Ci scrive il presidente del Comitato che contesta, in Toscana, l’installazione di quattro impianti di stoccaggio di energia a batteria. Ne demmo notizia a fine agosto (leggi) paragonando la rivolta a quella scoppiata in Sardegna contro fotovoltaico ed eolico. Inviate quesiti e osservazioni a info@vaielettrico.it.
“Sono il Presidente del neo Comitato che si oppone alla realizzazione selvaggia degli impianti di stoccaggio, ai quali avete fatto riferimento nell’articolo citato in oggetto.
Vi conosco come redattori seri e preparati e quindi desideravo solamente fare alcune precisazioni sull’articolo apparso on-line, per amore di cronaca e non certo per rispondere ai commenti che ho letto in coda al pezzo, che mi rendo conto derivino però da una falsa rappresentazione della realtà .
Sentirsi augurare la morte per intossicazione o altro, vi assicuro non è un’altra cosa che rende onore alla Vostra professionalità .
Quattro impianti: un “sì”, due “ni” e un no
Presso la piccolissima frazione di Acciaiolo – Fauglia – PI (circa 200 abitanti), sorgeranno 4 impianti di accumulo di cui, appunto, 3 da 51,7 MW e un quarto da 42 MW per una potenza complessiva di circa 200 MW.
Due di questi impianti sorgeranno di fianco alla Centrale elettrica Terna e su questi, il nostro Comitato, non ha nulla da eccepire in quanto inseriti in un contesto paesaggistico già compromesso dalla presenza della grande centrale.
Un altro impianto, sorgerà nella vallata ma in un terreno in piano e, in questo caso, il Comitato ha diverse perplessità ma sulla cosa se ne potrebbe anche discutere.
56 container, sbancando una collina
Dove viene fatto il vero e proprio sfregio al paesaggio è sul quarto impianto che sarà realizzato in piena zona collinare con la necessità di sbancare l’intera collina.
Le abitazioni più prossime, sono a meno di 100 mt da questo campo container.
I container saranno 56 per ogni impianto da 50 MW e 40 nell’altro caso; ogni container (tipo navale da 20 piedi), del peso di 35 tonnellate l’uno e con un’altezza di circa 2,9 mt., saranno ospitati all’interno di un perimetro recintato e illuminato a giorno durante la notte.
Ogni container dispone di 10 ventole di raffreddamento moduli e quindi, soprattutto in estate, avremo 560 ventole in funzione a finestre aperte; oltre 2.000 ventole in un perimetro molto ristretto (in linea d’aria, i 4 campi container distano 500 mt. l’uno dall’altro).
Capirete che un impianto di queste proporzioni non è mitigabile certo con una siepe ma neanche con i “toscanissimi cipressi” essendo tutto realizzato in dislivello e sulla collina più alta della zona!!
Si tenga conto anche del fatto che l’impianto collinare insiste su una strada vietata al traffico pesante e, per realizzare il sito, si prevede di costruire una strada di cantiere che attraverserà , distruggendola, un’oliveta. La strada di cantiere dovrà essere dismessa a fine dei lavori (prescrizione data dalla Provincia di Pisa).
E i 260 ettari di fotovoltaico?
Siamo quindi anche perplessi nel caso si sviluppi un incendio sui moduli visto che sarà impossibile, per i mezzi dei VVF, raggiungere il sito, al netto delle acque di dilavamento che potrebbero compromettere le falde acquifere che, tra l’altro, alimentano il campo pozzi dell’acqua potabile oltre che un importantissimo caseificio della zona.
A questo mi sentirei di aggiungere che avremo, per alimentare 200 MW di potenza di accumulo, una previsione di installazione di circa 260 ettari di pannelli fotovoltaici (pari a circa 380 campi di calcio) in una zona collinare dalle caratteristiche protette da un Piano Operativo Intercomunale siglato tra i Comuni di Fauglia e Orciano Pisano.
