione del Pil e il clima particolarmente mite.
Prezzi elettrici, Italia sempre più staccata
Enea elabora anche un indice, ENEA ISPRED, che misura la competitività dell’industria italiana del green. L’indice registra un leggero miglioramento, ma rimane sempre vicino ai minimi storici. Restano molto bassi i valori di due componenti: decarbonizzazione e prezzi e competitività . In miglioramento la terza componente, sicurezza energetica, anche qui grazie allo sviluppo delle rinnovabili.
I prezzi di elettricità e gas per famiglie e imprese sono scesi più lentamente che negli altri paesi europei con una forbice salita ad oltre il doppio della media di Germania, Francia e Spagna.
Infine l’analisi evidenzia che la nostra dipendenza dalle importazioni di tecnologie low carbon continua ad aumentare.  Sbilanciamenti particolarmente significativi si registrano nel fotovoltaico (deficit pari a 2 miliardi di euro), accumulatori (3 miliardi) veicoli a basse emissioni (2 miliardi). Segno positivo solo per solare termico ed elettrolizzatori.
Si dice che “Chi non conosce la storia è destinato a riviverla”…
il mondo va avanti
nonostante la politica
Insomma aver puntato su generazione da gas sta dando i suoi frutti (ironic mode).
Sono anni che tanti provano a dirlo che l’elettricità da FER è più economica di quella termoelettrica. Ma noi siamo ai “piani Mattei” come se il tempo non fosse passato e il 2024 fosse uguale al 1964.
Comunque ora c’è un illustre economista che lo dice in un rapporto di 300 pagine, chissà che vista la fonte autorevole questa volta fli si presti ascolto.
Era meglio averlo nel 2014 quel rapporto, ma meglio tardi che mai.
premetto che con rinnovabili utility si intendono le grandi installazioni profesionali, con costi del kwh generati molto bassi, che competono e vincono con il costo di generazione delle centrali a metano, e non l’impianto domestico per autoconsumo, che genera kwh a costi più alti, ma ancora ottimi perchè competono invece con il costo del kwh di rete, cioè compreso di oneri e tasse
>> rinnovabili utility sono diventate più economiche delle fossili circa nel 2018-2019, e i paesi meno bloccati hanno colto maggiormente l’occasione
>> il prossimo evento notevole sta avvenendo ora, fine 2024 inizio 2025, le rinnovabili utility anche comprensive di impianti di stoccaggio energia (es. batterie) per stabilizzare la fornitura, stanno diventando più economiche delle fossili (in particolare del metano)
per quel che vale, lo aveva previsto anche IEA nel report del 2023, a pag 101 del pdf https://www.iea.org/reports/batteries-and-secure-energy-transitions
ma si vede direttamente dai prezzi delle aste delle rinnovabili con annesso accumulo energia
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sui siti di vendita dei sistemi di accumulo energia industriali BESS (i famosi container da 6 metri con dentro di armadi di sistemi a batteria), i prezzi sono in discesa, ma ancora di più per i prezzi dei panneli solari, arrivati a livelli persino stracciati ( 51e + iva pannelli tipo topcon da 450 watt compresa spedizione)
allora si vedono simpatici budle di vendita, ci sono fornitori che insieme all’aquisto del BESS, regalano la quantità (che non è non poca) di pannelli FT necessaria a rcaricare l’accumulo BESS
cioè vendono un sistema di produzione energia completo
Continuando così quando si arriverà a dover tagliare sui trasporti serviranno misure draconiane.
Leonardo… ho paura che di “draconiano” ci saranno i tagli occupazionali…a mandarci tutti a piedi e bici…come nel dopoguerra di un’ Italia da ricostruire da zero ..
Se non ci allineiamo subito ai “costi europei” e soprattutto internazionali dell’ energia saranno tantissime le produzioni che verranno trasferite all’ estero..con ricadute tremende sul “tessuto sociale”…. A quel punto…con tanti autotrasporti in meno…e tanti che dovranno rinunciare all’ auto privata… (al riscaldamento in casa ) hai voglia a far calare la CO² emessa ..ma non sarà certo un successo.