Si tenga anche conto del fatto che le società proponenti gli impianti, sono piccole SRL con meno di 4 dipendenti, sorte da meno di un anno con capitale sociale di 10 mila euro (FRV 2203 con sede a Roma e RNE10 e S. lorenzo con sede a Milano ) che non offrono nessun tipo di garanzia nè sulla dismissione tra 15 anni dei moduli a fine vita e tantomeno in caso di incidente, in quanto questo tipo di procedure autorizzative non prevede la Valutazione di Impatto Ambientale e neanche una polizza fidejussoria.
Conclusione: non si è operato al meglio
Ultimo aspetto, anche se irrilevante, è quello che porterebbe ad aver messo i risparmi di una vita in una proprietà che, in siffatta situazione, varrebbe come carta straccia ma è chiaro che il conto qualcuno lo deve pur pagare: anche per i possessori delle auto elettriche?
Personalmente credo che ci siano due modi di fare le cose: farle bene o farle male, nel nostro caso mi sentirei di dire che, come capita spesso in questo Paese, non si è operato al meglio.
Giusto per rendere più chiara la situazione, in allegato la foto del luogo dove sorgerà l’impianto da noi combattuto„. Ranieri Mileo
Il diritto alla contestazione, ma evitiamo di cadere nella trappola della sindrome NIMBY
Risposta- Non avendo le conoscenze specifiche per entrare nel merito delle sue affermazioni, ci limitiamo a prenderne atto. Anche se alcune ci sembrano pretestuose. Per esempio il rischio incendio, l’alterazione del clima dovuto alle ventole, il peso eccessivo dei moduli. La consistenza patrimoniale delle società proponenti il progetto non vuol dire nulla. Una volta autorizzati, i progetti sono sempre ceduti a gruppi industriali veri, che li realizzano.
Aggiungiamo che gli articoli pubblicati dalla stampa locale danno una rappresentazione molto meno ragionevole e pacata dell’atteggiamento del vostro Comitato: un “no a tutto” senza se e senza ma, molto simile a ciò che si definisce in gergo NIMBY, acronimo di “not in my backyard”.
Lo stoccaggio di energia con i sistemi BESS è una delle infrastrutture indispensabili per la transizione energetica. E sicuramente la meno impattante. Sarebbe opportuno evitare di dare una falsa rappresentazione della realtà definendola “selvaggia” a prescindere. Questo darebbe più credibilità al Comitato quando contesta, valutando caso per caso, la localizzazione di un singolo impianto.
Ci lamentiamo sempre dei campi fotovoltaici e appena ne costruiscono uno nasce il comitato del no.
Quando invece un comune decide di realizzare una zona industriale, con strade, capannoni, espropri di terreni nessuno dice niente , sembra che sia tutto normale.
È vero che una zona industriale porta lavoro, ma a che prezzo?
Poi dopo 10 anni chiude tutto e rimane una cattedrale nel deserto
Il contesto e il paesaggio collinare dell’immagine non deve essere distrutto, va anzi conservato e valorizzato come da Costituzione, gli impianti di stoccaggio industriale devono stare in zone già industrializzate e non dove viene in mente al furbacchione che prima incassa e poi sparisce. L’impressione è che simili operazioni scellerate siano fatte apposta per generare odio contro la transizione alle rinnovabili.
“56 container per una potenza di 50 MW”
non vi sembra un pò pochino ?
i Megapack Tesla sono da 3,9 MWh per una potenza erogata di almeno 1C 3,9MW
50 /3,9 fanno 13 container , non 56
sicuramente ci sarà qualche container in più di servizio
da da 13 ad arrivare a 56 ce ne passa
i container di CATL arrivano addirittura a 6 MWh
a chi hanno ordinato gli accumuli ?
a paperino ?
oppure o a gambadilegno ?
magari sono “pacchi” formato container
“le società proponenti gli impianti, sono piccole SRL con meno di 4 dipendenti, sorte da meno di un anno con capitale sociale di 10 mila euro (FRV 2203 con sede a Roma e RNE10 e S. lorenzo con sede a Milano ) che non offrono nessun tipo di garanzia nè sulla dismissione tra 15 anni dei moduli a fine vita e tantomeno in caso di incidente, in quanto questo tipo di procedure autorizzative non prevede la Valutazione di Impatto Ambientale e neanche una polizza fidejussoria.”