Assolutamente d’accordo con te, purtroppo sia noi che i tedeschi siamo stati spiazzati dal boicotaggio del gas russo senza avere un paracadute attivo da altre fonti che potesse sostituire in toto questa mancanza ed ora stiamo pagando il gas liquefatto cifre enormemente superiori, E chiaro che a quel punto l’industria non è più competitiva verso paesi che questo embargo non l’hanno avuto (USA) ed anzi ci hanno guadagnato sui costi acquistando gas e petrolio a prezzi da saldo (Cina e India) e spero di sbagliarmi ma temo che il tempo per avere fonti alternative (rinnovabili) che compensino questa mancanza non sia compatibile con la soppravvivenza (in Europa) di molte industrie in primis quelle energivore…
purtroppo non è stata “acquisita ” nella popolazione (e nei politici conseguenti ) la “lectio magistralis” della crisi petrolifera del 1973.
Molti anni dopo, con la normalizzazione dei rapporti tra blocco occidentale (USA_UE) con la Russia, cui è seguita una “corsa al gas metano economico” tra Germania ed Italia in particolare nel periodo dei governi F.I. con gli ottimi rapporti tra S.B. e V. Putin, ci siamo anche noi legati mani e piedi a forniture di gas … ma anche petrolifere ( e li, coi rapporti in Libia tra S.B. e M. Gheddafi, si scatenò la concorrenza tra Italia=ENI e Francia=TotalEnergies, tutt’ora irrisolta e pericolosa .. visto che la regione Cirenaica ha un “governo ombra” in contrasto con quello centrale – riconosciuto dall’Europa- ma appoggiato militarmente dalla Russia, che vi possiede pure una pericolosissima base militare, attualmente in fase di “rinforzo”).
Ora come ora è auspicabile che la nuova commissione europea punti a far quanto più velocemente possibile una transizione alle F.E.R. (anche comprando economici componenti da Cina – tanto per tenere buoni rapporti commerciali) coinvolgendo quanto più possibile anche l’Italia.
Come per il settore auto, siamo partiti troppo tardi, ma abbiamo possibilità di recuperare (spendendo tanto) e col vantaggio di investire in tecnologie molto più “mature” dei paesi che son partiti prima (che attualmente godono dei vantaggi.. ma “ammortizzano” impianti vecchi e meno efficienti di quelli in progettazione/costruzione adesso).
Leonardo, il continuando così dipenderà però dalla volontà di Giovepluvio di ripetere primavere piovose come quella del 2024 in quanto questo incremento delle rinnovabili è dovuto in gran parte all’energia idroelettrica 64,8%, perchè se sperassimo solo il fotovoltaico e l’eolico saremmo complessivamente avremmo solo un +14,6%.
https://www.google.com/search?q=quali+fonti+rinnovabili+primo+semestre+2024&oq=quali+fonti+rinnovabili+primo+semestre+2024+&gs_lcrp=EgZjaHJvbWUyBggAEEUYOTIKCAEQABiiBBiJBTIKCAIQABiABBiiBDIKCAMQABiiBBiJBTIKCAQQABiABBiiBNIBCjI2OTM2ajBqMTWoAgmwAgE&sourceid=chrome&ie=UTF-8
Solare e eolico sono destinati a crescere di anno in anno, nonostante i no-pale e no-panel
Se non piove c’è il sole… quindi se cala idroelettrico cresce il fotovoltaico…
l’idroelettrico va in difficoltà quando l’assenza prolungata di precipitazioni costringe a mantenere la riserva d’acqua per altri usi…
certo, con tutte le acque reflue che si scaricano ogni giorno, si dovrebbe tentare di fare un impianto combinato (produzione gas da reflui ? sarà possibile ?) ed invio a bacini di laminazione che siano anche “di carico” , da pompare usando F.E.R. vicine ….? è un’ipotesi… spero realizzabile…