Ecco, questo è grave. Si rischia di fare come al solito da noi, produzione di qualcosa, inaugurazione in pompa magna, manutenzione questa sconosciuta, dismissione parola aliena. Dovrebbe essere tutto nero su bianco, la responsabilità di chi è (e chi paga!) se succede qualcosa, o comunque per gli interventi necessari nel tempo.
infatti i comitati locali hanno espresso vari dubbi su come è andata avanti l’operazione… ogni tanto mi capita di seguire su cronache dei giornali locali…
nessuno è contro le F.E.R. … ma sicuramente contro interventi speculativi si…
Volete 100% rinnovabili? Ecco cosa succede, pannelli e accumuli ovunque, e visto che se qualcuno parla di nuke rispondete fattela dietro casa tua vi rispondo i pannelli e gli accumuli mettili dietro casa tua. Io la centrale nuke vicino a casa la accetto molto volentieri, voi?
pensi che addirittura io li ho messi sopra casa mia……
Io pannelli e accumuli li ho messi direttamente non vicino ma sopra casa mia, anche per contribuire a NON avere una centrale atomica vicino. E sto già pensando da qui a qualche anno di incrementare le dimensioni.
Qui abbiamo già a vista il cupolone di un reattore sperimentale (Ispra – VA ) sorto nel 1959 e spento nel 1973, ovvero sono 50 anni che è fermo ma ancora non è stato smantellato completamente (dicono finiranno nel 2036, ma vedremo).
Il che non vuol dire accettare ogni speculazione (come parrebbe possa essere questa) basta che sia FER. Vanno fatte con criterio, sia ftv che eolico che di altro tipo. Ma preferisco installare FER che centrali nucleari.
uno dei problemi che avevo letto tempo fa a proposito dell’impianto di accumulo è che viene sbancata una collina in un terreno agricolo non sfruttata perché franoso…. non mi sembra un posto ottimale ove piazzare impianti appoggiati su piattaforme di cemento … col rischio che con i diluvi e alluvioni di questo periodo scivolino giù ….
ci son passato vicino domenica scorsa e son piovuti 80mm pioggia in due ore… quella di 1 mese … e facilmente in tutta quella zona persino le strade son “ballerine”; ci son pure diversi ponti interrotti da mesi per lavori di rinforzo…
Continuo a pensare che all’interporto tra Pisa e Pontedera (già piena di zone containers, capannoni vuoti, terreni vuoti tra i vari capannoni con erbacce altissime, vicinanza alle 3+3 pale eoliche (piccole e grandi) presenti in zona industriale… sarebbe tanto meglio.. Ci son già le infrastrutture base… tralicci, cabine etc
Si ,ma sai che i tralicci dovranno arrivare li per forza? Ok, gli accumuli li mettiamo vicino alle centrali di distribuzione, ma l’elettricità prodotta dai campi ftv a quelle centrali andrà portata in qualche modo.
Dove suggerisco io (piena zona industriale)..hai voglia a tralicci… idem per altre zone artigianali/industriali di paesi vicini..tipo Lavoria.
Certo anche i tralicci Terna saranno da “rafforzare”…
Il problema è che spesso in Italia non si riesce a coordinare tutti gli interventi necessari per arrivare al risultato finale…
Però le speculazioni edilizie intanto si son divorate altro terreno…
L’accumulo deve essere vicino all’impianto di generazione.
Difatti…ecco perché andrebbero sfruttate le aree industriali…ci sono spazi lasciati vuoti solo per nuovi capannoni..quando già tanti sono sfitti da anni.. Mettere li distese di FV non sarebbe ulteriore impatto…sarebbero vicino gli accumuli e gli utilizzatori finali… diminuendo le dispersioni..
Invece sì sono accaparrati terreni in zone mediane tra Pisa e Livorno… ove la concentrazione di industrie energivore non è certo alta…
Sì, ma c’è una mega centrale fotovoltaica dell’Enel
La cosa interessante è che leggendo qua e la si vede che comunque ENEL ENI e TERNA stanno investendo per impianti F.E.R. ..
È a livello di comunicazione (specialmente certi esponenti di governo) che fanno sembrare tutto brutto e sconveniente…
indirizzo completo ?
Puoi stare tranquillo, è calcolato che se volessimo far andare tutto il mondo con il fotovoltaico non servirebbe nemmeno l’1% di tutta la superficie della terra. Per fare il calcolo puoi prendere la stima della richiesta energetica mondiale, vedere quanti metri quadrati di pannelli servirebbero per coprirla in media a mezzogiorno e sottrarla alla superficie terreste. Chiaramente non andremo totalmente con il FV, ci sono anche le altre rinnovabili, ma è bene comunque ricordare che sono impianti molto poco impattanti per il terreno sottostante e circostante.
Gli storage di grandi capienze sono necessari, e andranno fatti. Perché non cominciare a smantellare qualche raffineria (che sono migliaia di metri quadrati di schifo) e metterli al loro posto, magari assieme a tanto fotovoltaico? Dove sono gli “ambientalisti”?
Conoscendo (un po’) Fauglia e Orciano Pisano e conoscendo come la pensate voi, umilmente provo a darvi un po’ di contesto.
Io provengo da altre realtà e altre regioni ma qui in Toscana è un mondo a parte, qui si ragiona diversamente. I comuni sono curati, le campagne sono curate, e, anche se a tutti voi sembrerà incredibile, il sindaco che vince in quelle frazioni è quello che nel programma (che le persone leggono e commentano!) c’ha messo il maggior numero di sfalci dell’erba a bordo strada e la pulizia della macchina che lava la strada. Inizialmente questi mi sembravano pazzi e dalle mie parole potreste pensare ad una piccola svizzera di gente snob: no, no, niente di più diverso, la realtà della Toscana è fortemente contadina (soprattutto della provincia toscana) e le persone sono abituate alla cura dei beni comuni con minima spesa e tanta resa. Da noi, per dire, se c’è un lampione fulminato si manda un messaggio tramite Facebook al sindaco e il giorno dopo il lampione è sistemato: funziona davvero così, c’è davvero una relazione stretta che funziona tra territorio e amministrazione. Voi non avete idea di quando c’è da tagliare i rami degli alberi sulle strade, tutti a intervenire e a dire la loro se il taglio è stato fatto nella maniera corretta, un cm più o uno in meno.
E certo non si può accusare la Toscana di essere la regione del non-fare, anzi. Qui la sanità funziona (nonostante sta mandando un po’ in crisi il bilancio regionale), le strade sono manutenute (soprattutto nei comuni più grandi), i servizi funzionano, devo riconoscere che si vive bene e i prezzi non sono neanche stellari. La lamentela del sindaco suonerebbe ipocrita dalla mia regione di origine, ma qui in Toscana invece oggi la comprendo bene. Anche perché questa cura estrema del territorio funziona: andate a leggere sui giornali cosa è riuscito a fare un comune limitrofo, quello di Peccioli, con pochissime risorse e guardate che turismo e attenzione mediatica è riuscita a ottenere (e relativi fondi), qualcosa di incredibile.
Il sindaco sta cercando di mandare un messaggio di questo tipo: se noi fossimo stati interpellati prima e per tempo, avremmo aiutato a trovare una sistemazione idonea (anche eventualmente in un comune limitrofo) per fare la cosa ma fatta bene, magari individuando un’ex area industriale o qualcosa di paesaggisticamente meno compromettente, possiamo comunque farlo adesso. Da neo-toscano anche a me vengono subito alla mente delle zone certamente più adatte per ospitare questi progetti, non distanti da Orciano-Fauglia. Il toscano non ha la sindrome nimby ma, come provavo a spiegare in altro commento, se gli si cala la decisione dall’alto senza coinvolgerlo giustamente si inca@@a perché lui le cose le fa a modo.
Purtroppo c’è una grossa semplificazione nell’analizzare il processo deliberativo e tutto si riduce al decisionismo dall’alto. Mi viene in mente Musk quando per tagliare i costi licenzia tutti i dipendenti che lavorano ai supercharger (o a Twitter), taglio netto, deciso dall’alto, di chi non sa neanche come funziona una certa struttura: segue la fase del pentimento tardivo con le riassunzioni. Ma la fase in cui la politica impara dai propri errori, quella quando arriva?
Bravo Enzo, meglio non si poteva dire. A Vaielettrico dico che forse una chiaccherata a voce con chi vi ha scritto, toglierebbe di mezzo tanti ostacoli che probabilmente non ci sono
Enzo, lo spieghi tu ad Alberto come funziona?
Alberto la telefonata c’è già stata 😎
Se non ricordo male più di una, anche in video. E una proposta di collaborazione, da Enzo gentilmente declinata. (poi ci accusano di essere talebani e monomaniaci dell’elettrico…)
Ma poi non ho capito cosa c’entra la solita punzecchiata all’auto elettrica. L’energia di notte la prelevano solo le auto elettriche?
Mi sembra una valutazione fatta dall’Ing. Cane
Per me c’è da fare un po’ di tara,
dalle planimetrie ci sono 3 case isolate che sono in prossimità degli impianti,
due sono poste a 100m e una è posta a 200m
poche ma sono sempre abitazioni e pare giusto che facciano le loro richieste di verifiche e adeguamenti o di indennizzi se sono convinti che il valore immobilare sia in parte svalutato o il riposo disturbato da luci accecanti e fragore di ventole
le ventole dell’aria moduli sono esterne? o all’interno dei container, che poi avranno un vero sistema a climatizzazione verso l’estero, cioè 56 climatizzatori, certificati per un certo livello di dB, container che fanno uno da barriera acustica all’altro; se realizzati bene, per udirli bisognerà tendere l’orecchio in una notte senza vento e grilli
se invece gli studi preliminari non fossero corretti, sarà “pane” di ARPA verificare su richiesta dal vivo il disturbo acustico e obbligare l’impianto a installare barriere acustiche, magari dipinte di colore verde, sul lato rivolto in direzione delle case, capita con le attività industriali o di altro tipo siano obbligate a fare adeguamenti
mentre siepi e cipressi sarebbero per evitare di vedere l’impianto, o le barriere acustiche, o l’illuminazione notturna, ammesso che l’impianto sia così visibile, se come dicono sarà posizionato non a fondo valle e al centro di un appezzamento più largo (2 ettari) dell’impianto stesso (meno di 1 ettaro anche posizionandoli molto larghi)
sono 56 semi-container, lunghi 6m (mentre quelli classici sono 12m o 13m), per una capacità totale di circa 207 MWh e una potenza di 50 MW;
ognuno con capacità di circa 3,7 MW (poco meno dei Tesla da 3,9 MW); in arrivo in commercio ci sono semi-cointainer che nello stesso volume ospitano 6,25 MW (CATL) e ora un’altra ditta arriva a 8 MW
========
poi vabbè la retorica dei numeroni, 2000 ventole, una intera (?) collina sbancata, le abitazioni (generico), la piccola regione “protetta” e i 260 ettari di fotovoltaico, si sono tanti campi da calcio, ma su quanti ettari totali? perchè se si usano i numeri vanno messi in contesto, sennò c’è aria di .. aria fritta.. poi sono fotovoltaico o agrivoltaico interfilare con pannelli più spaziati ? perchè in Italia l’iter di autorizzazione è molto severo, con pure la tendenza più a cercare cavilli per negare, l’area sara stata studiata
Da decenni e ancora ora assistiamo a contestazioni e ritardi di progetti ferroviari e stradali più che necessari, vedi TAV o collegamento di Genova con Milano e Torino sempre con TAV. Ma se si parla di transizione ogni obiezione diventa inammissibile e blasfema. Un minimo di coerenza é doveroso.
Che necessità c’è di illuminare a giorno un impianto del genere anche di notte?
Probabilmente per ragioni di sicurezza; anche se basterebbe dotare gli impianti di webcam all’ infrarossi…(Non so se però ci sono obblighi normativi)
Il punto è proprio questo: se stiamo parlando del tema della transizione energetica, perchè tanti e tanti siti energetici vetusti non si fa in modo che “transitino”? Purtroppo è sempre più facile andare ad intaccare terreno vergine, che ristrutturare. E se qualcuno si lamenta (sia chiaro, non sempre chi si lamenta ha ragione), mi sembra troppo frettoloso squalificarlo bollandolo con la sindrome NIMBY
Ferma un attimo: un container da 20 piedi misura 15 mq di area. Quindi 56 container fanno 850 mq. Anche ammettendo di raddoppiare l’area visto che non saranno messi tutti uno a fianco dell’altro fanno 1500 mq. Quindi un’area di 40 metri X 40 metri. Dove sarebbe lo sbancalamento di una collina intera? So che le parole forti fanno impressione ma essere un po’ oggettivi non guasta. Quella strada che raderà al suolo un oliveto (sono di quelli che vengono sradicati per essere venduti ai ricchi che al nord le mettono nei giardini di case e ristoranti?) siamo sicuri che sia poi davvero così tragica?
Per cortesia… fatti un giro in zona .. poi scrivi le tue opinioni..
Davanti a casa mia ci sono fabbriche per 200.000 mq. che producono anche quello che usi tu. Nessuno si mette a piangere perché sono necessarie, anche a me (e a tutti) piacerebbe un bel prato verde dove correre liberamente. Facciamo che la smettiamo con il NIMBY?
Se accanto a casa tua ci fosse anche un prato .. ti farebbe piacere che asfaltassero anche quello.. o sarebbe meglio usare i terreni già occupati da edifici vuoti?
Non sto dicendo che non si deve produrre… Vorrei che venissero utilizzati tutti gli edifici già costruiti ed abbandonati..
Visto la modularità dei container, mi sembrerebbe opportuno piazzarne alcuni in zone prossime al consumo dell’energia invece che tutti insieme. Immagino che nel progetto abbiano considerato la vigilanza e la manutenzione dei climatizzatori, oltre alla ovvia presenza di elettrodotti ad alta tensione per il trasferimento dell’energia… Le risposte giuste non sono mai facili né semplici.
Però preferirei molti container di batterie piuttosto che i camini fumanti dei vicini o le marmitte di auto su una tangenziale.
Se poi si piazzassero direttamente nelle zone industriali e/o in prossimità delle centrali… Ci sono già pure gli elettrodotti.
Sicuramente qualcuno si è già imbattuto in miei commenti di alcune settimane fa su questi siti nelle compagne pisane ..
Considerate che le opposizioni locali non sono contro la realizzazione di impianti F.E.R. e accumuli in senso stretto…(No NIMBY..) MA proprio sul Dove certe speculazioni vogliono piazzarle ..
In tante aree tra Pisa, Pontedera (col suo interporto e la zona industriale…per altro arricchita di varie torri eoliche) ci sono innumerevoli capannoni inutilizzati e invasi da erbacce, aree immense per posizionare fotovoltaico a terra…anche in appoggio visto che sono zone artigianali e industriali…
Invece certi speculatori pretendono di piazzare simili impianti in terreni agricoli ed aree molto belle dal punto di vista paesaggistico…tra Fauglia e la meraviglia di Orciano Pisano…che io attraverso tutte le settimane di tutto l’ anno… col buio, col sole e col diluvio universale di questi ultimi giorni..a son sempre bellissimi posti..da preservare.
Invito tutti i curiosi..gli amanti delle gite nei weekend…con bici, moto, auto ICE e BEV (che troveranno numerosissime colonnine in zona!) a girare tra quelle colline…
Ho già invitato i sardi in altro commento su VaiElettrico a vedere le vicine colline pisane verso Volterra ed il mare …decorate da innoque ma produttive torri eoliche su creste disabitate…le ho persino attraversate con la mia BEV lo scorso inverno…per curiosità …e nel silenzio della mia vettura non ne percepivo affatto il rumore (troppo insonorizzata la mia auto?) ma solo la maestosa presenza.
Questo territorio toscano come quasi tutte le altre zone d’Italia è già ampiamente devastato da eccesso di cementificazione (che porta inquinamento, eccesso di calore e devastanti accumuli di acque meteoriche). Invece che continuare a sbancare e costruire…usiamo i terreni già compromessi…i tantissimi capannoni inutilizzati; sopra FV e piccole turbine eoliche da tetto.. dentro gli accumuli .. sarebbero pure già serviti dalle reti elettriche uso industriale..e in mezzo agli utilizzatori più energivori…
Basta speculazione…o ne moriremo…
Sinceramente non capisco il motivo per cui questi impianti non possano sorgere in zona industriale, nel mio Abruzzo ci sono decine e decine di siti dismessi da aziende costrette al trasloco o la chiusura a disposizione e non vedo alcun motivo per sbancare una collina. La toscana non penso proprio sia diversa, ci saranno allo stesso modo numerosi siti abbandonati e paesaggisticamente adatti a questi impianti.
Ritengo si possa discutere l’installazione di pannelli solari, che non modificano l’orografia e possono essere rimossi, mentre condanno lo sbancamento di una collina che deturpa il paesaggio per sempre.
Perchè un sito industriale va prima bonificato, e la bonifica costa, quindi meno guadagno. Meglio installare tutto su un bel terreno agricolo, tanto chi lo fa non abita sicuramente in quella zona. Stesso identico ragionamento della speculazione edilizia che preferisce il nuovo alla ristrutturazione.
Siamo la prima nazione in Europa per consumo di suolo non per caso…
Sono favorevolissimo all’energia rinnovabile e sono cosciente che occorrano degli accumuli di energia, ma alcune osservazioni del comitato mi trovano d’accordo. Come sono d’accordo sul fatto che occorrono fidejussioni in grado di sostenere le spese di dismissione dell’impianto, che chiaramente non si dismette con l’esaurimento delle batterie perchè possono essere sostituite, ma è un costo che deve pesare sui costi aziendali altrimenti succede come in Francia che hanno un numero considerevole di impianti nucleari il cui costo di smantellamento porterà una grossa crisi di liquidità in Francia.
Un’altra osservazione è che l’APS dei Vigili del Fuoco deve passare per raggiungere il sito e che deve esserci un bacino di laminazione per raccogliere le acque dei loro interventi anche se ci si augura non dovesssero essercene. Ritengo che siano prescrizioni necessarie e che probabilmente sono state accolte. Sarebbe utile sentire la conferenza dei servizi per comprendere in che modo e con quali prescrizioni sono state accolte le richieste dai Comuni interessati.
Rimane la forte preoccupazione che se si parla di rinnovabili si abbia una sensibilità particolare, eccessiva, mi capita spesso di percorrere la val d’Adige e quando si arriva in prossimità della pianura le pale vengono additate come non necessare e un forte deturpamento del paesaggio senza notare che l’orizzonte è affollatissimo di brutissimi tralicci per la distribuzione. C’è una forma di idiosincrasia da parte di chi non comprende che la transizione è necessaria, anche se non sufficiente.
E pure di torri telecomunicazioni e TV… moltiplicate come funghi visto che ogni operatore mette le sue ogni dove…
Mai qualcuno che si lamenti delle ciminiere…
Ci saranno sicuramente dei motivi studiati da super esperti e non ho motivo di dubitarne ,come non ho motivo di dubitare dei posizionamenti delle ricariche, ma con tutti i posti di m.. già devastati e abbandonati , pensare di utilizzare questi , magari rifacendo le linee ,non sarebbe meglio.
cento metri dall’abitato sono davvero un po’ pochi , non facciamo al solito che ci smenano sempre quelli cioe’ gli abitanti della zona , consideriamo anche il paesaggio, come da foto sarebbe davvero uno scempio . intorno alla centrale terna davvero era impossibile piazzare il tutto ? si puo fare di meglio ?
Franco sono sicurissimo che si può fare di meglio ma non sicurissimo che questo convenga a tutti io sospetto sempre che ci siano sempre sotto interessi economici, nessuno si ricorda cosa volevano costruire per le vaccinazioni con costi esorbitanti e si è potuto logicamente non spendere niente ecco tutto li semplice chiaro lampante .
Sarebbe anche meglio per l’accessibilità da parte dei VVFF
avevo guardato le planimetrie,
li intorno ci sono terreni con 3 abitazioni isolate,
2 case sono poste a 100 metri, e 1 casa è posta 200 metri